Federico Moccia - Amore 14
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Poco dopo siamo fuori, ma appena svoltato l'angolo...
"Carolina..."
Mi giro, è Gibbo. "Ma dai, c'eri anche tu al cinema, non ti ho visto!" E si avvicina e in un attimo arrivano tutti.
"Ti è piaciuto?
"Si, un casino."
"Aho, pensa a ritrovarmi incinta a quell'età! A te non può proprio succedere!"
"Perché? Magari il prossimo anno..."
"Sì, con l'aiuto dello Spirito Santo."
"Ma che, neanche! Neanche con un miracolo!"
"Sì, sì, un miracolo del..."
E alcuni ridono, anche se non c'è niente da fare, Cudini è sempre un boro. E continuano così e giù battute e scherzi e spinte, come sempre quando ci si vede in gruppo. Poi vedo che qualcuno me lo guarda curioso.
"Ah, lui è Massimiliano."
"Ciao!" Alza la testa come a salutare un po'"tutti.
"Lei è Clod, Aldo... lui è Cudini, poi Filo, Gibbo, lei è la mia amica Alis. Te la ricordi? Ti ho parlato di Clod e Alis..."
Si danno la mano, si guardano negli occhi e io provo qualcosa di strano.
"Sì, sì, mi hai parlato di tutti..." Ma Massi è eccezionale, dice questa cosa fichissima e alla fine mi passa subito. E così, divertita, guardo l'espressione di tutti mentre lo guardano. Come lo studiano, curiosi e curiose, come fanno finta di niente, come distratti, forse sul serio, ci lasciano andar via.
"Simpatici i tuoi amici..."
"Sì, è vero. Stiamo in classe ormai insieme da un sacco..."
"È carina la tua amica..."
"Sì..." Vorrei colpirlo, ma faccio finta di niente. "E" fidanzata."
Massi sorride. "Mica sono geloso."
Questa battuta l'ho già sentita. L'ha detta una volta Paolo, un ragazzo di Ale... Mi è stato così antipatico quando l'ha detta. Poi guardo Massi. Bè, con lui fa comunque tutto un altro effetto. Lui se ne accorge, si mette a ridere e mi salta addosso abbracciandomi. "E dai, lo dicevo apposta per darti fastidio..."
Faccio la sostenuta. "Bè, mi dispiace... Non ci sei riuscito!"
Cerca di baciarmi, lottiamo un po', ma poi alla fine, su questo, piacevolmente cedo.
Ma la cosa più bella mi è capitata a fine maggio.
Mattina presto. Cioè non tanto presto. Arrivo trafelata a scuola. Chiudo il motorino con tanto di catena e raccolgo lo zaino buttato lì vicino. Quando mi rialzo c'è Massi con un pacco in mano.
"Ciao! Che ci fai qui?"
Mi sorride. "Voglio venire a scuola con te."
"Dai scemo, lo sai che non si può... Ma non devi studiare?"
"Hanno spostato l'esame di diritto a metà luglio."
"Meglio, no? Non ti entrava molto in testa." Poi lo guardo curiosa. "E questo pacchetto?"
"È per te!"
"Che bella sorpresa, sul serio? Grazie!" Mi scoccia baciarlo e saltargli addosso qui, davanti a scuola ma lo farei di un volentieri... Solo che se mi vedono gli altri? Cioè mi porterebbero sfiga. Sono emozionatissima comunque, anche se cerco di non darlo a vedere. Scarto veloce il pacchetto.
"Ma... è un costume!"
Lo apro meglio, blu polvere e celeste, bellissimo.
"Hai anche azzeccato la taglia." Lo guardo perplessa. "Ma sei sicuro che è per me?"
"Certo" mi prende per mano. "Sono sicuro che non ce l'avevi."
"Questo no... ma altri sì."
"Non ce li avevi qui. Perché adesso..." arriva vicino alla moto e tira fuori da sotto un secondo casco e ci monta sopra, "andiamo al mare." E in un attimo vedo il prof di italiano, quella di matematica, la terza ora di storia e poi la ricreazione e poi inglese... E sono preoccupata, non perché io abbia problemi con la lingua, no, perché non andare a scuola, così, senza averci neanche pensato, ragionato, inventata già una scusa nel caso che... Poi lo guardo e con una tenerezza che non so raccontarvi lui mi fa: "Allora...?". Ma così delicato, ingenuo, quasi già dispiaciuto di fronte a un mio ipotetico no. "Andiamo?" Mi sorride e non ho più dubbi. Prendo il casco e me lo infilo al volo e un attimo dopo sono dietro di lui, lo stringo forte, appoggiata alla sua schiena. E guardo il cielo e quasi strabuzzo gli occhi. Ho fatto sega! Non ci posso credere. Non ci ho pensato più di un attimo, non ho avuto un pensiero, una paura, un sospetto, un'indecisione, un dubbio. Ho fatto sega! Lo ripeto dentro di me, ma non ci sono già più...
La città sfila sotto i miei occhi. Una via dopo l'altra, sempre più veloci, muri, saracinesche, negozi, palazzi. Poi più niente. Campi verdi appena fioriti, secche spighe che si piegano al vento, fiori gialli, grandi e tanti che riempiono quadrati. Andiamo via così, il Raccordo e poi giù, più giù, verso Ostia.
La pineta. non c'è nessuno. Ora ha rallentato. La moto borbotta leggera portandosi verso quell'ultima spiaggia, lì dove sfocia un piccolo fiume. Si ferma. Si toglie il casco.
"Ecco. Siamo arrivati."
Un cartello. Capocotta. ma non è quella spiaggia di nudisti? Non lo dico. Il sole è alto, bellissimo, fa caldo ma non troppo. Massi tira fuori gli asciugamani, dal bauletto là dietro, ha pensato a tutto.
"Vieni!" Mi prende per mano, arranco dietro di lui e corro felice, ridendo verso quell'immenso mare azzurro che sembrava aspettare solo noi.
"Ecco, mettiamoci qui."
Lo aiuto a stendere gli asciugamani. uno vicino all'altro. Non c'è vento. La spiaggia è vuota.
"Sai, questo è il posto dove di solito vengono i nudisti."
"Sì, siamo fortunati però, oggi non c'è nessuno."
Mi guardo in giro. "Già..."
"Possiamo fare noi i nudisti."
"Cretino! Mi vado a mettere il costume."
Per fortuna c'è lì accanto, a pochi metri, una casa mezza diroccata, uno di quegli antichi ruderi che facevano parte di chissà quale importante villa romana. Giro un po', poi trovo un angolo nascosto per cambiarmi. Che bello. Per fortuna non c'è veramente nessuno.
Il costume mi sta bene, almeno mi sembra, non c'è uno specchio qui purtroppo. E così mi rimetto sopra la camicia ed esco fuori da quel vecchio ridere.
Massi si è già cambiato. E" in piedi vicino agli asciugamani. Ha un bellissimo fisico, asciutto, definito ma non troppo magro. E non troppi peli. Un costume nero, largo, non troppo lungo. Mi accorgo di guardare lì e un po'"mi vergogno e arrossisco. Ma tanto lo so solo io.
"Ho indovinato la taglia?"
"Sì" sorrido. "E questo non mi piace."
"Preferivo sbagliassi... Vuol dire che hai troppo occhio. E che sei allenato!"
"Sciocca..." Mi tira a sé. Mi bacia e il fatto di essere così vicini senza niente addosso, senza quasi niente, mi fa strano, ma non mi vergogno. Anzi.
Poco dopo siamo sugli asciugamani. Lo spio. Lo guardo. Lo ammiro. Lo desidero. E" a pancia in su che prende il sole. Gioca con la mia gamba, mi accarezza. Mi tocca l ginocchio, poi sale su. Poi ridiscende giù. Poi sempre un po'"più su. E il sole. Il silenzio. Il rumore del mare. Non so. Mi sto eccitando. Mi sento tutta calda dentro. Che strana sensazione. Non capisco più nulla. Massi a un certo punto si gira lentamente verso di me. Anche se ho gli occhi chiusi lo sento. Allora giro lentamente il viso verso di lui e li apro. Infatti. Mi sta guardando. Sorride. Sorrido anch'io.
"Vieni." Si alza di botto. Mi aiuta e poco dopo sono nella sabbia. Corro dietro di lui. Non è troppo calda. In un attimo siamo al vecchio rudere. Si guarda intorno. Non c'è nessuno. Mi allontana come per guardarmi meglio.
"Ti sta proprio bene questo costume."
Mi sento osservata e mi vergogno. Sono bianca. Troppo bianca. "Vorrei esser almeno un po'"abbronzata. Mi starebbe meglio..."
"Ma che, sei bellissima..." mi tira a sé. Siamo in un angolo del rudere, tra due muri, nascosti dal resto della spiaggia. Solo il mare è il nostro spettatore curioso. Ma è educato. Respira silenzioso con qualche piccola onda. Sento la mano di massi sul fianco. Mi tira a sé. mi bacia. Lo abbraccio. Lo sento addosso a me. Sento che è eccitato. Tanto. Troppo. Mica per niente, è che non so veramente che fare. Invece lui sì, sa come muoversi. Poco dopo sento la sua mano sul mio costume. Lenta, morbida, delicata, piacevole. Poi si ferma sul bordo, allarga un po'"l'elastico e pluff, un delicato tuffo. La sua mano nel mio costume. scende giù, più giù, senza farmi il solletico, tra le mie gambe, mi accarezza lento e io mi abbandono nel suo bacio come fosse n rifugio per contenere tutto quello che sto provando che mi sorprende, mi meraviglia, che vorrei fermare, fissare per sempre, senza vergogna, con amore.
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