Guido Pagliarino - Il Ventottesimo Libro
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Giacomo Bar Zebedeo mâha raccontato che, giorni dopo il discorso sullâaltura, e questo lo sapevo anch'io perché la notizia era corsa, uno zelota ha tagliato la gola a tradimento a un soldato dâuna decuria di ronda, isolatosi un momento per un suo bisogno corporale; lâuomo non ha fatto in tempo a fiatare prima di morire e accasciarsi sul suo sterco, ma lâassassino è stato visto, benché circospetto, allontanarsi tra i cespugli dal decurione, che sâè insospettito e lâha fatto catturare. Poco dopo sâè scoperto il cadavere e i superstiti hanno caricato di legnate il partigiano. Il Maestro lâha poi visto percorrere sanguinante in mezzo ai soldati la via centrale della città , in catene, verso la caserma dove sarebbe stato processato e condannato alla crocifissione; il suo cadavere sarebbe stato lasciato in pasto ai rapaci per tre giorni, prima dâessere calato dalla croce. Intanto, nel vederlo passare Gesú ha avuto per lui, che pesto comâera si trascinava con enorme fatica e grave dolore, un'espressione di gran compatimento. Quando l'uomo e i militi non sono più stati alla vista, il Maestro ha rivolto lo sguardo ai suoi discepoli e ha detto loro: "Sapete châè antico precetto di non assassinare e che chi ha ucciso devâessere processato. Io dico di più: chiunque si arrabbia col prossimo sarà sottoposto a giudizio, o chi lo diffama dicendolo falsamente stupido, oppure pazzo, così danneggiandolo nei quotidiani rapporti umani 31; e il reo sarà condannato alla Geenna". Penso che con Geenna abbia inteso pena di morte. Sappiamo infatti, dal libro di Geremia, che il luogo era usato anticamente dai pagani per i sacrifici umani a Moloc, il principe delle mosche. Oggi, comâè noto, è l'immondezzaio di Gerusalemme e vi si bruciano le cose inutili, così che finiscano per sempre nel nulla. Invero c'è chi dice che il fumo non è il nulla, ma comunemente la gente intende così. I condannati a morte dal re Unto saranno bruciati in quel luogo pestifero e fatti cadere per sempre nel nulla? 32Certo che essere bruciati solo per un insulto, e per di più tra le immondizie...! Forse questo non piacerà al popolo: vorrei dirlo a Gesú, ma non oso. Il Maestro, e questa me l'ha riferita Giovannino, ha aggiunto: "â¦dunque, se mentre presenti l'offerta all'altare ti ricordi che uno ha qualcosa contro di te, lascia il dono, riconciliati e poi torna a offrire il dono: è inutile pregare se non si cerca prima la pace col prossimo, perché il cielo non ascolta. Se sei inadempiente, chiunque sia il tuo creditore accordati con lui in qualche modo non appena lo incontri per via, così châegli non ti denunci e il giudice non ti faccia incarcerare da una guardia, poiché nessuno esce di prigione sino a che non abbia pagato fin all'ultimo spicciolo del suo debito". Forse non a tutti i creditori piacerà dâaccordarsi per una cifra minore di quella loro spettante ma, per me, è meglio una parte dei soldi e il debitore libero piuttosto che il debitore in prigione e nessun pagamento: il Maestro ha molto buon senso. Secondo il giovane Giovanni però, Gesú non s'è riferito tanto ai debiti pecuniari quanto, in generale, a qualunque obbligazione, anche morale, ha inteso cioè dire del perdono.
Un sabato, mentrâera in sinagoga, Gesú ha udito Zebedeo padre di Giacomo e Giovanni giurare davanti ai rotoli della Torah a un certo Geremia, carpentiere, che gli avrebbe pagato puntualmente il prezzo se gli avesse costruito una barca nuova. All'uscita il Maestro ha colto l'occasione per ammaestrare i discepoli così: "Avete inteso che fu detto dagli antichi di non spergiurare e di mantenere i giuramenti davanti allâAltissimo; però io vi dico di non giurare affatto, né per il cielo né per la terra né per Gerusalemme, e neppure sul vostro capo, ché neppure un suo capello vi appartiene. Invece il vostro parlare sia sì, sì; no, no. Il resto viene dal maligno". Gli ha domandato Giovannino con dispiacere: "Mio padre è stato ispirato da Satana?". "No, solo dâora in poi ha da essere così. Prima non era stato rivelato. La rivelazione dellâAltissimo è progressiva e io sono venuto a completarla. Ascolta, Giovanni: più tardi va' col tuo parente a casa del vostro babbo e, quando nessun altro ascolta, perché non sia umiliato, ditegli da parte mia che lâAltissimo non vuole si giuri". Ahi loro! I due poveracci sono ritornati dal Maestro doloranti per le botte che Zebedeo aveva loro comminato sul groppone gridando: "Tornate qui a lavorare invece d'insegnare a vostro padre, imbecilli pelandroni presuntuosi!". "Quell'uomo ancora non sceglie di salvarsi", ha commentato tristemente Gesú, "eppure, un genitore dovrebbe volere la libertà dei figli adulti, non il proprio orgoglio e il proprio tornaconto; ma io pregherò lâAltissimo per lui".
Tempo dopo, comâè ben noto in tutto il paese, sâè acceso un duello tra due vignaioli che lavoravano presso lo stesso padrone. L'uno, un certo Amos, sâera invaghito della sposa dellâaltro, chiamato Saulo, e quel cattivo giorno, dopo che il marito era uscito per la fatica quotidiana, invece d'andare egli pure al lavoro è entrato nella loro casa, ha legato e imbavagliato la donna, di nome Giuditta, e se lâè caricata sul suo asino per portarsela in un altro paese. Qualcuno però, di lontano, l'ha visto partirsene con la prigioniera ed è corso ad avvisare il marito che, ottenuto dal padrone un cavallo, sâè lanciato allâinseguimento. Raggiunto il rapitore ha visto che la moglie era liberissima e procedeva con lâuomo di propria volontà : evidentemente era stata una messa in scena per salvare, in paese, lâonore della donna se qualcuno li avesse visti partire. Come poi avrebbe raccontato davanti allâassemblea dei concittadini, colmo dâira il tradito ha estratto il coltello. Lâaltro non sâè fatto intimidire, tanto più che lei lâha incitato a ucciderle lo sposo: ha cavato la sua sica e ha cercato di colpire il rivale alla gola. Questi è riuscito in parte ad abbassarsi, così che il fendente gli ha accecato un occhio invece dâammazzarlo. Nonostante lâatroce ferita, in risposta lui ha trafitto il rapitore, prendendolo in pieno petto e uccidendolo; poi, sulla base del principio antico dellâocchio per occhio, ha appunto cavato un occhio al cadavere, l'ha buttato in terra e l'ha schiacciato sotto un piede; quindi ha rincorso la moglie che stava scappando, l'ha agguantata, l'ha picchiata, l'ha legata e se lâè ripresa. Tornato in paese, Saulo il guercio, come da allora viene chiamato, ha accusato pubblicamente la sposa dâadulterio e, ottenuta lâapprovazione dei compaesani, insieme con alcuni di loro, che tenevano ferma la donna, lâha strozzata 33. In base alla Legge anche tutti i suoi atti contro il defunto Saul erano stati leciti e non ha avuto noie. Conosciuto il fatto però, come Andrea mâha raccontato, Gesú ha detto ai miei condiscepoli: "Quando quellâuomo ha capito che la donna era consenziente, doveva cercare di convincerla a tornare, invece dâestrarre lâarma; e se sua moglie non ne voleva proprio sapere, doveva lasciar andar via i due peccatori: nel loro stesso peccato avevano già condanna davanti allâAltissimo. Anche se fu detto occhio per occhio e dente per dente, io vi dico: d'ora in poi non opponetevi al malvagio. La perfezione è questa, che se uno vi schiaffeggia sulla guancia destra, voi porgiate la sinistra per un nuovo schiaffo..." "Dobbiamo farci riempire di botte dai nemici, Maestro?!" l'ha interrotto preoccupatissimo l'impetuoso Simone. Pazientemente, Gesú gli ha risposto: "Capisco che non conosci appieno la nostra simbologia. No, quanto ho detto significa, al di là del simbolo, che non dovete prendervi vendetta giammai e che dovete essere disposti a ricevere ancora male dallâaggressore, sempre senza farlo pagare. Se dunque vi chiamano ingiustamente in giudizio per togliervi la tunica, voi date subito anche il mantello, o se pretendono il mantello, voi donate pure la tunica; se poi vi si vuole costringere a fare un pezzo di strada, come fanno i soldati romani quandâordinano ai passanti di portare i loro fardelli, fatene il doppio; se ne avete i mezzi e vi chiedono un prestito, datelo, invece d'allontanarvi. Voi dovete imparare ad amare gli avversari e i vostri persecutori e a pregare per loro. Così, Giacomo e Giovanni devono pregare per Zebedeo loro padre che, nella sua superbia, li odia". "Maestro, qual è il miglior modo di pregare?" gli ha chiesto Giovannino. "Pregando, non usate tante parole, perché non sono le tante parole che piacciono allâAltissimo. Egli sa di cosa abbisognate prima che apriate bocca. Ecco dunque come dovete pregare il Padre vostro che è lâAltissimo:
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