Janet Evanovich - Bastardo numero uno

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Bastardo numero uno: краткое содержание, описание и аннотация

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A corto di soldi, Stephanie Plum rimedia un lavoro, nella società di assicurazioni del cugino, come “cacciatrice di teste”, con il compito di consegnare alla polizia tutti gli arrestati rilasciati su cauzione che non si sono presentati in tribunale per il processo. Il suo primo caso è però quello di un agente di polizia ingiustamente accusato di omicidio, un ex compagno di liceo di Stephanie, al cui Anche pubblicato come “Tutto per denaro”.

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«Il vento è infido», spiegò la donna. «Le conviene uscire dal retro, attraverso il poligono di tiro.»

Seguii il suo consiglio e quando raggiunsi la strada, corsi alla mia auto e balzai al volante temendo che qualche goccia di Sure Guard fosse rimasta nell’aria. Infilai la chiave dell’accensione e cercai di non farmi prendere dal panico al pensiero di portarmi tra le ginocchia una bomba a gas. Il motore si accese, la luce dell’indicatore dell’olio riprese a lampeggiare. All’inferno, pensai. Mettiti in coda. Sulla lista dei miei problemi da risolvere, l’olio non figurava neppure tra i primi dieci.

Mi tuffai nel traffico, rifiutandomi di controllare dallo specchietto se dal tubo di scappamento uscissero nuvole di fumo. Carmen abitava parecchi isolati a est di Stark Street. Non era un quartiere elegante, ma neppure il peggiore. L’edificio era di mattoni gialli e aveva bisogno di una buona ripulita. Quattro piani, senza ascensore. Il piccolo atrio al pianterreno era pavimentato con piastrelle scheggiate, l’appartamento era situato al secondo piano. Sudavo, quando raggiunsi la porta. Il nastro giallo che delimitava la scena del delitto era stato rimosso, ma c’era un lucchetto. Sul secondo piano si aprivano altri due appartamenti. Bussai a ciascuna porta. Nel primo non c’era nessuno in casa. La porta del secondo fu aperta da una donna ispanica, la signora Santiago, sui quarantotto, cinquant’anni. Reggeva un bambino sul fianco. Aveva i capelli neri pettinati all’indietro, la faccia rotonda. Indossava una vestaglia di cotone blu e calzava pantofole di spugna. All’interno dell’appartamento il ronzio monotono di un televisore. Vedevo due piccole teste profilate contro lo schermo. Mi presentai e diedi alla donna il mio biglietto da visita.

«Non so che altro dire», si scusò la signora Santiago. «Questa Carmen ha abitato qui solo per breve tempo. Nessuno la conosceva. Era un tipo tranquillo, se ne stava per conto suo.»

«L’ha più vista dopo la sparatoria?»

«No.»

«Sa dove possa trovarsi. Da amici, parenti?»

«Non la conoscevo, come gli altri inquilini, del resto. Mi hanno detto che lavorava in un bar… lo Step-in , sulla Stark Street. Forse là qualcuno la conosceva.»

«Lei era in casa, la sera della sparatoria?»

«Sì. Era tardi e Carmen teneva altissimo il volume del televisore. Non l’avevo mai sentito così alto. Poi qualcuno ha bussato alla sua porta. Un uomo. Si è saputo che era un poliziotto. Immagino che picchiasse così forte all’uscio perché nessuno poteva sentirlo per via della televisione. E poi c’è stato uno sparo. È stato allora che ho chiamato la polizia. Quando sono tornata vicino alla porta, c’era una gran confusione nel corridoio, perciò ho guardato fuori.»

«E poi?»

«Ho visto John Kuzack e altri inquilini dello stabile. Qui siamo tutti solidali fra noi, non come certe persone che fingono di non vedere mai niente. Ecco perché nel palazzo non circola la droga e non abbiamo grane. John stava in piedi vicino al poliziotto, quando ho guardato fuori. Lui non sapeva che era un agente, aveva visto qualcuno colpito a morte sulla porta di Carmen, e quest’altro uomo aveva una pistola, perciò è intervenuto con decisione.»

«E dopo che cosa è successo?»

«Un gran trambusto, c’era tanta gente nel corridoio.»

«C’era anche Carmen?»

«Non l’ho vista, con tante persone. Tutti volevano sapere che cosa era successo, capisce? Alcuni inquilini cercavano di soccorrere la vittima, ma inutilmente. Lui era morto.»

«Pare che ci fossero due uomini nell’appartamento di Carmen. Ha visto il secondo?»

«Mi pare di sì. Era un tale che non conoscevo, mai visto prima. Magro, capelli neri, carnagione scura, sui trent’anni. Una faccia strana. Come se fosse stata appiattita con un tegame, con il naso schiacciato. Ecco perché l’ho notato.»

«Che cosa gli è capitato?»

La donna si strinse nelle spalle. «Non lo so. È sparito, come Carmen.»

«Forse dovrei parlare con John Kuzack», azzardai.

«Appartamento 4B. Dovrebbe essere in casa.»

Ringraziai la donna e salii altre due rampe di scale, chiedendomi chi poteva essere l’uomo capace di disarmare Morelli. Bussai e aspettai. Poi tornai a bussare abbastanza energicamente da sbucciarmi le nocche. La porta si spalancò e la domanda che mi ero posta poco prima trovò risposta. John Kuzack era un omone, alto quasi due metri, aveva i capelli ingrigiti raccolti in una coda di cavallo e un serpente a sonagli tatuato sulla fronte. Teneva una guida TV in una mano e una lattina di birra nell’altra. Dall’appartamento avvolto in una specie di nebbiolina usciva un odore dolciastro. Veterano del Vietnam, pensai. Aviotrasportato.

«John Kuzack?»

Lui mi guadò con gli occhi socchiusi. «Desidera?»

«Sto cercando di rintracciare Joe Morelli. Speravo che lei potesse dirmi qualcosa di Carmen Sanchez.»

«È un’agente?»

«Lavoro per Vincent Plum. Ha pagato la cauzione per Joe Morelli.»

«Non conoscevo bene Carmen Sanchez», rispose Kuzack. «La vedevo qui intorno, l’ho salutata un paio di volte. Sembrava una persona perbene. Stavo salendo le scale quando ho sentito la sparatoria.»

«La signora Santiago, al secondo piano, ha detto che lei ha bloccato il pistolero.»

«Già. Non sapevo che era un poliziotto, sapevo solo che aveva sparato a qualcuno ed era ancora armato. C’era un sacco di gente che si stava riversando nel corridoio e lui ordinava a tutti di stare lontano. Ho capito che era una situazione difficile, così l’ho colpito con una confezione da sei lattine di birra. Lui è crollato, svenuto.»

«Davvero?» dissi, quasi scoppiando in una sonora risata. Il rapporto della polizia aveva stabilito che Morelli era stato colpito con un corpo contundente. Non si parlava di lattine di birra. «Un bel coraggio.»

Kuzack sorrise. «Diavolo, il coraggio non c’entra. Ero sbronzo.»

«Sa che fine ha fatto Carmen?»

«No. Immagino che sia sparita nella confusione.»

«Da allora non l’ha più vista?»

«No.»

«Sa qualcosa del testimone scomparso? La signora Santiago dice di aver visto un uomo con il naso schiacciato.»

«Ricordo di averlo visto, ma è tutto.»

«Lo riconoscerebbe, se dovesse rivederlo?»

«Probabile.»

«Crede ci sia qualcun altro nello stabile che potrebbe saperne di più?»

«Edleman è stato l’unico che l’ha visto bene.»

«Edleman è un inquilino?»

« Era un inquilino. È stato investito da un’auto la settimana scorsa. Proprio di fronte all’edificio. Un ‘mordi e fuggi’.»

Sentii una stretta nervosa allo stomaco. «Crede che la morte di Edleman si ricolleghi all’omicidio Kulesza?»

«Non c’è modo di scoprirlo.»

Ringraziai Kuzack per la sua disponibilità e scesi lentamente le scale gustandomi l’aroma del suo spinello.

Era quasi mezzogiorno e cominciava a far caldo. Quel mattino ero uscita con un tailleur e scarpe con il tacco alto per apparire rispettabile e ispirare fiducia. Avevo lasciato i finestrini abbassati, quando avevo parcheggiato davanti alla casa di Carmen, con una mezza speranza che mi rubassero la macchina. Non ci aveva pensato nessuno, perciò mi misi al volante e finii i Fig Newtons che avevo preso dalla dispensa di mia madre. Non avevo scoperto granché dai vicini di Carmen, ma se non altro non ero stata aggredita né ero volata giù per una rampa di scale.

L’appartamento di Morelli figurava al secondo posto sulla mia lista.

5

Avevo chiamato Ranger per chiedergli aiuto. Ero troppo inesperta per introdurmi illegalmente in una casa. Quando entrai nel parcheggio. Ranger mi aspettava. Tutto vestito di nero. Maglietta senza maniche e pantaloni neri. Stava appoggiato a una lucida Mercedes nera con tante antenne che avrebbe potuto comunicare con Marte. Parcheggiai piuttosto lontano perché il fumo del mio tubo di scappamento non gli appannasse la vernice della Mercedes.

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