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Federico Moccia: Amore 14

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Ecco, io ero reclusa nella mia stanza e lui è venuto lì, ha bussato e io ho aperto. Mi ero anche chiusa a chiave e lui mi ha sorriso e io pure ed è bastato quello. E non ci siamo detti niente. Ma io ho pensato che dovevo avere la stessa faccia di Papillon perché avevo pianto un sacco e quando mi sono guardata allo specchio mi sono spaventata talmente ero "consumata". Cioè, non che mi fossi stropicciata troppo gli occhi, ma li avevo comunque rossi e non si sa com'è, anche se non avevo un filo di trucco perché ancora non ho imparato molto sulla tecnica del "maqui", ma questo pure sarà un capitolo a parte, delle lacrime mi erano scese lungo le guance e mi avevano rigata tutta. Ma di questo me ne sono accorta solo dopo. E comunque R. J. mi ha fatto una carezza sotto il mento e poi mi ha sorriso e mi ha abbracciato forte, come solo lui sa fare e io da quel momento lì avrei potuto resistere ancora di più in quella mia prigionia. Anche se per fortuna non è durata tanto. Invece chi non si è proprio fatta vedere quel giorno, neanche un ciao o come va o un messaggino sul cel tanto per far sentire la sua solidarietà, è stata Ale. Mia sorella Alessandra. Che poi non sono mica sicura che sia mia sorella. Cioè, è l'opposto di me. Capelli scuri, lunghi, alta 1,65, formosa, anche troppo, con un seno che secondo me rasenta la quarta, trucco a gogò esattamente come il cambio uomini che fa, uno ogni mezza stagione. E per questo non poche volte è stata messa in punizione, eppure io ero sempre lì, puntuale e solidale con lei, con il suo dolore, più o meno reale forse. Ma chi siamo noi per mettere in discussione ciò che provano gli altri? E qui faccio un po'"la filosofa... E comunque io c'ero tutte le volte, mentre lei non si è fatta proprio vedere.

Forse perché ormai, anche con il fatto che abbiamo cambiato camera, le cose non sono più le stesse. Boh. Ma non ci voglio pensare. D'altronde ho un ottimo supporto in R. J. e questo è quello che conta. Anche perché chi mi ha sempre ricaricato il telefonino è stato lui, non certo lei... Ma non voglio sembrare troppo opportunista.

Comunque, ritorniamo al mio programma. E l'altra cosa che voglio assolutamente fare è questa:

3) i giornali.

"Buongiorno, Carlo, che mi da?"

"Eh già, Carolina... che ti do?"

Ha ragione a essere perplesso. Le ultime volte che sono andata da un giornalaio è stato per le "Winx" e "Cioè". E solo da un mese e mezzo che leggo "Repubblica". Cioè non per darmi delle arie, ma alla fine mi sono interessata sul serio. Lo trovavo a casa sua e ogni tanto me ne stavo in salotto perché "lui" aveva da fare con i suoi amici. E così mi sono messa a leggerla. All'inizio lo facevo più per, come si dice, sì insomma darmi un po'"d'importanza o comunque sentirmi occupata. Insomma che non stavo sprecando il mio tempo e che questo non dipendeva solo da lui e dalle sue decisioni. E alla fine ci ho preso gusto sul serio. Cioè mi fa strano perché mi sembra di essere un po'"cresciuta... però ora lo compro martedì, giovedì e venerdì e mi piacciono molto le cose che leggo. Uno che mi fa impazzire è Marco Lodoli. Compare lì in un angolo con tutti i capelli arruffati e dice sempre delle cose che mi fanno sorridere. Ho scoperto cercando su Google che ha scritto anche diversi libri. Ma per adesso non ne ho comprato neanche uno.

Ho fatto sul mio diario di scuola la nota spese di quest'ultimo mese passato, giugno, e devo dire che tra ricarica, compleanno di Clod e due magliette Abercrombie ho speso un botto. Quindi come dice mamma bisogna un po'"tirare la cinghia. Ma oggi no. Oggi è un giorno speciale. E non voglio avere limiti.

"Mi dia "Repubblicà, "Messaggerò, "Corriere dello Sport'e..." guardo un po'"fra le altre riviste che stanno tutte lì davanti e non ho dubbi ""Dovè. Prendo anche "Dovè."

Ha una foto fantastica, un'isola pazzesca con tanto di palma abbassata sulla spiaggia. Secondo me ormai queste isole le fanno con il computer. Non riesco proprio a credere che ci siano dei posti così belli. La tiro fuori da in mezzo ad altre due riviste e vedo con la coda dell'occhio che lì, sotto, ci sono 2 euro! Devono essere cascati a qualcuno, magari non se n'è accorto. Passo a Carlo la rivista e lui prende da sotto il banco una busta. Bene. Si è distratto. Faccio un tuffo in avanti e per fortuna che la mia mano è ancora magra, almeno lei... E così prendo i 2 euro. Carlo non si è accorto di nulla. Ma è un attimo. Ci penso su e poi capisco che oggi è proprio una giornata speciale.

"Ehi, Carlo, qui sotto c'erano questi."

Mi sorride. Gli allungo la mano con i 2 euro e lui se li lascia cadere nella sua.

"Grazie, Carolina."

Poi con fare tranquillo li mette sotto, dove ci deve essere una specie di scatoletta portasoldi. E mi sorride di nuovo. Chissà se se n'era accorto. Non lo saprò mai. Mi ricorda un po'"The Family Man, quel film con Nicolas Cage, quando c'è quella scena dove una ragazza va in un supermercato a fare la spesa e quello che sta alla cassa fa fìnta di sbagliarsi a darle il resto, proprio per vedere come quella ragazza si comporta. E il tipo alla cassa di quel film vi ricordate chi è? È Dio! Cioè è uno di colore che sta lì e ha il ruolo di Dio. Non che io ce l'abbia con quelli di colore, ma non posso proprio pensare che... O insomma, capisco che vado un po'"su un piano delicato ma capisco anche che non sarà certo un po'"di colore a determinare l'importanza del fatto più importante e cioè se Lui c'è veramente o no.

Mette i giornali dentro una busta.

"Uno, due e tre... allora sono 7,50."

Ormai sono abituata, questo è il mio prezzo fisso! E con quelli che invece ho restituito, avrei pagato solo 5,50 euro, ma oggi mi devo creare dei crediti, deve rimanere tutto positivo, non ci devoo essere torti o sbagli perché io lo possa ricordare sempre come Quel giorno perfetto: il giorno in cui ho fatto l'amore.

Ok, lo so... Ho quattordici anni e quasi mezzo e qualcuno potrebbe dire che è presto. Certo non ne ho parlato a casa e meno che mai con mio fratello. E nemmeno con mia sorella che comunque, sempre che vi possa interessare, ho scoperto, ascoltando una sua telefonata con Giovanna di qualche anno fa ma ancora la ricordo, che l'ha fatto a quindici anni. E la maggior parte delle ragazze a scuola c'è arrivata vicino, almeno così dicono. Insomma, ho guardato anche su Internet, letto alcuni articoli, cercato qua e là e vi assicuro che sono perfettamente in target. Bè, forse mi manca un mese per essere proprio precisi come direbbe Gibbo, il mio amico matematico di scuola, ma quando c'è l'amore, quando tutto è perfetto, quando perfino i pianeti si allineano (io Acquario e lui Scorpione, controllato anche quello), quando perfino Jamiro, il suo vero nome è Pasquale ma da quando fa le carte a piazza Navona si fa chiamare così, ha detto che tutto va nel verso giusto, che non bisogna fermare l'influsso, no dico, l'influsso... Chi sono io allora per dire di no all'amore? Ecco perché sto preparando questa supermegacolazione... Perché è per lui, per il mio amore. Tra poco sarò a casa sua. I suoi sono partiti ieri per il mare e lui naturalmente ha fato tardi coi suoi amici e così siamo rimasti d'accordo che l'avrei svegliato io stamattina.

"Non prima delle undici però ti prego, tesoro... Domani posso dormire."

Non è possibile... Quella parola. Tesoro. La parola più dolce, più importante, più delicata, più... più... "pianeica", sì, insomma, che raccoglie tutti i pianeti oltre la Terra naturalmente, detta da lui e in quel modo mi ha tolto ogni dubbio. Lo faccio, mi sono detta ieri sera dopo la telefonata. E naturalmente non ho dormito. Stamattina sono uscita di casa alle otto! Cosa che non succedeva neanche quando andavo a scuola prima per copiare i compiti.

Ma voglio raccontarvi meglio cosa è accaduto in quest'anno scolastico e di vita per farvi capire come la mia decisione di oggi sia frutto di una lunga e difficile riflessione, ma che mi vede sicura, serena e soprattutto innamorata. Che strano! Riesco a pronunciare questa parola. Prima non ne ero proprio capace. Ma come dice Rusty James, ogni cosa ha bisogno del suo tempo, e per dire questa parola per me ci sono voluti ben tre mesi. Per decidere di fare l'amore poi quasi un anno. Ma voglio spiegarvi meglio il mio cammino. Insomma è un po'"come se la vita ti passasse davanti come un film. Come una serie di momenti, di situazioni, di fasi, di cambiamenti che ti portano inevitabilmente a fare l'amore! Dicono che di solito quando vedi la tua vita scorrerti davanti è perché stai morendo. E io sto morendo... ma dalla voglia di stare con lui! E siccome sono... guardo l'orologio, un bellissimo V di quelli trasparenti con perline che mi ha regalato proprio lui! Le nove e dieci, ho tutto il tempo per ripercorrere l'anno che è stato.

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