Mo Hayder - Birdman

Здесь есть возможность читать онлайн «Mo Hayder - Birdman» весь текст электронной книги совершенно бесплатно (целиком полную версию без сокращений). В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Жанр: Триллер, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.

Birdman: краткое содержание, описание и аннотация

Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «Birdman»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.

In un'area industriale semiabbandonata della periferia londinese vengono scoperti i cadaveri di cinque donne mutilate e seviziate. Scattano immediatamente le indagini che vengono affidate al giovane ispettore Jack Caffery. Egli comprende all'istante che i delitti sono opera di un maniaco: le vittime sono state infatti sottoposte a procedure chirurgiche amatoriali per la riduzione del seno e sono state pettinate e truccate in modo da ricordare delle bambole. La morte tuttavia non è stata causata dalle orrende ferite, bensì da un'iniezione letale; inoltre il killer ha inserito nel petto delle vittime e cucito accanto al cuore un uccellino vivo, simbolo e firma del suo macabro operato.

Birdman — читать онлайн бесплатно полную книгу (весь текст) целиком

Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «Birdman», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.

Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

«Sì… io…» Sentire il nome di Ewan pronunciato da un'altra persona lo sorprese non poco. «Ti ricordi il suo nome, allora.»

«Credevi l'avessi dimenticato?»

«Sì.»

«Ebbene, non è così.» Becky ripose la cornice e ricominciò ad accatastare i disegni, all'estremità del tavolo. «E mi dispiace deluderti, ma personalmente credo che siano tutte stronzate.»

«Come?»

«È una scusa idiota per non vivere la tua vita, non ti pare? Il passato, voglio dire. Ignoro che cosa sia accaduto con precisione, tuttavia so che ormai sei adulto e vaccinato, quindi dovresti smetterla, e andare avanti.» Appoggiò l'ultimo disegno e si voltò verso di lui. «Non hai mai sentito frasi come: 'Lascia che il passato seppellisca i suoi morti' e via dicendo?»

Jack la fissò, col bicchiere a mezz'aria, senza rispondere.

«Oh», esclamò Rebecca con un sospiro, vedendo la sua espressione. «Sono stata troppo dura con te, vero?» Allargando le mani, si guardò intorno, come se non capisse il suo stesso comportamento, come se la spiegazione fosse appesa ai muri. «È più forte di me… Per esempio, pensi che sia stata scortese a non rispondere a quella tua chiamata? E ad aver riagganciato? Non pensi che sia stata una scortesia inutile da parte mia?»

«Sì», rispose lui. «Sei stata dura.» Abbassò il bicchiere e rifletté. Poi chiese: «Me lo meritavo?»

Il viso di lei si addolcì. «Sì», sorrise. «Sì, te lo meritavi.»

Jack annuì e sospirò. «Era quello che pensavo.»

Bliss s'irritò quando non riuscì ad alzare il bacino di Joni per sfilarle le mutandine. In preda alla rabbia, la girò bruscamente su un fianco, tenendola in posizione con tutte le sue forze. Poi le infilò tra i denti un paio delle sue mutande, le fissò con il nastro adesivo e si risedette sul letto a guardarla.

La donna di Greenwich era rimasta legata lì per quasi ventiquattro ore. Quand'era arrivato per cambiarle il bavaglio di nastro adesivo, ammorbiditosi per via della saliva, lei lo aveva pregato di lasciarla andare in bagno. L'uomo si era rifiutato e lei aveva iniziato a piangere.

«Per favore, lasciami andare. Ti prego.»

Ma lui aveva scosso il capo, sostituito il bavaglio e l'aveva guardata freddamente, finché lei, in lacrime, non se l'era fatta addosso. Allora lui l'aveva picchiata, ma poi, rispettosamente, si era messo a pulire il casino. Nell'urina, Bliss aveva scorto alcune tracce di sangue: forse i reni della donna stavano lottando contro l'infezione…

«Bene», disse e lanciò un'occhiata al suo orologio. «Sono le dieci e mezzo, Joni. Tornerò a prepararti alle undici. Fino ad allora, rilassati.»

22.45. Le finestre dello studio erano aperte, i lampioni in strada proiettavano una luce rossastra che pareva rubata a un tramonto. Le macchine in transito riversavano musica nelle strade. La notte e il vino avevano addolcito Rebecca, che si era sciolta i capelli. La sua pelle luccicava nella semioscurità. Sedeva di fronte a Jack, senza parlare. Già da tempo la loro conversazione era giunta a un punto morto: non avevano più nulla da dirsi, eccetto ciò che volevano davvero.

Fu Jack a rompere il silenzio. «Devo andare», mormorò. E non si mosse.

Rebecca bevve un sorso di vino, ma non disse nulla.

«Si sta facendo tardi… Devo alzarmi presto domani.» Lasciò la frase in sospeso, in attesa di una risposta. «Allora… vado.»

«Sì», esclamò infine lei, posando il bicchiere. «Sì, certo.»

Scesero le scale, Rebecca per prima. Due gradini più in alto di lei, Jack poteva vedere i segni lasciati nella sua pelle dalle spalline del vestito. Alla porta d'entrata lei si fermò e, mantenendo una certa distanza da lui, posò la mano sul chiavistello, ma non lo aprì.

«Bene…» sussurrò, fissando un bottone della camicia di Jack ed evitando d'incontrare i suoi occhi. «Grazie per il consiglio.»

«Non c'è di che.»

Di nuovo silenzio. Gli occhi di lei rimanevano fissi sui bottoni. D'istinto, Jack sollevò la mano, appoggiandola sul petto. A quel movimento, Becky schiuse la bocca, poi si coprì il viso e si girò.

«Rebecca?»

«Mi dispiace.» La sua voce era smorzata.

«Rebecca?» Delicatamente Jack la prese per le spalle, sopra le spalline, sfiorando i segni che queste avevano impresso sulla pelle calda. «Torniamo di sopra?»

«Sì.» Lei annuì senza guardarlo. «Penso di sì.»

«Allora andiamo.»

Jack fece per voltarla, ma lei emise un gemito e gli afferrò la mano destra, la avvicinò alla bocca e prese a baciarla, affondando lievemente i denti nel palmo, succhiando un dito per volta. Lui rimase immobile a guardarle la nuca, col cuore in tumulto. La ragazza passò le dita sulle sue labbra, sollevò il mento e gli guidò la mano lungo il collo, sul vestito. E, improvvisamente, inaspettatamente, Jack fu colto da un desiderio così forte che non riuscì a trattenersi.

«Oh, Cristo…»

La girò verso di lui e, afferrandola per la parte posteriore delle cosce, la sollevò, facendola poi sedere sul calorifero spento nel corridoio. Quando le alzò il vestito, lei si lasciò sfuggire un gemito, poi, tenendo gli occhi chiusi, si protese verso di lui, tentando di baciarlo. I suoi denti urtarono contro quelli di Jack, e le sue mani armeggiarono per aiutarlo a toglierle gli slip. Non sorrideva, era assolutamente concentrata.

Rispondeva.

I piedi nudi di lei cercarono un appoggio: uno trovò la mountain bike precariamente appoggiata accanto al calorifero e fece pressione sulla ruota. Jack, ben saldo sul pavimento, si aprì i pantaloni. Attraverso la lunetta, i fari delle auto illuminavano a tratti il soffitto e il volto di Rebecca mentre Jack si muoveva dentro di lei. Aveva gli occhi chiusi e, mordendosi le labbra, non lo respingeva, anzi avvicinava i fianchi a quelli di lui, seguendo il suo ritmo. La bicicletta dondolò in avanti e i pedali batterono contro i polpacci di Jack, ma lui non vi prestò attenzione. La sua concentrazione crebbe, la velocità e la tensione aumentarono, finché ogni atomo di energia, di rabbia e di desiderio venne sublimato in quell'atto, sino a fargli dimenticare com'era iniziato.

«No…» disse improvvisamente Rebecca, guardandolo. «No… Non venirmi dentro.»

«Oddio…» esclamò lui e si ritrasse, indietreggiando nell'atrio. Perso ogni controllo, venne sulle sue scarpe e sul pavimento. Per un attimo la guardò, incredulo, poi si portò una mano al viso e si lasciò cadere sull'ultimo gradino, scuotendo la testa, ansimando profondamente. «Mi dispiace… mi dispiace.»

Rebecca scese dal calorifero e si sedette accanto a lui, i capelli sudati appiccicati alla fronte e il petto sussultante. Il vestito, ancora arrotolato sopra la vita, incollato alla pelle, lasciava intravedere l'incavo scuro dell'ombelico.

«Scusami. Non avrei dovuto…» ansimò Jack.

«No… è…» Lei si asciugò la bocca e si voltò a guardarlo, la faccia e il collo arrossati e dolenti. «Davvero… Io… Va tutto bene. Avrei potuto fermarti.»

«Avrei dovuto usare qualcosa. Non mi era mai successo prima. Di solito non…»

Improvvisamente, la ragazza si coprì gli occhi, scosse il capo e cominciò a ridere.

«Che c'è?» domandò Jack, notando solo in quel momento che la gamba gli sanguinava, un lungo rigagnolo scuro e denso sui pantaloni accartocciati alle caviglie. «Cosa c'è di tanto divertente?»

«È questo ciò che intendevi per 'fallimento umano'?» disse lei, continuando a ridere. «È questo che faceva impazzire Veronica?»

«Oh», mormorò lui. «Te l'ho detto… Non era mai accaduto prima d'ora. Davvero.»

«Puoi provarmelo?»

«Sì. Posso provartelo.»

«Cosa… Adesso?»

«Adesso.»

«No, seriamente… proprio ora ? Intendo dire, sei sicuro di poterlo fare?»

Читать дальше
Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Похожие книги на «Birdman»

Представляем Вашему вниманию похожие книги на «Birdman» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.


Отзывы о книге «Birdman»

Обсуждение, отзывы о книге «Birdman» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.

x