Alleo Steele - Le Fasi del Caos

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Una delle ultime invenzioni di Asimov è l’universo immaginario (ma non troppo) in cui si svolgono le avventure narrate in Le fasi del caos. Dopo aver passato una vita a raccontare le vicende di una galassia popolata soltanto da uomini e robot, Asimov immagina qui un intrigo che vede coinvolte, oltre a quella umana, altre cinque razze che conoscono il volo interstellare: razze spesso ostili e sospettose l’una dell’altra, fra cui l’uomo non fa certo brutta figura. Stabilite questo premesse, che presto daranno luogo a una serie di rapide quanto pericolose avventure, Asimov passa la mano ad alcuni brillanti scrittori; suoi allievi ideali, che svolgono la vicenda all’insegna della suspense, ma senza dimenticare una punta di ironia in omaggio al loro ispiratore.

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In silenzio gli Erthumoi ritornarono al velivolo, depositarono il sacco di lei e si sedettero fianco a fianco nella carlinga. — Ha le coordinate? — gli chiese Laurice.

— Le ha il pilota automatico. Alle pendici dei Denti di Sega, vero? Qualunque cosa lei immagini, a Forholt non siamo poi così sprovveduti. — Le sue dita premettero alcuni pulsanti sul quadro di comando. Il motore prese a ronzare.

Laurice si rese conto che stava alimentando il suo risentimento. Dovrei evitarlo, pensò. Ho guidato spedizioni in passato, no? Io e Kristan Arinberg siamo partiti col piede sbagliato. Ma è stato lui a cominciare… basta, Windfell.

L’età dell’infanzia è ormai passata da cinquantanni. No?

— Chiedo scusa — disse la donna. — Non intendevo essere offensiva. Vede, sono ansiosa, stanca e ho i nervi a pezzi.

Il velivolo si sollevò in aria. — Allora non dovrebbe riposare prima di partire, o mandare qualcun altro al suo posto? — Il tono di Kristan era pacato. — Immagino che in questo caso si sarebbe trattato di un Naxiano, ma io… — la sua voce ebbe un attimo di esitazione. — Io non ho niente contro i Naxiani in quanto tali.

Laurice scosse la testa. — Non oso perdere altro tempo. Copperhue potrebbe trovarsi in gravi difficoltà da un momento all’altro. Fino a poco tempo fa si trovava su New Halla e non ha avuto quasi il tempo di imparare nulla sulla sopravvivenza in zone selvagge. Viste le circostanze, anzi, credo di essere l’unica persona, di qualsiasi specie tra quelle presenti su questo pianeta, in grado di trovarlo.

Sempre che ciò sia possibile, pensò la donna. La pista ormai è fredda.

Il velivolo guadagnò quota e puntò verso est. La linea costiera dell’oceano sparì alla vista. Sotto di loro comparve un altro mare, bruno rossastro, le chiome di milioni e milioni di alberi che si stendevano da un orizzonte all’altro e anche oltre. Il vento creava un lento moto ondoso di frasche. Qua e là scintillava un lago o il tracciato sinuoso di un fiume.

Comparve una palude quasi nascosta da forme che apparivano grandi quanto formiche, ma che in realtà erano enormi animali. Spesso sulla foresta sfrecciava uno sciame di migliaia di creature alate. Molto lontano c’erano banchi di nubi sotto un cielo opalescente. L’impianto di aria condizionata manteneva gradevolmente fresco l’abitacolo.

— Questo Copperhue… — Laurice capì, quasi in maniera naxiana, che Kristan stava cercando di nascondere il suo scetticismo. — Questo Copperhue, dicevo, è un tizio importante?

— Oh, sì — rispose lei sorpresa. — Credevo che se ne ricordasse. Ha fatto scalpore una ventina d’anni fa. Come, a rischio della sua vita, ci ha guidati verso quei buchi neri vicini al collasso. Fu una tale impresa scientifica che la mia Casa fu ben felice di concedergli l’isola che aveva richiesta.

— Oh, è stato lui? Naturalmente. Mi ero dimenticato il nome, ecco tutto. Ther può distare solo un battito, ma qui su Venafer siamo preoccupati… isolati. Lassù sembra che non ci sia nessuno che apprezzi quel che facciamo. — In fretta, senza dubbio per evitare il sospetto che stesse recriminando, Kristan aggiunse: — So bene che anche lei vi ha preso parte, signora. È… un onore averla incontrata. — Poi, con disperata franchezza: — Peccato che non sia avvenuto in circostanze più liete.

Quelle frasi servirono a smorzare ancora di più la collera di lei. Il dolore per la perdita subita era scomparso ormai da tempo; era subentrato l’orgoglio per l’impresa compiuta. — Spero proprio che riusciremo a migliorarli, allora. Mi racconti del suo lavoro. — Era un trucco che funzionava sempre per tenere viva una conversazione.

— Sono un regionalista. — Kristan emise un suono sordo. — L’Istituto Planetario delle Università Unite non ama quel titolo e mi qualifica come geologo. — Poi in tono serio: — Ma quando il personale scarseggia veramente ognuno di noi deve essere un po’ tutto, dal chimico al naturalista, e cercare di capire un ambiente nel suo complesso. Io mi sono specializzato nei terreni collinosi di questo continente, anche se più a sud di qui. Ecco perché il capo ha deciso che sarei stato il più indicato per accompagnarla nella sua ricerca.

— Capisco. Da parte mia… — No, non aveva importanza. Accennando alle proprie attività rischiava di irritarlo di nuovo. — Le sono grata. Ogni vita è importante, ma Copperhue significa molto per me, dopo tutto quello che abbiamo passato nello spazio, la corrispondenza che abbiamo avuto e gli incontri che ci sono stati. La sua gente poi ha un debito ancora maggiore con voi. Su New Halla lo venerano addirittura. Le sue parole, la sua guida potrebbero essere decisive per determinare quanto succederà nei prossimi secoli. Lui è venuto sul continente per scoprire da sé, direttamente, i risultati che stiamo ottenendo e come facciamo a ottenerli.

Kristan aveva stretto le mani a pugno sulle ginocchia. Nonostante le cautele, Laurice aveva evidentemente toccato un tasto delicato. L’uomo ora guardava fisso in avanti. — Immagino che sia stato lui a persuaderla a far parte del progetto.

— Sì. Ma comunque mi interessava già fin dall’inizio.

— Avrei dovuto immaginare che una che come lei è stata in molti luoghi selvaggi si sarebbe interessata a loro.

— Infatti! Ma non capisce? — No, non doveva dire altro. — Ciò che ho imparato può essere applicato su Venafer. Per esempio, quegli hogan alla nostra base sono stati costruiti su mio suggerimento e sotto la mia direzione. L’idea di base era di non distruggere l’ambiente naturale ma di adattarvisi.

— Come se fosse possibile farlo senza provocare una serie di cambiamenti epocali. — Kristan inspirò a fondo. — Guardi, non voglio litigare, veramente. Ma posso chiederle di studiare un po’ di storia? I pionieri, i voortrekker si comportano proprio in modo minimalista ed economico come lei. Non hanno i mezzi per fare di più. Ma dopo di loro vengono gli agricoltori, i minatori, le città, le fabbriche… e questa è la fine di tutto ciò che chiamiamo natura.

— Ather l’abbiamo tenuto verde. In gran parte.

— Un verde addomesticato — sbuffò lui. — Avete fatto la manicure alla natura. Quel poco che rimane della vecchia vegetazione e della vita selvatica è confinato in riserve accuratamente gestite. In ogni caso, su Venafer la faccenda è del tutto diversa e lei lo sa.

Grazie alla velocità del velivolo avevano già superato la pianura costiera. Ora il suolo si alzava in collinette e promontori ancora coperti da una vegetazione densa, ma dotata di un fogliame di tinta più chiara e con frequenti radure cespugliose. Le nubi di pioggia ammantavano i Denti di Sega e si riversavano verso ovest sotto un cielo che a grande altezza era perennemente coperto.

Dopo un silenzio in cui si udirono solo il ronzio e il sibilo del loro passaggio, Kristan disse: — Devo confessare che oggi il problema non mi è chiaro. Mi è stato detto solo che era stato attaccato un campo da predatori, e che diverse persone erano rimaste ferite, compreso il leader erthuma, e che una era scomparsa. Il suo amico naxiano si è visto poi. Ma non porta il suo radiobracciale?

Loro portano radiocollari, fu sul punto di dire Laurice, ma soffocò la correzione. — No, ma non è successo per imprudenza. Si è trattato di un imprevisto. I Naxiani avevano familiarità solo con New Halla, un’isola, e stava facendo conoscenza con parte del litorale continentale. Uldor aveva lavorato sulle colline e aveva giudicato che fosse giunto il momento di esplorare quella zona e compiervi esperimenti. Disse che forse sarebbero riusciti a dimostrare che sotto molti aspetti si trattava del luogo più adatto per fondare la prima colonia sul continente.

Kristan fece una smorfia. Laurice si affrettò a continuare: — Copperhue andò con lui per osservare. I leader naxiani hanno necessità di sapere come vengono condotti questi sforzi. La squadra di Uldor fu condotta in un punto adatto e lasciata a sé. I primi due giorni li utilizzarono per stabilirvisi. Poi, ieri sera, tutti si sono rilassati prima di dare il via agli studi. Hanno tenuto un party per festeggiare. Oh, una cosa perfettamente sobria; chi crede nella Vecchia Verità non fa uso di droghe ricreative di alcun genere e Uldor, al massimo, se si sentiva espansivo, potrebbe aver bevuto un unico whisky molto annacquato. Quando andarono a dormire non videro la necessità di mettere una sentinella, ma lo fecero lo stesso. Insomma, presero ogni possibile precauzione.

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