Il viso di Black era più che mai simile a un teschio mentre fissava Minus con quegli occhi impenetrabili.
«Nessuno cercherà di ucciderti finché non avremo chiarito un po’ di cose» disse Lupin.
«Chiarire?» gemette Minus guardandosi freneticamente intorno un’altra volta e studiando le finestre sbarrate e, ancora una volta, l’unica porta. «Sapevo che sarebbe venuto a cercarmi! Sapevo che sarebbe tornato per me! Sono dodici anni che aspetto!»
«Sapevi che Sirius sarebbe fuggito da Azkaban?» chiese Lupin, la fronte aggrottata. «Quando nessuno c’era mai riuscito?»
«Possiede poteri oscuri che tutti noi possiamo solo sognarci!» strillò Minus con voce penetrante. «Come ha fatto altrimenti a uscire di là? Immagino che Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato gli abbia insegnato qualche trucchetto!»
Black scoppiò a ridere, un’orribile risata senza gioia che riempì l’intera stanza.
«Voldemort insegnarmi dei trucchetti?» disse.
Minus si ritrasse come se Black avesse brandito una frusta contro di lui.
«Cos’è, hai paura di sentire il nome del tuo vecchio padrone?» disse Black. «Non ti biasimo, Peter. I suoi seguaci non sono molto soddisfatti di te, vero?»
«Non so… cosa intendi dire, Sirius…» balbettò Minus, il respiro più affannoso che mai. Ora aveva tutto il volto luccicante di sudore.
«Non sono dodici anni che ti nascondi da me » disse Black. «Tu ti nascondi dagli antichi sostenitori di Voldemort. Ho sentito delle voci ad Azkaban, Peter… Credono tutti che tu sia morto, perché altrimenti dovresti spiegare molte cose… Li ho sentiti gridare nel sonno. Sembrano convinti che il doppiogiochista abbia fatto il doppio gioco anche con loro. Voldemort è arrivato ai Potter seguendo le tue informazioni… e Voldemort là è caduto. E non tutti i suoi sostenitori sono finiti ad Azkaban, vero? Ce ne sono ancora molti liberi, che aspettano la loro occasione, fingendo di aver capito l’errore commesso… se mai venissero a sapere che sei ancora vivo, Peter…»
«Non so… di che cosa parli…» disse di nuovo Minus, con voce più stridula che mai. Si asciugò il viso sulla manica e guardò Lupin. «Tu non puoi credere a questa… a questa follia, Remus…»
«Devo ammettere, Peter, che ho qualche difficoltà a capire perché un uomo innocente voglia passare dodici anni da topo» disse Lupin tranquillamente.
«Innocente, ma spaventato!» squittì Minus. «Se i seguaci di Voldemort mi davano la caccia, era perché ho fatto rinchiudere ad Azkaban uno dei loro uomini migliori: la spia, Sirius Black!»
Il volto di Black si contorse.
«Come osi?» ringhiò, improvvisamente simile all’enorme cane che era stato. «Io, la spia di Voldemort? Quando mai ho strisciato attorno a persone più forti e potenti di me? Ma tu, Peter… non capirò mai come ho fatto a non vedere che la spia fin dall’inizio eri tu. Ti è sempre piaciuto avere dei grandi amici che ti proteggessero, vero? Eravamo noi… io e Remus… e James…»
Minus si asciugò di nuovo il viso; ormai quasi boccheggiava.
«Io, una spia… devi essere impazzito… mai… non so come fai a dire una cosa…»
«Lily e James ti hanno scelto come Custode Segreto solo perché gliel’ho detto io» ringhiò Black in tono così velenoso che Minus fece un passo indietro. «Credevo che fosse un piano perfetto… un inganno… Voldemort avrebbe di certo dato la caccia a me, non avrebbe mai immaginato che avessero scelto una creatura debole e ottusa come te… dev’essere stato il momento più bello della tua misera vita, dire a Voldemort che potevi consegnargli i Potter».
Minus borbottava distrattamente; Harry colse alcune parole, come ’incredibile’ e ’follia’, ma quello che notò fu il colore cinereo del suo volto e il modo in cui i suoi occhi continuavano a saettare verso le finestre e la porta.
«Professor Lupin» intervenne Hermione timidamente. «Posso… posso dire una cosa?»
«Certo, Hermione» disse Lupin gentile.
«Be’… Crosta… voglio dire, questo… quest’uomo… sono tre anni che vive nel dormitorio di Harry. Se lavora per Lei-Sa-Chi, perché non ha mai cercato di fare del male a Harry prima d’ora?»
«Ecco!» disse Minus con voce acuta, indicando Hermione con la mano mutilata. «Grazie! Vedi, Remus? Non ho mai torto un capello a Harry! Perché dovrei?»
«Te lo dico io perché» disse Black. «Perché non hai mai fatto niente per nessuno se non hai il tuo tornaconto. Voldemort si nasconde da quindici anni, dicono che sia mezzo morto. Non avevi intenzione di commettere un assassinio proprio sotto il naso di Albus Silente per un mago in rovina, uno che ha perso tutto il suo potere, vero? Volevi essere sicuro che fosse il più forte di tutti prima di tornare da lui, vero? Altrimenti perché ti saresti trovato una famiglia di maghi? Per tenere le orecchie bene aperte, vero, Peter? Così, se il tuo vecchio protettore riconquistava la sua forza ed era possibile riunirsi a lui…»
Minus apri e richiuse la bocca parecchie volte. Sembrava aver perso la parola.
«Ehm… Signor Black… Sirius?» disse Hermione timidamente.
Black sussultò e guardò Hermione come se sentirsi chiamare ’signore’ fosse una cosa da tempo dimenticata.
«Mi scusi se glielo chiedo, ma come… come ha fatto a uscire da Azkaban, se non ha usato la magia nera?»
«Grazie!» ansimò Minus, annuendo freneticamente. «Proprio così! Proprio quello che…»
Ma Lupin lo zittì con uno sguardo. Black guardò Hermione appena rabbuiato, ma non come se fosse arrabbiato con lei. Sembrava piuttosto soppesare la risposta.
«Non so come ho fatto» disse lentamente. «Immagino che l’unico motivo per cui non sono impazzito è che sapevo di essere innocente. Non era un bel pensiero, quindi i Dissennatori non sono riusciti a portarmelo via… ma mi ha conservato il senno, e non ho perso me stesso… mi ha aiutato a mantenere i miei poteri… così quando tutto è diventato… troppo… sono riuscito a trasformarmi nella mia cella… sono diventato un cane. I Dissennatori, sapete, non ci vedono…» Deglutì. «Vanno a tentoni verso le persone captando le loro emozioni… capivano che le mie emozioni erano meno… meno umane, meno complesse quando ero un cane… ma naturalmente hanno pensato che stessi perdendo la testa come tutti gli altri là dentro, e non si sono preoccupati. Ma ero debole, molto debole, e non avevo alcuna speranza di allontanarli da me senza una bacchetta magica…
«Ma poi ho visto Peter in quella foto… Ho capito che era a Hogwarts con Harry… nelle condizioni ideali per agire, se gli fosse giunta voce che il Lato Oscuro stava riprendendo potere…»
Minus scuoteva la testa e muoveva le labbra senza dire niente, ma fissava Black come se fosse ipnotizzato.
«…pronto a colpire nel momento in cui fosse stato sicuro di avere degli alleati… pronto a consegnare loro l’ultimo Potter. Se avesse dato loro Harry, chi avrebbe osato dire che aveva tradito Voldemort? Sarebbe stato riaccolto con grandi onori…
«Quindi, vedete, dovevo fare qualcosa. Ero l’unico a sapere che Peter era ancora vivo…»
A Harry venne in mente quello che il signor Weasley aveva detto alla signora Weasley: Le guardie dicono che parla nel sonno… sempre le stesse parole… ’È a Hogwarts’.
«Era come se qualcuno mi avesse acceso un fuoco nella testa, e i Dissennatori non potevano spegnerlo… non era una sensazione piacevole… era un’ossessione… ma mi diede forza, mi snebbiò la mente. Così, una sera, quando aprirono la porta della mia cella per portarmi il cibo, scivolai alle loro spalle in forma di cane… è molto più difficile per loro avvertire le emozioni di un animale, è difficile tanto da confonderli… io ero magro, abbastanza magro da passare attraverso le sbarre… da cane nuotai fino alla terraferma e da allora ho vissuto nella foresta… tranne quando sono venuto a vedere la partita di Quidditch, naturalmente… voli bene come tuo padre, Harry…»
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