Arkadi Strugatzki - È difficile essere un dio

Здесь есть возможность читать онлайн «Arkadi Strugatzki - È difficile essere un dio» весь текст электронной книги совершенно бесплатно (целиком полную версию без сокращений). В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Год выпуска: 2005, Издательство: Marcos y Marcos, Жанр: Фантастика и фэнтези, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.

È difficile essere un dio: краткое содержание, описание и аннотация

Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «È difficile essere un dio»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.

La repressione impazza ad Arkanar, nel paesaggio si stagliano le forche.
Il Re ha messo al bando tutti gli intellettuali.
Gli studiosi inviati dal pianeta terra, ormai pacifico ed evoluto,  cercano di confondersi tra gli abitanti di Arkanar, studiano, osservano, trasmettono informazioni.
Intervenire? Creare forzatamente nuovi equilibri, nuove alleanze?
Funzionerebbe? Sarebbe giustificabile eticamente?
Com'è difficile essere un dio!

È difficile essere un dio — читать онлайн бесплатно полную книгу (весь текст) целиком

Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «È difficile essere un dio», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.

Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

«No, no. Ma per quanto sia una brava persona, è pur sempre un barone».

«Ma…»

Rumata spinse via il piatto. «Adesso dimmi perché hai pianto. E perché sei venuta di corsa a casa mia, da sola. Lo sai che di questi tempi non è consigliabile».

«Non sopportavo più di stare a casa. Non voglio tornarci. Sarò la tua serva.

Gratis».

Rumata sorrise, ma allo stesso tempo sentì un nodo in gola.

«Ogni giorno mio padre copia le confessioni» continuò lei con una calma disperazione nella voce «e i documenti che ricopia sono macchiati di sangue. Li va a prendere nella Torre della Gioia. Oh, perché mi hai insegnato a leggere? Tutte le sere, tutte le notti, copia quei rapporti, e beve. È così orribile, orribile! ‘Guarda, Kyra’ mi dice il nostro vicino, il calligrafo, insegnava a leggere e scrivere alla gente. Riesci a immaginare che cos’era in realtà? Lo ha confessato sotto tortura: era un mago, una spia di Irukan. A chi, a chi si può credere ormai? Io stesso ho imparato da lui a leggere e scrivere’. E mio fratello torna a casa dal servizio puzzando di birra, con le mani sporche di sangue… ‘Li stermineremo tutti’ dice ‘fino alla dodicesima generazione’. Non vuol lasciare in pace mio padre, continua a chiedergli come mai sa leggere e scrivere… Oggi mi ha raccontato che con i suoi amici ha trascinato a casa nostra un uomo… Lo hanno picchiato finché non sono stati tutti sporchi di sangue, e finalmente lui ha smesso di urlare. Non posso andare avanti così, non voglio più tornarci, piuttosto la morte…»

Rumata le era accanto e le accarezzava i capelli. I suoi occhi asciutti e ardenti fissavano un punto nel vuoto. Cosa poteva dirle? La prese in braccio e la portò sul divano, si sedette vicino a lei e cominciò a parlare. Le parlò di templi di cristallo, di giardini che si estendevano per miglia e miglia senza sporcizia, moscerini, zanzare, spazzatura. Le parlò della tavola che serviva la cena da sé, del tappeto volante, della bella Leningrado, dei suoi amici, gente felice, buona e fiera, e di un paese meraviglioso oltre gli oceani, oltre i sette monti, chiamato Terra… Lei ascoltava tranquilla e attenta, stringendosi a lui, mentre dalla strada proveniva il rumore metallico degli scarponi sul selciato.

Kyra aveva una dote meravigliosa. Credeva incondizionatamente nel bene. Se lui avesse raccontato le stesse cose a un servo della gleba, l’uomo avrebbe fatto una smorfia stupida e incredula, si sarebbe soffiato il naso nella manica e l’avrebbe guardato a bocca aperta senza dire una parola, come avrebbe guardato una creatura leggendaria, pensando: «Che peccato! Un signore così buono, nobile, intelligente!

Peccato che gli abbia dato di volta il cervello!» Peggio ancora, se avesse detto quelle cose a Don Tameo o a Don Sera, non si sarebbero degnati di prestargli attenzione. Il primo si sarebbe addormentato e l’altro si sarebbe limitato a ruttare e a dire: «Interessante, interessante davvero… Ma le donne come sono?» Mentre Don Reba avrebbe ascoltato attentamente fino alla fine, poi avrebbe fatto un cenno ai suoi segugi, gli Sturmovik, perché slogassero le braccia al signore e scoprissero dove il signore aveva imparato quelle favole e chi altri le conosceva…

Quando Kyra si fu calmata e addormentata, la baciò piano sul viso, la coprì con la propria pelliccia, lasciò la stanza in punta di piedi e chiuse lentamente dietro di sé la porta cigolante. Scese le scale buie e andò nelle stanze della servitù, guardò le loro teste chine in segno di saluto e disse: «Ho assunto una governante. Si chiama Kyra.

Vivrà al piano di sopra e dividerà i miei appartamenti. Domani la stanza accanto allo studio dovrà essere pulita da cima a fondo. Obbedirete ai suoi ordini come se fossero i miei». Osservò per un attimo i servitori per vedere se qualcuno sogghignava.

Nessuno batteva ciglio; lo ascoltavano con il dovuto rispetto. «E se qualcuno osa mormorare alle mie spalle, gli strappo la lingua!»

Quando ebbe finito si fermò ancora un momento aspettando che quelle parole facessero effetto, poi si voltò e tornò nei suoi appartamenti. Il soggiorno era arredato con mobili bizzarri, macchiati dai resti di innumerevoli insetti, e dalle pareti pendevano a mo’ di decorazione dozzine di vecchie armi arrugginite. Rumata andò alla finestra, premette la fronte contro il vetro scuro e freddo e guardò giù in strada.

Proprio in quel momento il rintocco delle campane segnava la prima veglia. Dall’altra parte della via le finestre erano illuminate dietro le persiane chiuse, per evitare di attirare i malintenzionati e i fantasmi. Per un attimo fu tutto tranquillo. Una volta soltanto il silenzio fu rotto da un ubriaco che ringhiava orribilmente: forse lo stavano derubando, oppure aveva bussato a una porta non sua.

Quelle serate erano la cosa più terribile: tetre, solitarie e disperate. «Sapevamo che la battaglia si sarebbe trascinata a lungo, feroce ma vittoriosa» rifletté Rumata.

«Sapevamo che non avremmo mai deviato dalle nostre convinzioni circa il bene e il male, l’amico e il nemico. E in generale le nostre proiezioni si sono rivelate esatte, ma non potevamo prevedere tutto. Serate come queste, per esempio. Anche se ci aspettavamo che sarebbero arrivate».

Di sotto sentì il rumore del metallo che colpiva altro metallo: stavano sprangando le porte, preparandosi per la notte. La cuoca pregava san Michele che le mandasse un uomo, uno qualsiasi, purché avesse rispetto di sé e di lei. Il vecchio Muga sbadigliava e con il pollice disegnava cerchi nell’aria. I servi bevevano la loro birra in cucina e spettegolavano, mentre Uno lanciava loro occhiate di disapprovazione e li rimproverava come un adulto: «Vi laverà la bocca con il sapone, imbecilli».

Rumata si allontanò dalla finestra e cominciò a camminare su e giù per la stanza.

«Non c’è speranza» pensò. «In questo mondo nessun potere avrà mai la forza di strapparli alle loro abitudini, alle loro preoccupazioni, alle loro tradizioni consolidate.

Si potrebbe dare loro qualsiasi cosa. Si potrebbe trasferirli negli alloggi spettroacustici più avanzati, spiegare loro la ionizzazione, e continuerebbero a radunarsi in cucina per giocare a carte fino al mattino, indifferenti al vicino che picchia sua moglie. E non potrebbero avere passatempo migliore. Don Kondor ha ragione quando dice che Don Reba è un pidocchio, una nullità in confronto al peso schiacciante delle tradizioni, regole inflessibili santificate dai secoli, onorate da sempre, irrefutabili e familiari anche al peggiore idiota. Evitano di dover pensare e di doversi interessare a qualcosa. E Don Reba forse sarà appena menzionato nei libri di scuola: ‘Avventuriero di secondo piano vissuto all’epoca in cui si consolidò l’assolutismo’.

«Don Reba, Don Reba! Né alto né basso, né magro né grasso. Non ha capelli troppo folti, ma non è neppure calvo. I suoi movimenti non sono né energici né lenti.

Il suo viso si dimentica in un attimo: ci sono migliaia di persone che gli assomigliano.

Con le signore è cortese e galante. Un conversatore attento, quando vuole, ma non molto brillante…» Tre anni prima era emerso da qualche ufficio nel seminterrato della cancelleria, piccolo ufficiale insignificante… In quel periodo aveva ancora un atteggiamento servile, e il colorito pallido. A volte era addirittura grigiastro. Poco tempo dopo il primo ministro era stato improvvisamente arrestato e giustiziato. Molti alti ufficiali avevano perso la vita sotto le torture: erano impazziti di terrore senza neppure sapere che cosa fosse successo. Sui loro cadaveri era cresciuto un fungo gigantesco e incolore, quel genio della mediocrità ottuso e spietato.

«E una nullità. È emerso dal nulla. Non è la mente brillante sotto un governante debole che si incontra spesso nella storia. Non è neanche il grand’uomo che sparge il terrore dedicando tutta la sua vita a unificare la nazione nel nome dell’autocrazia. E non è neppure l’avido parassita che pensa solo alle donne e all’oro, quello che, ubriaco di potere, colpisce alla cieca e governa solo per uccidere. Si mormora addirittura che non sia affatto Don Reba, che Don Reba in realtà sia una persona molto diversa, mentre l’altro potrebbe essere un lupo mannaro, un sosia, un demonio…» Qualunque piano avesse in mente Don Reba, era destinato a fallire. Aveva istigato due famiglie principesche a combattersi e a tramare l’una contro l’altra per indebolirle, e aveva cercato di approfittare di questa inimicizia attaccando direttamente i baroni. Ma le due famiglie si erano riconciliate, giurando eterna fratellanza al tintinnio dei calici di champagne, e avevano sottratto al Re alcuni territori che erano da sempre appartenuti alla famiglia reale. Aveva dichiarato guerra a Irukan, guidato personalmente l’esercito fino al confine lasciando annegare i soldati nelle paludi o facendoli perdere nei boschi, ed era fuggito ad Arkanar. Grazie agli sforzi di Don Hug, che naturalmente era all’oscuro di tutto, era riuscito a strappare un trattato di pace al Duca di Irukan, costato la perdita di due città di confine. Il Re era stato costretto a mettere a repentaglio il suo tesoro, per fronteggiare la rivolta dei contadini che si era propagata per tutto il paese. Chiunque avesse commesso errori così stupidi sarebbe stato appeso per i piedi nella Torre della Gioia. Don Reba, invece, riusciva sempre a mantenere il potere. Con un decreto aveva sciolto i ministeri della Cultura e della Morale e aveva fondato il ministero della Sicurezza Interna per la Protezione della Corona, aveva allontanato l’aristocrazia locale e vari studiosi dalle posizioni chiave, aveva ribaltato l’economia del paese, aveva scritto un trattato Sulla stupidità degli allevatori e dell’ agricoltura, e un anno prima aveva creato le sue truppe speciali, i Grigi.

Читать дальше
Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Похожие книги на «È difficile essere un dio»

Представляем Вашему вниманию похожие книги на «È difficile essere un dio» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.


Arkadi Strougatski - L'auberge de l'alpiniste mort
Arkadi Strougatski
Arcadi Strougatski - Le lundi commence le samedi
Arcadi Strougatski
Arcadi Strougatski - L’Arc-en-ciel lointain
Arcadi Strougatski
Arkadi Strugatski - İktidar Mahkumları
Arkadi Strugatski
Arcadi Strougatski - Le Petit
Arcadi Strougatski
Arkadi Strougatski - Stalker
Arkadi Strougatski
Arkadi Strougatski - L'Escargot sur la pente
Arkadi Strougatski
Arkadi Strugatski - Țara norilor purpurii
Arkadi Strugatski
Arkadi Strugatski - Decidamente tal vez
Arkadi Strugatski
libcat.ru: книга без обложки
Arkadi Strugatski
Отзывы о книге «È difficile essere un dio»

Обсуждение, отзывы о книге «È difficile essere un dio» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.

x