Emilio Salgari - Straordinarie avventure di Testa di Pietra

Здесь есть возможность читать онлайн «Emilio Salgari - Straordinarie avventure di Testa di Pietra» — ознакомительный отрывок электронной книги совершенно бесплатно, а после прочтения отрывка купить полную версию. В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Жанр: foreign_antique, foreign_prose, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.

Straordinarie avventure di Testa di Pietra: краткое содержание, описание и аннотация

Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «Straordinarie avventure di Testa di Pietra»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.

Straordinarie avventure di Testa di Pietra — читать онлайн ознакомительный отрывок

Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «Straordinarie avventure di Testa di Pietra», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.

Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

«Io comincio a trovarvi noioso, marinaio, e perciò vi prego di lasciare la mia casa e di andare a cercarvi un altro rifugio.»

«Se fuori piove!… Noi non lasceremo questo camino che spande un calore così dolce. E poi vedete bene che siamo bagnati.»

«Dovevate rimanere qui.»

«Per farci assassinare forse da questo canadese? Abbiamo preferito scovare questo pericoloso malandrino.»

«Io vi ripeto che quell’uomo non è mai venuto a vendermi pelli e che perciò non l’ho mai veduto prima d’ora.»

«Ne sono convinto: mentite tutti e due qui dentro, canaglie!…» urlò Testa di Pietra impugnando l’ascia. «Voi vi conoscete perfettamente.»

«Vorreste uccidermi?» chiese il trafficante diventando pallido come un cencio lavato.

«Noi non siamo dei pellerossa, però siamo tali uomini da imitare quei terribili guerrieri.»

«Che cosa volete? Il mio magazzino insieme a tutte le ricchezze che contiene? Qui dentro, solamente in pelli, vi sono diecimila dollari.»

«Che erediteranno i vostri parenti se avrete la sfortuna di morire. I corsari sono pirati. Noi siamo caduti in una seconda trappola. Il marchese d’Halifax deve aver ben speso per procurarsi dei briganti della vostra specie.»

«A me date del brigante!…» gridò il signor Riberac.

«E ve lo ripeto in faccia.»

«Uscite!…»

«Da dove?»

«Sono in casa mia.»

«La porta è chiusa, il passaggio segreto è troppo umido e noi non desideriamo affatto prenderci qualche pericolosa costipazione che potrebbe tramutarsi in una bronchite o, peggio ancora, in una polmonite, magari doppia. Si sta troppo bene qui. Vengano gl’inglesi o gl’indiani: mostreremo loro dei denti lunghi come un pino.»

«Sicché, a quanto pare, mi considerate vostro prigioniero.»

«Precisamente, caro signor Riberac figlio di un bretone.»

«Lasciate andare quel caro: non ci tengo affatto.»

«Corpo d’un tuono!…» gridò Testa di Pietra. «Siete dei banditi e come tali vi tratteremo.»

«Noi ci difenderemo,» disse il trafficante facendo un salto verso la parete per staccare un fucile.

Piccolo Flocco, che lo sorvegliava attentamente, fu prontissimo a tagliargli il passo.

«Briganti!…» gridò il trafficante furioso. «A me, Jor.»

«To’!… To’!… Come va ora, caro signor Riberac, che lo conoscete questo canadese? Fino a pochi momenti fa avevate sostenuto di non averlo mai conosciuto,» disse Testa di Pietra. «Vi siete tradito.»

Il trafficante si morse le labbra e fece un gesto di furore.

«Orsù, spiegatemi come da un momento all’altro vi siete ricordato di avere avuto ancora a che fare con questo canadese.»

«Andatevene!… Questa è casa mia!…» urlò il trafficante schiumante di rabbia. «Se non ve ne andate farò venire gl’indiani e vi farò scotennare.»

«In quale modo andrete ad avvertirli?»

«Ho dei tamburi dentro quelle grosse botti, che contavo di vendere agl’inglesi alla prima occasione e questo rullo è conosciuto dagli Uroni.»

«Non vi lasceremo suonare, così nessuno verrà, almeno per ora, a disturbarci. Vi arrendete? Io prendo possesso dalla vostra casa in nome del generale Washington, avendo egli accordato a me pieni poteri.»

«Il vostro generale è un ladro!…»

«Chiudete il becco, caro signor Riberac, e lasciatevi legare. Non voglio che mi scappiate.»

«Legarmi!…»

«E lasciatevi anche mettere dentro una di quelle grosse botti. Jor avrà pure una prigione eguale.»

Il trafficante, livido di collera, tentò nuovamente di gettarsi verso il fucile, ma anche questa volta gli fu impedito d’impadronirsene da un’altra mossa di Piccolo Flocco.

«Banditi!…» urlò. «E vi ho accolti come amici!…»

Testa di Pietra scoppiò in una fragorosa risata.

«Come amici per poi consegnarci agl’inglesi. Alla larga da queste belle amicizie: se ne può fare a meno.»

Durante quel colloquio il canadese non aveva pronunciata una parola. Era sempre rimasto dinanzi al fuoco non pensando che ad asciugarsi.

Anche quando il trafficante l’aveva chiamato per impegnare la lotta, non s’era mosso. D’altronde indosso non aveva nessun’arma e pareva che si fosse rassegnato al suo destino.

«Wolf, Hulrick, portate qui due di quelle botti. Scegliete le più grosse.»

I due tedeschi gettarono i sigari, legarono prima le mani dietro al dorso al canadese perché non approfittasse della loro assenza per tentare qualche colpo di testa e si spinsero verso l’estremità del magazzino, gettando in aria balle di pelli e rovesciando casse per aprirsi un passaggio più largo.

Il trafficante si era lasciato quasi cadere su una pelle d’orso che si stendeva dietro la tavola, prendendosi il capo fra le mani e continuando a mormorare:

«Assassini!… Briganti!…»

Piccolo Flocco lo sorvegliava col fucile che aveva staccato dalla parete, seduto su una cassa.

«Signor Riberac,» disse Testa di Pietra, «non spaventatevi, ché noi non siamo gente feroce, anzi tutt’altro. Volete un bicchierino del vostro eccellente gin? Vi darà un po’pò di forza.»

«Andate all’inferno!…»

«Non così presto, caro signore. E poi noi dobbiamo ancora fare quattro chiacchiere senza arrabbiarci. Sapreste dirmi dove si trovano ora gl’inglesi?»

«Io non ho mai lasciato la mia casa, quindi nulla posso sapere.»

«Ditemi allora come e quando avete conosciuto Jor.»

«Ci siamo incontrati un giorno sulle rive del lago, durante una partita di caccia ai caribou.»

«Quando?»

«Un anno fa per lo meno.»

«E Davis, il meticcio, che guidava la mia fusta, non l’avete conosciuto?»

«Mai: questo nome mi è affatto sconosciuto.»

«Non vi credo.»

Il trafficante si alzò, si sedette presso il camino su una cassa vuota, poi disse:

«Avete ragione. Ho conosciuto anche quella spia degli inglesi.»

«Dove?»

«Su queste rive.»

«Chi ve lo ha presentato?»

«Il marchese d’Halifax.»

«Era già dunque venuto prima sul lago, quel lord?»

«Sì, per prepararvi l’agguato.»

«Per tutti i campanili della Bretagna!… L’ha dunque anche con me quel gran signore? Signor Riberac, non dimenticate che io sono francese, che vostro padre lo era pure e che nelle vostre vene scorre sangue francese.»

Una rapida commozione alterò il viso, diventato pallido, del trafficante.

«Mio padre è morto a Montreal mentre respingeva gl’inglesi,» disse poi. «Fu spaccato in due da una palla di cannone,» aggiunse con voce cupa il signor Riberac.

«E voi vi siete gettato fra le braccia degli uccisori di vostro padre!… Il vostro cuore non aveva mai palpitato vedendo ondeggiare i tre colori della grande Francia?»

«Forse sì, ma… io ero allora un fanciullo e la guerra aveva rovinato completamente la mia famiglia ed ho dovuto cedere dinanzi all’oro inglese per non morire di fame. Tutti i canadesi dovevano cedere dinanzi alla ferocia del Leopardo dell’Europa, per non vedere le loro case completamente distrutte.»

«E perché quando il prode Washington mandò in queste contrade Arnold, siete rimasti inerti invece di aiutare la libertà americana? Si veniva a liberarvi dal pesante giogo dell’Inghilterra.»

«Eravamo troppo terrorizzati e le forche avevano un gran lavoro per tutti quelli che osavano parlare di Washington. Le popolazioni di Quebec e di Montreal hanno veduto molti francesi muovere le gambe nel vuoto colla lingua pendente. È vero, Jor?»

«Sì,» rispose il canadese.

«Torniamo a noi,» disse Testa di Pietra, il quale si tirava rabbiosamente la barba. «È Davis che ha preparato tutto per perderci?»

«Voleva solamente impadronirsi di due lettere, che voi dovete portare ad Arnold ed a Saint-Clair, ed immobilizzarvi nella mia casa.»

Читать дальше
Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Похожие книги на «Straordinarie avventure di Testa di Pietra»

Представляем Вашему вниманию похожие книги на «Straordinarie avventure di Testa di Pietra» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.


Отзывы о книге «Straordinarie avventure di Testa di Pietra»

Обсуждение, отзывы о книге «Straordinarie avventure di Testa di Pietra» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.

x