Sheri Tepper - Pianeta di caccia

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Pianeta di caccia: краткое содержание, описание и аннотация

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Marjorie Westriding Yrarier è stata inviata sul pianeta Grass per rispondere a un misterioso interrogativo: un contagio si sta spargendo fra le stelle, un’epidemia mortale che minaccia di distruggere la razza umana. Nessun pianeta ne è rimasto immune, tranne Grass. Perché?
Poco si conosce di Grass, se non che si tratta di un luogo idilliaco, dove la natura è assolutamente intatta e l’ambiente conserva un perfetto equilibrio. Interamente coperto dalle più strane varietà di vegetazione che si possano immaginare, il pianeta è un’autentica anomalia cosmica. Un gruppo di famiglie giunte secoli prima per colonizzarlo hanno edificato rapidamente una nuova società, ignorando la presenza aliena e creando un’aristocrazia che ruota attorno all’evento della Caccia. Con il passare delle generazioni, la vita su Grass e i vari usi e costumi sono sempre più sprofondati nel mistero e la Caccia, evento già ben noto sulla Terra, si è ora trasformato in uno strano rito, tremendo e inquietante. Già, perché qual è la vera natura e la vera funzione delle creature che partecipano alla Caccia, che cosa si nasconde dietro questo ciclico rituale e soprattutto... qual è la preda? Come ben presto intuisce Lady Westriding, su questo strano pianeta lontano milioni di chilometri vi sono più misteri di quanti se ne possano immaginare.
Un romanzo originalissimo, magistrale nel ritratto di un’ecologia aliena e nello studio dei
Nominato per i premi Hugo e Locus per in 1990.

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Interessato, ma senza comprendere, Jerril domandò: — Olimpiadi?

— Una manifestazione sportiva terrestre che comprende varie discipline, fra cui l’ippica — spiegò gentilmente Marjorie. Senza dubbio gli Yrarier sapevano ben poco a proposito di Grass, ma anche i Grassiani ignoravano molte cose sul conto degli Yrarier. — Ho partecipato alla corsa ad ostacoli, vale a dire una gara in cui il cavallo deve saltare una barriera così alta che gli impedisce di vedere oltre. — Accorgendosi che l’obermun non capiva, ella tagliò corto: — Oltre alla corsa ad ostacoli, ho partecipato anche al dressage, che è una competizione molto tranquilla, nonché alle gare di resistenza, che invece non lo sono affatto. In queste specialità ho vinto alcune medaglie d’oro. Anche Roderigo ha vinto varie competizioni. Per la verità, è proprio per questo che ci siamo conosciuti. — Sorrise, facendo un gesto di scusa, giacché era evidente che il poveraccio non capiva niente di tutto quello che gli stava raccontando. — Per concludere, posso essere chiamata lady Westriding, o signora Yrarier, oppure maestro di caccia, anche se naturalmente quest’ultimo titolo è appropriato soltanto durante la caccia. Non esiste forse, qua su Grass, un titolo specifico attribuito agli ambasciatori, o più in particolare alle loro mogli? Sarebbe conveniente se sapessi quale titolo è meglio accetto.

Nonostante l’ignoranza delle usanze terrestri, Jerril aveva seguito alla perfezione il discorso di Marjorie: — Non credo proprio che vi sia un titolo specifico, signora Yrarier — meditò. — I titoli coniugali sono usati soltanto dai capifamiglia, e soltanto tra le famiglie «bon». Ogni famiglia ha un obermun e una obermum, che sono quasi sempre marito e moglie, ma possono essere anche madre e figlio. Attualmente esistono sette famiglie aristocratiche, che sono ormai divenute molto vaste: Haunser, Damfels, Maukerden, Laupmon, Smaerlok, Bindersen, e Tanlig. Queste sono le famiglie i cui nomi sono preceduti dal «bon». Un figlio nato da una unione fra membri di queste famiglie riceve il cognome dal padre o dalla madre, a seconda della famiglia di cui è entrato a far parte, e lo conserva in futuro anche dopo il matrimonio.

— Ah — rifletté Marjorie. — Così, incontrando una donna o un fanciullo, non saprò.

— Non ne saprete la parentela, lady Westriding, o almeno, non la apprenderete dal nome. Siamo un popolo campagnolo, che occupa soltanto una piccola porzione del pianeta. Molto tempo fa, fuggimmo dall’oppressione della Santità e dall’affollamento della Terra. — Così dicendo, Jerril incarcò le sopracciglia, manifestando di aver compreso la distinzione sulla quale Marjorie aveva insistito. — Perciò non intendiamo permettere che la tirannia religiosa e l’eccessivo incremento demografico si sviluppino su Grass. Sebbene alcune estancia siano andate perdute, non ne abbiamo mai aggiunta nessuna a quelle originali, tranne naturalmente Collina d’Opale, che però non è stata costruita da noi. Non soltanto ci conosciamo a vicenda, bensì conosciamo anche tutti i nostri reciproci antenati fino all’epoca della colonizzazione, e tutte le relazioni, e la paternità e la maternità di tutti i figli. Mi sembra appropriato che siate chiamata Marjorie Westriding, oppure lady Westriding, in modo che il titolo vi collochi al livello sociale che vi spetta, secondo il vostro diritto. Quanto alle vostre conoscenze sull’appartenenza famigliare altrui, ebbene, avrete bisogno di qualcuno che ne sia al corrente, quindi credo di potervi raccomandare un segretario, magari membro di una famiglia collaterale.

— Collaterale? — Marjorie inarcò un sopracciglio, perplessa, rabbrividendo lievemente a causa del freddo che regnava nella sala.

Subito Jerril suggerì, sollecito: — Vedo che avete freddo. Volete tornare agli appartamenti invernali? Ancora per qualche settimana si starà meglio dabbasso, benché la primavera sia imminente.

Lasciarono così la fredda sala e i lunghi corridoi gelidi per scendere la scala che conduceva agli appartamenti invernali, dove le stanze erano riscaldate dal fuoco e illuminate dalle lampade.

Con un sospiro di sollievo, Marjorie si lasciò cadere su un soffice divano dai colori vivaci: — Ebbene, mi stavate suggerendo di assumere come segretario un «membro di una famiglia collaterale»?

— Una persona imparentata con un bon, ma per parte di un solo genitore, magari con lo stesso cognome, però senza «bon».

— Ah, la mancanza del «bon» è dunque un grave svantaggio? — Nel dir questo, Marjorie sorrise per far capire che scherzava.

Tuttavia Jerril rispose con una tale gravità da rendere inequivocabile che su quell’argomento non si poteva affatto scherzare: — Significa che si ha un genitore plebeo, e che quindi non si può vivere in una estancia, se non come servo o dipendente, né si può partecipare ai balli estivi. Chi ha un cognome senza «bon» non può intervenire alla Caccia.

Ah — mormorò Marjorie fra sé e sé, chiedendosi se lord Roderigo Yrarier e sua moglie sarebbero stati considerati abbastanza «bon» per cacciare o partecipare ai balli estivi.

Forse era proprio questa la ragione del ritardo coi cavalli, nonché dell’atteggiamento assunto dall’obermun quando Marjorie gli aveva accennato alla eventuale partecipazione degli Yrarier alla Caccia. Forse si dubitava in qualche modo dello status dei diplomatici. Poveri cavalli, che giacevano ancora freddi, come morti, incapaci persino di contrarre i muscoli, senza il calore della stalla, senza biada; e sognavano, ammesso che i cavalli sognassero, di un ostacolo troppo alto da saltare e di pascoli verdeggianti, sempre irraggiungibili.

— Vi sono estremamente grata per la vostra gentilezza, obermun bon Haunser — dichiarò Marjorie. — Domani manderò Anthony all’astroporto con uno degli aeromobili che ci avete così premurosamente fornito. Potreste inviare qualcuno ad aiutarlo con i cavalli, e magari procurarci un rimorchio oppure un autocarro?

— È proprio questo il nostro problema, lady Westriding: la nostra cultura non consente la circolazione di automezzi nelle praterie. I vostri cavalli dovranno essere trasportati con un velivolo. Su Grass non si guida da nessuna parte: si vola, e il più silenziosamente possibile. Naturalmente fanno eccezione l’astroporto e la Città Plebea, dove le strade sono del tutto lecite perché la zona è circondata dalla foresta.

— Molto interessante — mormorò Marjorie. — Comunque sono certa che vi occuperete del trasporto dei cavalli nel migliore dei modi. Poi, se sarete così gentile da raccomandarmi una o due persone che conoscano le usanze di Grass, potrei cominciare ad arredare la residenza e conoscere alcuni dei nostri vicini.

Jerril s’inchinò: — Certamente, lady Westriding, certamente. Requisiremo un aviocarro ai plebei. E fra una settimana organizzeremo tutto affinché possiate assistere alla Caccia che si terrà nell’estancia dei bon Damfels, così avrete occasione di conoscere molti dei vostri ospiti. — Ciò detto, si accomiatò con un inchino. Lasciata la stanza, salì la scala per uscire attraverso i vuoti appartamenti estivi, infine chiamò l’altro bon e se ne andò con lui.

Meditando sul fatto che bon Haunser aveva detto «ospiti» anziché «vicini», Marjorie si domandò se avesse voluto sottolineare il significato implicito di tale distinzione: personalmente, ella ne era ben consapevole.

— Cos’è successo? — domandò Rigo, dal corridoio che conduceva agli uffici.

— L’obermun bon Haunser mi stava spiegando che i cavalli non sono stati ancora rianimati — rispose Marjorie, volgendosi a fronteggiare il marito.

Snello e non meno aristocratico dell’obermun, Rigo vestiva completamente di nero, tranne il colletto a strisce rosse e purpuree che era la sua insegna di ambasciatore. La sua persona e le sue proprietà erano inviolabili, immuni da qualsiasi accusa o confisca, pena una rappresaglia da parte della Santità, la quale però era troppo remota, nonché troppo impegnata ad affrontare i suoi problemi interni e gli orrori dell’epoca, per poter compiere qualsiasi ritorsione. Poco prima, Rigo aveva ammesso di sentirsi inquieto. Ora sembrava circonfuso di tenebra e aveva la tipica espressione che Marjorie definiva, ma soltanto fra sé e sé, «faccia torva»: le labbra serrate in una sorta di dura smorfia, e gli occhi neri ombreggiati dalle folte sopracciglia, lievemente appannati dalla stanchezza.

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