Arkadi Strugatzki - È difficile essere un dio

Здесь есть возможность читать онлайн «Arkadi Strugatzki - È difficile essere un dio» весь текст электронной книги совершенно бесплатно (целиком полную версию без сокращений). В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Год выпуска: 2005, Издательство: Marcos y Marcos, Жанр: Фантастика и фэнтези, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.

È difficile essere un dio: краткое содержание, описание и аннотация

Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «È difficile essere un dio»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.

La repressione impazza ad Arkanar, nel paesaggio si stagliano le forche.
Il Re ha messo al bando tutti gli intellettuali.
Gli studiosi inviati dal pianeta terra, ormai pacifico ed evoluto,  cercano di confondersi tra gli abitanti di Arkanar, studiano, osservano, trasmettono informazioni.
Intervenire? Creare forzatamente nuovi equilibri, nuove alleanze?
Funzionerebbe? Sarebbe giustificabile eticamente?
Com'è difficile essere un dio!

È difficile essere un dio — читать онлайн бесплатно полную книгу (весь текст) целиком

Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «È difficile essere un dio», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.

Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Perciò resta da fare una cosa sola: salvare i pochi che possono essere ancora salvati.

Budach, Tarra, Nanin, altri dieci o venti al massimo…» Ma solo al pensiero delle migliaia di altri, forse meno dotati ma comunque nobili e onesti, che erano condannati a perire, Rumata si sentì gelare, conscio della propria impotenza.

A volte quella sensazione lo sommergeva al punto di oscurare la sua consapevolezza. Rumata vedeva davanti a sé schiere di soldati Grigi che gli voltavano la schiena, illuminati dai lampi delle armi da fuoco; il viso insignificante di Don Reba divorato vivo da mosche ripugnanti; la Torre della Gioia che crollava lentamente su se stessa e diventava un cumulo di macerie… Non sarebbe stato meraviglioso? Un’impresa straordinaria. Un intervento in grande stile. Ma dopo…

sarebbe accaduto l’inevitabile. Il caos più sanguinoso avrebbe regnato sul paese. Le truppe notturne di Koleso sarebbero state in prima linea: diecimila schifosi assassini, gli scarti della società, scomunicati, molestatori di bimbi, stupratori, feccia della razza umana. Orde di barbari pellerossa sarebbero calate dalle montagne e avrebbero massacrato tutti, vecchi e bambini. Folle immense di contadini, artigiani e borghesi accecati dal terrore, sarebbero fuggiti a nascondersi nei boschi, sulle montagne, nel deserto. E i suoi compagni d’arme, uomini meravigliosamente coraggiosi, si sarebbero sgozzati l’uno con l’altro lottando per il potere e per il possesso della mitragliatrice dopo l’inevitabile fine violenta di Rumata, la sua morte… E quella morte stupida e volgare lo avrebbe sorpreso con un calice di vino offerto da un amico o una freccia scoccata da dietro una tenda. E poi il viso ferreo del suo successore mandato dalla Terra a sostituirlo, che avrebbe trovato un paese grondante di sangue e devastato dal fuoco. Un paese dove tutto, sì, tutto, sarebbe dovuto ricominciare dal principio…

Rumata spinse la porta di casa ed entrò nell’ingresso magnifico che stava già cadendo in rovina. Aveva il volto cupo come una tempesta pronta a scatenarsi. Muga il gobbo, il servitore dai capelli grigi che era stato lacchè per quarantanni, nel vederlo si spaventò. Curvò la schiena ancora di più e ritrasse la testa fra le spalle mentre il giovane padrone, furioso, si toglieva cappello, mantello e guanti, e gettava su una panca le spade, salendo velocemente nella sua stanza. Uno, il ragazzo, lo aspettava in salotto.

«Da’ ordine di servire il pranzo!» sbraitò Rumata. «Nel mio studio!»

Il ragazzo non si mosse.

«C’è qualcuno che vi sta aspettando» disse di malumore.

«Chi?»

«Una ragazza. Forse una nobildonna. Affascinante, vestita come una signora. È bella».

«Kyra» pensò Rumata, sollevato. La tensione cominciò ad allentarsi.

«Meraviglioso. Che bello che sia venuta proprio ora…» Si fermò, chiuse gli occhi per riacquistare completamente la calma.

«Devo cacciarla via?» chiese sollecitamente il ragazzo.

«Idiota!» esclamò Rumata. «Io caccio via te! Dov’è?»

«Nello studio» rispose il ragazzo con un sorriso umile.

«Pranzo per due» disse Rumata, entrando nello studio. «E niente visite! Neanche se fosse il Re, o il diavolo, o Don Reba in persona! Non voglio ricevere nessuno».

Entrando nello studio la vide. Era seduta in una grande poltrona, le gambe piegate da un lato sotto di sé, la testa appoggiata sulla mano sinistra, e sfogliava distrattamente il Trattato sulle voci.

Vide Rumata che entrava e fece per alzarsi in piedi. Ma lui non gliene diede il tempo, corse da lei, la baciò, immerse il viso nei suoi capelli morbidi e profumati e le sussurrò: «Sei venuta al momento giusto, Kyra! È magnifico!»

Kyra in fondo non era niente di speciale. Era una ragazza come tante, di diciott’anni, con il naso all’insù. Suo padre era assistente cancelliere del tribunale, suo fratello era sergente nella Milizia Grigia. Aveva pochi corteggiatori a causa dei suoi capelli ramati, perché le rosse non erano molto richieste ad Arkanar. Forse era quello il motivo della sua tranquillità e della sua timidezza sorprendenti: non aveva niente da spartire con le donne vistose e voluttuose che erano idolatrate dai ricchi e anche dai poveri. Non aveva neppure le caratteristiche delle languide dame di corte, costrette a imparare fin troppo presto e per sempre il loro ruolo di donne. Kyra era capace di vero amore, di amare come una terrestre: silenziosamente e senza riserve.

«Perché hai pianto?»

«Che cosa ti ha irritato tanto?»

«No, dimmi, perché hai pianto?»

«Te lo dirò poi. Hai gli occhi così stanchi. Che è successo?»

«Dopo. Chi ti ha insultato?»

«Nessuno. Per favore, portami via!»

«Te lo prometto».

«Quando ce ne andremo?»

«Cara, non lo so. Ma ce ne andremo, questo è certo».

«Lontano?»

«Molto lontano».

«Nella capitale?»

«Sì… Nella capitale. A casa mia».

«È bello, là?»

«Molto. Là non si piange mai».

«E com’è la gente?»

«Come me».

«Tutti?»

«Non tutti. Molti sono molto meglio di me».

«Impossibile!»

«Vedrai!»

«Perché è così facile crederti? Mio padre non crede a nessuno. Mio fratello dice che gli uomini sono tutti dei porci, degli schifosi. Ma non gli credo, non credo a quello che mi dicono, mentre a te credo sempre».

«Ti amo…»

«Aspetta… Rumata… Togliti il cerchietto. Hai detto che era peccato…»

Rumata sorrise. Si tolse il cerchietto dalla fronte, lo appoggiò sul tavolo e lo coprì con un libro.

«È l’occhio di Dio» disse. «Lasciamolo riposare un po’«.

La prese tra le braccia.

«È peccato, sì. Ma quando sono con te Dio non mi serve, vero?»

«Sì, è così» rispose piano la ragazza.

Quando si sedettero a tavola l’arrosto era ormai freddo e il vino di cantina si era riscaldato. Uno entrò camminando silenziosamente rasente il muro, come gli era stato insegnato da Muga, e cominciò ad accendere le candele anche se era ancora giorno.

«È il tuo schiavo?» domandò Kyra.

«No, lui è libero. Un ottimo ragazzo, solo molto tirchio».

«L’oro deve restare al suo posto» disse Uno senza voltarsi.

«Di certo non hai comprato le lenzuola nuove, vero?» chiese Rumata.

«E perché? Quelle vecchie sono ancora buone. Dureranno ancora un po’«.

«Ma non posso dormire con le stesse lenzuola per un mese, Uno!»

«Eh! Sua Altezza Reale dorme nelle stesse lenzuola per sei mesi e non si lamenta».

«E le candele?» disse Rumata, strizzando l’occhio a Kyra. «Le candele delle bugie?

Le hai avute gratis?»

Uno tacque per un momento.

«Ma avete visite!» disse poi enfaticamente.

«Vedi com’è!» esclamò Rumata.

«È un bravo ragazzo!» ribatté seria Kyra. «Ti vuole bene. Portiamolo con noi».

«Vedremo» disse Rumata.

Il ragazzo si accigliò sospettoso. «Dove dovrei andare? Non mi muovo di qui».

«Andremo in un posto dove tutti sono come Rumata».

Il ragazzo rifletté brevemente, poi disse con disprezzo: «In paradiso, eh? Come la nobiltà».

Poi sbuffò come un cavallo, e uscì trascinando le ciabatte. Kyra lo seguì con lo sguardo.

«Un bravo ragazzo» disse. «Diffidente come un orso. Ma ti è veramente amico».

«Tutti i miei amici sono brave persone».

«Anche il Barone Pampa?»

«Come fai a saperlo?»

«Parli solo di lui. Il Barone Pampa qui, il Barone Pampa là…»

«Il Barone Pampa è un buon compagno».

«Cosa vuol dire che è un compagno?»

«Voglio dire che è una brava persona. Molto gentile e affabile. E ama molto sua moglie, sopra ogni cosa».

«Mi piacerebbe incontrarlo… O hai altri progetti, per me?»

Читать дальше
Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Похожие книги на «È difficile essere un dio»

Представляем Вашему вниманию похожие книги на «È difficile essere un dio» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.


Arkadi Strougatski - L'auberge de l'alpiniste mort
Arkadi Strougatski
Arcadi Strougatski - Le lundi commence le samedi
Arcadi Strougatski
Arcadi Strougatski - L’Arc-en-ciel lointain
Arcadi Strougatski
Arkadi Strugatski - İktidar Mahkumları
Arkadi Strugatski
Arcadi Strougatski - Le Petit
Arcadi Strougatski
Arkadi Strougatski - Stalker
Arkadi Strougatski
Arkadi Strougatski - L'Escargot sur la pente
Arkadi Strougatski
Arkadi Strugatski - Țara norilor purpurii
Arkadi Strugatski
Arkadi Strugatski - Decidamente tal vez
Arkadi Strugatski
libcat.ru: книга без обложки
Arkadi Strugatski
Отзывы о книге «È difficile essere un dio»

Обсуждение, отзывы о книге «È difficile essere un dio» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.

x