J. Rowling - Harry Potter e il calice di fuoco

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Harry Potter e il calice di fuoco: краткое содержание, описание и аннотация

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È un momento cruciale nella vita di Harry: ormai è un mago adolescente, vuole andarsene dalla casa degli odiosi Dursley, vuole sognare la Cercatrice del Corvonero per cui ha una cotta tremenda... Intanto, grandiosi avvenimenti si stanno preparando alla scuola di Hogwarts, dove si svolgerà un torneo tra tutte le più importanti scuole di magia. E nonostante non abbia ancora 16 anni, età per iscriversi alla competizione, Harry viene scelto dal Calice di Fuoco per superare prove terrificanti: si troverà faccia a faccia con la morte, come sempre per colpa del perfido Voldemort; e con l’amore.
Vincitore del premio Hugo per il miglior romanzo in 2001.

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Caramell apriva e chiudeva la bocca come se le parole non riuscissero a esprimere la sua indignazione.

«La seconda misura che devi prendere, e subito» lo incalzò Silente, «è mandare messaggeri ai giganti».

«Messaggeri ai giganti?» strillò Caramell, ritrovando la favella. «Che follia è questa?»

«Tendi loro la mano dell’amicizia, ora, prima che sia troppo tardi» disse Silente, «o Voldemort li convincerà, come ha fatto in passato, che lui solo tra i maghi potrà restituire loro diritti e libertà!»

«Tu… non puoi parlare seriamente!» esclamò Caramell con voce soffocata, scuotendo la testa e arretrando ancora da Silente «Se la comunità magica avesse sentore del fatto che ho avvicinato i giganti… la gente li odia, Silente… la fine della mia carriera…»

«Sei accecato» disse Silente alzando la voce, l’aura di potere palpabile attorno a lui, gli occhi dardeggianti, «dall’amore per la poltrona che occupi, Cornelius! Dai troppa importanza, come hai sempre fatto, alla cosiddetta purezza di sangue! Non riesci a vedere che non è importante ciò che si è alla nascita, ma ciò che si diventa! Il tuo Dissennatore ha appena distrutto l’ultimo membro di una famiglia di sangue purissimo e quanto mai antica — e guarda che cos’ha scelto di fare quell’uomo della sua vita! Te lo dico ora: prendi i provvedimenti che ti ho suggerito, e verrai ricordato come uno dei più grandi e coraggiosi Ministri della Magia che abbiamo mai avuto. Scegli di non agire, e la storia ti ricorderà come l’uomo che si è fatto da parte, quello che ha concesso a Voldemort una seconda possibilità di distruggere il mondo che abbiamo cercato di ricostruire!»

«Follia» borbottò Caramell, indietreggiando ancora. «È pazzo…»

E poi calò il silenzio. Madama Chips era immobile ai piedi del letto, le mani sulla bocca. La signora Weasley era ancora accanto a Harry, la mano posata sulla sua spalla per impedirgli di alzarsi. Bill, Ron e Hermione fissavano Caramell, sbalorditi.

«Se la tua ostinazione nel chiudere gli occhi ti conduce a questo, Cornelius» rispose Silente, «allora qui le nostre strade si dividono. Devi comportarti come ritieni giusto. E io… io mi comporterò come ritengo giusto».

La voce di Silente non aveva alcun cenno di minaccia, suonava come una pura constatazione, ma Caramell s’irrigidì come se Silente avanzasse verso di lui con la bacchetta sfoderata.

«Ora, senti un po’, Silente» disse, agitando un dito minaccioso. «Ti ho lasciato carta bianca, sempre. Ho nutrito molto rispetto per te. Posso anche non essermi trovato d’accordo con alcune tue decisioni, ma sono stato generoso. Non sono molti coloro che ti avrebbero permesso di assumere lupi mannari, o di tenere Hagrid, o di decidere cosa insegnare ai tuoi studenti senza risponderne al Ministero. Ma se hai intenzione di agire contro di me…»

«Il solo contro cui intendo agire» lo interruppe Silente, «è Voldemort. Se sei contro di lui, Cornelius, allora restiamo dalla stessa parte».

A questo, Caramell parve non trovare risposta. Oscillò avanti e indietro sui piccoli piedi per un attimo, rigirando la bombetta tra le mani.

Alla fine, con un cenno di supplica nella voce, disse: «Non può essere tornato, Silente, non è possibile…»

Piton si fece avanti e superò Silente, sollevando la manica della veste. Tese l’avambraccio e lo mostrò a Caramell, che si ritrasse.

«Ecco» disse Piton con voce roca. «Ecco. Il Marchio Nero. Non è netto come un’ora fa, quando è diventato scuro, ma si vede ancora. Ogni Mangiamorte è stato marchiato a fuoco così dal Signore Oscuro. Era un modo per riconoscerci, e per convocarci a lui. Quando lui toccava il Marchio di qualunque Mangiamorte, dovevamo Smaterializzarci, e Materializzarci immediatamente al suo fianco. È dall’inizio dell’anno che questo Marchio ha cominciato a diventare più evidente. Anche quello di Karkaroff. Perché crede che Karkaroff sia fuggito stanotte? Abbiamo sentito entrambi il marchio bruciare. Abbiamo capito entrambi che era tornato. Karkaroff teme la vendetta del Signore Oscuro. Ha tradito troppi dei suoi vecchi compagni per essere certo di essere il benvenuto».

Caramell si allontanò anche da Piton. Scosse la testa. Pareva che non avesse capito una parola di quello che Piton aveva detto. Fissò, apparentemente disgustato, l’orrendo marchio sul braccio di Piton, poi alzò gli occhi verso Silente e sussurrò: «Non so a che cosa state giocando tu e i tuoi colleghi, Silente, ma ne ho abbastanza. Non ho altro da aggiungere. Mi metterò in contatto con te domani, per discutere la gestione di questa scuola. Ora devo tornare al Ministero».

Era quasi alla porta quando si fermò. Si voltò, ripercorse la corsia e si fermò davanti al letto di Harry.

«La tua vincita» disse asciutto, estrasse un sacchetto gonfio dalla tasca e lo lasciò cadere sul comodino di Harry. «Mille galeoni. Doveva esserci una cerimonia di consegna, ma date le circostanze…»

Si premette la bombetta in testa e uscì dalla stanza, sbattendo la porta. Non appena se ne fu andato, Silente si rivolse al gruppo che attorniava il letto di Harry.

«C’è del lavoro da fare» disse. «Molly… ho ragione di credere di poter contare su di te e su Arthur?»

«Ma cerco» rispose la signora Weasley. Era pallidissima, ma decisa. «Lui sa com’è fatto Caramell. È solo per passione per i Babbani che Arthur è rimasto al Ministero per tutti questi anni. Caramell è convinto che ad Arthur manchi il doveroso orgoglio di mago».

«Allora ho bisogno di mandargli un messaggio» disse Silente. «Tutti coloro che riusciamo a convincere della verità devono essere avvertiti immediatamente, e Arthur è in una buona posizione per avvicinare i membri del Ministero che non sono miopi come Cornelius».

«Vado io da papà» disse Bill, alzandosi. «Ci vado subito».

«Ottimo» disse Silente. «Raccontagli cos’è successo. Digli che fra breve mi metterò direttamente in contatto con lui. Dovrà comportarsi con discrezione, però. Se Caramell pensasse che interferisco…»

«Lasci fare a me» disse Bill.

Batté una mano sulla spalla di Harry, baciò sua madre sulla guancia, s’infilò il mantello e uscì rapido dalla stanza.

«Minerva» disse Silente, rivolto alla professoressa McGranitt, «voglio vedere Hagrid nel mio ufficio il più presto possibile. E anche — se acconsente a venire — Madame Maxime».

La professoressa McGranitt annuì, e uscì senza una parola.

«Poppy» disse Silente a Madama Chips, «saresti così gentile da scendere nell’ufficio del professor Moody? Credo che troverai un’elfa domestica di nome Winky in uno stato di profonda prostrazione. Fai quello che puoi per lei, e riaccompagnala in cucina. Credo che Dobby si occuperà di lei».

«Molto… molto bene» disse Madama Chips allarmata, e uscì.

Silente si assicurò che la porta fosse chiusa, e che i passi di Madama Chips si fossero spenti, prima di parlare di nuovo.

«E ora» disse «è venuto il momento che due di noi si riconoscano per ciò che sono. Sirius… ti prego di riprendere il tuo solito aspetto».

Il grosso cane nero guardò Silente, poi, in un attimo, si trasformò in un uomo.

La signora Weasley urlò e fece un balzo indietro.

«Sirius Black!»

«Mamma, zitta!» gridò Ron. «È un amico!»

Piton non aveva urlato né si era ritratto, ma aveva un’espressione di rabbia mista a terrore.

«Lui!» ringhiò, fissando Sirius, il cui volto esprimeva altrettanto disgusto. «Che cosa ci fa qui?»

«È qui dietro mio invito» spiegò Silente, spostando lo sguardo dall’uno all’altro, «come te, Severus. Ho fiducia in tutti e due. È ora che mettiate da parte i vecchi dissapori e vi fidiate l’uno dell’altro».

Per Harry, Silente chiedeva quasi un miracolo. Sirius e Piton si squadravano con il più profondo disprezzo.

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