Terry Pratchett - La luce fantastica
Здесь есть возможность читать онлайн «Terry Pratchett - La luce fantastica» весь текст электронной книги совершенно бесплатно (целиком полную версию без сокращений). В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Город: Milano, Год выпуска: 1991, ISBN: 1991, Издательство: Mondadori, Жанр: Фэнтези, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.
- Название:La luce fantastica
- Автор:
- Издательство:Mondadori
- Жанр:
- Год:1991
- Город:Milano
- ISBN:88-04-35085-7
- Рейтинг книги:5 / 5. Голосов: 1
-
Избранное:Добавить в избранное
- Отзывы:
-
Ваша оценка:
- 100
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
La luce fantastica: краткое содержание, описание и аннотация
Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «La luce fantastica»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.
La luce fantastica — читать онлайн бесплатно полную книгу (весь текст) целиком
Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «La luce fantastica», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.
Интервал:
Закладка:
Trymon lo stava guardando. Qualcosa lo stava guardando. E ancora gli altri non si erano accorti di nulla. Ma lui sarebbe stato capace di spiegarlo? Trymon sembrava lo stesso di sempre, salvo che per gli occhi e una lieve lucentezza della pelle.
Scuotivento continuava a fissarlo e sapeva che c’erano cose assai peggiori del Male. I demoni dell’inferno potevano torturare la tua anima, ma questo perché tenevano le anime in grande considerazione. Sempre il Male avrebbe cercato di sedurre l’universo, ma almeno lo considerava degno di essere sedotto. Ma il grigio mondo dietro quegli occhi vuoti avrebbe calpestato e distrutto senza nemmeno accordare alle sue vittime la dignità dell’odio. Non le avrebbe neppure notate.
Trymon tese la mano.
— L’Ottavo Incantesimo. Dammelo — ordinò.
Scuotivento indietreggiò.
— Questa è disubbidienza, Scuotivento. Dopo tutto, io sono il tuo superiore. Anzi, sono stato eletto capo supremo di tutti gli Ordini.
— Davvero? — La voce di Scuotivento era rauca. Guardò gli altri maghi. Erano immobili, simili a statue.
— Oh sì — rispose Trymon affabile. — Senza nemmeno bisogno di incitamento da parte mia. Molto democratico.
— Preferivo la tradizione — affermò Scuotivento. — In questo modo perfino i defunti hanno il voto.
— Tu mi darai spontaneamente l’Incantesimo. Devo mostrarti altrimenti che cosa farò? E alla fine sarai costretto sempre a cederlo. Implorerai per avere la possibilità di darmelo.
"Questo è il momento o mai più" pensò Scuotivento.
— Dovrai prenderlo — lo sfidò. — Io non te lo darò.
— Mi ricordo di te — disse Trymon. — Mi ricordo che non eri un granché come studente. Non hai mai avuto fiducia nella magia, dicevi sempre che ci doveva essere un modo migliore per governare un universo. Bene, vedrai. Ho fatto dei piani. Noi possiamo…
— Non noi — replicò con fermezza Scuotivento.
— Dammi l’Incantesimo!
— Prova a prenderlo. — Scuotivento indietreggiò. — Non penso che ne sei capace.
— Oh?
Scuotivento fece un salto di lato mentre una fiammata di ottarino si sprigionò dalle dita dell’altro e lasciò sulle pietre un ammasso di roccia ribollente.
Sentiva l’Incantesimo rintanarsi nelle profondità della sua mente. Sentiva che aveva paura.
Volle raggiungerlo nelle silenziose caverne della sua testa. Quello, colto di sorpresa, si ritirò come un cane di fronte a una pecora impazzita. Lui lo inseguì, incollerito, attraverso i quartieri in disuso e le zone urbane disastrate del suo subconscio, finché lo scovò nascosto dietro un mucchio di ricordi rimossi. Né si curò della sfida che gli veniva lanciata in silenzio.
"È così allora?" gli urlò Scuotivento. "Quando arriva il momento della resa dei conti, tu vai a nasconderti? Hai paura?"
L’Incantesimo ribatté: "Sciocchezze, non puoi credere una cosa simile. Io sono uno degli Otto Incantesimi". Ma Scuotivento, senza lasciarsi smontare, gridò avanzando: "Forse, ma il fatto è che ci credo e tu farai meglio a ricordarti a chi appartiene la testa in cui ti trovi, giusto? Qui dentro, posso credere a tutto ciò che mi pare!".
Evitò con un salto di lato un’altra fiammata che dardeggiò nell’aria arroventata della notte. Con un sogghigno, Trymon fece un gesto complicato con le mani.
Scuotivento si sentì sottoposto a una pressione enorme. Gli pareva che ogni centimetro della sua pelle venisse usato come un’incudine. Cadde in ginocchio.
— Ci sono in serbo molte altre cose peggiori — gli disse Trymon, sempre in tono affabile. — Posso farti bruciare la carne fino alle ossa o riempire di formiche il tuo corpo. Ho il potere di…
— Io ho una spada, sai.
Era una voce che la sfida rendeva stridula.
Scuotivento alzò la testa. Attraverso un velo rossastro di dolore, vide Duefiori che, in piedi dietro a Trymon. reggeva una spada esattamente nella maniera sbagliata.
Trymon scoppiò a ridere e flesse le dita. Per un attimo si distrasse.
Scuotivento era in collera. In collera con l’Incantesimo, con il mondo, con l’ingiustizia di tutto, con il fatto che ultimamente non aveva dormito molto e con il fatto che era incapace di ragionare a dovere. Ma più di tutto era in collera con Trymon, che se ne stava lì pieno della magia che lui, Scuotivento, aveva sempre desiderata ma non aveva mai posseduta, mentre l’altro non ci combinava nulla di buono.
Con un balzo in avanti, sferrò una testata nello stomaco di Trymon e lo strinse in una morsa disperata. Duefiori fu buttato a terra mentre i due, allacciati, scivolavano sulle pietre.
Trymon ringhiò pronunciando la sillaba iniziale di un incantesimo prima che il gomito di Scuotivento lo colpisse selvaggiamente nel collo. Una raffica di magia liberata a casaccio bruciacchiò i capelli del nostro amico.
Scuotivento combatteva come aveva sempre fatto, senza nessuna destrezza o lealtà o tattica, ma con turbinio di colpi. Una strategia per impedire che l’avversario avesse tempo sufficiente per rendersi conto che in realtà lui non era un lottatore molto bravo e nemmeno molto forte. Strategia che spesso funzionava.
Funzionò anche in quella occasione, perché Trymon aveva trascorso troppo tempo nella lettura di antichi manoscritti e aveva trascurato un sano esercizio nonché le vitamine. Riuscì comunque a piazzare diversi colpi, ma Scuotivento era troppo infuriato per accorgersene. Però, mentre lui usava soltanto le mani, Scuotivento adoperava anche le ginocchia, i piedi e perfino i denti.
In effetti, stava vincendo.
Per lui fu un vero e proprio shock.
E ancora di più quando, inginocchiato sul petto di Trymon e colpendolo ripetutamente sulla testa, il viso dell’altro cambiò. La pelle s’increspò e ondeggiò come qualcosa vista nel riverbero del calore. E Trymon parlò.
— Aiutami!
Per un momento i suoi occhi si alzarono su Scuotivento, spaventati, sofferenti, imploranti. Poi non erano più occhi. Ma esseri dai molteplici aspetti su una testa che poteva chiamarsi tale soltanto estendendo la definizione al suo estremo limite. Tentacoli, zampe seghettate, artigli si allungarono per strappare dal corpo di Scuotivento una carne già alquanto scarsa.
Duefiori, la torre, il cielo rosso, tutto svanì. Il tempo trascorreva lento, e si fermò.
Scuotivento azzannò un tentacolo che cercava di portargli via la faccia e che, dal dolore insopportabile, lasciò la presa. Lui lanciò in avanti una mano e sentì spezzarsi qualcosa calda e molliccia.
Loro stavano osservando. Scuotivento girò la testa e vide che stava ora lottando sul pavimento di un enorme anfiteatro. Su ciascun lato, file e file di creature lo fissavano, creature i cui corpi e i cui volti sembravano essere il risultato di orribili incubi. Ebbe appena il tempo d’intravedere dietro a sé esseri ancora peggiori, ombre enormi che si allungavano nel ciclo velato, prima che Trymon il mostro cercasse di colpirlo con un aculeo uncinato delle dimensioni di una lancia.
Scuotivento fece uno scarto di lato e poi si rigirò con le due mani allacciate in un pugno che colse l’essere nello stomaco, o forse il torace, con un colpo che terminò nel gratificante scricchiolio della dura corazza di chitina.
Si scagliò in avanti e lottò, spinto dai terrore di ciò che sarebbe accaduto se si fosse fermato. L’arena spettrale risuonava del pigolio delle creature Sotterranee, un muro di suono frusciante che gli martellava le orecchie mentre combatteva. S’immaginò quel suono riempire il Disco, e sferrò colpo su colpo per salvare il mondo degli uomini, per preservare il piccolo cerchio di luce nella nera notte del caos e chiudere il varco attraverso il quale l’incubo stava avanzando. Ma soprattutto colpiva l’essere mostruoso per evitare di essere colpito a sua volta.
Читать дальшеИнтервал:
Закладка:
Похожие книги на «La luce fantastica»
Представляем Вашему вниманию похожие книги на «La luce fantastica» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.
Обсуждение, отзывы о книге «La luce fantastica» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.