Federico Moccia - Scusa ma ti chiamo amore

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Mauro sorride. "Facilissimo."

Gino, il Civetta, passa i venti euro arrotolati a Mauro. "Annamo, Falco, che prima famo, prima finimo." Mauro si piega e fa sparire anche lui una striscia bianca. Si rialza e ancora gli pizzica il naso quando sente il Civetta dire "E pensa che con 'sto passaggio te becchi cinquemila euro. Hai voglia a falla sta comoda, Paoletta tua".

Escono dal bagno, tutti e due stupendamente allegri. Il Civetta saluta la ragazza dietro il bancone con una piccola promessa negli occhi. "Ciao, Mari, se vederne Se finisco presto ripasso..." e le fa l'occhietto. Fuori dal locale, il Civetta abbraccia Mauro. "Sì, ripasso e te ripasso come ieri" e ride. "Annamo, Falco" e spariscono sulla grande moto, prendendo verso il centro.

Centodiciotto

E quella sera escono tutti e quattro. Enrico, Pietro, Alessandro e perfino Flavio, stranamente in libera uscita. Fanno una serata pazza come non succedeva da tempo. Vanno al F. I. S. H., un ristorante a via dei Serpenti, ordinano del pesce molto buono e bevono il miglior vino. Si raccontano di tutto. Si confessano piccole verità.

"E quindi è stato il tuo assistente che ti ha mandato quella mail con la lettera di Elena a quel ragazzino!" Pietro scuote la testa. "Te lo avevo detto io... le donne sono tutte troie! E voi che mi riprendete sempre... La mia è una missione educativa..."

"Sì, educativa del tuo piffero!" Alessandro si versa da bere. "Lo sai che per un attimo ho pensato che fossi tu l'amante di Elena..."

Pietro lo guarda esterrefatto. "Io? Ma come puoi pensarlo? ! Guarda, piuttosto che fare una cosa del genere a uno di voi... vi giuro, vi giuro che farei la cosa che mi è più difficile da immaginare... Ecco, piuttosto preferirei diventare frocio! E sapete bene quanto mi costerebbe, eh..." Poi Pietro si ferma. Diventa triste. Beve un sorso di vino tutto d'un fiato. Poi poggia il bicchiere sul tavolo, quasi sbattendolo. "Susanna ha scoperto che l'ho tradita, mi vuole lasciare. Sono distrutto."

Flavio lo guarda. "Ma lo dovevi mettere in conto che prima o poi lo scopriva. Hai fatto l'inimmaginabile in giro. Sei andato con tutte le donne che respirano."

Alessandro gli mette una mano sulla spalla.

"Ma come l'ha scoperto? Ha ricevuto per caso una mail anche lei?" chiede Alessandro.

"No, mi ha visto per strada. Stavo baciando una."

"Va be, ma allora tu sei pazzo."

"Sì, sono pazzo... E sono fiero della mia follia! Non solo ma mentre aspettiamo... mi vado pure a fumare una bella sigaretta! Chi viene con me?"

"Vengo io..." Anche Enrico si alza.

"Ok, noi vi aspettiamo dentro... ma non ci mettete troppo..."

"Tranquilli..."

Pietro ed Enrico escono dal ristorante. Pietro accende la sigaretta di Enrico, poi la sua e sorride all'amico.

"Allora..."

"Allora che?"

"Hai visto che avevo ragione io, abbiamo fatto bene a non dire ad Alex che avevamo visto Elena che si baciava con quel ragazzino in quel locale... Ci ha pensato il suo assistente..."

Enrico alza le spalle. "È stato un caso... Alex ed Elena potevano tornare insieme e arrivare di nuovo fino al matrimonio e questa volta magari si sposavano... E se poi non andava? Allora avevi la colpa di essertene lavato le mani..."

"Non era un mio dovere parlare e decidere per loro..."

"Per me invece è questione di responsabilità... E troppo facile far sempre prendere delle decisioni agli altri. Pensa come sarebbe stato diverso se allora anche quel tipo se ne fosse lavato le mani..."

"Sei eccessivo... Mo vai addirittura fin laggiù. Mi sembra che allora poi la responsabilità era un po diversa, o no? Io dicevo solo che noi non dovevamo avere tutta questa fretta, di aspettare... magari le cose si risolvevano senza che ci andasse di mezzo la nostra amicizia. E infatti è stato proprio così. Io penso che ad Alex non avrebbe fatto piacere che fossimo noi a dargli quella notizia. A rovinare il suo sogno. Gli amici sono come un'isola al riparo delle correnti..."

"Già... A proposito... fa freddo, io entro." Enrico butta la sigaretta per terra e la spegne. "Tra l'altro devo dare anche una notizia..."

"Bella?"

"Bellissima... Dai muoviti, ti aspetto dentro."

Pietro sorride. Da un ultimo tiro alla sigaretta. È tranquillo, sereno. Per lui quella è stata la scelta giusta. Non raccontare di quell'incontro con Elena e Marcello in quel ristorante. Poi butta la sigaretta per terra e la spegne. Poi entra e raggiunge gli amici. Ma anche Pietro non sa quanto quel giorno la scelta di Alessandro sia stata giusta. Dare o non dare un corso personale agli eventi.

Questo è il dilemma. Una cosa è sicura. Se quella cartellina rossa non fosse stata bruciata, oggi quella chiacchierata così allegra e civile tra Enrico e Pietro non sarebbe stata più possibile. Per un'unica ragione. Enrico non avrebbe mai potuto dividere sua moglie con qualcuno. Meno che mai con un amico. Anche se simpatico come Pietro.

All'interno del ristorante Enrico interrompe tutti. "Ragazzi, vi devo dire una cosa. Camilla aspetta un bambino!"

"No! Che bello!"

"Fantastico!" Alessandro prende in mano la situazione. "Cameriere... ci porti subito una bottiglia di champagne! E tu, Pietro, stai allegro, cazzo! Cerca di stare tranquillo e metti la testa a posto. Vedrai che Susanna la riconquisti..."

Enrico sorride, abbraccia Flavio. "E tu? Tu non ci devi dire niente?"

"Come no..." Beve un bel bicchiere di vino, mentre aspetta che arrivi lo champagne. "Ho cacciato Cristina di casa. Mi aveva veramente rotto i coglioni."

"Cosa? Ma che dici, non ci credo!"

Gli amici sono davvero senza parole, annichiliti. Flavio li guarda uno per uno e alla fine sorride.

"Poi è tornata. Si è data una calmata. E da quel momento le cose vanno meglio. Ora non mi dovrò sentire in colpa se gioco a calciotto, se non metto le mie cose in ordine, se voglio stare

mezz'ora spaparanzato sul divano a non fare nulla. Soprattutto, ora è più affettuosa con me. E uscirò soprattutto più spesso con voi... quindi state attenti, che vi controllerò."

Pietro gli da una pacca sulla schiena. "Sono proprio felice! Lo potevi fare prima però..."

Flavio lo guarda male.

"Be che vuoi... Meglio tardi che mai no?"

"Se tu ci sarai, mi controllerai. Susanna sarà più tranquilla e

potrò fare tutti i casini che voglio!"

"Ah no! Non se ne parla... guarda che io dico tutto!" Arriva la bottiglia di champagne. "Ragazzi, brindiamo..." Pietro la stappa e versa subito nei quattro bicchieri. Poi alza

suo.

"Allora, all'amicizia tra noi perché non finisca mai. Ad Alessandro che ha avuto il coraggio di dubitare di me, proprio lui che non ci da alcuna sicurezza sul fatto che non sia frocio..."

"Io frocio?"

"E certo! Uno che molla un sogno come Niki... se non sei frocio tu... chi lo è? ! Dai forza, Alex... È la sera buona per fare outing. Forza, apriti con noi... che poi ci pensiamo noi a ritapparti." E ridono tutti.

"Che bori che siete! A parte gli scherzi, un'idea ce l'avrei... e bisogna fare in tempo. Niki parte domani."

Continuano così a bere champagne, mentre Alessandro racconta la sua idea e si divertono un sacco. Ci vuole coraggio, però, a farla, a metterla in atto. Così ordinano anche una grappa e un rum. E perché no, anche un po di whisky. Insomma, alla fine sono tutti ubriachi.

In macchina. Atmosfera superetilica. "Piano, piano, vai piano..."

"Più piano di così... un altro po e torno indietro nel tempo."

Alessandro, più ubriaco di tutti, parcheggia la Mercedes sul ponte di corso Francia. Prima sono passati in ufficio a prenderla e anche lì hanno fatto un gran casino con il custode che così ubriachi non li voleva far salire. Ma Pietro in questo è bravissimo. Sa come bere una buona bottiglia ma anche come

"ungere" un mediocre custode. Insomma alla fine ce l'hanno fatta. Eccoli lì, per la grande idea di Alessandro.

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