— Non mi stupisce — osservò Casey, in tono asciutto. — Ma come mai avete bisogno d’informazioni? Soffrite di amnesie?
La stanza non era più tanto accogliente, e persino il fuoco sembrava freddo. “Parla, Casey Morrow, fai lo spiritoso, non aver l’aria di un uomo che si lascia prendere dal panico, perché è prossimo lo schianto.” Ma ormai sapeva già come sarebbero andate le cose, lo sapeva, adesso che era troppo tardi. Un bellissimo tranello, proprio bellissimo. Oppure no? Qui sorgevano i dubbi assillanti: d’accordo, Phyìlis mentiva, ma chi gli garantiva che non attribuissero a lui l’uccisione di Brunner? Da tempo non si era più abbandonato a tali pensieri, ma ora tutti i vecchi dubbi riaffioravano, e aveva paura. Quando si lasciava prendere dal panico, era soltanto capace di diventare aggressivo, quindi esclamò: — Non occorre che mi diate particolari, so bene che genere di favole vi ha raccontato. Le stesse che le servirono per minacciarmi, se non mi fossi schierato al suo fianco, aiutandola a coinvolgere voi nel delitto, Gorden.
— Mentite!
— Ma certo, mento. Tutti mentono. Forse non è mai esistito un omicidio, forse anche quello è una menzogna. Forse si tratta di una di quelle ingegnose fandonie che Phyllis ama raccontare al prossimo. Dimmi, tesoro, hai svelato la grande notizia a tua madre?
Priva dell’appoggio della spalla di Gorden, Phyllis pareva ancor più piccina. Rannicchiò le gambe sotto l’ampia sottana e lo fissava, cercando di lanciargli un incomprensibile messaggio, ma era tardi per lanciare messaggi.
— Notizia? — ripeté la signora Brunner. — Che notizia?
— Allora non le hai detto nulla? Via, amore, mi pare che mammina dovrebbe saperlo. Forse non approverà nozze tanto affrettate, forse non le garberà neanche quella dote di cinquemila dollari, ma comunque ha il diritto di saperlo.
Le parole gli uscirono dalle labbra proprio come aveva voluto, e tanto per cambiare restasse pure a bocca aperta qualcun altro. Il viso terreo di Phyllis, però, gli ripeteva che era una mossa sbagliata. La situazione sarebbe peggiorata, chiarito il punto.
Capì di avere visto giusto quando lei esclamò: — Nozze! Non capisco di che cosa stiate parlando, signor Morrow, ma comincio a sospettare che siate malato di mente.
Tutti lo fissavano. Sentiva i loro sguardi severi e interrogativi, ma vedeva soltanto che con ogni sillaba di quell’incredibile asserzione gli occhi di Phyllis si erano sbarrati sempre più. Anche mentre cercava di parlare, di protestare in qualche modo, capiva che in fondo non ne valeva la pena. Phyllis sapeva quel che faceva, lo aveva sempre saputo, e se lui non capiva, pazienza. Il quadro cominciava a essergli chiaro, il magnifico quadro nella magnifica cornice.
Intanto Gorden ricominciava a far flettere i muscoli e gridava: — Che cosa state cercando di dire? Che cos’è questa storia di un matrimonio?
— Non lo so — fece Casey. — Credevo di saperlo, ma adesso non ne sono più sicuro.
Phyllis osservò: — Non esiste una clausola legale secondo cui la moglie non può testimoniare contro il marito? Può darsi che stia pensando a quello.
— Esiste anche una legge sui rapimenti. — Casey sorrideva ironico. — Chissà come funzionerebbe applicata al rovescio?
Non era possibile mentire a quel modo, volutamente, senza il minimo cenno d’incertezza. Teneva gli occhi fissi su Phyllis in attesa che si tradisse, ma la signora Brunner si alzò dalla poltrona accanto al camino e s’interpose fra loro dicendo con calma: — Abbiate la cortesia di finire il vostro discorso, signor Morrow.
— Ho già finito.
— Avete insinuato di aver sposato mia figlia.
— No… l’ha insinuato lei. So soltanto quello che mi ha raccontato visto che al momento ero leggermente sbronzo.
— Quale momento? — volle sapere Gorden. — Dove e quando sarebbe stato celebrato questo supposto matrimonio? Dovrebbe essere abbastanza facile controllare.
Già, doveva essere facile. Strano che non gli fosse mai venuto in mente da quel pomeriggio piovoso in casa di Maggie, quando Phyllis gliene aveva dato l’annuncio. Il racconto di lei era pieno di falle chilometriche. Aveva detto che si erano sposati nell’Indiana, chissà in che punto, e non aveva neppure mostrato la licenza; non aveva mai posseduto l’anello matrimoniale. Casey non le aveva tuttavia rivolto alcuna domanda, troppo indaffarato a seguire le piste dell’uccisore di Brunner: altra idea di Phyllis, anche quella. Lo aveva minacciato in presenza di Maggie e ora stava mettendo in atto la minaccia. Infatti si ostinava a dire: — È falso, non so niente di un matrimonio, non so di che cosa stia parlando.
— Secondo me, è una questione che riguarda la polizia — insistette Gorden.
— Per una volta vi do ragione — approvò Casey.
Nessuno se l’aspettava, lo tradì lo stupore sul viso di Lance. Vedendo che si era fatto esitante, Casey reagì come se si fosse trovato davanti a un semaforo che dava via libera e fu pronto ad aggiungere: — Perché non invitiamo qualcun altro a questa festicciola? Per esempio il vostro amico Vanno, che non stava troppo bene quando l’ho lasciato un paio d’ore fa. Vi ricordate di lui, non è vero? Quel socio che mi avete messo alle calcagna armato di sfollagente.
Una vampata di rossore affluì al viso di Gorden fino alla radice dei suoi capelli biondi, mentre lanciava un’occhiata ansiosa alla signora Brunner, ma lei non aprì bocca. Pareva aspettare.
Tanto per sottolineare, Casey riprese: — Vanno e anche Carter Groot, se riuscissimo a trovarlo.
— Tu gli hai già parlato! — urlò Gorden rivolto alla signora Brunner. — Che cosa gli hai detto?
— Non parlarmi su questo tono — fu la gelida risposta.
— Mente. Phyllis dice che mente. È un volgare rapitore…
— A proposito — intervenne Casey — mi sono venuti in mente altri possibili invitati. Non sono pochi e per lo più erano tutti presenti a un’altra festicciola, offerta da Phyllis e da me sabato sera. Dubito molto che riuscirete a convincerli che la tenevo prigioniera. Sai, Phyllis, uno degli ospiti non invitati era un tenente della polizia che ha fama di essere piuttosto scettico. Peccato che non abbia avuto il tempo di presentartelo.
Ora si cominciava a vedere. Aveva paura, e Casey ne provò un gran piacere. Impaurita e silenziosa, le labbra leggermente socchiuse, gli occhi sbarrati. Valeva la pena aver fatto tutto quel viaggio per godersi un momento simile.
Concluse: — Non credo che siate ancora dell’idea di chiamare la polizia, ma se insistete, io ci sto.
Buffo come si possa fuggire da una cosa per tanto tempo, creandone una montagna nella mente, montagna che al momento della resa dei conti assume proporzioni del tutto normali. Eccoli qua, finalmente riuniti: Phyllis in preda al terrore, Lance pallido per la paura e Casey Morrow tranquillo e serafico. No, non proprio serafico; non ingannava se stesso su questo punto. Ogniqualvolta guardava Phyllis provava ancora un senso di vuoto allo stomaco, eppure non gli riusciva di distogliere gli occhi da lei. Ma se non altro aveva per alleata la collera e un discreto numero di informazioni qua e là, per apparire minaccioso. Così almeno sembrava pensare Gorden.
— Che cosa volete, in fin dei conti? — gridò infatti l’avvocato.
Casey lo capì proprio allora. — Esattamente quello che volete voi — rispose. — Tutto ciò su cui potrò mettere le mani.
— Signor Morrow… — Si era quasi dimenticato la signora Brunner, che aveva invece seguito attentamente la scena. — Ho cercato di capire le vostre strane dichiarazioni di stasera e mi sembra che si tratti di un ricatto.
— Chiamatelo come vi pare. Si potrebbe spiegare in tanti modi… spese, danni o — il sorriso amaro era diretto a Phyllis — compenso per mancata promessa di matrimonio. Io so appena che vi siete divertiti abbastanza alle mie spalle, e ora qualcuno dovrà pagare.
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