Harry, invece, rimase indietro.
«Fred… George… aspettate un attimo».
I gemelli si voltarono. Harry aprì il baule ed estrasse la vincita del Tremaghi.
«Prendetelo» disse, e ficcò il sacchetto nelle mani di George.
«Cosa?» disse Fred, sbalordito.
«Prendetelo» ripeté Harry con decisione. «Io non lo voglio».
«Sei pazzo» disse George, cercando di restituirlo a Harry.
«No» disse Harry. «Prendetelo voi, e andate avanti con le vostre invenzioni. È per il negozio di scherzi».
«È pazzo» disse Fred, con sgomento.
«Sentite» disse Harry con fermezza. «Se non lo prendete voi, lo butto in un tombino. Non lo voglio e non mi serve. Ma un po’ di risate mi farebbero bene. Un po’ di risate farebbero bene a tutti. Ho la sensazione che ben presto ne avremo bisogno più del solito».
«Harry» disse George debolmente, soppesando il sacchetto con il denaro, «ci devono essere un migliaio di galeoni qui dentro».
«Sì» disse Harry, con un gran sorriso. «Pensa quante Crostatine Canarine fanno».
I gemelli lo fissarono stupefatti.
«Solo una cosa, non dite a vostra madre dove li avete presi… anche se può darsi che non abbia più tanta voglia di farvi entrare al Ministero, adesso che ci penso…»
«Harry» esordì Fred, ma Harry estrasse la bacchetta.
«Senti» disse in tono deciso, «prendilo, o ti sparo un incantesimo. Adesso ne so di belli. Fatemi solo un favore, ok? Comprate a Ron un abito da sera, e ditegli che è un regalo da parte vostra».
Uscì dallo scompartimento prima che potessero aggiungere qualcosa, scavalcando Malfoy, Tiger e Goyle, che erano ancora lunghi distesi, coperti di ammaccature di incantesimi.
Zio Vernon lo stava aspettando oltre la barriera. La signora Weasley era lì vicina. Abbracciò stretto Harry quando lo vide, e gli sussurrò all’orecchio: «Credo che Silente ti lascerà venire da noi più avanti. Teniamoci in contatto, Harry».
«Ci vediamo, Harry» disse Ron, dandogli una manata sulla schiena.
«Arrivederci, Harry!» esclamò Hermione, e poi fece una cosa che non aveva mai fatto prima: gli diede un bacio sulla guancia.
«Harry… grazie» borbottò George, mentre Fred annuiva al suo fianco.
Harry gli strizzò l’occhio, si voltò verso zio Vernon e lo seguì in silenzio fuori dalla stazione. Non era ancora il caso di preoccuparsi, si disse salendo sul sedile posteriore dell’auto dei Dursley.
Come aveva detto Hagrid, quel che sarà sarà… e quando fosse stato il momento, l’avrebbe affrontato.
FINE
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