«Non che non abbia ricevuto delle offerte» precisò Dougie.
«Proprio così» disse il Luna. «Dougie è molto richiesto nel commercio dei farmaci. C’è sempre spazio per giovani intraprendenti nel settore farmaceutico.»
«Vorresti dire come il Metamucil?»
«Anche quello» disse il Luna.
Come se Dougie non fosse già abbastanza nei guai. Vendere Metamucil rubato era un conto. Vendere crack era tutta un’altra storia.
«Probabilmente il commercio dei farmaci non è una buona idea» spiegai loro. «Potrebbe anche ridurre la tua aspettativa di vita.»
Dougie annuì nuovamente. «Esattamente quello che pensavo. E ora che Homer è uscito di scena le cose si faranno complicate.»
«Accidenti a Homer» disse il Luna. «Era una bella persona. Ecco, lui era un uomo d’affari.»
«Homer?» domandai.
«Homer Ramos. Homer e io eravamo così» disse il Luna unendo i due indici. «Eravamo vicini, piccola.»
«Mi stai dicendo che Homer Ramos era implicato in un giro di droga?»
«Be’, certo» disse il Luna. «Non lo siamo tutti?»
«Come l’hai conosciuto?»
«Non lo conoscevo davvero, in senso fisico. Era più una specie di legame cosmico. Lui era, come dire, il grande santone della droga e io una specie di seguace. È stato davvero un colpo di sfortuna che gli abbiano aperto un buco in testa. E proprio quando aveva appena preso quel costoso tappeto, oltre tutto.»
«Un tappeto?»
«Ero al negozio di tappeti Art’s Carpet’s la scorsa settimana, e stavo osservando la compravendita dei tappeti. E lo sai come vanno queste cose: all’inizio pensi che i tappeti siano assolutamente eccellenti, e poi, più li guardi, più cominciano a sembrarti tutti uguali. E prima che tu te ne renda conto sei ipnotizzato dai tappeti. E subito dopo, senza accorgertene, ti stai prendendo una pausa, sdraiato sul pavimento, a tremare di freddo. E mentre ero lì sdraiato, dietro ai tappeti, ho sentito Homer entrare. È passato nella stanza sul retro, ha preso un tappeto e se n’è andato. E il tizio dei tappeti, sai, il proprietario, stava parlando con Homer del fatto che il tappeto valeva un milione di dollari e Homer doveva starci molto attento. Un bel po’ di soldi, eh?»
Un tappeto da un milione di dollari! Arturo Stolle aveva dato un tappeto da un milione di dollari a Homer Ramos poco prima che Ramos fosse ucciso. E ora Stolle stava cercando Ranger, l’ultima persona che aveva visto Ramos vivo… a eccezione del tizio che lo aveva ucciso. E Stolle pensava che Ranger avesse qualcosa che apparteneva a lui. Tutta questa faccenda di Stolle poteva davvero riguardare solo un tappeto? Difficile da credere. Doveva essere un tappeto dannatamente importante.
«Sono quasi sicuro che non si è trattato, come dire, di un’allucinazione» disse il Luna.
«Sarebbe stata una strana allucinazione» commentai.
«Non così strana come la volta che credevo di essermi trasformato in un gigantesco palloncino di gomma da masticare. È stato davvero spaventoso, piccola. Avevo queste manine e questi piedini, e tutto il resto era gomma da masticare. Non avevo neppure una faccia. Ed ero, come dire, tutto masticato, sai.» Il Luna rabbrividì involontariamente. «È stato un gran brutto viaggio, piccola.»
La porta si aprì e Morelli entrò. Guardò il Luna e Dougie, poi guardò l’orologio e alzò le sopracciglia.
«Ehi, ragazzo» disse il Luna. «È un sacco di tempo che non ci vediamo. Come vanno le cose?»
«Non mi lamento» disse Morelli.
Dougie, per nulla ingenuo come il Luna, saltò in piedi alla vista di Morelli e calpestò accidentalmente Bob che guaì di sorpresa e affondò i denti nei pantaloni di Dougie strappando un brandello di stoffa.
Nonna Mazur aprì la porta della camera da letto e guardò fuori. «Che cosa succede?» domandò. «Mi sto perdendo qualcosa?»
Dougie si dondolava sui talloni, pronto a scattare verso la porta alla prima occasione, non si sentiva a proprio agio in presenza di un poliziotto. Gli mancavano molte delle qualità necessarie per essere un criminale di successo.
Morelli sollevò una mano in segno di resa. «Ci rinuncio» disse. Mi diede un bacio svogliato sulle labbra e si voltò per andarsene.
«Ehi, aspetta» dissi. «Ho bisogno di parlarti.» Guardai il Luna. «Da sola.»
«Certo» disse il Luna. «Nessun problema. Abbiamo apprezzato il saggio consiglio sulla faccenda dei farmaci. Io e Dougie dovremo cercare altre strade per trovargli un impiego.»
«Io torno a letto» disse la nonna quando il Luna e Dougie se ne andarono. «Non sembra niente di interessante. Preferivo la notte scorsa quando eri sul pavimento con quel cacciatore di latitanti.»
Morelli mi rivolse lo stesso sguardo che hanno i comici della televisione quando il loro compare fa qualcosa di incredibilmente stupido.
«È una lunga storia» dissi.
«Ci scommetto.»
«Non penso che tu abbia voglia di ascoltare tutta questa noiosa faccenda per intero proprio adesso» dissi.
«Credo che invece sarebbe molto divertente. È così che si è rotta la tua catenella di sicurezza?»
«No, quella è opera di Morris Munson.»
«Una nottata molto impegnativa.»
Sospirai e mi lasciai sprofondare di nuovo sul divano.
Morelli si accomodò in una poltrona di fronte a me. «Allora?»
«Sai niente di tappeti?»
«So che stanno sul pavimento.»
Gli raccontai la storia del Luna e del tappeto da un milione di dollari.
«Forse non era il tappeto che valeva un milione di dollari» disse Morelli. «Forse c’era qualcosa dentro al tappeto.»
«Per esempio?»
Joe si limitò a guardarmi.
Feci a me stessa qualche domanda a voce alta. «Che cosa è abbastanza piccolo da stare dentro a un tappeto? Droga?»
«Ho visto un pezzetto del filmato registrato dalle telecamere di sicurezza durante l’incendio da Ramos» disse Morelli. «La notte in cui si è incontrato con Ranger, Homer Ramos aveva con sé una borsa da palestra quando è passato davanti alla telecamera nascosta. E Ranger aveva la borsa quando se n’è andato. Corre voce che Arturo Stolle abbia perso un bel po’ di denaro e voglia parlare con Ranger. Che cosa ne pensi?»
«Penso che forse Stolle ha dato a Ramos della droga. Ramos l’ha passata a qualcuno perché la tagliasse e la distribuisse e si è ritrovato con una borsa da palestra piena di soldi, parte dei quali appartenevano a Stolle. Qualcosa è successo tra Ranger e Homer Ramos, e Ranger ha preso la borsa.»
«E se fosse andata così, allora probabilmente questa era un’attività fuori dalle abitudini di Homer Ramos» disse Morelli. «Droga, estorsione e gioco d’azzardo sono cose per il crimine organizzato. Le armi sono roba per la famiglia Ramos. E Homer Ramos ha sempre rispettato questa regola.»
Non fosse per il fatto che, a Trenton, si trattava piuttosto di crimine disorganizzato. Trenton si trovava proprio a metà tra New York e Philadelphia, nessuno se ne interessava molto ed era frequentata perlopiù da un manipolo di delinquenti di medio livello che passava le giornate a giocare d’azzardo nei vari ritrovi. I soldi delle bische contribuivano a stabilizzare lo spaccio di droga. E la droga veniva smerciata da bande dei bassifondi che si davano nomi come i Corleone. Non fosse stato per i film del Padrino e per i documentali sul crimine in televisione, probabilmente a Trenton nessuno avrebbe saputo come agire e quale nome darsi.
Così ora cominciavo ad avere un’idea più chiara del motivo per cui Alexander Ramos era tanto cinico nei confronti del figlio. Ma la domanda principale rimaneva: cinico abbastanza da ucciderlo? E forse avevo anche capito la ragione per cui Arturo Stolle stava cercando Ranger.
«Queste sono solo congetture» proseguì Morelli. «Solamente parole.»
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