Edward Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 6
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Ma Ruffino sperimentò ben presto, che un prudente Ministro dovrebbe assicurarsi costantemente del reale suo schiavo per mezzo della forte, quantunque invisibile, catena dell'abitudine; e che il merito, e molto più facilmente il favore dell'assente si cancella in breve tempo dalla mente d'un capriccioso e debol Sovrano. Mentre il Prefetto soddisfaceva in Antiochia la sua vendetta, una segreta cospirazione degli eunuchi favoriti, diretta da Eutropio gran Ciamberlano, rovinava i fondamenti del suo potere nel palazzo di Costantinopoli. Scuoprirono essi, che Arcadio non era inclinato ad amare la figlia di Ruffino, che senza suo consenso gli si era destinata per moglie, e pensarono di sostituire in luogo di lei la bella Eudossia, figlia di Bautone 13 13 Zosimo (l. IV. 243.) loda il valore, la prudenza, e l'integrità di Bautone Franco. Vedi Tillemont, Hist. des Emp. T. V., p. 771 .
, Generale de' Franchi al servizio di Roma, la quale, dopo la morte del padre, era stata educata nella famiglia de' figli di Promoto. Il giovane Imperatore, di cui si era diligentemente guardata la castità dalla pia cura d'Arsenio suo tutore 14 14 Arsenio fuggì dal palazzo di Costantinopoli, e passò cinquantacinque anni in rigida penitenza ne' monasteri dell'Egitto. Vedi Tillemont, Mem. Eccles. Tom. XIV, p. 676., e 702 , e Fleury, Hist. Eccles. Tom. V. p. 1, etc. Ma quest'ultimo per mancanza di autentici materiali ha creduto troppo alla leggenda del Metafraste.
, prestò ardentemente orecchio alle artificiose e lusinghiere descrizioni delle grazie d'Eudossia; ne vide con impaziente ardore il ritratto; e conobbe la necessità di nascondere i suoi amorosi disegni ad un Ministro, che era sì altamente interessato ad opporsi all'esecuzione della sua felicità. Poco dopo il ritorno di Ruffino, fu annunciata la prossima cerimonia delle nozze reali al popolo di Costantinopoli che preparavasi a celebrare con false e finte acclamazioni la fortuna della figlia di esso. Uscì dalle porte del palazzo nella matrimonial pompa uno splendido corteggio di eunuchi e di uffiziali, che portavano alto il diadema, le vesti, ed i preziosi ornamenti della futura Imperatrice. Passò la solenne processione per le contrade della città, che erano adornate di ghirlande, e piene di spettatori; ma quando giunse alla casa dei figli di Promoto, il principal eunuco v'entrò rispettosamente, vestì la bella Eudossia degli abiti Imperiali, e la condusse in trionfo al palazzo e al letto d'Arcadio 15 15 Quest'istoria (Zosimo l. V. p. 290) prova, che tuttavia s'usavano senz'idolatria i riti matrimoniali dell'antichità dai Cristiani orientali; e la sposa era condotta per forza dalla casa de' proprj parenti a quella del marito. La forma del matrimonio, che usiamo noi, esige con minor delicatezza il pubblico ed espresso consenso d'una vergine.
. La segretezza e la felicità, con cui era stata condotta questa cospirazione contro Ruffino, impresse un indelebile nota di ridicolo sopra il carattere d'un ministro, che s'era lasciato ingannare in un posto, in cui le arti dell'inganno e della dissimulazione formano il merito più segnalato. Ei risguardò, con isdegno e con timore, la vittoria d'un ambizioso Eunuco, il quale s'era segretamente conciliato il favore del suo Sovrano; e la disgrazia della propria figlia, l'interesse della quale era inseparabilmente connesso col proprio, ferì la tenerezza o almeno la vanità di Ruffino. Nel momento, in cui si lusingava di divenire il padre d'una serie di Re, una fanciulla straniera, che era stata educata in casa degl'implacabili suoi nemici, fu introdotta nel talamo Imperiale; ed Eudossia dimostrò ben tosto una superiorità di senso e di spirito, che accrebbe l'ascendente, cui la sua bellezza dovè acquistare sull'animo d'un appassionato e giovane marito. L'Imperatore in breve fu indotto ad odiare, a temere, e a distruggere il potente suddito, che aveva ingiuriato; e la coscienza del delitto privò Ruffino d'ogni speranza di salute o di conforto nel ritiro d'una vita privata. Ma egli aveva sempre in mano mezzi più efficaci di difendere la propria dignità, e forse d'opprimere i suoi nemici. Il Prefetto esercitava tuttora un'autorità senza contrasto sul governo civile e militare dell'Oriente; ed impiegar potea i suoi tesori (se si fosse potuto risolvere a farne uso) a procacciar gl'istrumenti più propri per eseguire i più neri disegni, che l'orgoglio, l'ambizione e la vendetta suggerir potessero a un disperato Ministro. Sembra, che il carattere di Ruffino giustifichi le accuse, ch'ei cospirasse contro la persona del suo Sovrano per occupare il trono vacante, e che avesse invitato secretamente gli Unni ed i Goti ad invadere la Province dell'Impero, e ad accrescere la pubblica confusione. L'astuto Prefetto, che consumato avea la sua vita negl'intrighi del Palazzo, con armi uguali affrontò le artificiose misure dell'Eunuco Eutropio; ma fu sorpreso il timido spirito di Ruffino dall'ostile approssimazione d'un rivale più formidabile, del grande Stilicone, generale o piuttosto padrone dell'Impero dell'Occidente 16 16 Zosimo (l. V p. 290), Orosio.(l. VII. c. 37) e la cronica di Marcellino, Claudiano ( in Ruffin. II 7-100 ) dipinge con vivi colori le angustie e le colpe del Prefetto.
.
A. 385-408
Il celeste dono goduto da Achille, e da Alessandro invidiato, d'un poeta degno di celebrare le azioni degli Eroi, si ebbe da Stilicone in un grado molto maggiore di quello, che si sarebbe potuto aspettare dallo stato decadente del genio e dell'arte. La musa di Claudiano 17 17 Stilicone o direttamente o indirettamente forma il tema perpetuo di Claudiano. La gioventù e la vita privata dell'Eroe vengono senza connessione espresse nel poema, che fece sul primo suo consolato 35-140.
, consacrata al suo servizio, era sempre pronta a notare gli avversari di lui, Ruffino o Eutropio, d'eterna infamia, od a rappresentar con i colori più splendidi le vittorie e le virtù d'un potente benefattore. Nelle ricerche intorno ad un periodo di tempo sufficientemente sfornito di autentici materiali, noi non possiamo a meno di non illustrare gli annali di Onorio con le invettive o co' panegirici d'uno scrittore contemporaneo; ma siccome par che Claudiano siasi servito del più ampio privilegio di poeta e di cortigiano, bisognerà usar della critica per convenire il linguaggio della finzione o dell'esagerazione nella verità e semplicità d'un'istorica prosa. Il silenzio di esso intorno alla famiglia di Stilicone può ammettersi come una prova, che il suo Signore non era capace, nè bramoso di vantare una lunga serie d'illustri antenati; e la passeggiera menzione, che fa di suo padre, uffiziale di cavalleria barbara al servizio di Valente, sembra sostener l'asserzione, che quel Generale, il quale per tanto tempo comandò gli eserciti di Roma, era disceso dalla selvaggia e perfida stirpe de' Vandali 18 18 Vandalorum, imbellis, avarae, perfidae, et dolosae gentis genere editus : Orosio l. VII. c. 38. Girolamo (Tom. I. ad Geront. p. 93 ) lo chiama un Semi-barbaro .
. Se Stilicone non avesse goduto gli esterni vantaggi della forza e della statura, il più adulante poeta non si sarebbe arrischiato d'asserire alla presenza di tante migliaia di spettatori, ch'ei sorpassava la misura de' Semidei dell'Antichità, e che dovunque andava con maestosi passi per le strade della Capitale, l'attonita moltitudine faceva luogo allo straniero, che in una condizione privata spiegava la reverenda maestà d'un Eroe. Fin dalla prima sua gioventù si diede alla professione delle armi; la sua prudenza e valore si fece tosto distinguere in campo; i cavalieri e gli arcieri orientali ne ammirarono la superiore destrezza; ed in ogni promozione, che si fece di lui ai gradi militari, sempre il pubblico giudizio prevenne ed approvò la scelta del Sovrano. Fu nominato da Teodosio per andare a ratificare un solenne trattato col Monarca della Persia; sostenne in quella importante ambasceria la dignità del nome Romano; e dopo il suo ritorno a Costantinopoli, fu premiato il suo merito, mediante un'intima ed onorevole parentela con la famiglia Imperiale. Teodosio, per un pio motivo d'affezione fraterna, s'era mosso ad adottare la figlia d'Onorio, fratello suo; la bellezza ed i pregi di Serena 19 19 Claudiano, in un poema imperfetto, fa un bello, e forse adulante ritratto di Serena. Questa favorita nipote di Teodosio era nata, come la sua sorella Termanzia, in Ispagna, di dove nella più tenera lor gioventù erano state onorevolmente condotte al palazzo di Costantinopoli.
eran generalmente ammirati dalla Corte ossequiosa; e Stilicone ottenne la preferenza sopra una folla di rivali, che ambiziosamente si disputavano la mano della Principessa, ed il favore del padre adottivo della medesima 20 20 Si potrebbe aver qualche dubbio, se quest'adozione fosse legale, o solo metaforica (Vedi du Cange Famil. Byzant. p. 75 ) Un'antica iscrizione dà a Stilicone il singolar titolo di Progener Divi Theodosii .
.La sicurezza, che il marito di Serena sarebbe fedele al Trono, al quale avea avuto l'onore d'avvicinarsi, impegnò l'Imperatore ad accrescere i beni, e ad impiegare l'abilità del sagace ed intrepido Stilicone. Ei s'avanzò pei successivi gradi di Maestro di cavalleria e di Conte de' domestici, fino al supremo posto di Generale di tutta la cavalleria ed infanteria del Romano, o almeno dell'Occidentale Impero 21 21 Claudiano ( Laus Serenae 190-193) esprime in linguaggio poetico il dilectus equorum , ed il gemino mox idem culmine duxit agmina . L'iscrizione aggiunge Conte de' domestici : importante comando che Stilicone prudentemente potè ritenere nel colmo della sua grandezza.
; ed i suoi nemici medesimi confessavano, che egli sempre sdegnò di accordare all'oro i premj dovuti al merito, o di defraudare i soldati della paga e delle gratificazioni, che meritavano o esigevano dalla liberalità dello Stato 22 22 I bei versi di Claudiano ( in I. Cons. Stilic. II. 113 ) palesano il suo ingegno; ma l'integrità di Stilicone (nell'amministrazion militare) si stabilisce con molto maggior fermezza dall'involontaria testimonianza di Zosimo (lib. V. p. 245).
. Il valore e la condotta, che in seguito ei dimostrò nella difesa dell'Italia contro le armi d'Alarico e di Radagasio, posson giustificare la fama delle sue prime azioni, ed in un secolo, in cui si faceva meno attenzione alle leggi d'onore o d'orgoglio, i Generali Romani potevano far cedere la preeminenza del grado all'ascendente d'un genio superiore 23 23 … Si bellica moles Ingrueret, quamvis annis et jure minori, Cedere grandaevos equitum peditumque magistros Adspiceres… (Claudiano, Laus Seren. p. 196 ). Un Generale moderno stimerebbe la lor sommissione o un eroico patriottismo o un'abbietta servitù.
. Compianse e vendicò l'uccisione di Promoto, suo rivale ed amico; ed il macello di molte migliaia di fuggitivi Bastarni vien rappresentato dal poeta come un sanguinoso sacrifizio, che il Romano Achille offerì all'ombra d'un altro Patroclo. Le virtù e le vittorie di Stilicone meritarono l'odio di Ruffino: ed avrebber potuto aver effetto gli artifizi della calunnia, se la tenera e vigilante Serena non avesse protetto il marito contro i domestici suoi nemici, mentr'egli vinceva nel campo i nemici dell'Impero 24 24 Si confronti il poema sul primo Consolato (I. 95-115). coll'altro intitolato Laus Serenae (227, 237) dove disgraziatamente finisce. Noi possiamo scorgervi la profonda inveterata malizia di Ruffino.
. Teodosio continuò a soffrire un indegno ministro, alla diligenza del quale commise il governo del palazzo e dell'Oriente; ma, quando marciò contro il tiranno Eugenio, associò il fedele suo generale alle fatiche ed alle glorie della guerra civile; e negli ultimi momenti della sua vita il moribondo Monarca raccomandò a Stilicone la cura de' suoi figli e della Repubblica 25 25 … Quem fratribus ipse Discendens, clypeumque defensoremque dedisti. Pure tal deputazione fu privata ( IV. Cons. Hon. III. Cons. Honor. 142 ) cunctos discedere… jubet , e perciò può esser sospetta. Zosimo e Suida applicano a Stilicone e a Ruffino l'istesso ugual titolo di Επιτροποι guardiani o tutori .
. L'ambizione e l'abilità di Stilicone non erano inferiori a tale importante fiducia: ed egli pretese la tutela dei due Imperj, durante la minorità d'Arcadio e d'Onorio 26 26 La legge Romana distingue due sorte di minorità , una che spirava all'età di quattordici e l'altra di venticinque anni. La prima era sottoposta al tutore, o guardiano della persona; la seconda al curatore, o custode de' beni (Heinec. Ant. Rom. Ad Jurispr. pertin. lib. I. Tit. XXII XXIII. p. 218, 232 ). Ma queste idee legali non furono mai esattamente applicate alla costituzione d'una Monarchia elettiva.
. Il primo passo della sua amministrazione o piuttosto del suo regno dimostrò alle nazioni l'attività ed il vigore d'uno spirito degno di comandare. Passò le alpi nel colmo dell'inverno; scese lungo il corso del Reno, dalla fortezza di Basilea fino alle paludi di Batavia; osservò lo stato delle guarnigioni; represse le imprese de' Germani; e, dopo avere stabilito lungo le coste una ferma ed onorevol pace, tornò con incredibil prestezza al Palazzo di Milano 27 27 Vedi Claudiano (I, Cons. Stilic. I. 188 242 ), ma bisogna che accordi più di 15 giorni pel viaggio e ritorno; da Milano a Leida.
. La persona e la Corte d'Onorio eran sottoposte al Generale dell'Occidente; e le armate e le Province d'Europa obbedivano senza esitare ad una regolare autorità, che s'esercitava in nome del giovane loro Sovrano. Non restavano che due rivali a disputare i diritti, ed a provocar la vendetta di Stilicone. Dentro i confini dell'Affrica Gildone il Mauritano manteneva un'altiera e pericolosa indipendenza; ed il Ministro di Costantinopoli sosteneva l'uguale suo regno sull'Imperatore e l'Impero dell'Oriente.
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