Federico Moccia - Scusa ma ti chiamo amore
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"Alessia?"
"Sì, dimmi."
"Grazie."
Alessia si gira. "Figurati."
"No, sul serio. Questo passito è buonissimo."
Alessia scuote la testa, poi sorride e rientra in casa.
Sette
Gelateria Alaska. Le Onde sono sedute su alcune sedie in ferro, disposte accanto all'entrata. Olly ha le gambe allungate e poggiate sopra la sedia vicina.
"Uhm, qui il gelato lo fanno davvero da sballo!" Lo lecca fino in fondo, con gusto, alla fine da anche un piccolo morso. "Secondo me, nel cioccolato fondente ci mettono qualche specie di droga. Non è possibile che mi piglia così."
Proprio in quel momento passano davanti a loro due ragazzi. Uno ha un giubbotto nero di tela con scritto dietro "Surfer". L'altro uno rosso con scritto "Fiat". Chiacchierano, ridono ed entrano dal gelataio.
"Oh, pure l'ultima "Fiat" mi piglia un casino."
Niki ride. "Ma perché, una bella "surfata" non te la faresti?!"
"No, direi di no... Ho già dato..."
"A Olly, ma tu secondo me ci prendi in giro. Non ci credo che sei stata sul serio anche con quello."
"Secondo me" interviene Diletta, "lo dice apposta perché ci sono io. Mi vuole far rosicare. Vuole che pensi a tutto quello che sto perdendo."
"Ma mica ci sono andata. Così, qualche giretto in macchina."
Arriva uno veloce in motorino, frena a un millimetro da loro, scende e lo mette sul cavalietto di tutta fretta. "Oh, ecco dov'eravate!" È Giò, il ragazzo di Erica. "Vi ho cercato dappertutto!"
"Siamo andate a fare un giro."
"Sì, lo so."
Erica si alza e lo abbraccia. Si baciano leggeri sulle labbra. "Amore... mi piace un casino quando fai il geloso."
"Che geloso, ero preoccupato. Hanno fatto una retata all'Eur, facevano un BumBumCar, hanno arrestato un sacco di gente per furto d'auto, scommesse clandestine e associazione a delinquere."
"Eeeeh, bum, bum bum veramente! Pure associazione a delinquere." Olly leva le gambe dalla sedia e da un ultimo morso al gelato. "E banda armata!"
"Ma no, sul serio. Me l'ha detto Giangi che stava lì, è riuscito a scappare quando sono arrivati."
"Cavoli, allora è vero." Diletta si alza in piedi. "C'era anche Giangi."
"Allora stavate lì." Giò guarda arrabbiato Erica.
"Ma sono andata con loro."
"Che me ne frega che sei andata con loro, non voglio che vai lì e basta."
"E certo." Olly scuote la testa. "Sei geloso di Fernando, quello delle scommesse."
"Ma figurati... mi preoccupo per lei e basta! Pensa se la prendevano. Oh, li hanno presi, eh? Forse non l'hai capito."
"E be se la prendevano... la prendevano" fa Olly molto serena.
Giò stringe le braccia di Erica. "Amore, ma perché non me lo hai detto?"
Erica si libera dalla stretta. "Ancora. Madonna, mi sembri mio padre. E mollami! Te l'ho detto, stavo con le mie amiche" e poi gli dice piano: "E dai, non mi va di discutere davanti a loro, e finiscila".
"Ok, come vuoi."
Il cellulare di Niki squilla. Lei tira fuori dalla tasca dei pantaloni il suo piccolo Nokia. "Cavoli, è mia madre, che vuole a quest'ora? Pronto mamma, che bella sorpresa."
"Dove sei?"
"Ma scusa, neanche mi dici ciao?"
"Ciao. Dove sei?"
"Uffi" Niki sbuffa e alza gli occhi al cielo. "Sono a corso Francia, a prendere un sereno gelato con le mie amiche. Che c'è?"
"Ah, meno male. Scusa, ma siamo appena tornati a casa, tuo padre ha acceso la tv e al tg di mezzanotte hanno detto che arrestavano dei ragazzi all'Eur. Hanno fatto i nomi e c'era anche il figlio dei nostri amici, Fernando Passino..."
"Chi?"
"Sì, quello che ogni tanto esce con te, dai, non fare finta di non capire! Lo sai benissimo, Niki, non mi fare arrabbiare, sta nel gruppo che frequentate. Insomma, hanno fatto solo i nomi dei maggiorenni, ovviamente, ma per un attimo ho pensato che ci fossi in mezzo anche tu."
"Ma mamma, ma ti pare? Ma per chi mi hai preso, scusa?" Niki strabuzza gli occhi, le amiche incuriosite si avvicinano. Niki agita la mano come a dire "non sapete cos'è successo".
"Ma mamma, si è capito perché li hanno arrestati? Cioè che cosa hanno fatto?"
"Boh, non ho sentito bene, una cosa che ha a che fare con le macchine, tipo il furto delle auto, non ho capito bene... Ecco, una cosa tipo stumpcar."
"Ma no, quello è il BumBumCar, mamma..."
"Eh, quello. Ma come mai lo sai?"
Niki stringe i denti e cerca di recuperare in qualche modo. "È appena arrivato qui Giorgio, il ragazzo di Erica, e ce lo ha raccontato. Lui ha sentito la notizia alla radio ma noi non gli volevamo credere."
Olly e Diletta si mettono a ridere piano. Poi Olly stringe le mani ad artiglio e mima un gatto che scivola su un vetro. Niki prova a darle un calcio per allontanarla e non ridere anche lei.
"Ah, vedi che non ti dico un'assurdità" continua la mamma, "hai visto, è vero quello che è successo. Senti, potresti tornare a casa? È già mezzanotte."
"Mamma, ma chi volevi per figlia, Cenerentola? Adesso arrivo! Ciao! Baci, baci, baci, ti voglio bene."
"Sì, baci, baci, baci, ma vieni a casa, eh?" e chiudono la telefonata.
"Cazzo, allora è vero quello che ha detto Giò."
"Ma perché avrei dovuto dirvi una cavoiata? Che ragione c'era?"
"Dai, ragazze, andiamo a casa, domani ne sapremo di più dai giornali."
Le Onde vanno verso i rispettivi motorini e miniauto.
Olly sale sul suo scooter, s'infila il casco e lo accende. "Oh, serata moscia, eh?" Niki sorride e monta sul suo motorino. "Sai che penso? Secondo me è stato Giò a chiamare la polizia, almeno per un po ha tolto di mezzo Fernando."
Diletta ride. "Certo che siete davvero delle vipere. Secondo me con voi il segreto è restare sempre fino alla fine, almeno non avete modo di sparlare."
"Ah, sì? L'hai pensata bene" sorride Niki. "Tanto prima di addormentarmi un sms con una cattiveria su di te a Olly glielo mando di sicuro. Mi dispiace, non ci puoi fermare" e così dicendo accende il motorino, sgasa e fugge via, allargando le gambe, alzandole al vento, divertita di assaporare quella sciocca, piccola, splendida libertà.
Otto
Alessandro è sul terrazzo. Guarda lontano in cerca di chissà quale pensiero. Un po di malinconia e quell'ultimo sorso di passito, leggermente più dolce. Poi rientra anche lui, posa il bicchiere sulla libreria, vicino a un libro. Stavolta Aforismi. Sabbia e spuma. Gibran. Lo prende e sfoglia qualche pagina. "Sette volte ho disprezzato la mia anima. La prima volta, fu quando la vidi timorosa di poter toccare le altezze. La seconda volta, fu quando la vidi zoppicante dinanzi allo storpio. La terza volta, fu quando le fu dato di scegliere tra via ardua e via facile, ed essa scelse quella facile. La quarta volta..." Basta. Non so com'è, ma quando stai male, tutto ti suona come se avesse un doppio significato. Alessandro lo richiude e inizia a girare per casa cercando Pietro. Niente. In salotto non c'è. Guarda meglio tra la gente, negli angoli, si sposta superando qualcuno che gli passa davanti... Ah. Non è qualcuno. È Andrea Soldini ed è con una bella ragazza, alta. Andrea gli sorride. Alessandro ricambia ma continua a cercare Pietro. Niente. Non vorrei che... Apre la porta della camera da letto. Niente. Solo qualche giacca buttata sul letto. Anche gli armadi sono aperti. Va in bagno. Prova ad aprire. È chiuso a chiave, Alessandro riprova. Una voce maschile dall'interno dice "Occupato! Se è chiuso è chiuso, no?". È una voce profonda e veramente scocciata. È qualcuno davvero occupato nei suoi bisogni. E non è Pietro. Alessandro va in cucina, la finestra è spalancata. Una tenda chiara e leggera
gioca con il vento. E con due persone. Si appoggia alla schiena di un uomo. Lo accarezza quasi mentre lui scherza con una bella ragazza seduta a gambe larghe sul tavolo centrale. Lui le sta davanti e si appoggia in mezzo alle gambe. Tiene una mano in alto, sopra la testa della ragazza, e lascia penzolare una ciliegia. La fa scendere poco a poco e poi la tira su di nuovo, mentre la ragazza, finta indispettita, ride e s'imbroncia per non essere riuscita ad afferrarla con la bocca. E ha voglia di quella ciliegia e forse non solo di quello. E quell'uomo lo sa. E ride.
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