Entrambi però capirono che qualsiasi cosa facessero per cercare di rimediare al pasticcio combinato poteva contraddire quello che Barlennan o Dondragmer avrebbero fatto una volta coordinate le idee. Ma concertare l’azione era impossibile. Dopo qualche istante Stakendee pensò di rivolgersi a Kabremm come se si trattasse di Reffel o di Kervenser, ma alla fine dubitò dell’efficacia dell’espediente. Easy Hoffman doveva sentirsi molto sicura per erompere in un’esclamazione del genere e una smentita da parte di Kabremm avrebbe aiutato poco, anche perché probabilmente Kabremm non sapeva dei due elicotteri mancanti.
La donna umana non aveva aggiunto altro all’esclamazione. Probabilmente attendeva la risposta. Cosa aveva visto durante quel breve lasso di tempo!
Anche Barlennan aveva sentito l’urlo di Easy. Nonostante la distanza, in quel momento si trovava in una posizione insolitamente simile a quella di Stakendee. Poteva solo ipotizzare il motivo per cui Kabremm si trovava nelle vicinanze della Kwembly, anche se la scomparsa dei due elicotteri lo aveva preparato per un’eventualità del genere. Solo uno dei tre dirigibili in servizio veniva impiegato per le comunicazioni tra la seconda colonia e la base; gli altri erano affidati al controllo di Destigmet con compiti di ricognizione ed esplorazione. Tuttavia, Dhrawn era tanto grande da rendere la presenza di uno di essi vicino alla Kwembly un’autentica coincidenza.
Comunque, ormai era successo. Pura sfortuna, si disse Barlennan, dovuta soprattutto al fatto che l’unico umano capace di riconoscere Kabremm seguiva in quel momento la scena. Pertanto gli umani ora sapevano che l’equipaggio della Kwembly non era scomparso nel nulla. Nessuno aveva pensato a una simile possibilità e quindi non esisteva una storia plausibile che Kabremm potesse raccontare senza paura di contraddirsi all’esame dei fatti. Forse Dondragmer sarebbe riuscito a riempire il vuoto; dopotutto, aveva avuto a disposizione un po’ di tempo per pensare e, indipendentemente dalla sua opinione sull’inganno della Esket, non era tipo da tirarsi indietro davanti a una decisione. Difficile comunque capire cosa potesse mai fare; Barlennan non aveva idea di come rispondere quando la questione sarebbe saltata fuori, né tantomeno sapeva cosa avrebbe risposto Dondragmer. Forse il modo migliore di uscirne era affermare con convinzione la propria estraneità ai fatti e rimettersi completamente al rapporto di Dondragmer. Perlomeno il capitano sarebbe riuscito a impedire che qualche risposta avventata di Kabremm, che aveva fatto proprio una figura da imbecille, compromettesse tutto una seconda volta.
Per buona pace della sua tranquillità mentale, Barlennan non capì veramente dove era avvenuto l’incontro. Pochi secondi prima del suo urlo Easy gli stava dicendo che Benj aveva visto qualcosa su uno degli schermi della Kwembly, altrimenti avrebbe pensato che Kabremm fosse inavvertitamente entrato nel campo ottico di una delle telecamere della Esket. In effetti non sapeva nulla della spedizione partita alla ricerca dei due piloti dispersi e quindi pensò che l’incontro fosse avvenuto all’esterno della Kwembly e non a sette chilometri di distanza. Per i mescliniti però quei sette chilometri equivalevano a sette anni luce data l’impossibilità di comunicare al di là della portata della propria voce. Bisognava per forza passare dagli umani e quindi Dondragmer poteva solo fare quello che si preparava a fare lui: aspettare. In ogni caso, almeno sul momento il capitano della Kwembly ebbe l’idea buona per sbloccare la situazione.
Anche Dondragmer udì l’esclamazione di Easy Hoffman e molto più forte di Barlennan, dato che si trovava proprio davanti allo schermo. Comunque, tutto questo rappresentava per lui solo un diversivo; la sua attenzione andava piuttosto ad alcune parole pronunciate da Benj con noncuranza. Il loro effetto fu tale da spingerlo a interrompere una comunicazione con una chiamata urgente, cosa che in genere veniva accuratamente evitata. — Ascoltatemi! — esclamò. — Prima di procedere oltre con le speculazioni vorrei ricevere maggiori informazioni su quell’acqua… quella di cui Benj ha riferito e che si trova a poca distanza dal gruppo di ricerca. Se si tratta di un corso d’acqua, questi sono i miei ordini: Stakendee con due aiutanti deve risalirlo portando con sé il prendimmagini per informare voi, e quindi me, della sua natura e delle sue origini e in particolare se il flusso di liquido sembra aumentare. Gli altri invece debbono discenderlo fino a scoprire quanto vicino arriva alla Kwembly. Una volta accertatolo debbono tornare immediatamente a bordo. Mi occuperò più tardi dell’identità del nuovo venuto. Comunque, sono lieto del risultato positivo della spedizione. Per tornare al corso d’acqua, se saltasse fuori che rappresenta l’inizio del nuovo disgelo dobbiamo smettere immediatamente qualsiasi attività e concentrare tutti gli sforzi nella rimozione delle colture idroponiche prima che sia troppo tardi: non basta portarle fuori dalla Kwembly, dobbiamo trasportarle completamente fuori dalla valle. Questi sono gli ordini, e vanno eseguiti al più presto.
Questa richiesta cominciò ad arrivare alla stazione subito dopo la ricezione a terra dell’urlo di Easy e sollevò Kabremm e Stakendee dall’obbligo di dire qualcosa. Mersereau e Aucoin non c’erano e quindi Benj ripetè l’ordine ai membri del gruppo senza creare difficoltà. Dopo qualche esitazione, Easy si ripromise di approfondire i suoi dubbi in seguito e iniziò a riferire gli ultimi sviluppi a Barlennan. Se Dondragmer riteneva possibile una nuova emergenza sentiva di dover operare in modo da non mettergli i bastoni tra le ruote: dopotutto era lui che rischiava. In ogni caso, non riuscì a staccare gli occhi dallo schermo su cui era comparso Kabremm. Come poteva trovarsi lì? La sua presenza necessitava una spiegazione. Ma l’emergenza fece il gioco di Barlennan.
Dopo aver riferito dell’ordine di Dondragmer, Easy pensò bene di aggiungervi un rapporto che chiarì molte cose a Barlennan.
— Non ho idea di che quadro abbia della situazione, comandante, perché gli avvenimenti si stanno succedendo piuttosto confusamente. Dopo la scomparsa degli elicotteri, Dondragmer ha inviato una spedizione dotata di telecamera in cerca di Reffel e Kervenser. Questo è il gruppo che ha scoperto il corso d’acqua che preoccupa tanto Dondragmer e che allo stesso tempo ha trovato Kabremm. Non ho idea di come possa essere arrivato fin lì, a migliaia di chilometri dalla Esket, ma immagino che Dondragmer lo interrogherà e ci riferirà la sua storia non appena possibile. Mi sono domandata spesso se lui e gli altri non erano ancora vivi, ma mi sembrava impossibile dopo tanto tempo. Sapevo che il sistema di biorigenerazione può venir rimosso e installato in un campo provvisorio in caso il veicolo debba venir abbandonato, ma sembrava che dalla Esket non fosse stato portato via nulla. Questa notizia rappresenta una grande novità e fornisce una speranza: che voi mescliniti possiate vivere da qualche parte su Dhrawn senza bisogno dell’aiuto umano.
La risposta di Barlennan si limitò a un generico “ricevuto” con qualche distratto ringraziamento di prammatica. L’ultima frase di Easy aveva dato in qualche modo un nuovo corso ai suoi pensieri.
Benj prestò scarsa attenzione alle parole di sua madre dato che doveva prestare attenzione a quello che stava facendo. Ripeté gli ordini di Dondragmer alla spedizione e vide il gruppo dividersi come richiesto, anche se mancò di notare la confusione causata da Kabremm quando raccontò a Stakendee come era giunto fin lì. Successivamente il ragazzo riferì al capitano mesclinita dell’inizio della missione. Si comportò complessivamente come dovuto, anche se non poté evitare di metterci del suo tra la serie di comunicazioni che si intrecciavano.
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