Mikhail Bulgakov - Il Maestro e Margherita
Здесь есть возможность читать онлайн «Mikhail Bulgakov - Il Maestro e Margherita» весь текст электронной книги совершенно бесплатно (целиком полную версию без сокращений). В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Жанр: Классическая проза, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.
- Название:Il Maestro e Margherita
- Автор:
- Жанр:
- Год:неизвестен
- ISBN:нет данных
- Рейтинг книги:5 / 5. Голосов: 1
-
Избранное:Добавить в избранное
- Отзывы:
-
Ваша оценка:
- 100
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
Il Maestro e Margherita: краткое содержание, описание и аннотация
Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «Il Maestro e Margherita»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.
Il Maestro e Margherita — читать онлайн бесплатно полную книгу (весь текст) целиком
Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «Il Maestro e Margherita», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.
Интервал:
Закладка:
Nel loggione vi fu un subbuglio e si udí una voce gioiosa:
— È vero! Lo ha proprio! Qui, qui!… Aspetta! Ehi, ma sono biglietti da dieci rubli!
Quelli che sedevano in platea si voltarono. Nel loggione, un signore, sconcertato, si era trovato in tasca un pacchetto confezionato col sistema delle banche, con la scritta: «Mille rubli». I vicini gli si rovesciavano addosso, mentre lui, smarrito, grattava con l’unghia la copertina, cercando di capire se erano banconote autentiche o magiche.
— Giuro che sono veri! Soldi veri! — gridavano gioiosamente dal loggione.
— Farei anch’io una partita a carte con un mazzo del genere, — propose con allegria un grassone seduto in platea.
— Avec plaisir! — rispose Fagotto. — Ma perché con lei solo? Tutti prenderanno parte vivissima! — E ordinò: Prego di guardare in alto!… Uno! — Nella sua mano apparve una pistola; gridò: — Due! — La pistola si puntò verso l’alto. Gridò: — Tre! — Lampeggiò, tuonò, e di colpo cominciarono a cadere in sala, da sotto la cupola, e svolazzando tra i trapezi, dei biglietti bianchi.
Volteggiavano, si sparpagliavano, cadevano nel loggione, si riversavano sull’orchestra e sul palcoscenico. Alcuni secondi dopo, la pioggia di denaro s’infittí, raggiunse le poltrone, e gli spettatori cominciarono ad afferrare i biglietti.
Si alzavano centinaia di mani, gli spettatori guardavano i biglietti contro la luce del palcoscenico e riconoscevano la filigrana piú autentica e piú sacrosanta. Anche l’odore non lasciava adito a sospetti: era il delizioso odore inconfondibile del denaro appena stampato. Dapprima l’allegria, poi lo stupore invase l’intero teatro. Dovunque ronzava la parola: «Denaro, denaro», si sentivano esclamazioni e allegre risate. Qualcuno era già a quattro zampe nel passaggio tra le poltrone, frugava sotto i sedili. Molti erano saliti sulle poltrone per acchiappare le banconote sventate e capricciose.
Sui volti dei poliziotti cominciò a dipingersi la perplessità, mentre gli artisti, senza tanti complimenti, cominciarono a sbucare dalle quinte.
Dal primo ordine di palchi si udí una voce: «Perché la pigli? E mia, è da me che volava!» e un’altra: «Non spingere, se no te lo do io uno spintone che vedi!» E a un tratto si udí il rumore di uno schiaffo. Immediatamente apparve nei palchi l’elmetto di un poliziotto, e qualcuno fu condotto via.
L’eccitazione generale stava aumentando, e non si sa come sarebbe andata a finire, se Fagotto non avesse interrotto la pioggia di denaro soffiando all’improvviso in aria.
Due giovanotti, dopo essersi scambiati un’occhiata allegra e significativa, lasciarono i propri posti per andare dritti al bar. Il teatro rumoreggiava, gli occhi di tutti gli spettatori brillavano di eccitazione. No, non si sa come sarebbe andata a finire, se Bengal’skij non avesse trovato in sé un po’ di forza e non si fosse mosso. Cercando di padroneggiarsi meglio, si fregò le mani per consuetudine, e con la voce piú sonora di cui disponesse disse cosí:
— Ecco, signori, abbiamo appena visto un caso di cosiddetta ipnosi collettiva. Un’esperienza prettamente scientifica, che dimostra nel modo migliore che nella magia non esistono miracoli. Vogliamo ora pregare il maestro Woland di spiegarci questo trucco. Adesso, signori, vedrete che queste, che sembrano banconote da dieci rubli, scompariranno all’improvviso come sono apparse.
Applaudí, ma in completa solitudine, e sul suo volto aleggiava un sorriso sicuro, ma negli occhi questa sicurezza era assente, anzi, essi esprimevano piuttosto un’implorazione.
Al pubblico, il discorso di Bengal’skij non piacque. Sopraggiunse un silenzio totale, che fu interrotto da Fagotto.
— E questo è di nuovo un caso di cosiddetta bugia, — dichiarò egli con alta voce tenorile da caprone; — le banconote, signori, sono autentiche.
— Bravo! — ringhiò brevemente una voce di basso dal loggione.
— A proposito, questo tipo, — Fagotto indicò Bengal’skij, — mi ha stufato. Ficca il naso dappertutto senza esserne richiesto, rovina lo spettacolo con osservazioni sballate. Che cosa ne facciamo?
— Strappagli la testa! — disse una voce severa dal loggione.
— Come dice, eh? — replicò immediatamente Fagotto a quella brutta proposta. — Strappargli la testa? È un’idea!
Behemoth! [11] Nell’originale beghemot che in russo significa «ippopotamo» e, secondo l’etimo, deriva da Behemoth, l’animale descritto da Giobbe , 40, 15–24, che, probabilmente, era appunto un ippopotamo.
— gridò al gatto. — Dài! Ein, zwei, drei!!
E successe una cosa inaudita. Il pelo del gatto nero si rizzò, e l’animale miagolò da spaccare i timpani. Poi si raccolse su se stesso e balzò come una pantera sul petto di Bengal’skij; di lí saltò sulla sua testa. Con un borbottio, il gatto affondò le gonfie zampe nella rada capigliatura del presentatore, e, con un urlo tremendo, gli strappò la testa dopo averla fatta ruotare due volte sul collo grassoccio.
Duemilacinquecento spettatori gridarono come un solo uomo. Un getto di sangue zampillò dalle arterie recise del collo e si riversò sullo sparato e sul frac. Il corpo decapitato strascicò bizzarramente le gambe e si sedette sul pavimento. Nella sala si udirono grida isteriche di donne. Il gatto consegnò la testa a Fagotto, che la prese per i capelli e la mostrò al pubblico; la testa gridò tremendamente per tutto il teatro:
— Un dottore!!
— Continuerai a dir fandonie anche in futuro? — chiese minaccioso Fagotto alla testa piangente.
— No, non lo farò piú! — rantolò la testa.
— Per amor di dio, non lo tormentate! — si udí da un palco una voce femminile che coprí il fracasso, e il mago si voltò nella sua direzione.
— Allora, signori, lo perdoniamo? — chiese Fagotto rivolgendosi agli spettatori.
— Lo perdoniamo, lo perdoniamo! — echeggiarono delle voci, dapprima isolate e in prevalenza femminili, poi si fusero in coro con quelle maschili.
— Quali sono i suoi ordini, Messere? — chiese Fagotto all’uomo mascherato.
— Già, — rispose quello pensieroso, — è gente normale…Ama il denaro, ma è sempre stato cosí… L’umanità ama il denaro, di qualunque cosa sia fatto: di cuoio, di carta, di bronzo o d’oro. Sí, è sconsiderata… già… e la misericordia a volte bussa ai loro cuori… gente normale… in fondo, ricorda quella di prima, ma è stata rovinata dal problema degli alloggi.. — e ordinò con voce forte: — Gli si rimetta la testa.
Il gatto prese con cura la mira e calcò sul collo la testa che riprese il suo posto come se non se ne fosse mai staccata. E quel che piú conta non rimase neppure una cicatrice sul collo. Con le zampe il gatto spolverò lo sparato e il frac di Bengal’skij, e le macchie di sangue scomparvero. Fagotto alzò in piedi Bengal’skij ancora seduto, gli ficcò nella tasca del frac un pacchetto di banconote e lo condusse via dal palcoscenico esclamando:
— Via di qua, senza di lei si sta piú allegri!
Guardandosi intorno con occhi privi di espressione e barcollando, il presentatore riuscí ad arrivare soltanto fino ai pompieri di servizio, e si sentí male. Gettò un grido lamentoso:
— La mia testa, la mia testa!…
Tra gli altri, anche Rimskij si precipitò verso di lui. Il presentatore piangeva, cercava di afferrare qualcosa in aria, borbottando:
— Ridatemi la mia testa, la mia testa… Prendetevi l’appartamento, prendetevi i quadri, ridatemi solo la mia testa!
Un fattorino corse a cercare un medico. Tentarono di far sdraiare Bengal’skij su un divano dell’ufficio, ma egli cominciò a divincolarsi, diventando furioso. Fu necessario chiamare il pronto soccorso. Quando portarono via lo sfortunato presentatore, Rimskij ritornò verso il palcoscenico e vide che succedevano nuovi miracoli. A proposito, forse in quel momento, o forse un po’ prima, il mago era scomparso dalla scena con la sua poltrona sbiadita, e bisogna dire che il pubblico non se n’era affatto accorto, trascinato dalle cose straordinarie che andava facendo sul palcoscenico Fagotto.
Читать дальшеИнтервал:
Закладка:
Похожие книги на «Il Maestro e Margherita»
Представляем Вашему вниманию похожие книги на «Il Maestro e Margherita» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.
Обсуждение, отзывы о книге «Il Maestro e Margherita» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.