Al momento quindi il lavoro poteva venir lasciato a Praffen. Il problema che il capitano aveva discusso con Stakendee meritava qualche approfondimento. Le vasche di biorigenerazione erano facili da trasferire a terra e probabilmente avrebbe potuto procedere senza incidere troppo sui lavori già in corso per sciogliere il ghiaccio. Ma se nel frattempo arrivava un’altra inondazione capace di spingere la Kwembly chilometri e chilometri a valle, le cose si sarebbero messe male senza biorigenerazione. Il sistema era a ciclo chiuso e si basava su un certo numero di vasche contenenti piante tipiche di Mesklin, mantenute in vita con l’energia sviluppata dai generatori. Per arrivare a definire il numero sufficiente di colture necessarie a rigenerare l’aria erano stati necessari numerosi calcoli: troppe piante avrebbero rischiato di morire per mancanza di cure, in quanto spettava all’equipaggio prendersi cura delle vasche. Comunque, poteva ordinare di portarne fuori una buona parte e lasciare il resto sulla Kwembly per poi allargare le colture in caso le circostanze obbligassero a decidere tra rimanere sulla Kwembly o scendere a terra. Costruire nuove vasche non era certo difficile, ma ampliare le colture al punto di fornire idrogeno per tutto l’equipaggio sia a terra che sulla Kwembly avrebbe senz’altro preso tempo.
Certe volte era un peccato dover passare attraverso gli esseri umani per comunicare con gli altri. Uno degli obiettivi principali dell’equipaggio della Esket era modificare il vecchio sistema di biorigenerazione o produrne uno diverso in grado di rispondere alle esigenze di una maggiore popolazione. Per quanto Dondragmer ne sapeva, il nuovo sistema poteva essere realtà già da mesi.
I suoi pensieri vennero interrotti da una chiamata.
— Capitano, sono Benj Hoffman. Sarebbe possibile sistemare una delle telecamere in modo da poter osservare lo svolgimento dei lavori? Forse la telecamera sul ponte è la più adatta, in quanto basta installarla a tribordo e rivolgerla verso prua.
— Darò subito l’ordine — replicò Dondragmer. — Stavo giusto pensando che sarebbe meglio se qualcuno dei vostri ingegneri potesse seguire i lavori.
Dato che la telecamera pesava meno di duecento chili nella gravità di Dhrawn, era solo la sua forma disgraziata per i mescliniti che causava dei problemi: il loro impaccio poteva paragonarsi a quello di un umano che cerca di sollevare una scatola di cartone grande quanto un frigorifero. Ma spingendo la telecamera lungo il ponte invece di sollevarla, il marinaio chiamato da Dondragmer riuscì a sistemarla in posizione nel giro di pochi secondi. Dopo un po’ risuonò nuovamente la voce del ragazzo.
— Grazie capitano, ora va bene. Riusciamo a vedere il terreno e quello che mi sembra il portello principale, oltre a parte dei suoi mescliniti che lavorano sul tubo metallico. Difficile calcolare le distanze, ma ora so quanto è grande la Kwembly e quanto dista il portello principale dal ponte. Calcolando le dimensioni in base alla lunghezza dei suoi mescliniti, direi che le luci consentono una visuale di quarantacinque, cinquanta metri oltre il portello.
Dondragmer ne fu sorpreso. — Io riesco a vedere molto più in là… no, aspetti, convertendo il vostro sistema decimale la differenza non è poi così pronunciata, ma senza dubbio vedo molto più distante. I miei occhi debbono esser meglio dei meccanismi contenuti nelle vostre telecamere. Ma mi auguro che lei non stia guardando solo questo schermo; gli altri schermi della Kwembly sono facili per lei da vedere? Voglio rimanere in stretto contatto con la squadra di ricerca appena partita. Dopo ciò che è accaduto a Reffel voglio seguire i loro progressi passo dopo passo.
Dondragmer dovette lottare con la sua coscienza per pronunciare queste parole. Da un lato era quasi certo che Reffel avesse coperto di proposito la lente della telecamera, anche se non sapeva perché questa mossa si era resa necessaria più di quanto lo sapesse Barlennan; dall’altro, disapprovava il gran segreto che circondava tutto l’affare della Esket. Non avrebbe mai rovinato i piani di Barlennan agendo di testa sua, ma non gli sarebbe dispiaciuto se gli umani avessero scoperto che qualcosa non quadrava. Comunque, esisteva anche la possibilità che Reffel si fosse trovato veramente nei guai e in questo caso qualcosa era successo a pochi chilometri da loro: strano che nessuno dei due piloti fosse tornato a riferire l’accaduto.
In breve, Dondragmer aveva una buona scusa ma non gradiva il pensiero di averne bisogno. Ma dopotutto era scomparso anche Kervenser.
— Tutti e quattro gli schermi della Kwembly sono qui davanti a me — lo rassicurò Benj. — Al momento sono qui seduto da solo, anche se il salone è pieno di gente. Mia madre si trova a qualche metro di distanza, davanti agli schermi della Esket. Le hanno riferito che prima qualcosa si è mosso nel laboratorio? Il signor Mersereau sta discutendo vivacemente con il dottor Aucoin — (Barlennan avrebbe dato mezza chela per sentire quella frase). — Alle altre consolle lavorano circa dieci uomini, ma non conosco nessuno molto bene. Lo schermo di Reffel è ancora vuoto. In qualche stanza della Kwembly cinque mescliniti stanno lavorando, ma non saprei dire su che cosa. La squadra di ricerca da lei inviata continua ad avanzare. Posso vedere solo a pochi metri da loro, e naturalmente in una sola direzione. Le luci delle loro torce elettriche sono molto meno intense di quelle della Kwembly. Se si presenta una situazione di emergenza o qualcosa si avvicina al gruppo potrei vederlo addirittura in ritardo dallo schermo. In ogni caso, non riuscirei mai ad avvisarli in tempo per via dell’intervallo di trasmissione. — Forse è meglio riferirglielo — affermò Dondragmer. — Il gruppo fa capo a Stakendee, che non parla però la vostra lingua in modo soddisfacente. Credo che conti molto sul vostro aiuto per scansare eventuali pericoli. Temo proprio di averlo convinto che il vostro apparecchio possa diventare prezioso in caso di guai. Per favore, gli dica che l’unico scopo del prendimmagini è mantenere uno stretto contatto tra il suo gruppo e la Kwembly.
La risposta del ragazzo si fece attendere per un bel po’ anche considerando i tempi di trasmissione. Probabilmente aveva iniziato a ritrasmettere il messaggio senza prendersi il disturbo di chiudere la comunicazione con lui. Il capitano decise di non dare importanza alla cosa. Benj Hoffman era molto giovane, e lui aveva molte altre faccende in grado di occuparlo più produttivamente. Iniziò quindi a seguire un altro lavoro fino a quando il volto di Benj non ricomparve sullo schermo.
— Ho preso contatto con Stakendee e ho riferito la sua richiesta. Mi ha promesso che presterà la massima attenzione, ma non è molto lontano dalla Kwembly e si trova ancora tra i massi del letto del fiume. Mi ha detto di ricordarle che gli ordini erano di procedere verso ovest per un po’. Credo si trovi ancora sulla mappa, anche se non riuscirei mai a distinguere una certa area tra tutte quelle rocce, interrotte ogni tanto da pozze ghiacciate da cui affiorano altre rocce ancora. Se il terreno rimane così non vedo come si possa sperare in qualche risultato positivo. Persino arrampicandosi su uno dei massi più grandi non si riuscirebbe a vedere molto distante. Gli elicotteri non sono molto grossi, e voi non siete certamente molto alti.
— Ne abbiamo già parlato tra noi quando abbiamo organizzato il gruppo — rispose Dondragmer — In effetti, la ricerca difficilmente darà esiti positivi se i piloti sono morti o feriti. Comunque, sappiamo per certo che oltre l’area costellata di macigni si estende una pianura spoglia, il cui fondo dovrebbe essere costituito di sola roccia. In ogni caso, è sempre possibile che Kervenser o Reffel siano in grado di farsi vedere, oppure di chiamare aiuto se il gruppo passa loro vicino. Certamente di notte è più facile farsi sentire che vedere. Infine, qualsiasi cosa sia responsabile della loro scomparsa può essere di taglia tanto grossa da farsi scoprire facilmente.
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