“Mai” urlarono le tenebre. “Mai. Mai. Mai.”
Nella tenda, Daenerys trovò un cuscino di seta delicata pieno di piume. Lo tenne stretto contro il seno e raggiunse nuovamente Drogo, il suo sole-e-stelle. “Voltati indietro, e sarai perduta.” Ogni passo era una sofferenza. Voleva solamente dormire. Dormire e non sognare.
Si inginocchiò, baciò Drogo sulle labbra, poi gli premette il cuscino sul volto.
«Hanno mio figlio.»
«È così, mio signore.» La voce del messaggero inginocchiato al cospetto di lord Tywin Lannister era incrinata dallo sfinimento. Sul petto della casacca lacera, l’emblema del cinghiale pezzato dei Crakehall era parzialmente oscurato da sangue secco.
“Hanno uno dei tuoi figli” pensò Tyrion. Bevve un sorso di vino e rimase in silenzio, continuando a pensare a Jaime. Nel sollevare il braccio, sentì il dolore avvampargli al gomito, riportandogli alla mente il suo breve battesimo bellico. Amava suo fratello, ma non avrebbe voluto essere stato con lui al Bosco dei sussurri nemmeno per tutto l’oro di Castel Granito.
Nell’ascoltare il rapporto del messaggero, sui comandanti e gli alfieri radunati dal lord suo padre era piombata una tetra quiete. Nella vasta, allungata sala comune piena di correnti d’aria, il solo suono oltre alla voce del messaggero era il crepitare del fuoco nel caminetto del muro più lontano.
Dopo l’asprezza della lunga marcia verso sud, l’idea di sia pure una sola notte in una locanda era bastata a risollevare lo spirito a Tyrion… anche se avrebbe preferito che non si trattasse di nuovo di quella locanda, con tutte le sue memorie. Lord Tywin aveva imposto un’andatura da sfiancare ed erano stati in molti a pagarne il prezzo. Gli uomini feriti in battaglia avevano tentato di reggere fino in fondo, ma quelli che non ce la facevano venivano abbandonati al loro destino. Ogni mattina, qualcuno non si risvegliava. Ogni pomeriggio, qualcun altro finiva per crollare sul ciglio della strada. E ogni sera, qualcun altro ancora disertava, perdendosi nel crepuscolo. Più volte Tyrion aveva respinto la tentazione di andare con loro.
Era al piano superiore e si rilassava nell’abbraccio di un letto di piume, con il calore del corpo di Shae contro il proprio, quando il suo scudiero era venuto a svegliarlo: notizie da Delta delle Acque, brutte notizie. E così era stato tutto per niente: precipitarsi a sud, le marce forzate, i corpi abbandonati ai lati della strada. Tutto inutile. Robb Stark aveva raggiunto Delta delle Acque con giorni di vantaggio.
«Come è potuta accadere una cosa simile?» gemette ser Harys Swyft. «Come? Perfino dopo il Bosco dei sussurri, Delta delle Acque era circondata da una cortina di ferro, da un grande esercito… Quale follia ha spinto ser Jaime a dividere i suoi uomini in tre accampamenti separati? Non sapeva quanto ciò li avrebbe resi vulnerabili?»
“Lo sapeva meglio di te, vigliacco senza mento” rimuginò Tyrion. Suo fratello aveva perso Delta delle Acque, certo, ma lo faceva infuriare che Jaime venisse offeso da idioti come Harys Swyft: uno spudorato leccapiedi la cui maggiore impresa era stata sposare la figlia di ser Kevan, senza mento quanto lui, riuscendo in quel modo ad aggregarsi ai Lannister.
«Avrei preso anch’io la stessa decisione» dichiarò ser Kevan, molto più calmo e controllato di quanto Tyrion sarebbe riuscito a essere. «Tu non hai mai visto Delta delle Acque, ser Harys, diversamente sapresti che Jaime aveva ben poche alternative. Il castello si trova alla punta estrema del lembo di terra in cui il Tumblestone confluisce nella Forca Rossa del Tridente. I due fiumi formano due lati di un triangolo. In caso di minaccia, i Tully aprono le chiuse a monte e inondano un vasto fossato, il terzo lato del triangolo. Delta delle Acque si tramuta in un’isola. Le sue mura si innalzano direttamente dall’acqua. Dalla cima delle torri, i difensori hanno una visuale delle sponde opposte per intere leghe attorno. Per chiudere tutti gli accessi, gli assedianti sono costretti a collocare un campo a nord del Tumblestone, un secondo a sud della Forca Rossa e un terzo in mezzo ai due fiumi, a occidente del fossato. Non esiste altro modo, nessun altro.»
«Ser Kevan dice il vero, miei lord» confermò il messaggero. «Attorno agli accampamenti, avevamo eretto barriere di pali acuminati, ma non sono state sufficienti perché ci hanno colti di sorpresa e i fiumi ci tagliavano fuori gli uni dagli altri. Per primo hanno colpito il campo nord. Nessuno si aspettava un attacco. Marq Piper aveva continuato ad assaltare i nostri convogli di rifornimenti, ma non aveva più di una cinquantina di uomini. Così, la notte prima che ci arrivassero addosso, ser Jaime uscì per occuparsi di loro… di quei cinquanta che noi pensavamo fossero. Ci era stato detto che l’esercito Stark si trovava a est della Forca Verde, diretto a sud…»
«E i vostri esploratori?» La faccia di ser Gregor Clegane pareva scolpita in un pezzo di roccia. Il chiarore delle fiamme conferiva una sfumatura arancione alla sua pelle e riempiva di ombre scure i suoi occhi infossati. «Non hanno visto niente? Non vi hanno dato nessun avvertimento?»
«I nostri esploratori hanno continuato a svanire» fu costretto ad ammettere il messaggero insanguinato. «Opera di Marq Piper, abbiamo creduto. E quelli che tornavano non avevano visto niente.»
«A un uomo che non vede niente, non servono occhi» dichiarò la Montagna. «Fateglieli schizzare fuori dalla testa e dateli al prossimo esploratore. Ditegli che sperate che quattro occhi vedano meglio di due… in caso contrario, l’uomo dopo di lui ne avrà sei, di occhi.»
Lord Tywin Lannister si voltò a studiare l’espressione di ser Gregor. A Tyrion non sfuggì il fugace scintillio dell’oro nelle iridi di suo padre, ma non fu in grado di dire se l’occhiata che gettò alla Montagna fosse carica di approvazione o repulsione. Spesso, durante le riunioni, lord Tywin si manteneva silenzioso. Preferiva ascoltare, prima di parlare, atteggiamento che Tyrion si sforzava di emulare. Questa volta, però, il suo silenzio era diverso dal solito. E la sua coppa di vino non era stata toccata.
«Hai detto che hanno attaccato di notte» disse ser Kevan.
«Il Pesce nero guidava l’avanguardia» confermò il messaggero. «Ha eliminato le sentinelle e aperto una breccia nella palizzata per l’assalto principale. Quando i nostri uomini si sono resi conto di cosa accadeva, i cavalieri avevano già superato le trincee e si stavano riversando nell’accampamento con torce e spade in pugno. Io stavo dormendo nel campo occidentale, quello tra i due fiumi. Nel momento in cui abbiamo udito il clamore della battaglia e abbiamo visto le tende incendiate, lord Brax ci ha portati alle zattere e abbiamo tentato di attraversare a forza di pali, ma la corrente ci ha trascinati a valle, e i Tully hanno cominciato a scaricarci addosso massi lanciati dalle catapulte sulle mura. Ho visto una zattera ridotta in pezzi, tre che si rovesciavano, uomini che nuotavano e annegavano… I pochi che sono riusciti a raggiungere l’altra sponda, hanno trovato gli Stark ad aspettarli.»
Ser Flement Brax aveva un tabarro argento e porpora e l’espressione di chi non comprende ciò che sta udendo. «Il lord mio padre…»
«Sono dolente, mio signore. Lord Brax indossava l’armatura quando la sua zattera si è rovesciata. È stato molto valoroso.»
“È stato molto imbecille” pensò Tyrion facendo ruotare la coppa che stringeva in pugno e studiando nelle profondità scarlatte del vino. Attraversare un fiume in piena notte, su una zattera, vestito di ferro e con il nemico in attesa dall’altra parte: se quello era valore, che potesse trionfare la codardia. Si chiese quanto prode si fosse sentito lord Brax mentre il peso dell’armatura lo trascinava sott’acqua.
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