J. Rowling - Harry Potter e il prigioniero di Azkaban

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Harry Potter e il prigioniero di Azkaban: краткое содержание, описание и аннотация

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In questa nuova, attesissima avventura il piccolo grande apprendista mago Harry Potter deve vedersela con l’assassino pluriomicida Sirius Black, evaso dalla fortezza di Azkaban proprio per ucciderlo e con i Dissennatori, guardie carcerarie che neutralizzano le persone risucchiandone i pensieri positivi e impadronendosi dell’anima… Ma Harry Potter non soccombe alla paura, perché questa è la morale vincente che trasmette ai lettori. Tra mappe segrete, zie volanti e libri che mordono, farà trionfare il Bene. Che soddisfazione!
Vincitore del premio Locus in 2000.
Nominato per il premio Hugo in 2000.

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SPLAT!

Questa volta ne finì un po’ anche addosso a Tiger e Goyle. Goyle balzò furiosamente in su e in giù, cercando di ripulirsi gli occhietti inespressivi.

«È venuta da là!» disse Malfoy pulendosi la faccia e fissando un punto a un paio di metri da Harry.

Tiger scattò, le lunghe braccia tese come uno zombie. Harry balzò via, prese un bastone e picchiò Tiger sulla schiena. Poi rimase lì, piegato in due da una risata silenziosa, mentre Tiger faceva una specie di piroetta a mezz’aria per cercare di vedere chi era stato. Siccome Ron era l’unica persona in vista, fu verso di lui che puntò, ma Harry tese la gamba, Tiger inciampò e il suo piedone piatto s’impigliò nell’orlo del Mantello di Harry, che sentì uno strattone mentre il cappuccio gli scivolava via dal volto.

Per un attimo Malfoy rimase immobile a fissarlo.

«AARGH!» urlò, indicando la testa di Harry. Poi si voltò e corse via a rotta di collo, giù per la collina, con Tiger e Goyle alle calcagna.

Harry si risistemò il Mantello, ma il guaio era fatto.

«Harry!» esclamò Ron inciampando in avanti e fissando desolato il punto in cui l’amico era scomparso di nuovo, «è meglio se scappi! Se Malfoy lo racconta a qualcuno… è meglio se torni subito al castello, presto…»

«Ci vediamo dopo» disse Harry, e senza aggiungere altro si avviò giù per il sentiero che portava a Hogsmeade.

Malfoy avrebbe creduto a quello che aveva visto? Qualcuno avrebbe creduto a Malfoy? Nessuno sapeva del Mantello dell’Invisibilità, nessuno tranne Silente. A Harry si rovesciò lo stomaco: Silente avrebbe capito subito che cosa era successo, se Malfoy avesse parlato…

Di ritorno a Mielandia, giù per i gradini della cantina, sotto il pavimento di pietra, attraverso la botola… Harry si sfilò il Mantello, se lo ficcò sottobraccio e corse, corse lungo il passaggio segreto… Malfoy sarebbe arrivato prima… quanto ci avrebbe messo a trovare un insegnante? Ansimando, il fianco trafitto da un dolore acuto, Harry non rallentò finché non raggiunse lo scivolo di pietra. Doveva lasciare lì il Mantello, che lo avrebbe tradito se Malfoy aveva fatto la spiata a un insegnante. Lo nascose in un angolo buio, poi prese a salire, più veloce che poteva, le mani sudate che sdrucciolavano sui lati dello scivolo. Raggiunse l’interno della gobba della strega, la colpì con la bacchetta e si issò fuori; la gobba si chiuse, e proprio mentre Harry balzava fuori da dietro la statua, sentì dei passi rapidi avvicinarsi.

Era Piton. Raggiunse Harry con andatura decisa, il manto nero che frusciava, poi sì fermò davanti a lui.

«Allora» disse.

Aveva un’espressione di trionfo represso. Harry cercò di assumere un’aria innocente, ben sapendo di avere il viso sudato e le mani coperte di fango. Le nascose in fretta nelle tasche.

«Vieni con me, Potter» disse Piton.

Harry lo seguì di sotto, cercando di pulirsi le mani dentro i pantaloni senza farsi notare. Scesero fino ai sotterranei ed entrarono nello studio del professore.

Harry c’era già stato solo una volta, e anche in quell’occasione si trovava in guai seri. Da allora Piton aveva aggiunto altre cose viscide e schifose alla sua collezione di barattoli schierati sugli scaffali dietro la sua scrivania, scintillanti alla luce del fuoco: un valido contributo all’atmosfera minacciosa.

«Siediti» disse Piton.

Harry obbedì. Piton invece rimase in piedi.

«Il signor Malfoy mi ha appena raccontato una strana storia, Potter» disse Piton.

Harry rimase zitto.

«Dice che era vicino alla Stamberga Strillante quando ha incontrato Weasley, apparentemente solo».

Harry continuò a tacere.

«Il signor Malfoy mi ha detto che stava parlando con Weasley quando una grossa quantità di fango l’ha colpito dietro la testa. Come credi che possa essere successo?»

Harry tentò di apparire vagamente sorpreso.

«Non lo so, professore».

Gli occhi di Piton perforavano quelli di Harry. Era esattamente come cercare di fissare un Ippogrifo. Harry cercò disperatamente di non battere ciglio.

«Il signor Malfoy poi ha visto una straordinaria apparizione. Riesci a immaginartela, Potter?»

«No» disse Harry, tentando ora di mostrarsi ingenuamente curioso.

«Era la tua testa, Potter. Che galleggiava a mezz’aria».

Cadde un lungo silenzio.

«Forse è meglio se va a trovare Madama Chips» disse Harry. «Se ha delle visioni…»

«Che cosa ci faceva la tua testa a Hogsmeade, Potter?» disse Piton piano. «La tua testa non ha il permesso di andare a Hogsmeade. Nessuna parte del tuo corpo ha il permesso di andare a Hogsmeade».

«Lo so» disse Harry sforzandosi di non sembrare colpevole o spaventato. «Pare che Malfoy abbia le alluci…»

«Malfoy non ha le allucinazioni» sibilò Piton, e si chinò verso Harry posando le mani sui braccioli della sedia, finché il suo viso non fu vicinissimo a quello del ragazzo. «Se la tua testa era a Hogsmeade, vuol dire che c’era anche il resto».

«Ero su nella Torre dei Grifondoro» disse Harry. «Come ha detto lei…»

«C’è qualcuno che può confermarlo?»

Harry non disse nulla. Le labbra sottili di Piton si arricciarono in un sorriso orribile.

«Allora» disse rialzandosi. «Tutti, dal Ministero della Magia in giù, stanno cercando di tenere il celebre Harry Potter alla larga da Sirius Black. Ma il celebre Harry Potter detta legge. Che sia la gente comune a preoccuparsi della sua sicurezza! Il celebre Harry Potter va dove vuole, senza pensare alle conseguenze».

Harry rimase zitto. Piton stava cercando di indurlo a dire la verità. E lui non aveva nessuna intenzione di farlo. Piton non aveva prove. Non ancora.

«Sapessi quanto assomigli a tuo padre, Potter» disse Piton all’improvviso, con un bagliore negli occhi. «Anche lui era straordinariamente arrogante. Quel suo po’ di talento a Quidditch gli dava la certezza di essere superiore agli altri. Come te. Andava in giro a pavoneggiarsi con i suoi amici e ammiratori… la somiglianza fra voi due è straordinaria».

«Mio padre non si pavoneggiava » disse Harry prima di riuscire a trattenersi. «E nemmeno io».

«Neanche tuo padre dava molto peso alle regole» riprese Piton, approfittando del vantaggio, il volto magro pervaso di malvagità. «Le regole erano fatte per i comuni mortali, non per i campioni di Quidditch. Aveva la testa piena…»

«STIA ZITTO!»

Harry era scattato in piedi. Un’ira che non provava dalla sua ultima notte a Privet Drive gli saettava in corpo. Non badò al fatto che il volto di Piton si fosse irrigidito e che gli occhi neri lampeggiassero pericolosamente.

« Che cosa hai detto, Potter? »

«Le ho detto di non dire più niente su mio padre!» gridò Harry. «Io so la verità, va bene? Le ha salvato la vita! Me l’ha detto Silente! Lei non sarebbe qui se non fosse per mio padre!»

Il volto già pallido di Piton diventò del colore del latte inacidito.

«E il Preside ti ha raccontato le circostanze in cui tuo padre mi ha salvato la vita?» sussurrò. «O ha pensato che i dettagli fossero troppo spiacevoli per le orecchie delicate del caro Potter?»

Harry si morse le labbra. Non sapeva che cos’era successo e non voleva ammetterlo, ma sembrava che Piton avesse indovinato la verità.

«Mi dispiacerebbe che tu ti facessi un’idea sbagliata di tuo padre, Potter» disse, mentre un ghigno orribile gli deformava la faccia. «Hai forse immaginato un atto di glorioso eroismo? Allora lascia che ti corregga. Il tuo santissimo padre e i suoi amici hanno fatto uno scherzo davvero spiritoso che si sarebbe concluso con la mia morte se tuo padre all’ultimo momento non avesse avuto paura. Non ci fu niente di coraggioso in quello che fece. Fu solo per salvare la sua pelle quanto la mia. Se lo scherzo fosse riuscito, sarebbe stato espulso da Hogwarts».

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