George Martin - Il trono di spade

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Il trono di spade: краткое содержание, описание и аннотация

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In una terra fuori dal mondo, dove le estati e gli inverni possono durare intere generazioni, sta per esplodere un immane conflitto. Sul Trono di Spade, nel Sud caldo e opulento, siede Robert Baratheon. L’ha conquistato dopo una guerra sanguinosa, togliendolo all’ultimo, folle re della dinastia Targaryen, i signori dei draghi. Ma il suo potere è ora minacciato: all’estremo Nord la Barriera — una muraglia eretta per difendere il regno da animali primordiali e, soprattutto, dagli Estranei — sembra vacillare. Si dice che gli Estranei siano scomparsi da secoli. Ma se è vero, chi sono quegli esseri con gli occhi così innaturalmente azzurri e gelidi, nascosti tra le ombre delle foreste, che rubano la vita o il sonno a chi ha la mala di incontrarli?

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Ser Jorah le aveva raccontato che il popolo di quelle regioni chiamava se stesso Lhazareen, ma i Dothraki li chiamavano “haesh rakhi”, Uomini agnello. Un tempo Daenerys avrebbe potuto prenderli per Dothraki perché avevano pressoché lo stesso aspetto: pelle ramata e occhi a mandorla. Adesso, però, notando le loro facce appiattite e i capelli tagliati innaturalmente corti, le apparivano diversi, estranei. Erano pastori e contadini che si nutrivano di vegetali e avrebbero dovuto restare a sud dell’ansa del fiume, le aveva detto khal Drogo. L’erba del mare dothraki non era destinata alle pecore.

Daenerys vide un ragazzo scattare in fuga verso il fiume. Un guerriero galoppò a tagliargli la strada e lo costrinse a tornare indietro. Altri guerrieri lo chiusero da tutti i lati, facendogli schioccare le fruste in faccia, spingendolo a correre in una direzione, in un’altra, in un’altra ancora. Uno gli galoppò alle spalle e la sua frusta lo colpì alle natiche finché il sangue non cominciò a scorrergli lungo le cosce. La frusta di un altro guerriero gli si attorcigliò attorno a una caviglia e lo scaraventò a mordere la polvere. Alla fine, quando il ragazzo poté solamente strisciare, decisero di essersi divertiti abbastanza e gli piantarono una freccia nella schiena.

Ser Jorah era ad attendere Dany poco fuori della porta principale della città, sventrata anch’essa. Sopra la maglia di ferro, indossava una casacca verde foresta. Gambali, guanti ferrati ed elmo con celata erano d’acciaio scuro. Quando aveva indossato l’armatura, i Dothraki l’avevano deriso, gli avevano dato del codardo, ma il cavaliere aveva risputato loro in faccia insulto per insulto. Gli animi si erano surriscaldati, la spada lunga da combattimento si era incrociata con un arakh, e il Dothraki con la lingua più tagliente era stato lasciato a dissanguarsi mentre gli altri proseguivano.

Ser Jorah le si avvicinò, sollevando la celata dell’elmo a sommità piatta. «Il lord tuo marito ti attende nella città.»

«Drogo è rimasto ferito?»

«Solo qualche taglio. Nulla di serio. Ha ucciso due khal, oggi. Per primo khal Ogo, poi anche suo figlio Fogo, divenuto khal nel momento in cui il padre è caduto. I cavalieri di sangue di Drogo hanno tagliato le campanelle dei loro capelli e adesso, a ogni passo del lord tuo marito, il tintinnio è più forte.»

La notte in cui Vìserys era stato incoronato con l’oro fuso, Ogo e suo figlio avevano condiviso assieme a Drogo l’alta piattaforma dei khal, ma era successo a Vaes Dothrak, al cospetto della Madre delle Montagne, dove tutti i guerrieri delle pianure erano fratelli e tutte le dispute erano messe da parte. Fuori, tra l’erba, le cose erano diverse. Il khalasar di Ogo stava attaccando la città quando era apparso quello di Drogo. Daenerys si chiese cos’avessero pensato gli Uomini agnello, dall’alto delle loro mura di fango, nel vedere all’orizzonte la polvere della nuova orda in avvicinamento. Forse alcuni, i più giovani e sciocchi, avevano pensato che gli dei avessero esaudito le loro preghiere e che fossero arrivati i liberatori.

Dall’altra parte della strada, un guerriero dothraki afferrò una ragazzina e la scaraventò a faccia in giù sopra un mucchio di cadaveri. La ragazzina, non più vecchia di Dany, piangeva con voce acutissima. Il guerriero la penetrò di forza. Altri guerrieri smontarono dai cavalli in attesa del loro turno. Ecco la liberazione che i Dothraki di khal Drogo avevano portato agli Uomini agnello.

“Io sono il sangue del drago.” Daenerys lo ricordò a se stessa distogliendo lo sguardo. Serrò le labbra, indurì il proprio cuore e avanzò verso la porta.

«Il grosso dei guerrieri di Ogo si è dato alla fuga» stava dicendo ser Jorah. «Ma anche così, potrebbero esserci oltre diecimila prigionieri.»

“Schiavi” pensò Dany. Il khalasar di Drogo avrebbe spinto quella gente lungo il fiume, fino alle città del golfo degli Schiavi. Aveva voglia di piangere, ma si costrinse a rimanere forte. “Questa è la guerra. Questo è il volto della guerra. E questo è il prezzo del Trono di Spade.”

«Ho detto al khal di dirigersi verso Meereen» continuò ser Jorah. «Là, i prezzi pagati per gli schiavi sono migliori di quelli che otterrebbe dalle carovane. Illyrio scrive che l’anno scorso hanno avuto un’epidemia, così ci sono bordelli che pagano il doppio per ragazze in salute, e il triplo per bambini sotto i dieci anni. Se un numero sufficiente di loro riuscirà a sopravvivere alla marcia, quell’oro potrà comprarci tutti i vascelli dei quali abbiamo bisogno, più gli equipaggi per farli navigare.»

Alle loro spalle, la ragazzina che veniva stuprata continuava a piangere, un lamento straziante, come senza fine. Il pugno di Daenerys si contrasse attorno alle redini e fece voltare la testa della puledra d’argento. «Falli fermare.»

«Khaleesi?» Ser Jorah non era certo di aver capito bene.

«Mi hai sentito, cavaliere. Fermali.» Daenerys apostrofò il proprio khas nell’aspra lingua dothraki: «Jhogo, Quaro, aiutate ser Jorah. Non voglio stupri».

I guerrieri si scambiarono occhiate stupite.

Ser Jorah diede di speroni, andandole vicino. «Mia principessa, il tuo cuore è gentile, ma non comprendi. È questo il modo in cui è sempre stato. Per il loro khal, quegli uomini hanno sparso sangue. Ora riscuotono la dovuta ricompensa.»

Dall’altra parte della strada, la ragazzina urlava in una lingua cantilenante che era estranea alle orecchie di Dany. Il primo guerriero aveva finito e un secondo prese il suo posto.

«Lei è una ragazza agnello» disse Quaro in dothraki. «Lei non è niente, khaleesi. I guerrieri le rendono onore. Gli Uomini agnello si accoppiano con le pecore, questo è noto.»

«Questo è noto» concordò l’ancella Irri.

«Questo è noto» reiterò Jhogo, in sella al grande stallone grigio dono del khal. «Se i suoi lamenti offendono i tuoi orecchi, khaleesi, Jhogo ti porterà la sua lingua.» Sfoderò l’arakh.

«Non voglio che le venga fatto del male. Lei è mia» dichiarò Daenerys. «Ora obbedite… o il khal lo saprà.»

«Sì, khaleesi.» Jhogo diede di speroni, Quaro e gli altri gli andarono dietro. Le campanelle nei loro capelli tintinnavano.

«Ser Jorah, va’ anche tu con loro.»

«Come tu comandi.» Il cavaliere la guardava con un’espressione indefinibile. «Invero, tu sei la sorella di tuo fratello.»

«Vuoi dire Viserys?» chiese lei, senza capire.

«Voglio dire Rhaegar.» Il cavaliere partì al galoppo.

Dany udì Jhogo gridare. Gli stupratori gli risero in faccia. Uno di loro gli urlò una risposta. L’arakh di Jhogo lampeggiò nell’aria e la testa del guerriero rotolò giù dalle sue spalle. Le risate si tramutarono in imprecazioni. Apparvero altri arakh, ma adesso anche Aggo, Quaro e Rakharo erano sul posto. Vide Aggo indicare dalla parte opposta della strada, dove lei stava, in groppa alla puledra. I Dothraki la fissarono con freddi occhi neri. Uno sputò a terra. Gli altri si dispersero e tornarono ai loro cavalli borbottando.

In tutto questo, il guerriero che montava la ragazza, preso da ciò che stava facendo, non si era neppure reso conto di quanto era accaduto. Ser Jorah smontò, lo afferrò con una mano guantata di ferro e lo strappò via di forza. Il Dothraki rotolò nel fango, balzò in piedi con l’arakh in pugno e morì con una freccia di Aggo attraverso la gola.

Mormont aiutò la ragazzina ad alzarsi dal mucchio di cadaveri e la coprì con la propria cappa schizzata di sangue. La condusse dall’altra parte della strada, fino a Dany. «Cosa vuoi che facciamo di lei?»

La ragazzina tremava, aveva gli occhi dilatati, opachi. I suoi capelli erano impiastricciati di sangue. «Doreah, vedi come sta e occupati di lei. Non hai l’aspetto dothraki, forse di te non avrà paura.» Daenerys fece muovere la puledra attraverso il portale sventrato. «Il resto di voi, con me.»

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