In qualche modo, i pensieri di Madam Mina hanno rivelato a Dracula la nostra presenza a Varna; ora lui l’ha esclusa dai suoi piani. Zsuzsanna mi avverte che Vlad non lo può fare senza perdere anche l’accesso ai pensieri di Madam Mina (proprio come lei, Zsuzsanna, non ha più accesso ai pensieri di Jonathan Harker), e Arkady lo conferma. Per il momento siamo liberi di usare la grande intelligenza di Mina a nostro beneficio senza rivelare a Vlad la nostra strategia.
Scrivo questo sul treno per Galatz.
30 ottobre. Oggi abbiamo finalmente messo piede sulla Zarina Caterina. Come temevamo, siamo arrivati troppo tardi; la cassa era già stata presa, ma noi siamo riusciti a parlare con il capitano, uno scozzese amichevole e disponibile. La cassa, ha detto, aveva causato un tale disagio tra la sua ciurma rumena che sarebbe stata gettata a mare se non fosse stato per il suo intervento. Poi ha allegramente tirato fuori la ricevuta, che mostrava come era stata ritirata da un certo Immanuel Hildesheim, Burgenstrasse 16.
Fortunatamente, Hildesheim era nel suo ufficio e, dopo un po’ di mance , ci indirizzò ad un certo Petrof Skinsky, un uomo d’affari che si occupava del trasporto dal fiume al porto. Hildesheim aveva consegnato la cassa a Skinsky che, sfortunatamente, non trovammo al suo indirizzo. Comunque, mentre ce ne stavamo andando, uno dei vicini uscì correndo da una casa, gridando che Skinsky era stato trovato assassinato, con la gola squarciata.
Quando, questa sera, siamo tornati a casa scoraggiati, Madam Mina ha guardato i nostri appunti e, nel suo modo logico e preciso, ha scritto una serie di deduzioni circa gli spostamenti di Vlad. Poi ce le ha lette e io le riassumo qui.
Dato che Vlad aveva assunto Skinsky come agente, è logico che si sia accordato perché la sua cassa fosse spedita a monte, dato che quello era il lavoro principale di Skinsky.
Ora, il Danubio incontra due fiumi che conducono in Transilvania, il Pruth e il Sereth; di questi, solo il Sereth si getta nel fiume Bistritsa… che scorre vicino Borgo Pass!
Ecco il nostro piano: Arthur si procurerà una lancia a vapore e lui e Jonathan seguiranno il Vampiro in nave. Ci accordammo segretamente che Harker non avrebbe viaggiato con me, poiché io sarei stato messo troppo a repentaglio; Lord Godalming corre meno rischi e sa prendere precauzioni per se stesso. Comunque, avrà anche l’invisibile presenza di Arkady che lo proteggerà. Quincey e John seguiranno a cavallo lungo la riva, nel caso Vlad decida improvvisamente di approdare, mentre Madam Mina e io prenderemo il treno verso Veresti e da lì viaggeremo via terra verso il castello.
La nostra speranza è che Elisabeth non segua me e Mina fino al castello (né Zsuzsanna che ci guiderà attraverso la foresta e che conosce la tana di Vlad meglio di tutti). Dato che Elisabeth non possiede la prima chiave, e quindi non conosce la quinta riga, lei rimarrà vicino a Vlad, con l’intento di distruggerlo e di ottenere la seconda chiave.
Una volta che ci saremo liberati dell’Impalatore, sorge una domanda: come faremo a distruggere lei , che è così potente?
Arminius, non restare lontano!
Il diario del dottor Seward
5 novembre. Sei giorni di cavallo, nella neve che cadeva e con un freddo tagliente, ma sempre con la vaga sensazione che dietro di noi, appena oltre il mio campo visivo, ci segua una grande oscurità, quell’indaco cupamente luccicante che io sono arrivato a temere. Anche Quincey lo sa, poiché la notte scorsa, quando ci accampammo e sedevamo intorno al fuoco, disse piano:
«Lo senti, Jack?».
Annuii e, il più tranquillamente che potei, dissi:
«Elisabeth».
Lui fece un segno d’assenso e non ne parlammo più. Significa che la deduzione del professore è giusta; ancora non è così potente da poter viaggiare sul fiume e salire a bordo della barca di Dracula quando vuole. Sono contento che abbia scelto di seguire noi e non il professore. Quella era la mia preoccupazione più grande: che lo avrebbe inseguito e ucciso, poi sarebbe salita a bordo della barca e avrebbe tolto la chiave dalla cassa piena dei resti putrefatti di Vlad. Forse teme che noi arriviamo alla chiave prima di lei e che con i nostri talismani la teniamo lontana per sempre. È abbastanza accorta da fallo.
Adesso è appena passala l’alba: il cielo è grigio, con la neve che cade leggera. Mi sono svegliato con la mano di Quincey sulla spalla e la vista lontana di un grosso carro di tzigani , affiancato da un piccolo esercito di zingari, che si affrettavano nel ritornare dalla riva. Quincey ha preparato i cavalli: proseguiamo!».
Il diario di Abraham Van Helsing
5 novembre, mattina. A Veresti, mi sono procurato un carro, una bella squadra di cavalli, e abbastanza provviste che durino per almeno dieci giorni. Con le coperte e le pellicce, Madam Mina e io siamo abbastanza equipaggiati, e facciamo i turni alla guida, mentre l’altro dorme; sento che Zsuzsanna ci segue a considerevole distanza, altrimenti spaventerebbe i cavalli. Viaggiando giorno e notte con alcune soste per far riposare gli animali, abbiamo raggiunto Borgo Pass prima dell’alba, il 3 novembre.
Ieri abbiamo raggiunto il perimetro del castello di Vlad, ma abbiamo messo il campo a una certa distanza da esso. Non volevo portare Madam Mina all’interno poiché, più lei si avvicina, più cade sotto il suo incantesimo; così, mentre riposavamo, ho disegnato intorno a lei un cerchio magico e l’ho chiuso con l’ostia. Non è riuscita a oltrepassarlo, anche quando le ho chiesto di farlo, e così sono stato soddisfatto della sicurezza al suo interno.
Fu la notte scorsa che ci apparvero tre Vampiri bambini: due ragazzi e una ragazzina. Ricordavo il diario di Jonathan, e compresi che dovevano essere la malvagia progenie di Zsuzsanna ed Elisabeth. In quel momento, non ho percepito alcuna traccia di Zsuzsanna; forse è rimasta turbata alla loro vista, o forse era, in risposta a un bisogno disperato, a caccia per il suo sostentamento. Fuori del cerchio, nel chiarore arancione del fuoco, quando presero forma, erano belli, dolci, seducenti e in possesso di una grottesca innocenza. Madam Mina e io eravamo nascosti al sicuro all’interno del nostro cerchio, e lì restammo. Io non sopportavo di vederli, pensando al mio piccolo Jan; guardai, invece, il volto di Mina, e fui profondamente sollevato nel leggervi orrore e disgusto.
Oggi mi sono alzato all’alba, lasciando Madam Mina racchiusa e protetta all’interno del cerchio, e mi sono diretto al castello dove si trovava Zsuzsanna. Non l’aveva detto sebbene ci fossimo accordati che sarebbe servita come avanscoperta, per avvertirci quando Dracula ed Elisabeth si fossero avvicinati. La fredda aria del mattino era stranamente elettrica; quello era il giorno, lo sapevo. Era il giorno…
Era un compito molto triste quello che avevo davanti, nella tana dell’Impalatore; ero stato all’interno del castello due decenni prima: la prima volta, in un inutile e tragico tentativo di salvare il mio fratello adottivo, e l’altra, per uccidere quella malvagia creatura che era diventato il mio povero, piccolo Jan. Ogni pietra scura, ogni stanza dall’odore di decadenza, era carica di ricordi angosciosi.
Anche grazie a questo avevo imparato, molti anni prima, quando Arminius mi aveva insegnato la dolorosa arte della caccia ai Vampiri, a indurire il mio cuore contro l’emozione e ad avvicinarmi al compito con freddezza e impassibilità. Così feci quando trovai la tana dei tre bambini: due di loro erano rannicchiati insieme, dolcemente addormentati nella stessa, larga bara. Non ebbi alcuna pietà; non finché non ebbi colpito con palo e coltello e vidi quei corpi immortali, scintillanti, trasformarsi in semplici resti umani. Soltanto allora piansi per loro, per le loro madri e i loro padri.
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