«Serpeverde in possesso, Serpeverde avanza verso la porta… Montague segna…» gemette Lee. «Settanta a venti per Grifondoro…»
Harry ora marcava Malfoy così stretto che le loro ginocchia continuavano a urtarsi. Harry non aveva intenzione di lasciar avvicinare Malfoy al Boccino…
«Vattene, Potter!» urlò Malfoy irritato, mentre cercava di voltarsi e si trovava la strada sbarrata.
«Angelina Johnson prende la Pluffa per il Grifondoro, dài, Angelina, DAI!»
Harry si voltò. Ogni singolo giocatore di Serpeverde a parte Malfoy stava risalendo il campo verso Angelina, compreso il Portiere: volevano bloccarla a tutti i costi…
Harry puntò la Firebolt, si chinò tanto da aderire al manico e la spronò in avanti. Come un proiettile, filò verso i Serpeverde.
«AAAAARGH!»
Gli avversari si dispersero mentre la Firebolt sfrecciava contro di loro; Angelina aveva via libera…
«HA SEGNATO! HA SEGNATO! Il Grifondoro è in testa ottanta a venti…»
Harry, che era quasi finito a testa in giù nelle tribune, si arrestò a mezz’aria, si voltò e schizzò di nuovo a centrocampo.
E poi vide qualcosa che gli paralizzò il cuore. Malfoy era in picchiata, trionfante. Laggiù, a pochi piedi dalla superficie dell’erba, c’era un lieve scintillio d’oro…
Harry puntò rapido la Firebolt verso il basso, ma Malfoy era miglia davanti a lui…
«Vai! Vai! Vai!» Harry spronò la scopa… stavano per raggiungere Malfoy… Harry si appiattì lungo il manico mentre Bole gli lanciava contro un Bolide… era alle calcagna di Malfoy… era pari…
Harry si gettò in avanti, staccò entrambe le mani dalla scopa… allontanò con un colpo secco il braccio di Malfoy e…
«Sì!»
Interruppe la picchiata, la mano alzata in aria, e lo stadio esplose. Harry volò sulla folla, uno strano ronzio nelle orecchie, il pallino d’oro stretto in pugno, che sbatteva invano le ali contro le sue dita.
Poi Baston sfrecciò verso Harry, accecato dalle lacrime; gli saltò al collo e scoppiò in un pianto irrefrenabile sulla sua spalla. Harry sentì due colpi secchi sulle spalle, il saluto di Fred e George; poi le voci di Angelina, Alicia e Katie: « Abbiamo vinto la Coppa! Abbiamo vinto la Coppa! » Aggrovigliata in un enorme abbraccio collettivo, la squadra di Grifondoro scese lentamente a terra, urlando a squarciagola.
Ondate di tifosi scarlatti si riversarono in campo scavalcando le barriere. Mani festanti battevano sulle schiene dei giocatori. Harry ebbe una confusa impressione di rumore e di corpi che premevano contro il suo. Poi lui e il resto della squadra furono issati sulle spalle della folla. Spinto verso la luce, vide Hagrid tappezzato di coccarde scarlatte. «Li hai battuti, Harry, li hai battuti! Aspetta solo che lo dico a Fierobecco!» C’era Percy che, dimenticata ogni dignità, saltava su e giù come un pazzo. La professoressa McGranitt singhiozzava più forte di Baston, asciugandosi gli occhi in un’enorme bandiera di Grifondoro; e laggiù c’erano Ron e Hermione che si facevano largo a fatica verso Harry. Non trovarono le parole. Sorrisero e basta, mentre Harry veniva trasportato verso le tribune, dove Silente attendeva in piedi con l’enorme Coppa del Quidditch tra le mani.
Se solo ci fosse stato un Dissennatore nei dintorni… Mentre un singhiozzante Baston passava la Coppa a Harry e lui la alzava in aria, sentì che avrebbe potuto far apparire il Patronus migliore del mondo.
Capitolo 16
La profezia della professoressa Cooman
L’euforia di Harry per aver finalmente conquistato la Coppa del Quidditch durò almeno una settimana. Anche il tempo sembrava festeggiare: con l’avvicinarsi di giugno, le giornate si fecero serene e afose, e l’unica cosa che veniva voglia di fare era passeggiare nei prati e gettarsi lunghi distesi sull’erba con parecchie pinte di succo di zucca gelato, a giocare qualche distratta partita a Gobbiglie o a guardare l’enorme piovra che avanzava sognante sulla superficie del lago.
Ma non potevano permetterselo: gli esami erano vicini, e invece di impigrire in giro, gli studenti erano costretti a rimanere al castello, cercando di obbligare i cervelli a concentrarsi mentre seducenti sbuffi di aria estiva penetravano dalle finestre. Anche Fred e George Weasley furono visti studiare: dovevano ottenere il G.U.F.O. (Giudizio Unico per i Fattucchieri Ordinari). Percy invece si preparava per il M.A.G.O. (Magia Avanzata Grado Ottimale), il diploma più alto che si potesse prendere a Hogwarts. Dal momento che sperava di entrare al Ministero della Magia, doveva ottenere il massimo dei voti. Diventava sempre più irritabile, e assegnava punizioni molto severe a chiunque disturbasse la pace serale della sala comune. In effetti, l’unica persona più tesa di lui era Hermione.
Harry e Ron avevano rinunciato a chiederle come facesse a seguire più corsi contemporaneamente, ma non riuscirono a trattenersi quando videro l’orario degli esami che si era preparata. Nella prima colonna c’era scritto:
LUNEDÌ
ore 9, Aritmanzia
ore 9, Trasfigurazione
Pranzo
ore 13, Incantesimi
ore 13, Antiche Rune
«Hermione…» disse Ron cautamente, visto che in quel periodo l’amica tendeva a esplodere quando qualcuno la disturbava. «Ehm… sei sicura di aver copiato gli orari giusti?»
«Cosa?» sbottò Hermione, afferrando l’orario e osservandolo. «Ma certo».
«Serve a qualcosa chiederti come farai a sostenere due esami insieme?» chiese Harry.
«No» rispose Hermione asciutta. «Qualcuno ha visto la mia copia di Numerologia e Grammatica ?»
«Oh, sì, l’ho presa io per leggere qualcosa prima di dormire» disse Ron, molto piano. Hermione prese a sparpagliare fogli di pergamena sul tavolo, in cerca del libro. In quel momento alla finestra si udì un fruscio ed Edvige entrò volando, con un biglietto stretto nel becco.
«È di Hagrid» disse Harry aprendo la busta. «L’appello di Fierobecco… è il sei».
«L’ultimo giorno degli esami» disse Hermione senza smettere di cercare il suo libro di Aritmanzia.
«E si terrà qui» disse Harry, continuando a leggere. «Verrà qualcuno del Ministero della Magia e… e un boia».
Hermione alzò gli occhi stupita.
«Portano il boia all’appello! Ma è come se avessero già deciso!»
«Sì» disse Harry.
«Non possono!» ululò Ron. «Ho passato secoli a leggere per Hagrid, non possono far finta di niente!»
Ma Harry aveva l’orribile sensazione che fosse stato il signor Malfoy a decidere per il Comitato per la Soppressione delle Creature Pericolose. Draco, che dal trionfo di Grifondoro nella finale di Quidditch era stato insolitamente tranquillo, negli ultimi giorni aveva riacquistato un po’ della vecchia spavalderia. A giudicare da qualche sprezzante osservazione colta per caso, Malfoy era certo che Fierobecco sarebbe stato giustiziato, e sembrava assolutamente soddisfatto di sé per essere riuscito a ottenere quel risultato. Harry riuscì a stento a trattenersi dall’imitare Hermione prendendo a schiaffi Malfoy, in quelle occasioni. E la cosa peggiore era che non avevano né il tempo né la possibilità di andare a trovare Hagrid, perché le nuove, severe misure di sicurezza non erano state allentate, e Harry non osava recuperare il Mantello dell’Invisibilità dall’interno della strega orba.
La settimana degli esami cominciò e una quiete innaturale scese sul castello. Il lunedì i ragazzi del terzo anno uscirono da Trasfigurazione all’ora di pranzo, mogi e pallidi, confrontando i risultati e lamentandosi per la difficoltà delle prove, compresa la trasformazione di una teiera in una testuggine. Hermione riuscì a irritare tutti brontolando sul fatto che la sua testuggine sembrava più una tartaruga, cosa che era l’ultima preoccupazione di tutti gli altri.
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