Fred Hoyle - La Nuvola nera
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- Название:La Nuvola nera
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- Год:1969
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Ann Halsey arricciò il naso.
«Non capisco perchè la fate tanto lunga con questa cifra, mentre poi vi siete affrettati a buttare acqua fredda sul mio .»
«Perchè, mia cara,» rispose Kingsley, «l’invio di quella cifra è un gesto ragionevole e razionale. È un contatto, un segno di comprensione, senza alcun rapporto col linguaggio, mentre quel tuo è solo una glossa linguistica superficiale.»
Leicester venne loro incontro.
«Questa pausa di due giorni è proprio una fortuna Credo che nel frattempo riusciremo a mettere a punto il sistema sonoro.»
«E la cifra?»
«Son certo che funzionerà, ma ho pensato che sia meglio premunirsi.»
Due giorni dopo, a sera, erano tutti riuniti nel laboratorio di trasmissione. Leicester e i suoi amici si apprestavano a dare gli ultimi ritocchi. Erano quasi le 8 quando sullo schermo comparvero i primi segnali luminosi. Poi le parole.
«Azioniamo il sonoro,» disse Leicester.
Si misero tutti a ridere quando dall’altoparlante si sentì la voce perchè era la voce di Joe Stoddard che parlava. Per un paio di minuti pensarono quasi tutti che fosse uno scherzo, ma poi si accorsero che la voce ripeteva esattamente le parole comparse sullo schermo. E poi quel che diceva la voce non poteva essere farina del sacco di Joe Stoddard.
Lo scherzo di Leicester serviva a qualcosa. Evidentemente non aveva avuto tempo sufficiente per dare inflessioni alla voce: ogni parola era pronunciata sempre allo stesso modo, tra una parola e l’altra c’era sempre lo stesso intervallo, tranne che per la fine dei periodi, dove la pausa era un po’ più lunga. Per questo andava meglio la voce di Joe Stoddard, quasi priva di inflessioni. E Leicester aveva abilmente regolato il ritmo della trasmissione con quello di Joe Stoddard. Perciò, anche se la voce della Nuvola era un’imitazione artificiale di Joe, tuttavia come imitazione era buona ma nessuno riuscì ad abituarsi al fatto che la Nuvola parlasse con la lenta cadenza del West, nè agli errori di pronuncia di Joe. Da quel momento la Nuvola fu ribattezzata Joe.
Il primo messaggio di Joe diceva press’a poco così:
«La vostra prima trasmissione mi ha sorpreso, perchè è molto insolito trovare sui pianeti animali forniti di capacità tecniche.»
Chiesero a Joe il perchè.
«Per due semplici ragioni. Vivendo alla superficie di un corpo solido, voi siete soggetti a una grande forza gravitazionale. Questo fatto limita grandemente la crescita dei vostri animali, e quindi limita anche l’estensione della vostra attività neurologica. Vi costringe a crearvi una struttura muscolare per potervi muovere, vi costringe a portarvi dietro una corazza protettiva contro gli urti violenti: per esempio il cranio è una protezione indispensabile per il vostro cervello. Il peso morto dei muscoli e della corazza riduce ancora l’ambito delle vostre attività neurologiche. Infatti anche i vostri animali più grossi sono fatti principalmente di ossa e di muscoli, con pochissimo, cervello. Come ho già detto, la causa di questa difficoltà è il forte campo gravitazionale. In linea generale non ci si attende vita intelligente sui pianeti, ma solo in un mezzo gassoso e diffuso.
«Secondo fattore a voi sfavorevole è l’estrema carenza di alimenti chimici fondamentali. Per costruire alimenti chimici su vasta scala è necessaria la luce delle stelle. Il vostro pianeta invece assorbe solo una parte piccolissima della luce del Sole. In questo momento mi sto costruendo gli alimenti chimici fondamentali in misura di dieci miliardi di volte più grande di quella che si realizza su tutta la superficie del vostro pianeta.
«Questa carenza di alimenti chimici vi costringe a vivere mangiando; e in questa situazione è difficile che i primi barlumi dell’intelletto abbiano il sopravvento sui muscoli e sulle ossa. Certo, una volta che si sia affermata l’intelligenza, diventa più facile la lotta coi muscoli e con le ossa, ma i primi passi sono i più difficili — tanto più che il vostro caso è una rarità tra le forme di vita dell’universo.»
«Vorrei che lo sentissero i fanatici dei viaggi spaziali,» disse Marlowe. «Harry, chiedigli perchè qui sulla Terra si è formata l’intelligenza.»
Fu posta la domanda e poco dopo venne la risposta:
«Forse dalla combinazione di varie circostanze. la più importante, secondo me, è la nascita, cinquanta milioni di anni fa, di un nuovo tipo di pianta: la pianta che voi chiamate erba. La nascita di questa pianta provocò l’improvvisa riorganizzazione di tutto il mondo animale, dovuta al fatto singolarissimo che l’erba, a differenza di tutte le altre piante, si può cogliere a livello del terreno. Diffondendosi su tutta la Terra i prati erbosi, sopravvissero e si svilupparono quegli animali che potevano profittare di questa singolarità. Altri animali invece si estinsero. Mi pare che sia stato questo grande successo di riadattamento a permettere che l’intelligenza comparisse sul vostro pianeta.
«Ci sono alcuni fattori assai insoliti che hanno reso difficile decifrare il vostro sistema di comunicazione,» continuò la Nuvola. «In particolare mi sembra stranissimo che i vostri simboli di comunicazione non abbiano alcun rapporto stretto con l’attività neurologica dei vostri cervelli.»
«Avremmo dovuto dir qualcosa in proposito,» osservò Kingsley.
«Ma certo. Mi pareva impossibile che tu riuscissi a star buono un po’ di tempo, Chris,» osservò Ann Halsey.
Kingsley spiegò la differenza fra comunicazione C.A. e C.C., e chiese a Joe se anche lui funzionava su base C.A. Joe rispose affermativamente e continuò:
«Non è la sola stranezza. Quella maggiore è l’estrema somiglianza, presso di voi, fra un individuo e l’altro. Questo vi consente di adoperare un metodo di comunicazione molto rudimentale. Voi applicate tante etichette ai vostri stati neurologici: ira, mal di testa, fastidio, felicità, malinconia, sono tutte etichette. Se il signor A vuol dire al signor B che gli fa male la testa, non tenta neppure di descrivere la disfunzione neurologica che avviene nella sua testa. Preferisce mostrargli un’etichetta, e cioè dirgli:
«Quando il signor B sente queste parole, prende la etichetta e la interpreta secondo la sua propria esperienza. Così il signor B si rende conto della disfunzione del signor A, anche se nè il primo nè il secondo sanno minimamente che cosa sia in realtà . Questo singolarissimo metodo di comunicazione è possibile solo tra individui quasi identici.»
«Possiamo dirlo anche così,» fece Kingsley. «Dati due individui assolutamente identici, non è necessaria alcuna comunicazione fra di essi, perchè ognuno sa automaticamente l’esperienza dell’altro. Tra individui quasi identici basta un metodo di comunicazione rudimentale. Invece fra due individui molto differenti, è necessario un sistema di comunicazione assai più complesso.»
«È proprio quel che stavo cercando di spiegare. A questo punto dovrebbe esser chiara la difficoltà che ho incontrata per decifrare il vostro linguaggio. È un linguaggio che si adatta a individui molto simili, mentre fra me e voi c’è una grande differenza, molto più grande di quella che forse voi immaginate. Per fortuna i vostri stati neurologici mi sembrano abbastanza semplici. Appena sono riuscito a comprenderli in qualche misura, ho potuto decifrare le vostre comunicazioni.»
«Abbiamo qualcosa in comune da un punto di vista neurologico?» chiese McNeil. «Per esempio, avete qualcosa che corrisponda al nostro ?»
Giunse la risposta:
«In senso lato anche noi proviamo i sentimenti del piacere e del dolore, ma questo è possibile solo in una creatura che possieda un complesso neurologico. Il sentimento del dolore corrisponde a un’acuta disfunzione degli schemi neurologici, e questo può accadere tanto a me che a voi. La felicità è una condizione dinamica, nella quale si estendono gli schemi neurologici e non si guastano: questo può accadere tanto a me che a voi. A parte queste somiglianze, immagino che le mie esperienze soggettive siano molto diverse dalle vostre. Ma anche in questo siamo simili: anch’io considero i sentimenti dolorosi tali che bisogna evitarli, mentre ricerco quelli piacevoli.
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