J. Rowling - Harry Potter e il prigioniero di Azkaban

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Harry Potter e il prigioniero di Azkaban: краткое содержание, описание и аннотация

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In questa nuova, attesissima avventura il piccolo grande apprendista mago Harry Potter deve vedersela con l’assassino pluriomicida Sirius Black, evaso dalla fortezza di Azkaban proprio per ucciderlo e con i Dissennatori, guardie carcerarie che neutralizzano le persone risucchiandone i pensieri positivi e impadronendosi dell’anima… Ma Harry Potter non soccombe alla paura, perché questa è la morale vincente che trasmette ai lettori. Tra mappe segrete, zie volanti e libri che mordono, farà trionfare il Bene. Che soddisfazione!
Vincitore del premio Locus in 2000.
Nominato per il premio Hugo in 2000.

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«Buona giornata a voi!» disse la familiare voce velata, e la professoressa Cooman fece il suo solito ingresso teatrale dall’ombra. Calì e Lavanda tremavano dall’eccitazione, i volti illuminati dal brillio lattiginoso della loro sfera.

«Ho deciso di cominciare con la Sfera di Cristallo un po’ in anticipo sul programma» disse la professoressa Cooman sedendosi con la schiena rivolta al fuoco e guardandosi in giro. «La sorte mi ha informato che il vostro esame a giugno verterà sull’Occhio, e ci tengo che facciate abbastanza pratica».

Hermione sbuffò.

«Oh, andiamo… ’la sorte l’ha informata’… chi li decide gli esami? Lei! Che profezia straordinaria!» disse, senza preoccuparsi di tener bassa la voce. Harry e Ron dovettero soffocare le risate.

Era difficile dire se la professoressa Cooman l’avesse sentita, perché il suo viso era in ombra. Comunque riprese come se niente fosse.

«La Lettura della Sfera di Cristallo è un’arte particolarmente avanzata» disse in tono sognante. «Non mi aspetto che tutti voi vediate quando scruterete per la prima volta negli infiniti abissi dell’Occhio. Cominceremo provando a rilassare la mente consapevole e gli occhi esterni». Ron prese a ridacchiare in maniera incontrollabile, e dovette ficcarsi un pugno in bocca per soffocare il rumore. «Così ripuliremo l’Occhio Interiore e il subconscio. Forse, se saremo fortunati, qualcuno di voi vedrà prima della fine della lezione».

E così cominciarono. Harry si sentiva un idiota a fissare con sguardo ebete la sfera di cristallo, cercando di tenere sgombra la mente quando pensieri del tipo ’che cosa stupida’ continuavano ad attraversargliela. Le risatine di Ron e i mormorii perplessi di Hermione certo non contribuivano.

«Visto niente?» chiese loro Harry dopo un quarto d’ora di sguardi e silenzio.

«Si, c’è una bruciatura sul tavolo» disse Ron indicando la macchia. «Qualcuno ha fatto cadere la cera dalla candela».

«Che perdita di tempo» sibilò Hermione. «Potrei essere da un’altra parte a studiare qualcosa di utile. Potrei mettermi in pari con gli Incantesimi Rallegranti…»

La professoressa Cooman si avvicinò frusciando.

«Qualcuno vuole che lo aiuti a interpretare i misteriosi prodigi del suo Occhio?» mormorò nel tintinnio dei suoi braccialetti.

«Non ho bisogno di aiuto» bisbigliò Ron. «È chiaro quello che vuol dire. Ci sarà un sacco di nebbia stanotte».

Harry e Hermione scoppiarono a ridere.

«Insomma!» disse la professoressa Cooman mentre tutti si voltavano verso di loro. Calì e Lavanda erano scandalizzate. «Cosi interferite con le vibrazioni della preveggenza!» L’insegnante si avvicinò al tavolo e scrutò la loro sfera di cristallo. Harry si senti sprofondare il cuore in petto. Era sicuro di sapere che cosa sarebbe successo…

«Qui c’è qualcosa!» sussurrò la professoressa Cooman, chinandosi sulla sfera, che si rifletté due volte nei suoi grandi occhiali. «Qualcosa si muove… che cos’è?»

Harry era pronto a scommettere tutti i suoi averi, Firebolt compresa, che non erano buone notizie, qualsiasi fossero. E infatti…

«Mio caro…» mormorò la professoressa Cooman guardando Harry. «È qui, chiaro come non mai… mio caro, avanza verso di te, si avvicina… il Gr…»

«Oh, santo cielo !» disse Hermione a voce alta. «Non sarà ancora quel ridicolo Gramo!»

La professoressa Cooman alzò gli occhi enormi verso Hermione. Calì sussurrò qualcosa a Lavanda, e anche loro guardarono Hermione sprezzanti. La professoressa Cooman si alzò e squadrò Hermione con inequivocabile ira.

«Sono spiacente di dover dire che da quando hai messo piede in quest’aula, mia cara, è apparso evidente che tu non possiedi i requisiti necessari alla nobile arte della Divinazione. A dire il vero non ricordo di aver mai incontrato uno studente la cui mente fosse così irrimediabilmente Frivola».

Ci fu un attimo di silenzio. E poi…

«Bene!» disse Hermione all’improvviso, alzandosi e infilando Svelare il Futuro nella borsa. «Bene!» ripeté, mettendosi in spalla la borsa e facendo quasi cadere Ron dalla sedia. «Ci rinuncio! Me ne vado!»

E tra lo stupore di tutta la classe, Hermione si avviò verso la botola, l’apri con un calcio, e spari giù per la scala.

I ragazzi ci misero qualche minuto a calmarsi. La professoressa Cooman sembrava essersi completamente dimenticata del Gramo. Si allontanò bruscamente dal tavolo di Harry e Ron, respirando forte e stringendosi nello scialle di perline.

«Oooooh!» esclamò Lavanda all’improvviso, facendo sobbalzare tutti. «Oooooh, professoressa Cooman, mi è appena venuto in mente! L’aveva visto, che se ne sarebbe andata, vero? Vero, professoressa? ’ Verso Pasqua, uno di noi ci lascerà per sempre! ’ L’ha detto secoli fa, professoressa!»

La professoressa Cooman le rivolse un sorriso svenevole.

«Sì, mia cara, in effetti sapevo che la signorina Granger ci avrebbe lasciati. Uno spera sempre, naturalmente, di aver frainteso i Segni… L’Occhio Interiore può essere un fardello, sapete…»

Lavanda e Calì sembravano profondamente colpite, e si avvicinarono per far posto all’insegnante al loro tavolo.

«Che giornata per Hermione, eh?» mormorò Ron a Harry in tono rispettoso.

«Sì…»

Harry guardò nella sfera di cristallo, ma non vide altro che una nebbia bianca vorticante. La professoressa Cooman aveva visto davvero il Gramo un’altra volta? E lui? L’ultima cosa di cui aveva bisogno era un altro incidente quasi letale, con la finale di Quidditch che si avvicinava.

Le vacanze di Pasqua non furono proprio distensive. Quelli del terzo anno non avevano mai avuto tanti compiti. Neville Paciock sembrava sull’orlo di una crisi di nervi, e non era il solo.

«E le chiamano vacanze!» ruggì Seamus Finnigan un pomeriggio, rivolto ai compagni in sala comune. «Manca un secolo agli esami, a che gioco stanno giocando?»

Ma nessuno aveva tanto da fare quanto Hermione. Anche senza Divinazione, seguiva più materie di chiunque altro. Di solito era l’ultima a lasciare la sala comune di sera, la prima a scendere in biblioteca la mattina dopo; aveva le occhiaie come Lupin e sembrava sempre sul punto di scoppiare in lacrime.

Ron si era assunto la responsabilità dell’appello di Fierobecco. Quando non faceva i compiti, era chino su enormi volumi con titoli come Manuale di Psicologia dell’Ippogrifo e Feroce o Ferace? Studi sulla Brutalità dell’Ippogrifo. Era così concentrato che dimenticava perfino di trattar male Grattastinchi.

Harry, nel frattempo, doveva far convivere i compiti e le lezioni con l’allenamento quotidiano di Quidditch, per non parlare delle interminabili discussioni di tattica con Baston. La partita Grifondoro-Serpeverde si sarebbe tenuta il primo sabato dopo le vacanze di Pasqua. Serpeverde era in testa di duecento punti esatti. Il che voleva dire (come Baston ricordava costantemente alla sua squadra) che dovevano vincere la partita con un vantaggio maggiore per conquistare la Coppa. Voleva dire anche che la responsabilità della vittoria pesava soprattutto su Harry, perché la cattura del Boccino valeva da sola centocinquanta punti.

«Quindi devi prenderlo solo se siamo in vantaggio di più di cinquanta punti» ripeteva Baston a Harry. «Solo se siamo sopra di più di cinquanta punti, Harry, altrimenti vinciamo la partita ma perdiamo la coppa. Hai capito, vero? Devi prendere il Boccino solo se…»

«LO SO, OLIVER!» urlò Harry.

Tutta la Casa di Grifondoro era ossessionata dall’imminente incontro. Grifondoro non vinceva il trofeo da quando il leggendario Charlie Weasley (il secondo fratello di Ron in ordine di età) era Cercatore. Ma Harry dubitava che tutti loro, Baston compreso, volessero vincere quanto lui. La rivalità tra Harry e Malfoy era giunta al culmine. A Malfoy bruciava ancora l’incidente col fango a Hogsmeade, ed era ancora più arrabbiato perché Harry in qualche modo era riuscito a evitare la punizione. Harry non aveva dimenticato il tentativo di Malfoy di farlo cadere nella partita contro Corvonero, ma era la faccenda Fierobecco a renderlo ancora più deciso a battere Malfoy davanti all’intera scuola.

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