E con un’enorme accelerata era su, galleggiava sopra le tribune, il pesante uovo al sicuro sotto il braccio ancora sano, e fu come se qualcuno avesse appena rialzato il volume: per la prima volta, si accorse del fragore della folla, che urlava e applaudiva forte come i tifosi irlandesi alla Coppa del Mondo…
«Ma guardate!» strillava Bagman. «Ma guardate un po’! Il nostro campione più giovane è stato il più veloce a prendere l’uovo! Bene, ciò abbasserà le quote sul signor Potter!»
Harry vide i guardiani accorrere per domare lo Spinato, e, all’ingresso del recinto, la professoressa McGranitt, il professor Moody e Hagrid che gli correvano incontro e gli facevano tutti segno di avvicinarsi, i sorrisi ben visibili anche a quella distanza. Tornò a volare sulle tribune, mentre il frastuono della folla gli pulsava nelle orecchie, e atterrò dolcemente, il cuore più leggero di quanto non fosse stato da settimane… aveva superato la prima prova, era sopravvissuto…
«Ottimo, Potter!» urlò la professoressa McGranitt mentre lui scendeva dalla Firebolt: detto da lei era un complimento insolito. Notò che le tremavano le mani mentre indicava la sua spalla. «Devi andare da Madama Chips prima che i giudici ti diano i punti… laggiù, ha già dovuto sistemare Diggory…»
«Ce l’hai fatta, Harry!» esclamò Hagrid con voce roca. «Ce l’hai fatta! E proprio contro lo Spinato, te lo ricordi che cos’aveva detto, Charlie, che era il peg…»
«Grazie, Hagrid» disse Harry ad alta voce, in modo che Hagrid non continuasse a blaterare rivelando che gli aveva mostrato i draghi in anticipo.
Anche il professor Moody sembrava molto soddisfatto; il suo occhio magico ballava tra le palpebre.
«Come bere un bicchier d’acqua, Harry» ringhiò.
«Di là, Potter, nella tenda prontosoccorso, per favore…» insistette la professoressa McGranitt.
Harry uscì dal recinto, ancora ansante, e vide Madama Chips in piedi all’ingresso di una seconda tenda. Aveva l’aria agitata.
«Draghi!» esclamò in tono disgustato, trascinando dentro Harry. La tenda era divisa in cubicoli; Harry distinse l’ombra di Cedric attraverso la tela, ma Cedric non sembrava ferito gravemente; era seduto, almeno. Madama Chips esaminò la spalla di Harry, parlando in tono arrabbiato per tutto il tempo. «L’anno scorso i Dissennatori, quest’anno i draghi, cos’altro faranno entrare a scuola l’anno prossimo? Sei molto fortunato… è piuttosto superficiale… devo ripulirla prima di medicarla, però…»
Pulì il taglio con una spruzzata di un liquido violetto che fumava e bruciava, poi gli sfiorò la spalla con la bacchetta e la sentì guarire all’istante.
«Ora, stai lì seduto tranquillo un minuto… seduto! E poi potrai andare a vedere il punteggio».
Si precipitò fuori dalla tenda e Harry la sentì entrare nel cubicolo accanto e chiedere: «Come va adesso, Diggory?»
Harry non voleva star seduto; era ancora troppo carico di adrenalina. Si alzò per vedere che cosa succedeva fuori, ma prima di aver raggiunto l’ingresso della tenda, Hermione entrò di corsa, seguita da Ron.
«Harry, sei stato eccezionale!» disse Hermione con voce roca. C’erano graffi sul suo viso, nei punti in cui aveva affondato le unghie per la paura. «Sei stato straordinario! Davvero!»
Ma Harry stava guardando Ron, che era molto pallido, e lo fissava come se fosse un fantasma.
«Harry» disse in tono molto serio, «chiunque abbia messo il tuo nome in quel Calice… io… io credo che stiano cercando di farti fuori!»
Era come se le ultime settimane non fossero mai passate, come se Harry incontrasse Ron per la prima volta appena dopo essere stato designato campione.
«Ci sei arrivato, eh?» disse freddamente. «Ci hai messo un bel po’».
Hermione stava in mezzo a loro, tesa, guardando dall’uno all’altro. Ron aprì la bocca, incerto. Harry capì che stava per scusarsi e all’improvviso sentì che non aveva bisogno di ascoltarlo.
«È tutto ok» disse, prima che Ron potesse spiccicar parola. «Lascia perdere».
«No» disse Ron. «Non avrei dovuto…»
« Lascia perdere » ripeté Hany.
Ron gli sorrise, imbarazzato, e Harry ricambiò il sorriso.
Hermione scoppiò in lacrime.
«Non c’è niente da piangere!» le disse Harry, sbalordito.
«Voi due siete così stupidi !» gridò lei tra le lacrime, pestando il piede a terra. Poi, prima che uno di loro potesse fermarla, abbracciò tutti e due e sfrecciò via. singhiozzando con tutte le sue forze.
«Quante storie» commentò Ron, scuotendo la testa. «Harry, andiamo, staranno dando il punteggio…»
Prendendo l’uovo d’oro e la Firebolt. più sollevato di quanto non avesse creduto possibile solo un’ora prima, Harry si chinò per uscire dalla tenda, con Ron al fianco, che parlava in fretta.
«Sei stato il migliore, davvero, non c’è paragone. Cedric ha fatto una cosa strana, ha Trasfigurato una pietra per terra… l’ha trasformata in un cane… voleva che il drago lo inseguisse. Be’, è stata una gran bella Trasfigurazione, e ha funzionato, in un certo senso, perché ha preso l’uovo, ma si è anche bruciato: il drago ha cambiato idea a metà strada e ha deciso che preferiva acchiappare lui, se l’è cavata per un pelo. E quella Fleur ha tentato una specie di incantesimo, credo che volesse ipnotizzarlo o roba del genere; be’, ha funzionato, un po’, almeno, il drago era tutto insonnolito, ma poi ha sbuffato, ed è venuto fuori un gran getto di fuoco, e la sua gonna ha preso fuoco: l’ha spenta facendo uscire dalla bacchetta un po’ d’acqua. E Krum — non ci crederai, ma non gli è nemmeno venuto in mente di volare! Probabilmente è stato il migliore dopo di te, comunque. L’ha beccato nell’occhio con un incantesimo. Solo che quello si è messo a calpestare tutto dal dolore e ha schiacciato metà delle uova vere; gli hanno tolto dei punti, non doveva danneggiarle».
Ron riprese fiato mentre lui e Harry raggiungevano lo steccato. Ora che lo Spinato era stato portato via, Harry vide dov’erano seduti i cinque giudici: all’altro capo, in postazioni elevate rivestite d’oro.
«Ciascuno può dare al massimo dieci» disse Ron, e Harry, strizzando gli occhi per vedere dall’altra parte del campo, vide il primo giudice — Madame Maxime — levare per aria la bacchetta. Ne sfuggì quello che parve un lungo nastro d’argento, che si curvò in un grande otto.
«Non male!» esclamò Ron tra gli applausi della folla. «Credo che ti abbia tolto dei punti per via della spalla…»
Poi toccò al signor Crouch, che sparò in aria un nove.
«Sta andando bene!» strillò Ron, dando dei gran colpi nella schiena a Harry.
Poi Silente. Anche lui disegnò un nove. La folla applaudiva più forte che mai.
Ludo Bagman: dieci.
«Dieci?» disse Harry incredulo. «Ma… mi sono fatto male… a che gioco sta giocando?»
«Harry, non lamentarti!» gridò Ron eccitato.
E poi Karkaroff levò la bacchetta. Si fermò un attimo, e poi anche dalla sua bacchetta filò fuori un numero: quattro.
« Cosa? » tuonò Ron infuriato. « Quattro? Tu, sporca canaglia parziale, a Krum hai dato dieci!»
Ma a Harry non importava, non gli sarebbe importato nemmeno se Karkaroff gli avesse dato zero; l’indignazione di Ron valeva almeno cento punti per lui. Non lo disse a Ron, naturalmente, ma il suo cuore era più leggero dell’aria quando si voltò per uscire dallo steccato. E non era solo Ron… non erano solo i Grifondoro quelli che applaudivano nella folla. Quando si era arrivati al dunque, quando avevano visto che cosa doveva affrontare, gran parte dei ragazzi della scuola si erano schierati dalla sua parte, come da quella di Cedric… non gli importava dei Serpeverde, ora poteva sopportare qualunque insulto da parte loro.
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