«Calmati, ora, vediamo di ricapitolare», riprese, lentamente. «Moncrieff è sul letto e sta morendo e si pente della sua vita, dei suoi errori. Vuole fare qualcosa di buono per una persona e decide di dare a Julie del denaro e una nuova identità.»
«Esatto, proprio così.»
«Anche l’avvocato, Peter Crouch, è presente.»
«Sì.»
«E il giardiniere, Harry Ridder, è fuori dalla finestra a curare le rose, e per caso sente la conversazione.»
«Sì.»
«E tu… c’eri anche tu, vero?»
«Sì, c’ero anch’io, ma me ne sono andato non appena Cam è morto, così nessun altro lo avrebbe saputo.»
Weiss annuì molto lentamente. «Bene, perfetto. Perché tu eri l’unico a sapere quale sarebbe stata la nuova identità, giusto?»
«Sì.»
«E questo è tutto. È tutta la storia.»
Ketchum premette la base del naso con il pollice e l’indice, scuotendo la testa. «Incredibile», mormorò.
Ma Weiss insistette, cercando di immaginarsi la scena. «Bene, vorrei essere sicuro di aver capito. Moncrieff si rende conto che il giardiniere, Ridder, ha sentito.»
Gli occhi nervosi di Pomeroy si mossero rapidamente. «È Crouch che se ne è accorto.»
«Okay, e poi? Dopo che Moncrieff è morto, il vecchio Crouch dice al ragazzo: ‘Sei nei guai; se qualcuno scopre che hai sentito, sei un uomo morto. E meglio che te la svigni, prima che Shadowman ti trovi’, dico bene? Qualcosa del genere?»
«Sì.»
«E aggiunge qualche dettaglio sul nostro inquietante personaggio che spaventa a morte Ridder, tanto che finisce per spararsi un colpo in testa.»
Pomeroy annuì, senza smettere di muovere le labbra e gli occhi.
«Ma Shadowman appare davvero, e comincia a dare la caccia a Crouch. Lo tortura a morte per farsi raccontare tutta la storia e… viene il tuo turno di avere paura. Potevi nasconderti in qualche periferia, sotto nuova identità, ma preferisci farti arrestare e chiudere in questa gabbia, in questo buco dimenticato da Dio.»
Pomeroy sembrava non ascoltare più; studiava il soffitto, sussurrava frasi sconnesse, ma annuiva.
Weiss sospirò. «E tutto questo perché…» Non sapeva come avrebbe terminato la frase, che cosa avrebbe detto, ma mentre le parole gli uscivano, cedette anche la sua resistenza interiore. Improvvisamente seppe che cosa aveva capito, seppe il perché del malessere. Deglutì e disse: «È per lei, vero? Ecco cosa cerca Shadowman? Sta cercando lei».
Sembrò che il cervello di Whip ci mettesse uno o due secondi a registrare il messaggio ricevuto. Poi, come folgorato, guardò Weiss, Ketchum, e ancora Weiss. «Ma sì. Naturalmente…»
«Ci siamo. Solo lei. Non soldi, non informazioni… Solo…»
Ketchum scoppiò a ridere, una sorta di latrato che sconvolse Pomeroy come un colpo di fucile. Weiss stava pensando che tutto ciò non aveva senso, era pura follia.
«Shadowman è innamorato di lei», disse lentamente.
Pomeroy era immobile, con un’espressione vuota, quasi sognante. Le mani si erano fermate, le labbra non sussurravano più, la faccia pallida era come senza volto. I grandi occhi fissavano un punto nel vuoto. Weiss aspettò finché, dopo quello che gli parve un secolo, il prigioniero ricominciò a tremare. Passò qualche istante ancora, poi disse: «È l’uomo peggiore del mondo, forse anche di tutti i tempi. L’avevo detto a Cam, gliel’ho ripetuto mille volte. Ma Cam diceva che a volte gli era utile, per i suoi affari. Doveva servirsi di lui.» Ricominciò a muovere la testa e le mani. «E un giorno, lui la vide. Lui… non ho mai saputo il suo nome. Il suo vero nome, intendo. Tutte le volte ne aveva uno diverso. Shadowman, così lo chiamano i giornali. Ed è così che abbiamo iniziato a chiamarlo anche io e Cam. E un giorno… lui l’ha vista. Le ha messo gli occhi addosso ed è stata la fine. Continuava a venire per vederla. E lei gli diceva che… che non… lo voleva intorno, ma lui non l’ascoltava. Niente lo poteva tenere lontano. E un giorno…»
Pomeroy tacque. Anche Weiss non parlò. Rivedeva la ragazza del video, i magnifici capelli, la faccia d’angelo, sono sempre io.
«Le ha fatto male», sussurrò Pomeroy. «Le ha fatto del male e io ho sentito tutto. Ero nella stanza accanto e ho sentito tutto. Voleva che lei andasse a letto con lui, lei non voleva e lui le ha fatto male. E poi… quando tutto è finito, ha iniziato a dirle delle cose… cose che nessuna persona direbbe, nessun essere umano. Le ha detto che cosa le avrebbe fatto se lei non fosse stata con lui. Voleva che fosse solo sua. Io lo sentivo, dalla stanza accanto. Diceva che aveva bisogno di lei. Ha detto che era l’unica cosa di cui aveva bisogno, di cui mai aveva avuto bisogno in tutta la sua vita. E che avrebbe fatto qualsiasi cosa… qualsiasi… pur di averla. L’avrebbe avuta, in un modo o nell’altro. E dopo averla minacciata in quel modo, si è messo a piangere. Piangeva e la supplicava.»
Mio Dio, pensò Weiss. «E tu hai sentito…»
«Ero nella mia stanza, lì accanto.»
E perché non l’hai fermato, brutto pezzo di merda, pensò, e quasi lo disse a voce alta. Ma ricacciò le parole in gola, insieme alla rabbia. «E ora tu sei l’unico a sapere dove si trova», disse invece. «L’unico.»
«Sono l’unico», sussurrò Pomeroy.
Ketchum era stato ad ascoltare fino a quel momento, ma ora ne aveva abbastanza. Era sempre più nervoso e disse: «Stai cercando di dirci che ti sei fatto rinchiudere in questa succursale dell’inferno, che hai addirittura contrattato per ottenere questa magnifica sistemazione, perché sei l’unico a conoscere la nuova identità della ragazza e temi che questo fantomatico Shadowman possa rintracciarti ed estorcerti l’informazione?»
«Lui verrà», rispose Pomeroy. «Non lo conoscete, lui verrà. Ha torturato Crouch e verrà anche qua. Quando si è reso conto che Julie se ne era andata, e che Crouch sapeva qualcosa, l’ha torturato finché non ha spifferato tutto. Crouch gli ha detto di me, della falsa identità, perciò lui sa. Sa che sono l’unico che può aiutarlo.»
«D’accordo, verrà», incalzò Ketchum. «Ma allora perché tu non dovresti parlare? Dannazione, non ti sei mai fatto molti scrupoli. Perché semplicemente non gli dici quello che vuole sapere? Che cosa te ne frega di quello che succederà alla ragazza?»
Pomeroy alzò il mento, come in un moto di orgoglio. Ma fu Weiss a rispondere: «Perché Shadowman lo ucciderà comunque». E Pomeroy lasciò cadere nuovamente la testa. «Lo deve uccidere, in un modo o nell’altro, perché sa che Whip l’ha sentito… supplicare, l’ha sentito piangere e dire alla ragazza che aveva bisogno di lei. È così, Pomeroy?»
«No, non perché ho sentito lui.»
Weiss chiuse gli occhi per un istante. Poi capì, tutto gli apparve chiaro. «Ti vuole uccidere perché hai sentito lei. Perché hai sentito la risposta che Julie gli ha dato.»
Pomeroy annuì rassegnato. «Mi deve uccidere a tutti i costi», sussurrò, quasi cantilenando, «perché l’ho sentita ridere.»
Nella stanza blindata era sceso nuovamente il silenzio. Si sentiva solo il rumore delle catene leggermente scosse dal tremore del prigioniero. I tre uomini erano ancora lì, immobili e zitti, con quella strana storia che aleggiava nell’aria fra loro. L’uomo peggiore del mondo si era innamorato. L’uomo peggiore del mondo si era innamorato di Julie Wyant.
«Hai una possibilità, Pomeroy», riprese Weiss dopo un po’. «Una sola. Devi dirci subito dove si trova Julie. Dirci qual è la sua nuova identità, così possiamo trovarla. Vi proteggeremo entrambi, io e la polizia, vi proteggeremo tutti e due, te lo prometto.»
«Proteggerci?» La testa di Whip era improvvisamente balzata in avanti e persino Weiss si ritrasse davanti a quegli occhi sempre più grandi che lo fissavano dal volto trasparente, mentre le labbra esangui si piegavano in grottesco, doloroso sorriso. «Non potete proteggerci, né me né lei. Non potete proteggere nessuno. Non da lui. Niente può fermarlo, niente. Arriva ovunque, raggiunge chiunque. E anche questa volta lo farà, per lei.» Pomeroy tornò ad appoggiarsi allo schienale e parve scomparire. «Non si può fermarlo. Niente può fermarlo. Mai.»
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