Guardò Harry, che non distolse lo sguardo.
«Credimi» disse Black con voce roca. «Credimi, Harry. Non ho mai tradito James e Lily; sarei morto piuttosto che tradirli».
E infine Harry gli credette. Un nodo alla gola gli impediva di parlare. Così annuì.
«No!»
Minus era caduto in ginocchio, come se il cenno di Harry avesse decretato la sua condanna a morte. Strisciò sulle ginocchia, prostrato, le mani giunte.
«Sirius… sono io… sono Peter… il tuo amico… tu non…»
Black gli sferrò un calcio e Minus si ritrasse.
«I miei vestiti sono già abbastanza sporchi senza che li tocchi tu» disse Black.
«Remus!» squittì Minus, voltandosi verso Lupin, contorcendosi supplichevole davanti a lui. «Tu non ci credi… Sirius non ti avrebbe detto che avevano cambiato programma?»
«Non se avesse pensato che fossi io la spia, Peter» disse Lupin. «Suppongo che tu non me l’abbia detto per questo, vero, Sirius?» disse in tono noncurante guardando al di sopra di Minus.
«Perdonami, Remus» disse Black.
«Di nulla, Felpato, vecchio mio» disse Lupin rimboccandosi le maniche. «E tu, in cambio, perdonerai me per aver creduto che tu fossi la spia?»
«Ma certo» disse Black, e il fantasma di un sorriso balenò sul suo volto scavato. Anche lui prese a rimboccarsi le maniche. «Lo uccidiamo insieme?»
«Sì, direi di sì» disse Lupin cupo.
«Voi non… voi…» esalò Minus, strisciando verso Ron.
«Ron… non sono stato un buon amico… un bravo animaletto? Non lascerai che mi uccidano, Ron, vero… stai dalla mia parte, vero?»
Ma Ron lo guardò con sommo disgusto.
«Ti ho lasciato dormire nel mio letto !» disse.
«Bravo ragazzo… bravo padrone…» Minus avanzò verso Ron a quattro zampe, «non glielo permetterai… Ero il tuo topo… Ero un bravo animaletto…»
«Se sei stato migliore da topo che da umano, non c’è molto di cui andar fieri, Peter» disse Black in tono asciutto. Ron, sempre più pallido per il dolore, trascinò la gamba rotta fuori dalla portata di Minus. Minus si voltò sulle ginocchia, inciampò in avanti e afferrò l’orlo dell’abito di Hermione.
«Dolce ragazzina… brava ragazzina… tu… non lascerai che… aiutami…»
Hermione strappò l’abito dalla presa di Minus e arretrò contro il muro con aria orripilata.
Minus si chinò, tremando in maniera incontrollabile, e voltò lentamente il capo verso Harry.
«Harry… Harry… assomigli tanto a tuo padre… sei come lui…»
«COME OSI RIVOLGERTI A HARRY?» ruggì Black. «COME OSI GUARDARLO? COME OSI PARLARE DI JAMES DAVANTI A LUI?»
«Harry» sussurrò Minus, avanzando verso di lui con le mani tese, «Harry, James non mi avrebbe voluto morto… James avrebbe capito, Harry… avrebbe avuto pietà di me…»
Black e Lupin fecero un passo avanti, afferrarono Minus per le spalle e lo ributtarono a terra. Rimase lì seduto, contorcendosi dal terrore, a guardarli.
«Tu hai venduto Lily e James a Voldemort» disse Black, che a sua volta tremava tutto. «Lo neghi?»
Minus scoppiò a piangere. Era orribile a vedersi, un enorme bambino calvo rannicchiato per terra.
«Sirius, Sirius, che cosa potevo fare? Il Signore Oscuro… non avete idea… possiede armi che non immaginate… ero spaventato, Sirius, non sono mai stato coraggioso come te e Remus e James. Non volevo che succedesse… Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato mi ha costretto…»
«NON MENTIRE!» urlò Black. «GLI PASSAVI INFORMAZIONI DA UN ANNO QUANDO LILY E JAMES SONO MORTI! ERI LA SUA SPIA!»
«Lui… lui stava conquistando tutto!» disse Minus ansante. «Che… che cosa c’era da guadagnare a dirgli di no?»
«Che cosa c’era da guadagnare a combattere il mago più malvagio che sia mai esistito?» chiese Black, un’ira terribile stampata in viso. «Solo vite innocenti, Peter!»
«Tu non capisci!» piagnucolò Minus. «Mi avrebbe ucciso, Sirius!»
«E ALLORA AVRESTI DOVUTO MORIRE!» ruggì Black. «MEGLIO MORIRE CHE TRADIRE I TUOI AMICI! NOI PER TE LO AVREMMO FATTO!»
Black e Lupin si disposero fianco a fianco, le bacchette levate.
«Avresti dovuto capirlo» disse Lupin piano. «Se Voldemort non ti avesse ucciso, l’avremmo fatto noi. Addio, Peter».
Hermione si coprì il viso con le mani e si voltò verso il muro.
«No!» urlò Harry. Corse davanti a Minus, di fronte alle bacchette. «Non potete ucciderlo» disse col fiato mozzo. «Non potete».
Black e Lupin erano stupefatti.
«Harry, questa feccia è il motivo per cui sei orfano» esclamò Black irato. «Questo viscido sudicio essere ti avrebbe guardato morire senza battere ciglio. L’hai sentito. La sua pelle schifosa per lui contava più di tutta la tua famiglia».
«Lo so» disse Harry ansimando. «Lo porteremo al castello. Lo consegneremo ai Dissennatori. Può andare ad Azkaban… ma non uccidetelo».
«Harry!» esclamò Minus, abbracciandogli le ginocchia. «Tu… grazie… è più di quello che merito… grazie…»
«Stammi lontano» disse Harry sprezzante, allontanando da sé le mani di Minus con una smorfia di disgusto. «Non lo faccio per te. Lo faccio perché… non credo che mio padre avrebbe voluto che loro… diventassero assassini… solo per colpa tua».
Nessuno si mosse né fece un rumore tranne Minus, che aveva il respiro affannoso e le mani che annaspavano sul petto. Black e Lupin si guardarono. Poi, con un solo gesto, abbassarono le bacchette magiche.
«Sei il solo ad avere il diritto di decidere, Harry» disse Black. «Ma pensa… pensa a quello che ha fatto…»
«Può andare ad Azkaban» ripeté Harry. «Se c’è qualcuno che merita di stare laggiù, è proprio lui…»
Minus continuava ad ansimare alle sue spalle.
«Molto bene» disse Lupin. «Spostati, Harry».
Harry esitò.
«Voglio legarlo» disse Lupin. «Tutto qui, lo giuro».
Harry si tolse di mezzo. Funi sottili scattarono questa volta dalla bacchetta di Lupin, e un attimo dopo Minus si contorceva per terra, legato e imbavagliato.
«Ma se ti trasformi, Peter» ringhiò Black, anche lui con la bacchetta puntata verso Minus, «allora ti uccideremo. D’accordo, Harry?»
Harry guardò la misera figura sul pavimento e annui in modo che Minus potesse vederlo.
«Bene» disse Lupin assumendo all’improvviso un’aria efficiente. «Ron, io non so aggiustare le ossa bene come Madama Chips, quindi è meglio se per adesso ci limitiamo a immobilizzarti la gamba finché non potremo accompagnarti in infermeria».
Si avvicinò a Ron, si chinò, batté la gamba rotta con la bacchetta e mormorò Ferula. Delle bende si avvolsero attorno alla gamba di Ron, legandola stretta a una stecca. Lupin lo aiutò ad alzarsi; Ron spostò cautamente il peso sulla gamba, senza una smorfia.
«Va meglio» disse, «grazie».
«E il professor Piton?» chiese Hermione con una vocina sottile, guardando Piton lungo disteso per terra.
«Non ha niente di grave» disse Lupin curvandosi su di lui e tastandogli il polso. «Siete stati solo un po’… troppo entusiasti. È ancora privo di sensi. Ehm… forse è meglio non rianimarlo finché non siamo al sicuro nel castello. Possiamo portarlo così…»
Mormorò Mobilicorpus. Come se una serie di fili invisibili fossero stati legati ai suoi polsi, al collo e alle ginocchia, Piton si rizzò in piedi, la testa ciondolante simile a quella di una grottesca marionetta. Rimase sospeso a pochi centimetri da terra, con i piedi che pendevano flosci. Lupin raccolse il Mantello dell’Invisibilità e se lo infilò al sicuro in tasca.
«E due di noi dovrebbero incatenarsi a questo qui» disse Black, dando un colpetto a Minus con la punta del piede. «Per sicurezza».
«Ci penso io» disse Lupin.
Читать дальше
Конец ознакомительного отрывка
Купить книгу