Frederik Pohl - Il lungo ritorno

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Sono gli Hakh’hli. Sono alieni. Si nutrono di carne umana. Il lungo viaggio nello spazio era alla fine. Sandy, l’umano cresciuto su un’astronave degli extraterrestri Hakh’hli, era pronto al ritorno sulla Terra. Gli alieni erano animati dalle migliori intenzioni.. Solo la scienza Hakh’hli poteva risolvere il problema di trasformare i pianeti. I terrestri avevano bisogno di quel contatto. Ma c’era da fidarsi?

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Poi appoggiò il foglio e tornò a fissare Sandy. — Tu vai sempre subito al sodo, vero?

— Sto cercando di fare le cose nel modo giusto — ribatté lui in tono di scusa.

— Be’ — disse lei — francamente, credo che tu stia facendo le cose più o meno nel modo giusto. Solo che le stai facendo un po’ troppo in fretta, non so se mi capisci.

— Non capisco — ammise tristemente Sandy. Marguery scoppiò a ridere. — E io non so bene come fare per insegnartelo — disse. — Oh, Sandy! — Rimase pensierosa per un istante, poi cambiò improvvisamente tono e soggetto. — Ti piacerebbe vedere la vera New York City?

Sandy sbatté le palpebre, poi indicò con una mano il distante panorama di grattacieli. — Non la sto forse vedendo in questo momento?

— Intendevo dire da vicino. Magari potremmo anche fare qualche immersione, se riusciamo a trovare un giubbotto salvagente o qualcosa del genere che ti impedisca di andare a fondo. Potremmo andare sott’acqua e vedere le vere e proprie strade della vecchia città.

Sandy si produsse in una smorfia mentre ci rifletteva sopra. Non riusciva a capire in che modo ciò potesse collegarsi alla loro precedente conversazione. Aveva un’idea piuttosto vaga di cosa potesse essere un’”immersione”, ma ricordò in quel momento di aver visto dei film in proposito girati da un vecchio francese, Jacques Cousteau. Pensando a quel che ricordava di quei film visti sugli schermi della nave hakh’hli assieme alla sua coorte, gli sembrava una cosa piuttosto pericolosa. Tuttavia, se Marguery fosse rimasta sempre al suo fianco… E soprattutto se avesse indossato, come senz’altro avrebbe fatto, quel meraviglioso bikini…

Le rivolse un ampio sorriso. — Credo che mi piacerebbe.

Marguery si produsse in un’espressione che Sandy non fu in grado di interpretare. — Lo spero — disse, ma non aggiunse altro.

15

Attualmente, cinquant’anni dopo le Guerre Stellari, vi sono circa 90.000 oggetti che circolano nell’orbita terrestre. La maggior parte di questi però sono troppo piccoli per sopravvivere al rientro quando, finalmente, ricadono verso la superficie della Terra. Di conseguenza, è assai difficile che arrechino alcun tipo di danno a coloro che si trovano sulla superficie del pianeta. Stiamo parlando di oggetti delle dimensioni di una pinza, o al massimo di un pallone da spiaggia, che si bruciano da soli grazie all’attrito dell’atmosfera stessa e che non fanno altro che aggiungersi al costante picchiettare del pulviscolo meteoritico che si abbatte sulla Terra da circa quattro miliardi e mezzo di anni. Gli oggetti di queste dimensioni che circolano nell’orbita bassa sono circa 72.000… il che significa che ve ne sono altri 18.000. E contrariamente ai primi, questi ultimi non possono assolutamente essere ignorati dalla popolazione della Terra. Ci riferiamo a oggetti che possono avere le dimensioni di un frigorifero o quelle di una locomotiva. Alcuni sono anche più grandi. Quando uno di questi blocchi di metallo si stacca dalla sua orbita, è pressoché certo che arriverà a terra, anche se magari in pezzi, a grande velocità. La forza dell’impatto è quindi tale da distruggere con facilità anche interi quartieri. Ma questo non è tutto. Sfortunatamente, alcuni di questi grossi oggetti possiedono ancora fonti di energia interne. In genere si tratta di fonti di energia nucleare, e di conseguenza quando questi oggetti piombano sulla superficie del pianeta la loro forza distruttiva non è data dalla sola energia cinetica.

Mentre Sandy si stava recando nella camera di Polly per vedere se era sveglia, squillò il telefono. Era Marguery Darp. — Sandy? Mi trovo qui nell’atrio del’hotel, e ho pensato che fosse il caso di dirti che la riunione è stata rimandata di un’ora per via della caduta del satellite. A quanto pare dovrebbe cadere proprio durante questa orbita. Se vuoi puoi venire con me a vedere la caduta al Lamont-Doherty, altrimenti tornerò indietro a prenderti più tardi. Come preferisci.

— Sarò giù fra qualche minuto — disse Sandy. Abbassò il ricevitore e bussò alla porta di Polly.

Polly era sveglia. Era accovacciata di fronte alla scrivania della sua stanza e stava prendendo degli appunti. Quando Sandy le riferì che la riunione era stata rimandata, si contrasse in un gesto risentito. — Quante storie fanno questi umani per la possibilità di un piccolo danno e la perdita di qualche vita in una sola città — disse. — In fondo, hanno migliaia di città! Ma adesso va’ pure se lo desideri. Io rimarrò qui.

— Va bene — rispose Sandy. — Polly? Tu ti ricordi di quando siamo stati su Alfa Centauri?

Polly si produsse in una smorfia di esasperazione. — Mi hai già fatto questa domanda, Lisandro. Per quale motivo me la fai di nuovo?

— Io non me lo ricordo affatto. E tu?

Polly alzò lo sguardo verso di lui, poi fece esattamente ciò che Sandy si era aspettato facesse. Tornò a dedicarsi ai suoi appunti. Dopo un po’ però si contrasse nuovamente e con aria di superiorità disse: — Non credo proprio che questo sia il momento adatto per fare stupide domande sulla storia antica degli hakh’hli, Lisandro. Attualmente sono molto occupata e non ho tempo per dedicarmi a certe cose. Devo preparare il mio discorso, e ti annuncio fin d’ora che serberà delle piccole sorprese. Tanto per dirne una, fornirò loro la soluzione al loro piccolo problema.

— Che cosa vuoi dire?

— Lo saprai quando parlerò — dichiarò Polly versando una piccola lacrima di soddisfazione. Poi tornò a dedicarsi ai suoi appunti, coprendoli con una grossa mano affinché Sandy non potesse leggere nulla di quanto stava scrivendo. Come se vi potesse essere qualche motivo valido per non farglieli vedere! Alle volte Polly era realmente insopportabile!

— Tu non sei un’Anziana — le disse Sandy. — Quindi non hai alcun diritto di trattarmi come se fossi un bambino. Di quale problema stai parlando?

— Sto parlando di questa faccenda del satellite, una faccenda della quale i terrestri non sono in grado di occuparsi da soli — dichiarò Polly seccamente. — Inoltre, sto parlando anche di molte altre cose importanti. Ho ricevuto istruzioni dettagliate al riguardo da ChinTekki-tho, con il quale ho avuto modo di conferire in privato.

— Ancora in privato!

Polly emise un leggero sbuffo sdegnoso. — Sì, in privato, poiché si tratta di una questione riservata agli hakh’hli e non ai terrestri.

Sandy era esterrefatto. — Ma io sono tuo compagno di coorte! Non sono forse hakh’hli anch’io?

— Naturale che non sei hakh’hli, Sandy — ribatté Polly con tono paziente e ragionevole. — Tu sei Lisandro John William Washington, e se non sei un essere umano della Terra, non sei proprio nulla. Giusto? Ma ora lasciami sola, Lisandro, poiché ho molte cose da fare, — Enfatizzò le sue parole colpendo pesantemente il suolo con la massiccia coda. Poi, quando Sandy si trovava già sulla soglia, lo richiamò. — Tuttavia — aggiunse — ciò che hai detto è quasi corretto e non del tutto errato, Lisandro.

Gli rivolse uno sguardo compiaciuto, ma Sandy non aveva assolutamente idea di che cosa stesse parlando. — A che cosa ti riferisci? — domandò.

— Al fatto che tu abbia detto che io non sono un’Anziana. Tuttavia, per rendere la tua dichiarazione del tutto esatta, vi aggiungerei una parola. Quella parola è ancora.

Sandy rimase in silenzio mentre si recava alla sala riunioni. Era stanco di parlare. Ogni volta che conversava con qualcuno, insorgevano domande alle quali non sapeva trovare risposta. E come se non bastasse, coloro che avrebbero potuto fornirgli le risposte si rifiutavano di farlo. Non riusciva a sopportare l’idea che Polly lo stesse trattando come se fosse un bambino! E dire che invece era proprio lei, che nutriva addirittura la speranza di diventare un giorno un’Anziana, che si stava comportando in maniera decisamente infantile!

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