5) Мне хватит одного, и он у меня есть (мне его не недостает).
6) В некоторые моменты мне кажется, что я ей нравлюсь, в другие моменты – что я ей не нравлюсь. Она все хочет делать по-своему.
7) Лучшее всегда будет моим, потому что другие приходят и уходят, а я всегда остаюсь.
Mirandolina con la biancheria, e detto.
MIRANDOLINA: Permette, Signore? ( Entrando con qualche soggezione. )
CAVALIERE: Che cosa vuole? ( Con asprezza. )
MIRANDOLINA: Ecco qui della biancheria migli o re ( S’avanza un poco. )
CAVALIERE: Bene. La metti lì. ( Accenna il tavolino. )
MIRANDOLINA: Guardi almeno.
CAVALIERE: Che roba è?
MIRANDOLINA: Le lenzu o la son di tela. (S’avanza ancor più.)
CAVALIERE: Tela?
MIRANDOLINA: Sì signore. Guardi.
CAVALIERE: Non pretendo tanto. Mi basta qualche cosa meglio di quel che mi ha dato.
MIRANDOLINA: Questa biancheria l’ho fatta per personaggi di m e rito: per quelli che la sanno conoscere [31]; e in verità, Signore, la dò per lei, ad un altro non la darò.
CAVALIERE: Per lei! Solito complimento.
MIRANDOLINA: Guardi il servizio di tavola.
CAVALIERE: Oh! Queste tele di Fiandra [32], quando si lavano, perdono molto. [33]Non c’è bisogno di d a rle a me.
MIRANDOLINA: Per un Cavaliere della sua qualità, non guardo a queste piccole cose. Di queste salviette ne ho molte.
CAVALIERE: (Pero non posso negare, che questa non è una donna gentile). ( Da sé. )
MIRANDOLINA: (Veramente ha una faccia berb e ra, è chiaro che le donne non gli piacciono). ( Da sé. )
CAVALIERE: Dà la mia biancheria al mio cameriere, o la metta lì, in qualche luogo [34]. Non c’è bisogno di fare tutto da sola.
MIRANDOLINA: Oh, io non mi stanco mai, quando servo Cavaliere di così alto merito.
CAVALIERE: Bene, bene. (Donne! Tutte così). ( Da sé. )
MIRANDOLINA: La metterò di là.
CAVALIERE: Sì, dove vuole. ( Con serietà. )
MIRANDOLINA: (Oh! Quanto è duro. Ho paura di non far niente). ( Da sé. )
CAVALIERE: (I pazzi sentono queste belle parole, credono alle donne che le dicono, e c a scano). ( Da sè. )
MIRANDOLINA: A pranzo, che cosa comanda? ( Ritornando senza la biancheria. )
CAVALIERE: Mangerò quello che ci sarà.
MIRANDOLINA: Voglio sapere il suo gusto. Se Le piace una cosa più dell’altra, lo può dire con libertà.
CAVALIERE: Se vorrò qualche cosa, lo dirò al cameriere.
MIRANDOLINA: Ma in queste cose gli uomini non hanno l’attenzione e la pazienza che abbiamo noi donne. Se le piace qualche salsetta, lo dica a me.
CAVALIERE: La ringr a zio: ma ne a nche per questo verso [35]Lei riuscirà a far con me quello che ha fatto con il Conte e con il Marchese.
MIRANDOLINA: Che dice della debolezza di quei due cavalieri? Vengono alla locanda per alloggi a re, e pret e ndono poi di voler fare all’amore con la locandiera. Abbiamo altro in testa noi. Cerchiamo di fare il nostro interesse; se diamo loro delle buone parole, lo facciamo per tenerli a bott e ga; e poi, io, quando vedo che mi cort e ggiano, rido come una pazza.
CAVALIERE: Brava! Mi piace la Sua sincerità.
MIRANDOLINA: Oh! non ho altro di buono, che la sincerità.
CAVALIERE: Ma però, con quelli che La corteggiano, sa fingere.
MIRANDOLINA: Io fingere? Gu a rdimi il cielo. Domandi un po’ a quei due signori che sono innamorati di me, se ho mai dato loro un segno d’affetto. Se ho mai scherzato con loro in maniera fr i vola. Non li caccio via, perché il mio interesse non lo vuole, ma poco meno. Questi u o mini non li posso vedere. Non mi piacciono neanche le donne che corrono dietro agli uomini. Vede? Io non sono una ragazza. Ho qualche annetto; non sono bella, ma ho avuto delle buone occasioni; eppure non ho mai voluto sposarmi, perché amo infinitamente la mia libertà.
CAVALIERE: Oh sì, la libertà è un gran tesoro.
MIRANDOLINA: E tanti la perdono stupidamente.
CAVALIERE: So io ben quel che faccio. Alla larga [36].
MIRANDOLINA: Ha moglie, Signore?
CAVALIERE: Per fortuna no. Non voglio donne.
MIRANDOLINA: Bravissimo. Si conservi sempre così. Le donne, signore… Basta, a me non tocca [37]a dirne male.
CAVALIERE: Lei e la prima donna, che parla così.
MIRANDOLINA: Le dirò: noi altre locandiere vediamo e sentiamo molte cose diverse; e in verità compat i sco quegli uomini, che hanno paura del nostro sesso.
CAVALIERE: ( È curiosa questa [38]). ( Da sé. )
MIRANDOLINA: Se mi permette ( Finge voler partire [39].)
CAVALIERE: Deve partire?
MIRANDOLINA: Non voglio essere noi o sa.
CAVALIERE: No, mi fa piacere; mi divert i sce.
MIRANDOLINA: Vede, signore? Così faccio con gli altri. Mi fermo per qualche momento; sono piuttosto allegra, dico delle barzellette per divertirli, e loro subito credono… e mi fanno i cascamorti.
CAVALIERE: Questo accade, perché ha buona maniera.
MIRANDOLINA: Troppi complimenti, Signore. ( Con una riverenza. )
CAVALIERE: E loro s’innamorano.
MIRANDOLINA: Guardi che debolezza! Innamorarsi subito di una donna!
CAVALIERE: Questa io non l’ho mai potuta capire.
MIRANDOLINA: Bella fortezza! Bella virilità!
CAVALIERE: Debolezze! Miserie umane!
MIRANDOLINA: Questo è il vero pensare degli uomini. Signor Cavaliere, mi dia la mano.
CAVALIERE: Perché?
MIRANDOLINA: La prego! è pulita la mia mano [40].
CAVALIERE: Ecco la mano.
MIRANDOLINA: Questa è la prima volta, che tengo la mano di un uomo, che pensa veramente da uomo.
CAVALIERE: Via, basta così. ( Ritira la mano. )
MIRANDOLINA: Ecco. Non sarà mai possibile dare la mano a quei due signori. Subito penser a nno che mi piacciono. Non gli darei una semplice libertà, per tutto l’oro del mondo. Non sanno vivere. Oh benedetto in conversare alla l i bera! senza attacchi, senza mal i zia, senza tanti ridicoli complimenti. Scusi, parlo troppo. Dove posso servirla, mi comandi con autorità, e avrò per lei quell’attenzione, che non ho mai avuto per alcuna persona di questo mondo.
CAVALIERE: Per quale motivo ha tanta parzialità per me?
MIRANDOLINA: Perché, oltre [41]il suo merito, oltre la sua nobiltà, sono almeno sicura che con lei posso stare con libertà, perché non farà cattivo u so delle mie attenzioni, non mi tormenterà con pretensioni ridicole.
CAVALIERE: (Che diavolo ha lei di stravag a nte, ch’io non capisco!). ( Da sé. )
MIRANDOLINA: (A poco a poco lo addomesticherò). ( Da sé. )
CAVALIERE: Orsù, se ha da fare, non deve restare per me.
MIRANDOLINA: Sì signore, vado a fare le facc e nde di casa. Se comanderà qualche cosa, manderò il cameriere.
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