Ben Bova - Orion tra le stelle

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Orion tra le stelle: краткое содержание, описание и аннотация

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`ORION — il semidio la cui sorte è crudelmente manipolatadai Signori del cosmo — viene scagliato in un futuro lontanissimo denso di insidie: in quel particolare segmento dello spazio-tempo è infatti in corso una ferocissima guerra spaziale fra le razze di discendenza terrestre e le più feroci creature dei mondi alieni. Al comando di una guarnigione di terrestri pronti a tutto, John O’Ryan alias ORION comincia la sua ltta disperata. Resta un solo interrogativo: a chi gioverà questa ennesima guerra?

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Erano tutti lì, ad aspettarmi, tutti in perfetta forma fisica e avvolti in tessuti preziosi, un pantheon di perfezione fisica: gli uomini belli e austeri, le donne seducenti e dall’espressione solenne. C’erano tutti, eccetto Anya.

— Lei dov’è?

Il Radioso mi venne incontro, serio in volto.

— Dov’è? —ripetei.

— Tutto a tempo debito, Orion. Abbiamo altre cose da discutere, prima.

Con la mano sinistra lo afferrai per il collo, premendo il pollice sul pomo d’Adamo finché non cadde in ginocchio.

— Dov’è Anya? —tuonai. —Che cosa le hai fatto?

Quello chiamato Zeus mi ordinò: —Lascialo immediatamente! —Vidi Ares e gli altri avanzare verso di me.

Aumentai la pressione sulla gola di Aton. —Fate un altro passo e gli spezzerò il collo.

— Che beneficio ne trarresti? —domandò Zeus. —Noi lo resusciteremmo.

— Fareste una sua copia —lo contraddissi. —Ma “questo” Aton non esisterà più.

Il Radioso strabuzzò gli occhi.

— Sì, conosco i vostri trucchi. So della trasmissione di materia e delle fratture che avete creato nel continuum. So che considerate i comuni mortali meno della polvere che calpestate.

— Questo non è vero, Orion —intervenne Afrodite dagli occhi verdi. —Noi ci preoccupiamo del benessere delle nostre creature.

Scaraventai Aton a terra. Che senso aveva ucciderlo? Ne avrebbero subito prodotto un altro.

Ma una furia omicida mi stava crescendo dentro. —Dei, vi chiamate? Bugiardi! Impostori e assassini, dico io! Non siete altro che una banda di pazzi criminali!

— Ora stai esagerando —si intromise Era. La ricordai quando si proponeva nei panni di Olimpia, la madre di Alessandro il Grande, la donna che aveva tramato l’assassinio del marito Filippo, re dei Macedoni.

Aton mi guardò e nei suoi occhi lessi la mia stessa furia. —Se vuoi la tua preziosissima Anya —gracchiò massaggiandosi il collo —dovrai prima venire a patti con noi.

— Che cosa c’è da patteggiare? La guerra è finita… a meno che voi, divini assassini, non la facciate scoppiare di nuovo.

— La guerra è finita —confermò Ares e i suoi occhi grigi si posarono su Zeus, prima che aggiungesse: —Abbiamo superato le nostre divergenze e non c’è alcun motivo di continuare la guerra tra gli umani.

Guardai lui, poi Zeus ed Era e tutti gli altri. Infine guardai Aton che si stava rialzando e mi fissava con astio.

— Devi parlare con gli Antichi per nostro conto —disse con voce strozzata.

— Devo?

Intervenne Zeus. —È importante che stabiliamo relazioni amichevoli con loro. Vitale, anzi.

— Perché?

— La crisi suprema, Orion! —proruppe Hermes con foga. —È alle porte, e non c’è tempo da perdere.

— Potete viaggiare attraverso il tempo eppure dite che non c’è tempo da perdere? Non capisco.

Il Radioso aveva recuperato la sua baldanza, ma Zeus lo prevenne. —Ci troviamo a fronteggiare una crisi che probabilmente il nostro potere, da solo, non basterà a risolvere. In qualunque modo ci muoviamo nel continuum, non c’è tracciato del tempo, non c’è geodetica che non si stia deformando, al di fuori di ogni controllo.

Ricordai come gli Antichi mi avessero spiegato che ogni passaggio attraverso il continuum creava lacerazioni nel delicato tessuto dello spazio-tempo. Ora, leggendo nelle menti dei Creatori, capii che cosa temevano. A causa delle loro continue ingerenze, del loro maniacale desiderio di alterare lo spazio-tempo per adattarlo ai propri capricci, avevano lacerato irrimediabilmente quel tessuto che ora minacciava di cedere, provocando un disastro che forse avrebbe potuto squarciare lo stesso continuum e trasformato l’universo in schegge di caos. Tutti i flussi temporali sarebbero stati travolti da un’ondata di discontinuità, la causalità sarebbe stata spazzata via mentre le fluttuazioni del quantum materia/energia avrebbero dissolto il tempo stesso in un non essere privo di senso.

— È peggio di quanto pensi Orion —mormorò Ishtar, la dea dai capelli corvini. —Non siamo noi la sola causa della crisi.

Prima che avessi il tempo di riflettere sulle sue parole, Zeus intervenne di nuovo. —Ci sono altri che manipolano il continuum. Il loro sfruttamento dello spazio-tempo è stato ben più massiccio del nostro.

— Devono essere fermati —rincarò Era.

— Prima che l’intero continuum vada distrutto.

Li guardavo, sforzandomi di metabolizzare le informazioni che avevo appena ricevuto.

— È la verità, Orion —disse Aton, il Radioso, che si era dato l’appellativo di Apollo presso i Greci —Siamo in pericolo; l’universo intero è minacciato.

— È per questo che volete entrare in contatto con gli Antichi? Perché avete bisogno del loro aiuto?

Aton annuì. —Del loro e di quello di tutte le altre antiche razze della galassia.

— E la guerra che avete portato avanti per tre generazioni, e che ha visto la distruzione di interi pianeti? Eravate pronti ad annientare persino le stelle… qual era il vero obiettivo?

Impacciato, Aton distolse lo sguardo. —Eravamo in disaccordo sull’opportunità di rivolgerci a razze più vecchie. Io volevo chiederne l’aiuto; Anya e i suoi erano contrari.

— E per questo avete trascinato l’umanità in una guerra durata oltre un secolo? Coinvolgendovi anche tante razze aliene?

Un barlume della vecchia arroganza fece capolino nei suoi occhi. —Anya sa essere molto caparbia.

— Dov’è?

— Si è rifiutata di unirsi a noi in questa… in questa conferenza di pace.

— Stava morendo.

— Ho cercato di farle vedere le cose dal mio punto di vista. Con gli altri aveva funzionato. —Con un gesto noncurante indicò Poseidone, Afrodite e altri Creatori. —Ma, come ho detto, Anya è molto caparbia.

Sentivo che c’era dell’altro. —Dici che lei non voleva che contattassi gli Antichi?

— Era convinta che avremmo potuto affrontare la crisi suprema anche senza il loro aiuto.

Mi voltai verso Afrodite. —È vero?

— Sì —rispose, ma parlando guardava Aton e non me.

Li fissai a turno, e infine i miei occhi incontrarono quelli di Zeus. —Che altro c’è? —chiesi. —So che non mi avete detto tutto.

Lui si lisciò la barba, poi abbozzò un sorriso. —Accontentati di quanto Aton ti ha svelato, Orion. Aiutaci a guadagnarci la fiducia degli Antichi.

— Come posso invitarli a fidarsi di voi, quando io stesso non ci riesco?

Lo sguardo di Aton mi fulminò. —Non sarai più riportato in vita, Orion. Se non ci aiuterai a raggiungere gli Antichi non ci sarai più di nessuna utilità.

E allora capii ciò che si erano rifiutati di dirmi. —Voi non volete l’aiuto degli Antichi, ma il loro potere. Volete impadronirvi delle loro conoscenze e usarle per i vostri fini. Parlate di una crisi suprema, ma sognate ancora di dominare tutto e tutti, aspirate a essere i signori assoluti del continuum.

Aton sorrise gelido. —Hai imparato molto da quando ti ho creato. Troppo, forse.

— Smettila con questa sceneggiata! —esplosi. —E dimmi la verità.

Il sorriso gli morì sulle labbra. Il cielo si oscurò e le onde del mare si sollevarono, ribollendo, per poi infrangersi con un boato. I Creatori invecchiarono all’improvviso sotto ai miei occhi: i capelli di Afrodite divennero bianchi e il suo volto rugoso. Poseidone era debole e tremante come un vecchio malato; persino Zeus ed Era erano ridotti a due relitti.

Solo Aton aveva mantenuto il suo fulgore. Anzi, sembrava più forte di prima, splendente come il sole che si opponeva alle ombre di quel cielo gravido di nubi tempestose.

E la città dei Creatori si sgretolò sotto i miei occhi. I templi crollarono e divennero ammassi di polvere, le colonne spezzate ai capitelli caddero come rami secchi. La terra fu scossa da un tremore e il cielo squarciato dai lampi.

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