Joanne Rowling - Harry Potter e la camera dei segreti

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Harry Potter e la camera dei segreti: краткое содержание, описание и аннотация

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Continuano le avventure dell’apprendista stregone più famoso del mondo. Lo avevamo lasciato alla bizzarra Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, dove aveva sconfitto il terribile Lord Voldemort. Lo ritroviamo ora alle prese con alcuni insegnanti come il severissimo professor Piton o come il vanesio professor Allock. Ma, soprattutto, alle prese con una serie di strani episodi che cominciano a capitare nella scuola. Molti studenti cadono vittime di un incantesimo che li trasforma in pietra: la causa sembra essere una terrificante creatura che si nasconde nella misteriosa Camera dei Segreti…

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«Dipende da dove vuoi andare, Harry» disse. «Non è mai troppo presto per pensare al futuro, per questo ti suggerirei Divinazione. La gente dice che Babbanologia sia una scelta al ribasso, ma personalmente penso che i maghi dovrebbero conoscere a fondo la società dei non-maghi, specie se pensano di lavorare in stretto contatto con loro… Guarda mio padre: lui ha a che fare tutto il tempo con i Babbani. Mio fratello Charlie è stato sempre amante dell’aria aperta e quindi ha scelto Cura delle Creature Magiche. Scegli le materie in cui sei forte, Harry».

Ma l’unica cosa per cui Harry sentiva di essere tagliato era il Quidditch. Alla fine scelse le stesse nuove materie di Ron, pensando che se lui si fosse rivelato una schiappa almeno avrebbe avuto un amico da cui farsi aiutare.

La prossima partita di Quidditch il Grifondoro l’avrebbe giocata contro i Tassorosso. Baston insisteva per allenare la squadra tutte le sere dopo cena, per cui Harry non aveva tempo per altro che non fossero il Quidditch e i compiti. Ma le sessioni di allenamento stavano migliorando, o quantomeno si facevano più all’asciutto, e la sera della vigilia dell’incontro Harry salì nel suo dormitorio per posare il manico di scopa con la sensazione che le probabilità dei Grifondoro di vincere la coppa non erano mai state tanto alte.

Ma l’allegria fu di breve durata. In cima alle scale incontrò Neville Paciock che pareva fuori di sé.

«Harry… io non so chi è stato. Ho semplicemente trovato…»

Fissandolo spaventato, Neville spalancò la porta.

Il contenuto del suo baule era stato sparpagliato dappertutto. Il mantello giaceva a terra, strappato. Il pigiama era stato tolto da sotto il cuscino, il cassetto del comodino era stato tirato fuori e il contenuto sparso sul materasso.

Harry si avvicinò al letto, a bocca aperta, calpestando alcune pagine strappate del volume Trekking con i troll.

Mentre rifaceva il letto, aiutato da Neville, entrarono Ron, Dean e Seamus. Dean imprecò ad alta voce.

«Cosa diavolo è successo, Harry?»

«Non ne ho la più pallida idea» rispose lui. Intanto, Ron esaminava i vestiti: tutte le tasche erano state rivoltate.

«Qui è venuto qualcuno a cercare chissà che» disse Ron. «Manca niente?»

Harry cominciò a raccogliere tutte le sue cose, buttandole alla rinfusa dentro il baule. Ma solo quando vi ebbe scaraventato dentro l’ultimo libro di Allock si accorse di quel che mancava.

«Il diario di Riddle non c’è più» disse sottovoce a Ron.

« Cosa? »

Harry si girò nervosamente verso la porta della stanza e Ron uscì dietro di lui. Scesero di corsa nella sala comune del Grifondoro, mezza deserta, e si avvicinarono a Hermione che, tutta sola, stava leggendo un libro dal titolo Metodo semplificato per la lettura delle Antiche Rune.

La notizia la lasciò sbalordita.

«Ma… soltanto un Grifondoro può averlo rubato… nessun altro conosce la nostra parola d’ordine…»

«Proprio così» commentò Harry.

La mattina dopo, al risveglio, diede loro il buongiorno un bel sole e un venticello fresco.

«Condizioni perfette per il Quidditch» disse Baston entusiasticamente al tavolo della colazione, riempiendo di uova strapazzate i piatti dei giocatori. «Dacci dentro, Harry, devi fare una colazione decente».

Harry continuava a scrutare l’affollato tavolo dei Grifondoro, chiedendosi se per caso il nuovo proprietario del diario di Riddle non si trovasse proprio di fronte a lui. Hermione aveva insistito perché denunciasse il furto, ma a lui l’idea non piaceva. Avrebbe dovuto raccontare tutto a un insegnante; ma quanti sapevano il motivo per cui Hagrid era stato espulso, cinquant’anni prima? Non voleva certo essere lui a riportare a galla quella storia.

Aveva appena lasciato la Sala Grande insieme a Ron e Hermione per andare a prendere il suo equipaggiamento da Quidditch, quand’ecco che un’altra angoscia si aggiunse al già nutrito elenco delle sue preoccupazioni. Non aveva fatto in tempo a poggiare un piede sul primo gradino della scala di marmo che la udì di nuovo: « Uccidere adesso… fare a pezzi… squartare… »

Lanciò un grido e Ron e Hermione si ritrassero allarmati.

«La voce!» esclamò Harry guardandosi alle spalle. «L’ho sentita di nuovo… e voi?»

Ron scosse il capo con gli occhi sbarrati. Hermione, invece, si batté una mano sulla fronte.

«Harry… credo proprio di aver capito una cosa! Devo andare in biblioteca!»

E sparì di corsa su per le scale.

«Chissà che cosa ha capito…» disse Harry disorientato mentre si guardava ancora intorno cercando di individuare da dove provenisse la voce.

«Molto più di quanto abbia capito io» disse Ron scuotendo la testa.

«Ma perché ha dovuto andare in biblioteca?»

«Perché Hermione è fatta così» disse Ron stringendosi nelle spalle. «Nel dubbio, vai in biblioteca».

Harry non si mosse, indeciso, cercando di udire di nuovo la voce, ma ormai tutti stavano uscendo dalla Sala Grande parlando a voce alta e imboccavano la porta principale diretti al campo di Quidditch.

«Meglio che ti muovi» lo incalzò Ron. «Sono quasi le undici… la partita».

Harry salì di corsa alla torre del Grifondoro per prendere la sua Nimbus Duemila e poi si unì alla folla che sciamava verso il campo; ma con la mente era ancora al castello, dove aveva udito la voce. Mentre negli spogliatoi s’infilava la tuta scarlatta, la sua unica consolazione fu il pensiero che in quel momento tutti erano fuori per la partita.

Le squadre entrarono in campo tra uno scrosciare di applausi. Oliver Baston decollò per un volo di riscaldamento intorno ai pali delle porte, Madama Bumb mise in campo le palle. I Tassorosso, che giocavano in tuta giallo canarino, riuniti a capannello, stavano terminando le consultazioni sulla tattica di gioco.

Harry stava per montare sulla sua scopa quando la McGranitt entrò in campo quasi di corsa, con in mano un enorme megafono viola.

Harry si sentì gelare il sangue.

«La partita è stata annullata» annunciò la McGranitt, rivolta allo stadio gremito. Si udirono fischi e grida. Oliver Baston, sconvolto, planò a terra e si precipitò verso la McGranitt senza neanche scendere dalla scopa.

«Ma professoressa» gridò, «noi dobbiamo giocare… la coppa… il Grifondoro… »

Lei lo ignorò e continuò a parlare al megafono: «Tutti gli studenti tornino nelle sale comuni delle rispettive Case, dove i Responsabili forniranno ulteriori informazioni. Più in fretta possibile, per favore!»

Poi abbassò il megafono e fece cenno a Harry di raggiungerla.

«Potter, è meglio che tu venga con me…»

Chiedendosi come mai questa volta si potesse sospettare di lui, Harry vide Ron staccarsi dalla folla in tumulto e raggiungere di corsa lui e la McGranitt che si erano incamminati verso il castello. Con sua grande sorpresa, lei non ebbe niente da obiettare.

«Sì, forse è meglio che venga anche tu, Weasley».

Tra gli studenti che passavano loro accanto, alcuni si lamentavano che la partita fosse stata annullata, altri avevano l’aria preoccupata. Harry e Ron seguirono la professoressa dentro la scuola e poi su per la scalinata di marmo. Questa volta, però, non furono accompagnati nell’ufficio di nessuno degli insegnanti.

Stavano per raggiungere l’infermeria quando la professoressa McGranitt disse con voce stranamente dolce: «Avrete un grande shock. C’è stato un altro attentato… duplice questa volta».

Harry si sentì torcere le budella. La professoressa McGranitt spalancò la porta e lui e Ron entrarono.

Madama Chips era china su una ragazza del quinto anno dai lunghi capelli ricciuti. Harry la riconobbe per la Corvonero cui avevano chiesto casualmente informazioni sulla sala di ritrovo dei Serpeverde. E sul letto vicino al suo c’era…

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