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Federico Moccia: Amore 14

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"Quella è la rupe Tarpea... Quello è l'Arco di Costantino, quell'altro laggiù in fondo..."

"Il Colosseo" rispondiamo in coro io e Clod. E l'unico sul quale non ti puoi sbagliare.

Comunque Alis apre la borsa e tira fuori un Nokia N95, l'ultimo uscito, e mi fa una foto. "Questa me la voglio proprio ricordare, Caro!"

"E allora filmami che continuo il balletto! "

E Alis non se lo fa ripetere due volte e inizia a riprendermi con quel telefonino che è meglio di tutte le telecamere messe insieme. E mentre ballo davanti a lei comincio ad agitarmi come una pazza e muovo le mani e sono meglio di Eminem e 50 cent messi insieme, e così allargo le dita e rappo che è una meraviglia.

"E io lo bacio e sì che l'ho baciato, in una notte di luna piena con la voglia pazza di lui e soprattutto del suo fondoschiena. "

Alis e Clod ridono come pazze. Alis continua a filmarmi, mentre Clod balla a tempo e io continuo.

"E che bacio lungo e travolgente, nella barca in mezzo ai salvagente..."

Ma improvvisamente si fermano di botto e rimangono a bocca aperta come se avessero realizzato solo in quel momento che finalmente avevo fatto il grande salto. E allora continuo. "Sì, l'ho tutto tutto slinguazzato, gli ho morso il labbro e anche un po'"ciucciato." Ma improvvisamente capisco che la loro sorpresa dev'essere per qualcos'altro. E infatti... il prof Leone è alle mie spalle. E così rimango a bocca aperta anch'io e immagino in un attimo tutto quello che può aver ascoltato. Mi sorride.

"È stata una bella estate, vero Carolina? Ti vedo molto abbronzata e soprattutto molto allegra."

"Sì, prof."

"Ma adesso ricomincia la scuola e questo è l'ultimo anno. E l'ultimo anno vi dovete impegnare... Ma tu lo sai, Carolina, te l'ho sempre detto, c'è un tempo per ogni cosa... vero che lo sai?"

"Certo, prof."

"Ecco, per esempio il vostro tempo qui è finito. Ora dovete andare in classe."

Alis rimette il telefono nella sua Prada ultima versione. Clod si tira su meglio i pantaloni e tutte e tre ci dirigiamo verso la nostra mitica III B.

Eccomi qua, al mio nuovo banco vicino alla finestra. Non è che fuori ci sia questo gran panorama ma almeno viene la luce! Alis e Clod sono accanto a me. Per ora. Perché in classe mia c'è il vizio di far girare i posti ogni due mesi tirando a sorte banchi e file. È un'abitudine che i prof hanno preso in I per farci socializzare di più. E poi niente, appena socializzavi, zacchete, ti cambiavano posto. Comunque ora hanno fatto le file a tre a tre, meno male, a volle capiscono qualcosa anche i bidelli.

Ultimo anno delle medie. Ho un po'"di paura. L'esame? Boh. Più che altro il poi. Però che bello, la prossima estate sarò libera, libera, libera! Senza compiti! Tre mesi tutti come mi pare. Tra un attimo entrerà il prof Leone. Ci chiederà se abbiamo letto i cinque libri che c'aveva appioppato, se abbiamo fatto i temi, se abbiamo finito il libro degli esercizi. E poi come sempre fisserà la data del test d'ingresso. Che palle. Di sicuro domani, così stasera mi tocca di in stare fuori di meno sennò mamma rompe. Guardo di nuovo fuori dalla finestra... vorrei stare sopra quell'albero, lì davanti, appollaiata. A guardare quelli che passano sotto, il traffico, questa scuola, facendo la stecca a chi ora è seduto qui in classe. La finestra. Come la canzone dei Negramaro "se ti porti dietro il mondo, porta dietro pure me".

Mentre aspettavamo il prof ho cercato in tutti i modi di rubare il cell ad Alis ma non c'è stato niente da fare. Lei mi ha giurato che aveva cancellato il filmato.

"Te lo giuro Caro, perché non mi credi! "

"E allora dammi il cell così controllo."

"Ma perché non mi credi, eh? Tra di noi dobbiamo avere fiducia."

"E infatti io ce l'ho, ma stavolta vorrei avere anche quel cell e controllare, va bene?"

"Ok, allora ti dico come stanno le cose, eh? Non te lo posso dare perché ci sono dei mess che non puoi leggere, ok?"

"Ma come? Non mi fai leggere i mess? E perché scusa, avevi detto che dobbiamo avere fiducia... e di chi possono essere poi?"

E insomma abbiamo portato avanti la discussione fino all'ora di educazione tecnica e io ero talmente nervosa che, per la prima volta, ho segato e incollato tutti quei pezzi di legno direttamente dal disegno, senza neanche guardare, e alla fine quello strano incastro che sarebbe dovuto diventare un portapenne lo è diventato sul serio! Incredibile, per la prima volta ho preso buono! L'unica altra esperienza simile l'avevo fatta a educazione tecnica l'anno scorso, quando mi tagliai il dito indice della mano sinistra con la cosìddetta "sgorbiettina" ! Dicesi "sgorbiettina" un attrezzo che serve per fare le incisioni Adigraf. Sarebbe una tavola in plastica verde che s'incide. S'incide sì... anche il dito! Risultato: chiamarono mamma che mi portò al pronto soccorso. Tre punti. Ho visto Saturno con tutti i suoi anelli, poi Marte, Giove e anche Nettuno. Ancora i pianeti! E dopo la panoramica astronomica, sono tornata a scuola. Sì, proprio così. Chiunque altro sarebbe tornato a casa ma io no, perché mamma ha detto che andava bene così. Comunque ho perso un'ora di mate!

Va bè. Comunque del filmato incriminato con il prof Leone alle mie spalle nessuna traccia, neanche la possibilità di rivederlo almeno per farsi due risate. Niente. Anche questa cosa del filmato... delle tracce che restano di qualcosa che hai fatto... Voglio comprare una scatola, di quelle di cartone rigido coi disegni dei fiori sopra. Grande, grandissima, per metterci dentro le cose che da quest'anno non userò più. Perché mi sento un po'"più grande. Sono tante, quelle cose. Per esempio le Bratz, le Winx, i libri di Lupo Alberto, le magliette di Pinko Pallino che mia mamma mi comprava sempre anche se a me facevano rabbia, i diari segreti quelli col lucchettino che ho riempito di adesivi e scrutine varie, i libri di Geronimo Stilton, i dvd dei cartoni animati, le foto delle elementari,il calendario di quando avevo cinque anni, vestita da Carnevale, bruttissima, la scatola con le perline per fare i braccialetti, il matitone di plastica delle Bratz, l'astuccio con le matite di cera, i cerchietti per i capelli coi fiori di plastica. Tutto quello che ora mi sembra inutile. Anche se ho quasi quattordici anni! Mi sento diversa da quando quelle cose mi sembravano tutto.

Pomeriggio. Alis e Clod sedute davanti a me. Non ci vogliono credere.

"Allora vi racconto..."

Era giusto che fossi io a offrire, d'altronde la maggior parte delle volte offre Alis ed è pure naturale e le ho portate da Ciòccolati, un piccolo posto in via Dionigi, vicino a piazza Cavour dov'è l'Adriano, che tra l'altro non lo conoscevano e fa pure orario continuato.

Clod ha iniziato subito a mangiare, ha chiesto il Trilogy, che è peggio dell'anello di Bulgari come prezzo ma meglio come bontà. Infatti se l'è spolverato in un battibaleno.

Ci può portare anche due frappé al cioccolato e una tisana?"

Alis non sta nella pelle, la vedo che si agita, lei è nata per il gossip a tutto spiano da qualunque parte si cominci e dovunque si finisca. E ne devono succedere! Quello che ormai combinano Paris Hilton o Britney Spears quasi l'annoia.

"Allora Caro! Ci racconti o no? E dai!"

Anche Clod fa segno di sì con la testa e si lecca le dita come se si volesse mangiare pure quelle. Poi si asciuga con un fazzolettino di carta e a momenti fa fare una brutta fine anche a quello!

Ma Clod è da sempre così. Mi ricordo quando c'eravamo iscritte tutte e tre al catechismo per fare la comunione. Ci compravamo le bustine con le ostie dentro e lei, con la scusa che si doveva allenare, se le mangiava una dopo l'altra. Le teneva sotto il banco di scuola e sembrava una specie di mitragliatrice al contrario! Tum tum tum... se le sparava in bocca come se niente fosse e ogni tanto si bloccava, ma mica perché l'aveva beccata il catechista.. noooo! Perché gliene rimaneva qualcuna attaccata al palato. E allora tentava uno strano intervento semichirurgico cercando di "estrarla" con le sole due dita cicciotte e oltretutto colorate, visi o che amava il disegno, unica materia nella quale se la cavava senza problemi, le infilava su per il palato e scavava, scavava e guardarla era uno spettacolo tipo The Cell e The Ring e insomma anche Wes Craven avrebbe avuto dei dubbi se scritturarla o no per uno dei suoi orrori!

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