— Oh, sì — rispose Sandy. — Questo almeno è ciò che desidero.
— E gli hakh’hli invece? — insistette Marguery. — Credi che ripartiranno per continuare il loro viaggio?
Sandy si grattò una guancia. — Credo di sì — disse.
— Non mi sembri molto sicuro — osservò Marguery.
Sandy scosse il capo. — Per quel che riesco a ricordare, non ne hanno mai parlato. Ma del resto, che altro potrebbero fare?
Marguery annuì con fare sobrio. — È una bella domanda, non è vero? Comunque sia, siamo arrivati alla spiaggia. — Si girò per prendere un pacchetto sul sedile posteriore. — Ho preso un costume da bagno per te nel negozio dell’albergo. Spero che sia della misura giusta.
— Grazie — disse Sandy con tono assente mentre iniziava a sbottonarsi la camicia.
— Non devi spogliarti qui — intervenne subito Marguery. — Ci sono gli spogliatoi appositi. Ci cambieremo separatamente, e ci vedremo fuori non appena avrai finito.
Ciò implicava la soluzione di un altro mistero, ma in questo caso non risultò poi tanto difficile. Sandy si limitò a imitare i movimenti degli altri uomini presenti nello spogliatoio, perfettamente consapevole del fatto che anche loro lo stavano fissando incuriositi. Ma non ci fece alcun caso. La sua mente infatti era concentrata esclusivamente sulle tante domande che Marguery aveva sollevato e continuava a sollevare.
Le domande erano tante, mentre le risposte erano veramente poche.
Per vent’anni, gli era sembrato tutto perfettamente chiaro; sarebbe tornato sulla Terra come dono degli hakh’hli alla razza umana e basta. Non aveva mai preso in considerazione ciò che sarebbe avvenuto “dopo”, né per se stesso, né per la nave hakh’hli.
Quando Sandy uscì dallo spogliatoio sulla cui porta capeggiava la scritta UOMINI, indossava un costume da bagno appena sufficiente per la sua mole. Le molte domande che lo turbavano, però, scomparvero come per incanto non appena individuò Marguery in attesa davanti allo spogliatoio femminile.
Sandy deglutì a fatica. Se una Marguery Darp completamente vestita aveva stimolato la sua fantasia, una Marguery Darp in bikini non poteva far altro che lasciarlo letteralmente senza fiato. La sua accompagnatrice indossava una piccola vestaglia quasi trasparente sulle spalle, ma questa non nascondeva nulla di più di quanto non nascondesse lo stesso bikini. — Sei bellissima — esclamò Sandy non appena ebbe ripreso fiato.
Marguery scoppiò a ridere. — Be’ — disse — i tuoi complimenti sono sicuramente un toccasana per la mia vanità, Sandy Washington. — Poi però si produsse in una smorfia. — Mi sono dimenticata di prendere un accappatoio anche per te, quindi sarà meglio non rimanere troppo tempo al sole. Dai, andiamo a bagnarci i piedi!
Così fecero, e l’esperienza di immergersi nell’acqua del mare tolse qualsiasi altro pensiero dalla testa di Sandy.
Si rese subito conto del fatto che tutti gli altri bagnanti lo fissavano incuriositi, ma notò anche che gli stavano rivolgendo sorrisi di incoraggiamento. Alcuni scattavano fotografie. Sandy sorrise a sua volta ai bagnanti che lo circondavano. Scoprì subito che era divertentissimo immergersi in quel liquido che manteneva quasi sospeso il suo corpo. Era un po’ come volare. Tuttavia, quando si avventurarono in acque più profonde, con Marguery che gli teneva la mano, Sandy tentò di sollevare i piedi dalla sabbia del fondo e constatò che non riusciva a rimanere a galla.
Appoggiò nuovamente i piedi sul fondo, annaspando e ridendo contemporaneamente. — Mi dispiace — disse — ma non credo proprio di riuscire a nuotare. Credo che la densità del mio corpo sia decisamente superiore a quella dell’acqua.
Marguery increspò le labbra. — In effetti, sei piuttosto solido. Ma non è un grande problema. Se vuoi provarci, ti posso procurare un salvagente, o qualcosa di simile. E comunque io sarò sempre qui accanto a te. Va bene?
— Magari un’altra volta — disse Sandy timidamente. — Va bene lo stesso se rimaniamo semplicemente qui a… come dite… “sguazzare” un poco?
— Come preferisci.
Sandy si guardò attorno con aria pensierosa. — L’acqua non è molto fredda — disse.
Marguery rise. — Ma non è sempre così, sai? Avresti dovuto vedere questo luogo lo scorso inverno. L’intera baia era congelata in una morsa di ghiaccio!
Sandy la fissò con aria perplessa. — Ghiaccio? — domandò. — Vuoi dire acqua congelata? Ma perché?
— Perché era inverno, naturalmente — rispose Marguery. Poi però dovette spiegargli che cosa fosse l’inverno”. — Ai vecchi tempi non gelava mai come adesso — aggiunse con un certo orgoglio.
— Ma non mi avevi detto che il clima della Terra è diventato più caldo, e non più freddo? — domandò Sandy umilmente. — Come è possibile che il riscaldamento dell’atmosfera porti al raffreddamento dell’aria?
— Il freddo dello scorso inverno non era più freddo del solito — spiegò Marguery. — Era solo in un punto della Terra diverso dal solito. — Alzò lo sguardo verso il sole e si produsse in una smorfia. — Solo che adesso non è inverno, e temo che stiamo prendendo un po’ troppo sole. Andiamo a sederci un po’ all’ombra.
Sandy la seguì fino alla piccola spiaggia, dove si ripararono sotto a un tendone per i bagnanti che schermava dai raggi ultravioletti. — Torno fra un istante — disse Marguery, avviandosi in direzione di un baracchino che vendeva bibite. Quando tornò consegnò a Sandy un bicchiere di carta con dentro una bevanda frizzante. — Ti piace? — domandò quando Sandy ebbe fatto il primo sorso. — Si chiama “root beer”, ed è una bevanda tipicamente americana.
— Oh, sì — disse Sandy annuendo. Come tutte le cose della Terra, non aveva assolutamente il sapore che si era aspettato. Tuttavia, gli piaceva il modo in cui gli faceva prudere il naso. — Marguery — disse — mi sono appena ricordato una cosa a proposito dell’inverno. Quando ero piccolo, MyThara mi disse che una volta gli hakh’hli avevano visitato un luogo in cui era sempre inverno.
Marguery si dimostrò subito interessata. — Davvero? — domandò, aspettando che andasse avanti. Solo che Sandy non sapeva molto più di quanto aveva appena detto.
— Non ricordo molto in proposito — disse. — So solo che, per qualche motivo, gli hakh’hli non erano affatto contenti di ciò. Agli hakh’hli non piace molto parlare delle loro delusioni… forse perché ne hanno avute parecchie in passato. Ma MyThara ha detto che è successo, centinaia e centinaia di anni fa. — Ci rifletté sopra un poco, poi scosse il capo. — Non ricordo altro. Ma la prossima volta che parlo con ChinTekki-tho glielo domanderò. Lui dovrebbe saperlo. Vuoi che glielo domandi?
— Sì, grazie — rispose Marguery. — Lo apprezzerei molto.
Quando si separarano nuovamente per rivestirsi, Sandy scoprì il foglio di carta piegato nella tasca dei suoi pantaloni. Se ne era completamente dimenticato. Questo fatto lo rallegrò, e non appena si ritrovarono assieme in macchina lo tirò fuori nuovamente.
— Ho una cosa per te, Marguery — disse, abbozzando un sorriso.
Marguery lo fissò. — Oh, mio Dio — esclamò. — Un’altra poesia?
— Questa volta è una poesia umana — rispose Sandy con orgoglio. Non gliela consegnò però, limitandosi a spiegare il foglio e a leggerla lui stesso ad alta voce.
Esile, fragile creatura,
Deliziosamente priva di coda.
Non hai grandi zampe per saltare
Ma gambe lunghe, sottili e dolci.
Voglio arrampicarmi su quelle gambe,
Salire fino al luogo ove ci uniremo noi.
Poiché tu sei la mia dolce metà,
E assieme saremo tutt’uno.
Marguery gli rivolse un lungo sguardo, poi gli tolse il foglio dalle mani. Prima di dire alcunché, lo lesse con grande attenzione.
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