Don voltò le spalle al microfono, e scoprì che il comandante delle forze venusiane lo stava studiando, con aria enigmatica.
«Lei sa chi è il suo amico?»
«Chi è?» Don sibilò il nome venusiano, e poi aggiunse, «Si fa chiamare ‘Sir Isaac Newton’.»
«È tutto quello che sa?»
«Be’, credo di sì.»
«Uhm…» L’ufficiale fece una pausa, poi proseguì, «Tanto vale che lei sappia quel che mi ha influenzato. ‘Sir Isaac’, come lei lo chiama, discende in linea diretta dall’Uovo Originale, posto nel fango di Venere nel giorno della Creazione. È per questo che non posso far niente, nel suo caso. Attendente!»
Don si lasciò accompagnare fuori, e non disse niente. I terrestri che si erano lasciati convertire alla religione dominante di Venere erano casi più unici che rari; non si trattava, infatti, di una fede che cercasse proseliti. Ma nessuno ne rideva; tutti la prendevano molto seriamente. Un terrestre su Venere può non credere nell’Uovo Divino, e in tutto ciò che esso implica; ma tra le paludi e nel fango e sotto le nebbie del pianeta, il terrestre trova più conveniente… e molto più sicuro… parlarne con estremo rispetto.
Sir Isaac era un Figlio dell’Uovo! Don provò quel vago rispetto, quel confuso timore che colpisce anche il più convinto democratico quando egli si trova di fronte a un monarca di antica nobiltà. Ebbene… lui aveva parlato con lui, proprio come se fosse stato un vecchio drago qualsiasi… per esempio, uno di quelli che vendevano verdura nel mercato cittadino.
Ben presto, però, cominciò a considerare la cosa in termini più pratici. Se esisteva qualcuno, su Venere, capace di aiutarlo in qualche maniera nella sua determinazione di raggiungere Marte, probabilmente Sir Isaac era la persona adatta, l’unica capace di riuscirci. Rifletté sul nuovo e inatteso sviluppo della situazione… e si rese conto che, dopotutto, le sue probabilità di raggiungere la famiglia non erano scomparse.
Ma Don non poté vedere subito il suo amico venusiano. Egli venne condotto a bordo del Nautilus , insieme ai passeggeri del Cammino della Gloria diretti a Venere, e a un manipolo di tecnici di Circum-Terra che avevano dichiarato la loro fedeltà a Venere, e non alla Terra. E quando egli scoprì che Sir Isaac era stato trasferito a bordo della Valchiria era ormai troppo tardi per fare qualcosa.
La bandiera del comandante del corpo di spedizione, Alto Commodoro Higgins, fu trasferita da Circum-Terra al Nautilus, e Higgins passò immediatamente alla realizzazione della seconda parte del suo colpo di mano. L’occupazione di Circum-Terra era stata eseguita praticamente senza spargimento di sangue; il successo era dipeso dalla scelta del tempo, e dal fattore sorpresa. Ora il resto dell’operazione doveva essere condotto a termine prima che una discrepanza nei tempi di trasferimento venisse notata sulla Terra.
Il Nautilus e la Valchiria erano già stati preparati ai loro lunghi viaggi; l’equipaggio dell’ Alta Marea era stato fatto sbarcare, per venire rispedito sulla Terra, ed era stato sostituito da un equipaggio formato da componenti della squadra venusiana; anche il traghetto lunare era stato rifornito ed equipaggiato per il volo interplanetario. Benché l’astronave fosse stata concepita e realizzata per coprire il breve tragitto tra la stazione spaziale e la Luna, era perfettamente in grado di attraversare i milioni di chilometri che separavano la Terra da Venere. Il volo spaziale non è un problema di distanze, ma di livelli di potenziale gravitazionale; il balzo da Circum-Terra a Venere richiedeva un dispendio di energia minore di quello necessario per combattere la terribile battaglia contro la gravità del campo terrestre, nel tragitto da Nuova Chicago a Circum-Terra.
L’ Alta Marea partì lungo una parabola ampia, estremamente economica; avrebbe compiuto l’intero viaggio per Venere in caduta libera. La Valchiria partì invece in una grande vampata dei razzi propulsori, che la scagliarono in un’orbita rapida, quasi piatta, iperboloide; sarebbe arrivata su Venere forse ancor prima del Nautilus. Il Nautilus fu l’ultimo a partire, perché l’Alto Commodoro Higgins aveva un’ultima cosa da fare, prima di distruggere la stazione spaziale… una trasmissione televisiva sulla rete mondiale.
Tutte le trasmissioni in collegamento mondiale partivano, o venivano ritrasmesse, dal centro per telecomunicazioni di Circum-Terra. Da quando il Nautilus , come un cosmico cavallo di Troia, si era accostato a Circum-Terra, le forze di occupazione venusiane avevano lasciato proseguire normalmente tutte le trasmissioni. L’ufficiale di stato maggiore del commodoro Higgins che aveva la responsabilità della propaganda e della guerra psicologica scelse, come momento più adatto per annunciare alla Terra l’avvenuto colpo di mano, l’orario di trasmissione usualmente occupato da « Steve Brodie Dice… », la rubrica del più popolare commentatore di attualità, che veniva ascoltato da un enorme pubblico, in tutto il pianeta. Il programma del signor Brodie seguiva immediatamente il teleromanzo a puntate «La Famiglia Kallikak», che teneva avvinti almeno due miliardi di telespettatori… e questo rendeva ancor più favorevole il momento scelto dagli attaccanti per annunciare il successo della loro azione al mondo intero.
Finalmente il Cammino della Gloria aveva ricevuto l’autorizzazione di partire per la Terra, con il suo carico di profughi, ma con le radio rese inservibili dai tecnici venusiani. Il Nautilus galleggiava nello spazio, cento miglia più lontano, in orbita di parcheggio, in attesa. All’interno della stazione spaziale, ormai del tutto svuotata di vita… grandi corridoi e raggi e compartimenti silenziosi, scintillare di macchine immote, grandi verande sul cosmo che riflettevano lo scintillare delle stelle… il centro televisivo continuava a svolgere le sue funzioni, senza alcuna supervisione umana. Il discorso del commodoro era già stato registrato; la registrazione era stata inserita nel programmatore, e la trasmissione sarebbe cominciata nel momento esatto in cui il drammone popolare sarebbe finito.
Don assisté alla trasmissione nel grande salone dell’incrociatore cosmico, insieme a un centinaio di altri civili. Tutti gli occhi erano puntati su un enorme televisore che occupava una intera parete del compartimento. Un raggio di emissione, grazie a un particolare allacciamento stabilito tra Circum-Terra e il Nautilus , permetteva all’astronave di captare la trasmissione, e di ritrasmetterla a tutti i centri di ascolto di bordo, in modo che tutti, passeggeri ed equipaggio, potessero assistervi.
Quando l’episodio del giorno del teleromanzo si concluse, e Celeste Kallikak era già stata arrestata per presunto uxoricidio, Buddy Kallikak si trovava ancora in ospedale, con i medici che ne prevedevano la morte, Padre Kallikak era sempre introvabile, scomparso, e Mamma Kallikak era sospettata a sua volta di avere acquistato illegalmente delle razioni… ma affrontava l’accusa coraggiosamente, serena, nella convinzione che soltanto i buoni muoiono giovani, dopo il solito intermezzo pubblicitario («Il Solo Sapone con Contenuto Vitaminico Garantito, per una sempre più grande Vi-ta-mi-tà!») sullo schermo apparve la sigla del programma di Steve Brodie, la scia di un razzo che si condensava formando i lineamenti del commentatore, mentre una voce sonora ruggiva: «Steve Brodie con OGGI , le notizie di domani!»
La sigla sparì bruscamente, lo schermo si fece lattescente, e una voce annunciò:
«Interrompiamo questo programma per trasmettere uno speciale notiziario.» Lo schermo tornò a riempirsi, questa volta dei lineamenti del commodoro Higgins.
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