Federico Moccia - Scusa ma ti voglio sposare
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"Tuuu… Tuuu…" Alex sorride. È libero. È acceso. E ora? Ora risponderà… vero?
Quattordici
Niki, a casa di Olly, continua a ridere e scherzare con le amiche.
"E dai, prima mi avete quasi rovesciato il frullato addosso! Ahia… e dai!"
"E che vuoi che sia, tanto è freddo, ti fa bene alle gambe!"
"No, me le macchia!"
"E chi ti deve vedere… Solo Alex, giusto?"
"Non so…"
"Ah, sì?" e le risaltano addosso e iniziano a farle il solletico.
"No, vi prego, il solletico no, mi sento male. Ho mangiato. Aiuto basta, vi vomito addosso! Vi giuro che lo faccio…"
"Allora dicci subito il nome di questo bono che hai conosciuto!"
Niki ride e si dibatte sotto le loro mani, che continuano a farle il solletico. "Aiuto, ahia, basta, vi giuro, non me lo ricordo…"
Poi riesce a sfuggire da sotto, scivola sul tappeto e scappa via finendo vicino alla sua borsa.
Proprio in quel momento sente il telefonino che aveva messo con il vibra. È Alex che sta provando a richiamare. Uno, due, tre squilli. Niki cerca il cellulare nella borsa, lo trova e all'ultimo risponde.
"Finalmente! Ma che succede? Perché non rispondevi?" Alex è palesemente agitato. Niki guarda le amiche e in un attimo le viene in mente l'idea.
"Ah, ciao… Come stai… Che sorpresa!" Poi copre il microfono con la mano e si rivolge alle amiche. "E lui, è lui. Non ci posso credere!" Salta sul posto con un'incredibile felicità.
"Neanche noi" sussurra Olly avvicinandosi. Tutte le sono subito intorno, si schiacciano contro di lei, attaccate con l'orecchio al telefonino pur di ascoltare la voce e soprattutto quello che potrà dire il nuovo arrivato.
Alex guarda interdetto il telefono. "Ma come che sorpresa, ci siamo sentiti poco fa!"
Niki capisce che stanno per riconoscerlo e si sottrae improvvisamente al gruppo. "Bè, ma per me è sempre una sorpresa sentirti… Sai che oggi eri veramente carino?"
"Oggi? Quando ci siamo visti? Ma se ti ho salutato che stavo ancora in pigiama…"
"Appunto, stavi benissimo così… con quel pigiama…"
Alex è sempre più interdetto. "Niki… Ma che, hai bevuto?" Un attimo dopo Niki non ce la fa più a tenere a distanza le Onde, che alla fine riescono a immobilizzarla. Niki cerca di non mollare il telefonino, lo copre con la mano. "No, dai, ferme, è mio, è mio…"
Alex sente tutto quel trambusto.
"Ma cosa è tuo? Niki?"
Olly le strappa il Nokia mentre Alex cerca di capire qualcosa.
"Pronto, pronto, Niki? Ma che succede?"
Olly ascolta al telefono.
"No, ferma, ridammelo… Ridammelo!" Niki si dibatte tenuta da Erica e Diletta, cercando di riprendersi il cellulare mentre Olly lo riconosce al volo. "Ciao, Alex!"
"Chi è? Olly?"
"Ma sì, certo! Sono io… Come stai?"
"Benissimo, ma che fine ha fatto Niki?" Olly la guarda prigioniera delle altre Onde.
"È dovuta correre in bagno. Era un'ora che le scappava la pipì… Abbiamo bevuto frullati, tisane, sai com'è… Ah, eccola, è tornata, te la ripasso."
Le Onde la liberano. "Pronto?" Alex è sempre più interdetto in mezzo alla strada. "Niki, ma che c'è, che succede?"
"Te l'ha detto Olly, no? Dovevo fare la pipì, non ce la facevo proprio più!"
"Ma scusa… Non potevi portarmi in bagno con te?"
"A fare la pipì? Ma sono al telefonino! Porco! Questo può fare anche la videochiamata e lo sai… Mi volevi spiare, eh!"
"Io? Voi siete tutte pazze. Bè, io sto andando a casa. Ci sentiamo dopo?"
"Ok, quando arrivo a casa ti faccio uno squillo…" Niki attacca.
Erica la guarda sorpresa. "Ehi, ma quante volte vi sentite?"
"Tante… Tantissime, tutte quelle che ci va."
"Peggio di come stavo io con Giò."
"E spero solo che vada meglio! Senza offesa, eh!"
"Ah, ci avrei scommesso che non era quello lì."
Olly alza le spalle divertita. "Pure io."
"Ma che dite… Se avete voluto ascoltare la sua voce al telefono è perché non ne eravate sicure. Quanto siete false…"
Diletta si siede sul divano. "Io ero certa che fosse Alex."
"Perché?"
"Sensazioni… Tu non potresti mai di punto in bianco lasciarlo e iniziare a sentire un altro."
Niki fa la preziosa. "Non è detto… Si cambia, l'avete detto anche voi. E poi mai dire mai. Certo, però pure tu, Olly, potevi inventarti qualcosa di meglio, la storia della pipì non reggeva!"
"Ma lui ci ha creduto…"
"Ci ha voluto credere…"
"Erica! "
"Io penso che a volte gli uomini sappiano perfettamente come stanno le cose, è che fanno finta, non vogliono accettare la realtà. Guarda Giò: lui pensa che da quando ci siamo lasciati io ho sentito qualcuno, ma non ho mai avuto una storia…"
"Pensa se sapesse la verità."
"Secondo me non ci crederebbe!"
"Sì… Pure secondo me…"
"Secondo me lo scioccheresti così tanto che diventerebbe gay."
"Olly!"
"Ma certo! Se un uomo scoprisse la sua donna così cambiata, inizierebbe a rifiutare tutto il genere! E poi io non ho niente contro i gay, anzi…"
"Cioè?"
"Questa sera vi ho invitate per festeggiare! Sono stata presa per uno stage da uno stilista! E quelli sono tutti gay!"
"Forte!"
"Che sono gay?"
"No, lo stage!"
"Sì, sono felicissima…"
"Bellissimo! Complimenti…"
Olly corre in cucina, prende una torta bianca e rosa fatta di fiocchetti con scritto sopra "Stagista… Senza rischi!" con tanto di punto esclamativo. E la mette al centro del grande tavolo del salottino.
Tutte si avvicinano. "Che vuol dire?"
"Che non rischio una "lewinskata"… Te l'ho detto! Il mio capo è gay!"
"Olly, sei troppo forte!"
"Sono troppo felice! Almeno prendo qualche soldo e non devo contare solo su mia madre…"
"Ma se hai questa casa lo devi soprattutto a lei!"
"Certo! E chi se la poteva permettere sennò…"
"Prendi noi tre, stiamo a casa dai nostri genitori, bamboccione a vita…"
"No, un metodo c'è." Olly passa la prima fetta.
La prende Erica. "Sì, certo, ci facciamo adottare da tua madre che ci finanzia."
"Oppure vi sposate."
"Triste!"
"Sposarsi?"
Niki prende la seconda fetta. "No, farlo solo per uscire di casa…"
"Guarda che un sacco di gente l'ha fatto per quello…" Diletta prende l'ultima.
"Ok, ma deve rimanere un sogno… Se anche quello diventa un semplice passaggio, allora che gusto c'è?"
"Sì, hai ragione." E stavolta sono tutte d'accordo, almeno su questo. E mangiano quella torta fatta di panna e di leggeri fiocchi rosa di zucchero, sorridendo, pensando in silenzio, esclamando ogni tanto: "Uhm… Buona!".
"Sì… Un altro chilo… Tutto qua."
Con l'allegria negli occhi, il futuro incerto, ma con tanta dolcezza in bocca e tutte con quel piccolo grande sogno nel cuore. Una casa propria, dove sentirsi libere e al sicuro. Da arredare, costruire, inventare. Un modo per sentirsi ancora più grandi.
Quindici
Notte cittadina. Notte di persone che stanno per addormentarsi e altre che non ci riescono. Notte di pensieri leggeri che cullano il sonno. Notte di paure e incertezze che lo fanno sparire. "Notte dei pensieri e degli amori per aprire queste braccia verso mondi nuovi" come canta Michele Zarrillo.
Poco più tardi Niki, divertita e soddisfatta, entra nel letto e manda un sms ad Alex.
"Ciao amore, sono tornata a casa e sto andando a letto. Mi manchi."
Alex sorride leggendo, poi risponde. "Anche tu… Sempre. Sei il mio sole notturno, la mia luna di giorno, il mio più bel sorriso. Ti amo.
E tutto sembra sereno. Una leggera brezza notturna, qualche nuvola che sembra scivolare su quel grande tappeto blu. Eppure non è una notte tranquilla.
Più lontano. In un'altra casa. Qualcuno non ne vuol sapere di dormire.
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