Federico Moccia - Amore 14

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Cose incredibili che abbiamo fatto nei giorni seguenti.

Abbiamo passato un pomeriggio intero sulla stessa panchina sotto la Madonnina di Monte Mario. E una Madonnina bellissima, enorme, si vede da lontano. E tutta dorata. Ma questo non è importante. Massi ha voluto sapere tutto della mia vita per quanto riguarda i ragazzi. Gli ho raccontato quel poco che ho combinato. Praticamente ho ammesso di non aver mai fatto nulla. All'inizio era preoccupato, poi meno, poi ha sorriso. Poi mi ha spiazzato con "Meglio così...".

Non ho capito se pensa a qualcosa di preciso. Ma non me ne importa più di tanto, non sono preoccupata, sono serena. Ho voglia di conoscerlo, di conoscermi, di scoprire e farmi scoprire. Ho capito. Dovrei essere preoccupata. Ma perché un ragazzo vuole sapere con chi è stata una? Cosa gli cambia rispetto a quello che prova per lei? E se gli avessi detto: "Massi, non sono più vergine, ho avuto tre ragazzi, anzi no, quattro, ho fatto questo e quello e anche quell'altro... " come sarebbe stata la sua reazione? Mannaggia a non averci pensato prima. Ormai non posso farci più nulla. Potrei sempre dirgli che gli ho detto una bugia. Sì, non è male come idea.

"Massi" gli sorrido. "Ti ho detto una bugia."

Cambia completamente espressione.

"Su cosa?"

"Non te lo dico. Sappi che sono stata sincera... ma ti ho detto una bugia. "

Rimane per un attimo perplesso, non sa bene cosa pensare. Poi forse pensando a uno scherzo, ride e mi bacia.

"Ma allora non sei stata sincera..."

"Sì, sì, come no..." mi stacco dal suo abbraccio, "sono stata moltissimo sincera, ti ho detto solo una bugia."

Massi scuote la testa e alza le spalle. Mi guarda negli occhi curioso, mi studia, come a cercare di capire cosa c'è di vero e cosa no. Io gli sorrido e mi giro dall'altra parte. Intanto non è più così sicuro. Meglio.

Nei giorni seguenti siamo andati a mangiare un po'"dappertutto.

Al giapponese di via Ostia, buonissimo, in una pizzeria vicino via Nazionale che si chiama Est Est Est, da sballo, e a via Panisperna 56, La Carbonara, da leccarsi i baffi. In tutti e tre i casi ho mangiato pochissimo! Massi mi ha guardato tutte e tre le volte preoccupato.

"Non ti piace il posto? Odi il giapponese? Troppo pesante la Carbonara?"

Ridevo da mezza deficiente ogni volta senza dire niente.

"Ah... ho capito, peggio, stai a dieta!"

"Ma che... per niente ! Sto benissimo, mi piace il posto ed è buonissimo tutto."

"E allora?"

"Non ho particolarmente fame..."

"Ah, tutto qui? Meglio così!" Prende il mio piatto e azzanna quello che è rimasto, se lo mette in bocca in maniera vorace. "Vuoi dire che risparmio! "

E io provo a colpirlo. "Cretino! Sei un boro..."

E lui mangia apposta a bocca aperta.

"E dai, mi fai schifo! Non ti bacio più! "

E allora lui volutamente esagera, muove ancora di più la testa, su e giù, come a dire "Allora sì che lo faccio! ".

E facciamo casino, lo tiro per la manica della camicia per farlo smettere, lui prova a farmi il solletico, scherziamo, litighiamo per finta e continuiamo a ridere. La verità è che quando sto con lui è come se mi passasse la fame. "Tregua, pace?" Non ce la faccio più, alla fine mi arrendo. "Ok." Lui sorride, mi versa un po'"d'acqua, poi se ne versa un po'"anche lui. Ci guardiamo mentre beviamo e ci viene la stessa idea a tutti e due, fìngiamo di spruzzarci con l'acqua che abbiamo in bocca. Faccio una faccia preoccupata. Alla fine Massi si spinge verso di me e apre la bocca come se volesse schizzarmi ma l'ha già mandata giù. Scuoto la testa, sorrido e piano piano diventa tutto più tranquillo. Lo guardo, mi batte il cuore, mi si emozionano gli occhi. Mi si tingono d'amore. Che ne so io che mi succede? Mi guardo allo specchio lì vicino. Altro che dieta... Questo è amore! E" amore, amore, amore. Tre volte amore. Sono rovinata!

Oggi andiamo a vedere Juno. Troppo forte! Scritto da Diablo Cody, una giovane blogger che ha vinto l'Oscar alla sua prima sceneggiatura. Gli americani sono un mito. Sono davvero lo stato della grande occasione. Come quando lì vincono al loro Enalotto o al casinò vedi subito delle foto con un assegno gigantesco con scritta sopra la cifra vinta. E le persone che l'hanno vinta le vedi sul serio, dal vivo! Persone vere, con un bellissimo sorriso stampato sulla faccia. Da noi non si sa mai niente, al casinò esce solo la notizia di quando vince Emilio Fede, il giornalista di Retequattro. Lì invece, senza essere minimamente conosciuta, questa blogger Diablo Cody ha vinto l'Oscar. Pensa se qui accadesse a Rusty James! Mi metterei in tiro e andrei con lui fino a Los Angeles a ritirarlo e farei come Benigni: salirei in piedi sulla poltrona gridando "Rusty James! Rusty James è mio fratello!".

Già mi ci vedo, scivolo e cado per terra!

Comunque è finito il primo tempo. Film fichissimo, pieno di battute e troppo divertente. Attrice giovanissima e bravissima, Ellen Page mi sembra si chiami. Juno è la storia di lei che decide di farlo con il suo ragazzo, un tipo buffo un po'"sfigato ma carino, tenero... e rimane incinta!

"Certo che se succede..."

Massi entra nei miei pensieri. "Bel casino."

"Non so proprio come se la cava così tranquilla lei... Forse perché è un film..."

Massi mi tocca la pancia. "Che faresti?"

Chiudo gli occhi... "Certo che mi piacerebbe da morire un bambino, ma ho quattordici anni!" Li riapro. "A parte che lei ne ha quindici! Quindi avrei ancora un anno di libertà..."

"Ma se già la vedi come una schiavitù, non va. Sul serio, non ti piacerebbe?"

"Ma guarda, l'ideale è che succeda al doppio di quello che ho vissuto... quindi a ventotto anni..."

"Ok, mi sembra giusto. Mi prenoto per allora..."

E mi sorride e mi prende la mano.

Ha diciannove anni, uno in meno di mio fratello. Cosa direbbe Rusty se lo conoscesse? Sarebbe geloso? E mentre penso questo, mi appoggio alla sua spalla. I miei capelli biondi sparsi sul suo golf blu. Tranquilla, prima che ricominci il film.

"Carolina, vuoi popcorn, una Coca, qualcosa da bere?"

Ci penso un secondo e guardo l'omino dei gelati che sta lì, nell'angolo in basso vicino allo schermo, con tutta quella gente intorno a lui.

No! Non ci posso credere. Vedo alzarsi dalla fila davanti a me Filo e poi c'è Gibbo e alcuni della classe, la Raffaeli e Cudini e anche Alis, e Clod con Aldo.

"No, no, grazie, non voglio niente." E scivolo piano un po'"più giù nella mia poltrona. Non so perché. Ma mi scoccia. Non voglio farmi vedere. Non con lui. Massi è mio. Non voglio dividerlo con nessuno. Cioè, non è neanche questo. E" che sono troppo felice e la mia felicità mi sembra così fragile, ecco, come se fosse una di quelle ragnatele. Sì, è fatta di sottili fili di cristallo e io sono al centro, distesa prigioniera, con i miei capelli biondi sparsi sulle mie spalle e Massi avanza, cammina a quattro zampe e mi guarda, splendido uomo ragno, Spiderman in nero... E basta un niente perché la nostra magica rete svanisca, puff... e io cada giù.

Così scendo un altro po'"nella mia poltrona, quasi sparisco. Poi per fortuna si spengono le luci. Seguo Juno ma non mi diverto come prima. Da lontano li vedo, riconosco le loro sagome anche nella penombra della sala. Ogni tanto qualche scena più luminosa del film li illumina un po'"di più e allora li vedo ancora meglio. Ma d'altronde li conosco a memoria! Li vedo da tre anni ogni giorno. Anche nelle loro più piccole sfumature. Come posso confondermi? Sono i miei amici. E su questa considerazione mi sento un po'"più tranquilla, mi agito meno, mi siedo meglio sulla poltrona. E riprendo a seguire il film tranquilla, e rido di nuovo come tutti, con li stessi tempi, lasciandomi andare, confusa nella platea, proprio come loro, come i miei amici, così, senza pensieri.

Finisce il film. Mi alzo subito anche se di solito mi piace vedere i titoli di coda e capire bene chi era quell'attore o quel pezzo musicale che magari mi è piaciuto. Mi giro, do le spalle ai miei amici e vado verso l'uscita. Massi è dietro di me. Le sue spalle larghe mi tengono nascosta.

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