J. Rowling - Harry Potter e il prigioniero di Azkaban

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Harry Potter e il prigioniero di Azkaban: краткое содержание, описание и аннотация

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In questa nuova, attesissima avventura il piccolo grande apprendista mago Harry Potter deve vedersela con l’assassino pluriomicida Sirius Black, evaso dalla fortezza di Azkaban proprio per ucciderlo e con i Dissennatori, guardie carcerarie che neutralizzano le persone risucchiandone i pensieri positivi e impadronendosi dell’anima… Ma Harry Potter non soccombe alla paura, perché questa è la morale vincente che trasmette ai lettori. Tra mappe segrete, zie volanti e libri che mordono, farà trionfare il Bene. Che soddisfazione!
Vincitore del premio Locus in 2000.
Nominato per il premio Hugo in 2000.

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«Ma…» esordì Hermione. E poi sgranò gli occhi. «OH!»

«Ora, attenzione» disse Silente, parlando molto piano e scandendo bene le parole. «Sirius è chiuso nell’ufficio del professor Vitious al settimo piano. La tredicesima finestra a destra della Torre Ovest. Se tutto va bene, riuscirete a salvare più di una vita innocente stanotte. Ma ricordate tutti e due che non dovete farvi vedere. Signorina Granger, tu conosci la legge… sai qual è la posta in gioco… non-dovete-farvi-vedere ».

Harry non aveva idea di che cosa stesse succedendo. Silente si voltò e guardò verso di loro mentre si avviava verso la porta.

«Vi chiuderò dentro. Ora» e consultò l’orologio, «è mezzanotte meno cinque. Signorina Granger, tre giri dovrebbero bastare. Buona fortuna».

«Buona fortuna?» ripeté Harry, mentre la porta si chiudeva dietro Silente. «Tre giri? Di che cosa sta parlando? Che cosa dovremmo fare?»

Ma Hermione stava trafficando con il colletto dell’abito, da cui estrasse una catena d’oro molto lunga e sottile.

«Harry, vieni qui» disse in tono febbrile. « Presto! »

Harry avanzò verso di lei, perplesso. Hermione teneva la catena tesa davanti a sé. Harry vide penzolare una piccola clessidra scintillante.

«Vieni qui…»

Hermione passò la catena anche attorno al collo di Harry.

«Sei pronto?» disse in un soffio.

«Che cosa succede?» chiese Harry, completamente smarrito.

Hermione fece girare la clessidra tre volte.

Il buio si dissolse. Harry ebbe la sensazione di volare all’indietro, a grandissima velocità. Un turbine velocissimo di colori e forme gli sfrecciò accanto, le orecchie gli pulsavano, cercò di gridare ma non riuscì a sentire la propria voce…

E poi avvertì di nuovo il terreno sotto i piedi, e tutto tornò a fuoco…

Era in piedi vicino a Hermione nella Sala d’Ingresso deserta e una cascata di luce d’oro inondava il pavimento di pietra attraversando le porte spalancate. Guardò Hermione stupefatto, la catena con la clessidra che gli segava il collo.

«Hermione, che cosa…?»

«Di qua!» Hermione afferrò Harry per un braccio e lo trascinò verso la porta di un armadio per le scope; lo aprì, spinse dentro Harry tra secchi e stracci, poi chiuse bruscamente la porta alle loro spalle.

«Cosa… come… Hermione, che cosa è successo?»

«Siamo tornati indietro nel tempo» sussurrò Hermione, sfilando la catena dal collo di Harry. «Di tre ore…»

Harry cercò a tentoni la propria gamba e la pizzicò forte. Gli fece parecchio male, il che parve escludere la possibilità che si trattasse di un sogno molto strano.

«Ma…»

«Sst! Ascolta! Viene qualcuno! Credo… credo che potremmo essere noi!»

Hermione teneva l’orecchio appoggiato alla porta dell’armadio.

«Dei passi nell’ingresso… sì, siamo noi che andiamo da Hagrid!»

«Mi stai dicendo» sussurrò Harry, «che siamo qui dentro in questo armadio e siamo anche fuori?»

«Sì» disse Hermione, con l’orecchio ancora incollato alla porta. «Sono sicura che siamo noi… non sembra che siano più di tre persone… e camminiamo piano perché siamo sotto il Mantello dell’Invisibilità…»

Tacque, restando in ascolto.

«Siamo scesi per i gradini…»

Hermione si sedette su un secchio rovesciato. Aveva l’aria molto preoccupata, ma Harry voleva ancora qualche risposta.

«Dove hai preso quella clessidra?»

«È una GiraTempo» sussurrò Hermione, «e me l’ha data la professoressa McGranitt il primo giorno di scuola quest’anno. E da allora che la uso per riuscire a frequentare tutte le lezioni. La professoressa McGranitt mi ha fatto giurare di non dirlo a nessuno. Ha dovuto scrivere un sacco di lettere al Ministero della Magia per farmene avere una. Ha dovuto spiegare che sono una studentessa modello, e che non l’avrei mai usata assolutamente per altro se non per lo studio… La giro e ho delle ore in più, è così che riesco a seguire tante lezioni contemporaneamente, capito? Ma… Harry, non capisco che cosa Silente vuole che facciamo. Perché ci ha detto di tornare indietro di tre ore? Come possiamo aiutare Sirius?»

Harry guardò il suo viso nell’ombra.

«Più o meno a quest’ora dev’essere successo qualcosa che vuole che cambiamo» disse lentamente. «Che cosa è successo? Tre ore fa stavamo andando da Hagrid…»

« Adesso sono tre ore fa, e noi stiamo andando da Hagrid» disse Hermione. «Ci siamo appena sentiti passare…»

Harry aggrottò la fronte. Era come se si stesse strizzando il cervello.

«Silente ha detto solo… ha detto solo che potevamo salvare più di una vita innocente…» E poi capì. «Hermione, dobbiamo salvare Fierobecco!»

«Ma… servirà a Sirius?»

«Silente ha detto… ci ha detto qual è la finestra… la finestra dello studio di Vitious! Dove tengono chiuso Black! Dobbiamo far volare Fierobecco fino alla finestra e salvare Sirius! Sirius può fuggire con Fierobecco… possono fuggire insieme!»

Da quello che Harry riusciva a vedere del suo viso, Hermione sembrava terrorizzata.

«Se ci riusciamo senza farci vedere sarà un miracolo!»

«Be’, dobbiamo provare, no?» disse Harry. Si alzò e premette l’orecchio contro la porta.

«Sembra che non ci sia nessuno… dài, andiamo…»

Harry apri la porta dell’armadio. L’ingresso era deserto. Più in fretta possibile, cercando di non far rumore, sfrecciarono fuori dall’armadio e scesero i gradini di pietra. Le ombre si stavano già allungando, le cime degli alberi della foresta proibita ancora una volta bagnate d’oro.

«Se qualcuno sta guardando fuori dalla finestra…» gemette Hermione, fissando il castello alle loro spalle.

«Correremo» disse Harry deciso. «Dritti nella foresta, d’accordo? Dovremo nasconderci dietro un albero e stare a vedere…»

«D’accordo, ma facciamo il giro delle serre!» disse Hermione senza fiato. «Non dobbiamo passare davanti alla casa di Hagrid, o ci vedrà! Ormai ci siamo quasi!»

Cercando di tenere a mente le sue parole, Harry partì a gran velocità seguito da Hermione. Tagliarono attraverso gli orti fino alle serre, si fermarono un momento al riparo, poi ripartirono, velocissimi, attorno al Platano Picchiatore, e verso la foresta…

Ormai al sicuro all’ombra degli alberi, Harry si voltò; qualche secondo dopo Hermione, ansante, lo raggiunse.

«Bene» sussurrò, «dobbiamo andare fino da Hagrid… non farti vedere, Harry…»

Si addentrarono in silenzio fra gli alberi, tenendosi ai bordi della foresta. Poi. di fronte alla capanna di Hagrid, sentirono qualcuno bussare alla porta. Si ripararono in fretta dietro una grossa quercia e si sporsero appena per spiare.

Hagrid comparve sulla soglia, bianco e tremante, per vedere chi aveva bussato. E Harry udì la propria voce.

«Siamo noi» sibilò Harry. «Abbiamo addosso il Mantello dell’Invisibilità. Facci entrare, così possiamo levarcelo».

«Non dovevate venire!» sussurrò Hagrid. Si ritrasse, poi chiuse in fretta la porta.

«È la cosa più strana che ci sia mai successa» disse Harry con fervore.

«Spostiamoci» mormorò Hermione. «Dobbiamo avvicinarci di più a Fierobecco».

Strisciarono fra gli alberi finché non giunsero in vista dell’Ippogrifo che scalpitava, nervoso, legato a un albero nell’orto di zucche di Hagrid.

«Ora?» sussurrò Harry.

«No!» rispose Hermione. «Se lo portiamo via adesso, quelli del Comitato penseranno che sia stato Hagrid a liberarlo! Dobbiamo aspettare finché non avranno visto che è legato fuori!»

«Ci resteranno non più di sessanta secondi» disse Harry. L’impresa sembrava impossibile.

In quel momento, dall’interno della capanna provenne un fragore di porcellana in frantumi.

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