Carlo Botta - Storia della Guerra della Independenza degli Stati Uniti di America, vol. 3
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Storia della Guerra della Independenza degli Stati Uniti di America, vol. 3: краткое содержание, описание и аннотация
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Ma tornando al filo della storia, i Capi americani, fatta la risoluzione, si fecero ad eseguirla. La notte dei cinque si mettevano all'impresa. Saint-Clair guidava l'antiguardo, il colonnello Francis il retroguardo. Ordinavano ai soldati, procedessero con grandissimo silenzio, e portassero seco panatica da logorare per otto giorni. Imbarcaronsi a molta fretta su dugento battelli, che stavano apparecchiati, e su cinque bastarde tutti i soldati invalidi, le suppellettili dell'ospedale, e di munizioni e d'artiglierie tutte quelle che per la brevità del tempo fu permesso; le rimanenti si guastarono, o chiodarono. Montò sulle navi per guardia il colonnello Long col suo reggimento ed alcuni soldati scelti. Allo stendare si spegnevano i lumi. Queste cose si facevano con grand'ordine dentro Ticonderoga, non senza qualche confusione al monte Independenza. Si passava parola, andassesi a far la massa generale a Skeenesborough, le navi procedendo pel Wood-creek, la gente da terra per la via di Casteltown sulla destra riva di quella fiumana. Usciva alle due della mattina da Ticonderoga Saint-Clair, seguivalo alle quattro Francis. Gl'Inglesi non si addavano, ed ogni cosa procedeva prosperamente. Ma in questo mezzo tempo il fuoco appiccato ad una casa sul monte Independenza subitamente rischiarò l'aria all'intorno. Ciò diè avviso al nemico, e gli discoperse tutto quello che succedeva. Gli Americani, conosciuta la cosa, si sgomentarono e disordinarono. Procedettero ciò nondimeno, sebbene all'inviluppata, sino ad Hubbardton, dove fecero alto per pigliar riposo, e raccorre gli smarriti. Ma intanto gli Inglesi non istavano a bada. Frazer coi soldati leggieri, i granatieri ed alcune altre compagnie di corridori gli seguitava per terra, prendendo il cammino sulla destra della fiumana. Veniva dietro velocemente co' suoi Brunswicchesi Reidesel, sia per riunirsi con Frazer, sia per operar da sè secondo le occasioni. Burgoyne si determinò di far il perseguito in persona per la via del fiume. Ma per poter ciò fare era mestieri disfar prima lo stecconato, e poscia il ponte che avevano gli Americani construtto davanti Ticonderoga. Posero tosto i marinari ed i guastatori inglesi la mano all'opera, ed in men che non si potrebbe credere, questi congegnamenti, che tanta spesa e tanta fatica costato avevano, furono distrutti. Entrarono adunque le navi di Burgoyne, e con grandissima rattezza procedettero pel Wood-creek in cerca del nemico. Non si sostava nè per la via di terra, nè per quella dell'acqua. Alle tre dopo mezzodì l'antiguardo inglese composto delle navi più leste arrivò poco distante dalle cascate di Skeenesborough, ed attaccò la battaglia colle bastarde americane. In questo mezzo tre reggimenti furon posti a terra nel South-bay, che è il sinistro ramo del Wood-creek, acciò, valicata una montagna con molta celerità, riuscissero alle spalle del nemico superiormente in sul Wood-creek medesimo, distruggessero le fortificazioni di Skeenesborough, e gli tagliassero in tal modo la strada verso il Forte Anna. Ma gli Americani, fuggendo a rotta, prevennero il disegno. Sopraggiunte poi le fregate inglesi sopraffecero le bastarde nemiche, le quali già a mala pena potevano dalle navi sottili difendersi. Due si arrendettero, tre arsero. Si disperarono gli Americani. Posto fuoco ai Forti, ai mulini, ai battelli, e guastato ciò che ardere non potevano, fuggirono alla spezzata, e precipitosamente pel Wood-creek, ricoverandosi al Forte Anna. Gravissima fu la perdita loro; conciossiachè i battelli fossero carichi di bagaglie e di munizioni troppo necessarie al sostentamento loro, od all'esercizio della guerra.
Nè migliore era la condizione di quelle genti, che si ritiravano per la via di terra. Era la vanguardia condotta da Saint-Clair pervenuta a Casteltown, distante a trenta miglia da Ticonderoga, e a dodici da Skeenesborough; la dietroguardia, sotto gli ordini dei colonnelli Warner e Francis, s'era fermata la notte de' sei in Hubbardton a sei miglia più sotto di Casteltown verso Ticonderoga. Alle cinque della mattina dei sette arrivavano a furia le genti inglesi condotte da Frazer. Occupavano gli Americani un forte luogo, e facevano sembiante di volersi difendere. Frazer, ancora che inferiore di forze, e confidatosi molto nel valore de' suoi, sperando fosse vicino il soccorso di Reidesel, e temendo, se indugiasse, si difilassero gl'inimici, non esitò punto a dar dentro. La battaglia fu lunga e sanguinosa. Gli Americani condotti e confortati da Capi valorosi menavano le mani aspramente. Gl'Inglesi combattevano anch'essi con molta ostinazione. Vi furono molte inondazioni dal cacciar degli uni, e dal rincacciar degli altri. Gl'Inglesi incominciavano a balenare, e si disordinavano. Ma i Capi di nuovo gli rannodavano. Davan mano alle baionette, e con molta foga si avventavano contro gli Americani. Questi cominciavano a rompersi. In questo forte punto sopraggiungeva Reidesel colla testa della sua colonna composta di corridori e d'alcuni granatieri. Senza metter tempo in mezzo gli conduceva alla battaglia. Gli Americani sopraffatti dal numero si diedero da ogni parte alla fuga, abbandonando Francis, il quale combattendo valorosamente morì. Lasciarono sul campo dugento soldati uccisi con molti uffiziali. I prigionieri furono altrettanti o più, tra i quali il colonnello Hale. Si credette, i feriti aver sommato a ben seicento, tra i quali molti miserabilmente perirono nelle selve privi di ogni soccorso. Dei regj morirono o furono feriti meglio che cento ottanta. Avute Saint-Clair le novelle della rotta del Warner, e sentiti anche da un uffiziale delle bastarde, arrivato in quel punto, i disastri di Skeenesborough, temendo, non gli fosse tagliato il ritorno al Forte Anna, si voltò con gran rattezza a sinistra, inselvandosi; incerto, se dovesse ripararsi nella Nuova-Inghilterra e ne' luoghi superiori del Connecticut, od al Forte Edoardo. Ma raccozzatosi due giorni dopo a Manchester colle restanti genti di Warner, e raccolti i fuggiaschi s'incamminò al Forte Edoardo per ivi congiungersi col generale Schuyler.
Mentre queste cose si facevano sulla sinistra, i capitani inglesi determinavano di cacciar gli Americani dal Forte Anna, posto più in su verso le fonti del Wood-creek. Vi mandarono a questo fine il colonnello Hill da Skeenesborough, e per aiutarlo nella sua mossa faticarono con ogni industria di far passare i battelli sopra le cascate di Skeenesborough, affine di poter assalire il Forte anche per la via dell'acqua. Sentendo poi che gli Americani vi stavano dentro molto grossi, mandarono in soccorso dell'Hill il brigadier Powell con due reggimenti. Il colonnello americano Long, scampato dall'eccidio delle navi con molti de' suoi, comandava al presidio del Forte Anna. Avuto lingua, che i nemici s'approssimavano, saltò fuori e corse molto gagliardo contro gl'Inglesi. Si difendevano questi animosamente. Già gli Americani gli accerchiavano. In tanto pericolo Hill ordinava a' suoi, pigliassero tosto un luogo più forte. La qual cosa eseguirono in mezzo gli spessi e forti assalti dei repubblicani con molto ordine e coraggio. Sostenevano la carica con mirabile costanza; gli Americani instavano ferocemente. Il conflitto durava già ben due ore, e pendeva incerta la vittoria. Ma gli Americani udivano in questo punto le grida terribili dei Barbari, che si avvicinavano; e saputo altresì, che già erano vicine le schiere di Powell, abbandonatisi, si ritirarono al Forte Anna. Nè qui credendosi sicuri, arsa prima e distrutta ogni cosa, si ricoverarono al Forte Edoardo, posto sul fiume del Nort. Già si trovava in questo luogo Schuyler, ed il giorno dodici vi arrivò Saint-Clair colle reliquie del presidio di Ticonderoga. Nè si potrebbero sì di leggieri descrivere le fatiche e gli stenti, ch'ebbero queste genti a sopportare per la mancanza delle provvisioni e delle vestimenta, e pei tempi avversi nel cammin loro da Casteltown sino al Forte Edoardo. Quivi dopo l'arrivo di Long e del Saint-Clair, siccome dei fuggiaschi, che arrivavano alla spezzata, sommavano le genti americane a poco più di quattromila soldati, incluse le milizie. Difettavano di ogni bisognevole, e ancor più di coraggio, sconfortate dalle recenti sconfitte. Perdettero gli Americani in tutte le descritte fazioni cento vent'otto pezzi di artiglierie con una quantità maravigliosa di munizioni da bocca e da guerra, e particolarmente di farine, che furon trovate in Ticonderoga e nel monte Independenza. Tutta la contrada all'intorno poi si era grandemente impaurita a tante disgrazie, e gli uomini cercavano generalmente piuttosto di provvedere alla propria sicurezza, che non a correre in ajuto della pericolante patria.
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