Sandy emise improvvisamente un ruggito di sorpresa e soddisfazione, tanto che la donna in stato di incoscienza emise un gemito e si girò su se stessa. Le avevano eccome due bombole! L’unico problema era che una delle due era vuota.
Quando Sandy riuscì finalmente a scoprire come fare per trasferire l’aria da una bombola all’altra, Marguery aveva smesso di gemere da un pezzo. Sembrava che stesse dormendo e non sembrava avere nessuna intenzione di risvegliarsi, nemmeno quando Sandy le diede uno scossone prendendola per le spalle.
Sandy le infilò la bombola sulle spalle, si fissò la maschera sul volto e iniziò la lunga camminata subacquea. Seguendo a ritroso i loro passi, si trascinò faticosamente giù per la scala a chiocciola reggendo Marguery con un braccio. Quando giunse finalmente al piano sottostante, vide la luce del sole che filtrava attraverso la porta d’ingresso.
Tre minuti più tardi si trovava in superficie, agitando le braccia e gridando in maniera frenetica per farsi notare da un gruppo di persone che lo fissavano sorpresi da una barca di passaggio.
Il corpo degli esseri umani, essendo costantemente esposto all’attacco di ogni tipo di organismi dannosi provenienti dallo stesso ambiente in cui vive, ha sviluppato dei sistemi di autodifesa molto complessi ed efficaci. In caso di attacco esterno, gli anticorpi entrano immediatamente in azione. Le ghiandole secernono sostanze profilattiche che invadono immediatamente il sistema. Il corpo, in pratica, si mobilita per difendersi dall’attacco esterno. Si tratta di un sistema di difesa che funziona ottimamente, ed è proprio per questo che la vita è riuscita a sopravvivere sulla Terra per oltre quattro miliardi di anni. Tuttavia, alle volte la stessa mobilitazione dei sistemi di difesa naturali può causare febbri, pruriti, starnuti, la formazione di brufoli o macchie sulla pelle, o può addirittura far insorgere sincopi vere e proprie. In alcuni casi, può addirittura causare la morte. La sindrome che segue a simili attacchi si chiama “reazione allergica” e a volte può anche risultare più grave dell’attacco originale che l’ha causata.
Quando uno dei medici dell’elicottero di soccorso trovò un po’ di tempo per spiegare tutto ciò a Sandy, questi capì… più o meno. Capì soprattutto che si trattava di una cosa seria. I medici infatti sembravano molto indaffarati. Quando, dopo circa dieci minuti di volo, l’elicottero giunse a Hudson City e si posò su un tetto contrassegnato con una croce rossa, Marguery era tutta avvolta in una serie di coperte, aveva un tubo nel naso, un altro tubo con un ago infilato in una vena del braccio e una maschera che le copriva quasi completamente il volto.
Non parlava più, nemmeno in modo incoerente. Era in stato di incoscienza. Dopo quelle brevi parole di spiegazione iniziali, anche i medici dell’elicottero avevano smesso di parlare. O perlomeno avevano smesso di parlare con Lisandro Washington. Nessuno più lo degnò di uno sguardo, non finché ebbero infilato la lettiga sulla quale si trovava Marguery in un ascensore. A quel punto fecero entrare Sandy in un altro ascensore e gli dissero di aspettare nella sala d’attesa del pronto soccorso. Anche lì però nessuno lo degnò di particolare attenzione, eccetto le altre persone che si trovavano in sala d’attesa con lui; persone con stampelle, o mezze addormentate, alcune con bambini piccoli fra le braccia, altre che passeggiavano nervosamente avanti e indietro in attesa delle prognosi dei loro amici o parenti che si trovavano all’interno.
I sedili disponibili erano composti da esili tubi d’alluminio e stoffa cucita, e Sandy decise di non metterli alla prova con il suo peso. Tanto si sarebbe unito in ogni caso ai vari passeggiatori; l’intera faccenda era un vero e proprio mistero per lui, e non riusciva a togliersi dalla testa l’impressione che in qualche modo (anche se non aveva assolutamente idea di quale modo) fosse tutto colpa sua.
E nessuno gli diceva nulla.
Una ragazzina in pantaloncini corti e scarpe da tennis lo stava fissando da un po’, distratta dal telefilm trasmesso sullo schermo televisivo della sala d’attesa. Aveva in mano un sacchettino di pop-corn preso dalla macchina automatica, ma non lo stava mangiando, poiché aveva il pollice infilato in bocca. Lo tirò fuori giusto il tempo che bastava per chiedere: — Signore, lei è l’uomo venuto dallo spazio?
Sandy le rivolse una smorfia. Non era di umore molto allegro in quel momento. — No — mentì. Perché mai avrebbe dovuto essere sincero se tutt’attorno a lui non vi erano altro che menzogne? — Sono solo un, uh, un normale essere umano che aspetta che sua moglie abbia un figlio.
— Non ci credo — ribatté la bambina con tono critico. — Quando si aspettano i bambini, si va dall’altra parte dell’ospedale. Mio fratellino è stupido; lui si sta facendo togliere una biglia che si è infilato nel naso. Vuoi un po’ di pop-corn?
Sandy scosse il capo e si allontanò per bere un po’ d’acqua alla fontanella pubblica. Scrutò lungo uno dei corridoi dell’ospedale, color bianco e verde pallido, pieno di carrelli con lenzuola e di apparecchiature spente e persone vestite con grembiuli verdi che si affrettavano di qua e di là. Ignorando la ragazzina che gli veniva dietro, si incamminò lungo il corridoio finché non giunse al banco della reception. — Potete dirmi qualcosa sulle condizioni di Marguery Darp? — supplicò l’infermiera di turno.
— La dottoressa verrà da lei non appena potrà — rispose l’infermiera rivolgendogli un’occhiata incuriosita. — In fondo al corridoio c’è una sala proiezioni, se per caso vuole guardare un po’ la TV mentre aspetta.
— Hanno delle sedie decenti? — domandò Sandy con una certa mancanza di tatto.
La donna osservò la sua corporatura. — Ci sono dei divani — disse. — Penso che siano abbastanza resistenti.
— Allora magari ci vado — borbottò Sandy. Tuttavia, decise di recarsi innanzitutto nella toilette degli uomini. Non ne poteva più, pensò, di questo mondo esageratamente pieno di sorprese! Era stanco di essere colto di sorpresa. Non era così che era cresciuto lui; sulla grande nave interstellare almeno sapevi sempre in che posizione ti trovavi, e se per caso avevi qualche dubbio sul da farsi, bastava domandarlo ai Grandi Anziani e loro te lo chiarivano immediatamente.
Non avendo più alcuna intenzione di sottostare agli sguardi incuriositi della gente che affollava la sala d’attesa, una volta uscito dal bagno si diresse verso la sala proiezioni. Il divano aveva un’aria abbastanza solida. Non appena si accomodò e diresse lo sguardo verso lo schermo, Sandy venne colto nuovamente di sorpresa dalla vista di un volto familiare. Si trattava del suo vecchio compagno di coorte, Chiappa! Si trovava in piedi su una piattaforma dietro a un leggìo, proprio come Polly durante la sua conferenza astronomica. Solo che Chiappa naturalmente non stava parlando di astronomia; l’argomento era il controllo biologico dei rifiuti tossici e radioattivi, e nel caso specifico stava mostrando delle immagini riprese al microscopio di piccoli organismi che, a suo dire, erano in grado di eliminare qualsiasi agente non desiderato dalla terra e dall’acqua, rendendole batteriologicamente e chimicamente pure.
Ma una volta passato lo stupore iniziale causato dalla vista di un vecchio amico in TV, Sandy trovò che l’argomento era piuttosto noioso. Conosceva già tutte quelle cose, grazie alle molte lezioni frequentate sulla nave. Con sua sorpresa, però, notò che nemmeno i terrestri parevano essere molto interessati alle parole di Chiappa. Infatti, si trovava completamente solo nella sala proiezioni. Quando decise finalmente di rinunciare e di tornare alla sala d’attesa, il televisore lì stava ancora trasmettendo il solito telefilm.
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