Margaret Weis - La guerra dei gemelli
Здесь есть возможность читать онлайн «Margaret Weis - La guerra dei gemelli» весь текст электронной книги совершенно бесплатно (целиком полную версию без сокращений). В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Жанр: Фэнтези, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.
- Название:La guerra dei gemelli
- Автор:
- Жанр:
- Год:неизвестен
- ISBN:нет данных
- Рейтинг книги:3 / 5. Голосов: 1
-
Избранное:Добавить в избранное
- Отзывы:
-
Ваша оценка:
- 60
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
La guerra dei gemelli: краткое содержание, описание и аннотация
Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «La guerra dei gemelli»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.
La guerra dei gemelli — читать онлайн бесплатно полную книгу (весь текст) целиком
Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «La guerra dei gemelli», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.
Интервал:
Закладка:
«No,» rispose Caramon, «non mio fratello. Qui, lui ed io ci separiamo. Lui ha la sua vita da vivere e, me ne sono finalmente accorto, io ho la mia.» Appoggiò la mano sulla spalla di Garic.
«Raggiungi Pax Tharkas. Tu e Michael fate quanto potete per aiutare quelli che riusciranno ad arrivare fin là sani e salvi a sopravvivere all’inverno.»
«Ma...»
«È un ordine, Sir Cavaliere,» l’interruppe Caramon, con asprezza.
«Sì, signore.» Garic distolse lo sguardo da Caramon, passandosi rapidamente la mano sugli occhi.
Caramon, un’espressione gentile sul volto, mise un braccio sulle spalle del giovane. «Che Paladine sia con te, Garic,» disse stringendolo a sé. Guardò gli altri, lì vicino. «Possa essere con tutti voi.»
Garic sollevò lo sguardo stupito su di lui, le lacrime gli luccicavano sulle guance. «Paladine?» chiese con voce amara. «Il dio che ci ha abbandonati?»
«Non perdere la tua fede, Garic,» lo ammonì Caramon, alzandosi in piedi con una smorfia di dolore. «Anche se non puoi credere nel dio riponi la fiducia nel tuo cuore. Ascolta la sua voce al di sopra del Codice della Misura. E un giorno capirai.»
«Sì, signore,» mormorò Garic. «E... possa qualsiasi divinità in cui credi essere con te, signore.»
«Credo che lo siano state,» disse Caramon, sorridendo mesto, «e lo sono state per tutta la mia vita. Soltanto, sono stato troppo testardo e non ho voluto ascoltare. Adesso sarà meglio che andiate.»
Ad uno ad uno salutò gli altri giovani cavalieri, fingendo d’ignorare i loro virili tentativi di nascondere le lacrime. Rimase profondamente commosso nel vedere il loro dolore al momento del commiato, un dolore che condivideva con loro ad un punto tale che avrebbe potuto accasciarsi e mettersi a piangere lui stesso come un bambino.
Con cautela, i Cavalieri aprirono la porta e sbirciarono fuori nel corridoio. Era vuoto, salvo per i cadaveri. I Dewar se n’erano andati e Caramon non aveva alcun dubbio che quella tregua sarebbe durata quel tanto che bastava per permetter loro di riorganizzarsi. Forse stavano aspettando l’arrivo di rinforzi. Poi avrebbero attaccato la stanza delle mappe e finito quei pochi umani.
Con la spada in pugno, Garic condusse i suoi Cavalieri fuori nel corridoio chiazzato di sangue, con l’intenzione di seguire le indicazioni piuttosto confuse di Tas sul modo in cui raggiungere i livelli più bassi della fortezza magica. (Tas si era anche offerto di disegnare per loro una mappa, ma Caramon aveva dichiarato che non ce n’era il tempo.)
Quando, infine, i Cavalieri se ne furono andati, e l’ultima eco dei passi si fu spenta in distanza, Tas e Caramon s’incamminarono a loro volta, ma nella direzione opposta. Prima di avviarsi, comunque, Tas recuperò il proprio coltello dal corpo di Argat.
«E tu, una volta, mi avevi detto che un pugnale come questo sarebbe servito soltanto ad uccidere dei conigli rabbiosi,» esclamò Tas, con orgoglio, ripulendo la lama dal sangue prima d’infilarselo alla cintura.
«Non parlare di conigli, adesso,» disse Caramon, con una voce strana e piena di tensione tale che Tas lo guardò, e rimase sorpreso nel constatare come il suo volto fosse diventato d’un pallore mortale.
Capitolo sedicesimo.
Questo era il suo momento, il momento che era venuto per affrontare. Il momento per il quale aveva sopportato il dolore, le umiliazioni, l’angoscia della sua vita. Il momento per il quale aveva studiato, combattuto, si era sacrificato... aveva ucciso.
Lo assaporò, lasciando che il potere scorresse su di lui e attraverso lui, lasciando che lo circondasse, lo sollevasse. Nessun altro suono, nessun altro oggetto, nient’altro al mondo esisteva per lui in quel momento, salvo il Portale e la magia.
Ma già mentre esultava per quel momento, la sua mente era intenta al lavoro. I suoi occhi studiarono il Portale, studiarono con attenzione ogni singolo particolare, anche se realmente non era necessario. L’aveva visto una miriade di volte nei suoi sogni, sia quando dormiva sia da sveglio. Gli incantesimi per aprirlo erano semplici, niente di troppo elaborato o complesso. Ognuna delle cinque teste di drago che circondavano e sorvegliavano il Portale doveva esser propiziata con l’esatta frase.
A ognuna bisognava rivolgersi nel corretto ordine. Ma, una volta che ciò fosse stato fatto e il chierico dalle vesti bianche avesse esortato Paladine a intercedere e a tenere aperto il Portale, sarebbero entrati. E il Portale si sarebbe richiuso alle loro spalle.
E lui si sarebbe trovato ad affrontare la sua più grande sfida.
Il pensiero lo eccitava. Il cuore che gli batteva rapido gli faceva montare il sangue nelle vene, gli faceva pulsare le tempie, palpitare la gola. Guardando Crysania, annuì. Il momento era giunto.
Il chierico, la faccia arrossata per l’accresciuta eccitazione e con gli occhi che già le brillavano per la radiosità dell’estasi generata dalle sue preghiere, prese posto direttamente all’interno del Portale, di fronte a Raistlin. Questa mossa esigeva che riponesse la più totale, completa, ferma fiducia in lui.
Una sillaba pronunciata male, il respiro sbagliato nel momento sbagliato, il minimo lapsus linguale, o un gesto errato della mano, sarebbero stati fatali a lei, e a lui stesso.
Così gli antichi (escogitando dei sistemi per sorvegliare quella temuta porta che, a causa della loro follia, non potevano chiudere) avevano cercato di proteggerla. Che uno stregone dalle Vesti Nere, il quale aveva commesso le orrende azioni che essi sapevano che dovevano venir commesse per arrivare a quel punto, e un chierico di Paladine, puro nella fede e nell’anima, si fidassero implicitamente l’uno dell’altro, era per loro una supposizione ridicola.
Eppure era successo una volta: vincolati dal falso fascino dell’uno e dalla perduta fede dell’altro, Fistandantilus e Denubis avevano raggiunto quel punto. E a quanto pareva, adesso sarebbe successo di nuovo, con due vincolati da qualcosa che gli antichi, malgrado tutta la loro saggezza, non avevano previsto: un amore strano, sacrilego.
Entrando nel Portale, guardando Raistlin per l’ultima volta in questo mondo, Crysania gli sorrise. E lui le sorrise in risposta già mentre le parole del primo incantesimo si formavano nella sua mente.
Crysania sollevò le braccia. Adesso i suoi occhi guardavano al di là di Raistlin, fissando il brillante, bellissimo regno dove dimorava il suo dio. Crysania aveva sentito le ultime parole del Gran Sacerdote, conosceva l’errore che lui aveva commesso: un errore d’orgoglio, esigendo dal dio, nella sua arroganza, ciò che invece avrebbe dovuto chiedere in umiltà.
In quel momento Crysania era arrivata a capire per quale motivo gli dei avevano, nella loro giusta collera, inflitto al mondo la distruzione. E aveva altresì saputo nel suo cuore che Paladine avrebbe risposto alle sue preghiere, mentre non aveva risposto a quelle del Gran Sacerdote. Quello era il momento della grandezza per Raistlin, ma era anche il suo.
Come il Santo Cavaliere, Huma, lei aveva superato le prove. La prova del fuoco, dell’oscurità, della morte e del sangue. Era pronta. Era preparata.
«Paladine, Drago di Platino, la tua fedele servitrice viene davanti a te e t’implora di concederle la tua benedizione. I suoi occhi sono aperti alla tua luce. Infine ella comprende ciò che tu, nella tua saggezza, hai cercato d’insegnarle. Ascolta le sue preghiere, Radioso. Sii con lei. Apri questo Portale, in modo che lei possa entrare e avanzare reggendo la tua torcia. Cammina con lei mentre cerca di bandire per sempre l’oscurità.»
Raistlin trattenne il fiato. Tutto dipendeva da questo! Aveva avuto ragione, su di lei? Possedeva la forza, la saggezza, la fede? Era davvero la prescelta di Paladine?...
Читать дальшеИнтервал:
Закладка:
Похожие книги на «La guerra dei gemelli»
Представляем Вашему вниманию похожие книги на «La guerra dei gemelli» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.
Обсуждение, отзывы о книге «La guerra dei gemelli» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.