J. Rowling - Harry Potter e il prigioniero di Azkaban

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Harry Potter e il prigioniero di Azkaban: краткое содержание, описание и аннотация

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In questa nuova, attesissima avventura il piccolo grande apprendista mago Harry Potter deve vedersela con l’assassino pluriomicida Sirius Black, evaso dalla fortezza di Azkaban proprio per ucciderlo e con i Dissennatori, guardie carcerarie che neutralizzano le persone risucchiandone i pensieri positivi e impadronendosi dell’anima… Ma Harry Potter non soccombe alla paura, perché questa è la morale vincente che trasmette ai lettori. Tra mappe segrete, zie volanti e libri che mordono, farà trionfare il Bene. Che soddisfazione!
Vincitore del premio Locus in 2000.
Nominato per il premio Hugo in 2000.

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« Expecto Patronum! ’» urlò Harry. « Expecto Patronum! Expecto Pat… »

Una nebbia bianca oscurò i suoi sensi… grandi forme sfocate si muovevano attorno a lui… poi si udì una nuova voce, la voce di un uomo, che gridava, preso dal panico…

« Lily, prendi Harry e scappa! È Lui! Scappa! Corri! Io cerco di trattenerlo… »

Il rumore di qualcuno che si precipita fuori da una stanza… una porta che si spalanca… una risatina acuta…

«Harry! Harry… svegliati…»

Lupin lo stava schiaffeggiando. Questa volta Harry ci mise un po’ di più a capire perché era disteso sul polveroso pavimento di una classe.

«Ho sentito mio padre» mormorò. «È la prima volta che lo sento… ha cercato di affrontare Voldemort per dare a mia madre il tempo di fuggire…»

Harry all’improvviso si accorse che aveva il viso bagnato di lacrime. Chinò il capo più che poteva e si asciugò le guance con un lembo del vestito, fingendo di allacciarsi la scarpa, per non farsi vedere da Lupin.

«Hai sentito James?» chiese Lupin con una strana voce.

«Si…» A volto asciutto, Harry alzò gli occhi. «Perché… lei non conosceva mio padre, vero?»

«Io… sì, in realtà» disse Lupin. «Eravamo amici a Hogwarts. Ascolta, Harry… forse per questa sera dovremmo lasciar perdere. Questo incantesimo è troppo avanzato… Non dovevo nemmeno proporti di provarci…»

«No!» esclamò Harry. Si rialzò. «Proverò un’altra volta! Non penso a cose abbastanza felici, ecco cos’è… aspetti…»

Si spremette le meningi. Un ricordo molto, molto felice… uno da poter trasformare in un buon Patronus forte…

Il momento in cui aveva scoperto che era un mago, e che avrebbe lasciato casa Dursley per andare a Hogwarts! Se non era quello un ricordo felice, allora… Concentrandosi molto intensamente su ciò che aveva provato quando aveva capito che se ne sarebbe andato da Privet Drive, Harry si alzò e affrontò ancora una volta la cassa.

«Pronto?» chiese Lupin, con l’aria di agire contro ogni buonsenso. «Ti sei concentrato? D’accordo… vai!»

Alzò il coperchio della cassa per la terza volta, e il Dissennatore ne uscì; la stanza divenne fredda e buia…

« EXPECTO PATRONUM! » strillò Harry, « EXPECTO PATRONUM! EXPECTO PATRONUM! »

L’urlo dentro la sua testa era ricominciato, solo che questa volta era come se uscisse da una radio male sintonizzata. Diminuiva, aumentava, diminuiva di nuovo… e Harry vide ancora il Dissennatore… si era fermato… e poi una grande ombra argentea esplose dalla punta della bacchetta di Harry, si alzò fluttuando tra lui e il Dissennatore, e anche se Harry si sentiva le gambe molli, era ancora in piedi… anche se non sapeva per quanto avrebbe resistito…

« Riddikulus! » ruggì Lupin, facendo un balzo in avanti.

Qualcosa si spezzò sonoramente, e il Patronus nebuloso di Harry sparì assieme al Dissennatore; Harry si lasciò cadere su una sedia, esausto come se avesse appena corso per un miglio, le gambe tremanti. Con la coda dell’occhio vide il professor Lupin che a colpi di bacchetta costringeva il Molliccio a rientrare nella cassa; era tornato di nuovo un globo argenteo.

«Eccellente!» disse Lupin avvicinandosi. «Eccellente, Harry! Davvero un buon inizio!»

«Posso provare ancora? Solo una volta?»

«Non ora» disse Lupin in tono fermo. «Per una sola sera basta così. Ecco…»

E porse a Harry una grossa tavoletta del migliore cioccolato di Mielandia.

«Mangialo tutto, o Madama Chips mi farà a pezzi. Ci vediamo la prossima settimana alla stessa ora?»

«Ok» disse Harry. Diede un morso al cioccolato e guardò Lupin che spegneva le lanterne, che si erano riaccese dopo la scomparsa del Dissennatore. Gli era appena venuta in mente una cosa.

«Professor Lupin» disse. «Se conosceva mio padre, allora deve aver conosciuto anche Sirius Black».

Lupin si voltò in fretta.

«Che cosa te lo fa pensare?» disse in tono asciutto.

«Niente… voglio dire, so solo che anche loro erano amici qui a Hogwarts…»

Il volto di Lupin si rilassò.

«Sì, lo conoscevo» rispose brevemente. «O almeno così credevo. È meglio che tu vada, Harry, si sta facendo tardi».

Harry uscì dalla classe, percorse il corridoio e girò un angolo, poi fece una deviazione dietro un’armatura e si sedette sul piedistallo per finire il cioccolato, desiderando di non aver nominato Black, visto che chiaramente Lupin non era entusiasta dell’argomento. Poi il pensiero di Harry tornò a sua madre e suo padre…

Si sentiva esausto e stranamente svuotato, anche se era così pieno di cioccolato. Per quanto terribile fosse ascoltare gli ultimi istanti di vita dei suoi genitori ripetersi nella sua testa, erano le sole volte che aveva sentito le loro voci da quando era molto piccolo. Ma non sarebbe mai stato in grado di far apparire un vero Patronus se parte di luì desiderava riascoltare i suoi genitori…

«Sono morti» si disse deciso. «Sono morti e ascoltare i loro echi non li riporterà indietro. Meglio che ti controlli se vuoi quella Coppa del Quidditch».

Si alzò, si ficcò in bocca l’ultimo pezzo di cioccolato e si diresse verso la Torre dei Grifondoro.

Corvonero giocò contro Serpeverde una settimana dopo l’inizio del trimestre. Vinse Serpeverde, anche se di stretta misura. Secondo Baston, era un bene per Grifondoro, che si sarebbe piazzato secondo se a sua volta avesse battuto Corvonero. Quindi Baston portò il numero degli allenamenti a cinque la settimana. Con le lezioni Anti-Dissennatore di Lupin, che da sole erano più faticose di sei allenamenti di Quidditch, Harry aveva solo una sera la settimana per fare i compiti. Anche così, non parve accusare lo sforzo tanto quanto Hermione, il cui immenso carico di lavoro cominciava a farsi sentire. Tutte le sere, senza eccezioni, Hermione era in un angolo della sala comune, con parecchi tavoli coperti di libri, schemi di Aritmanzia, dizionari di rune, diagrammi di Babbani che sollevavano oggetti pesanti e quaderni su quaderni di appunti fitti fitti; quasi non parlava con nessuno, e quando veniva interrotta scattava, nervosissima. «Come fa?» bisbigliò Ron rivolto a Harry una sera, mentre quest’ultimo finiva un tema complicato sui Veleni Irriconoscibili per Piton. Harry alzò gli occhi. Hermione si vedeva a stento dietro una pila di libri in bilico.

«A far cosa?»

«A star dietro a tutte le lezioni!» disse Ron. «Questa mattina l’ho sentita che parlava con la professoressa Vector, quella di Aritmanzia. Discutevano della lezione di ieri, ma Hermione non può esserci andata, perché era con noi a Cura delle Creature Magiche! Ed Ernie McMillan mi ha detto che non ha mai perso una lezione di Babbanologia, ma metà delle ore coincidono con Divinazione, e non ne ha mai saltata una neanche di quelle!»

Harry non aveva tempo di lambiccarsi sul mistero dell’orario impossibile di Hermione; doveva finire il tema per Piton. Due secondi dopo, comunque, fu interrotto di nuovo, questa volta da Baston.

«Brutte notizie, Harry. Sono appena stato dalla professoressa McGranitt a parlare della Firebolt. Lei… ehm… si è un po’ arrabbiata con me. Mi ha detto che non capivo che cos’è più importante. Ha detto che m’importava di più di vincere la Coppa che della tua vita. Solo perché le ho detto che non era un problema se la scopa ti disarcionava, purché prima tu fossi riuscito a prendere il Boccino». Baston scosse la testa incredulo. «Davvero, dovevi sentire come urlava… neanche avessi detto una cosa terribile… poi le ho chiesto quanto tempo pensava di tenersela…» Fece una smorfia e imitò la voce severa della professoressa McGranitt: «’Per tutto il tempo necessario, Baston’… credo che sia ora di ordinarti una scopa nuova, Harry. C’è un modulo in fondo a Guida ai Manici di Scopa… potresti prendere una Nimbus Duemilauno, come quella di Malfoy».

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