La professoressa Cooman si comportò quasi normalmente fino alla fine del pranzo di Natale, due ore più tardi. Pieni da scoppiare di cibo squisito, indossando ancora i cappelli spuntati dai cracker, Harry e Ron furono i primi ad alzarsi da tavola, e l’insegnante cacciò uno strillo.
«Miei cari! Chi di voi si è alzato per primo? Chi?»
«Non lo so» disse Ron, guardando incerto verso Harry.
«Dubito che faccia molta differenza» disse gelida la professoressa McGranitt, «a meno che un pazzo armato di ascia non sia appostato dietro la porta pronto a fare a pezzi il primo che attraversa l’ingresso».
Anche Ron rise. La professoressa Cooman parve molto offesa.
«Vieni?» chiese Harry a Hermione.
«No» mormorò Hermione, «devo dire una cosa alla professoressa McGranitt».
«Probabilmente cercherà di farsi aumentare le lezioni» disse Ron con uno sbadiglio mentre attraversavano l’ingresso, completamente sgombro di pazzi armati di ascia.
Quando raggiunsero il ritratto trovarono Sir Cadogan che festeggiava il Natale con un paio di frati, parecchi precedenti direttori di Hogwarts e il suo grasso pony. Sollevò il cimiero e brindò a loro alzando un calice di idromele.
«Buon… hic… Natale! Parola d’ordine?»
«Vile canaglia» disse Ron.
«Altrettanto a voi, messere!» ruggì Sir Cadogan, mentre il dipinto si spostava per lasciarli passare.
Harry andò dritto nel dormitorio, prese la Firebolt e il Kit di Manutenzione che Hermione gli aveva regalato per il suo compleanno, li portò di sotto e cercò di trovare qualcosa da fare alla Firebolt: ma non c’erano ramoscelli da potare, e il manico splendeva talmente che era inutile lucidarlo. Lui e Ron rimasero lì ad ammirarla da tutte le parti, finché il ritratto non si aprì lasciando entrare Hermione, accompagnata dalla professoressa McGranitt.
Anche se la McGranitt era la responsabile del Grifondoro, Harry l’aveva vista solo una volta nella sala comune, ed era stato per dare un annuncio molto serio. Lui e Ron la fissarono, stringendo entrambi la Firebolt. Hermione li superò, si sedette, prese il libro più vicino e vi nascose la faccia.
«Allora è questo, vero?» disse la professoressa McGranitt senza preamboli, avvicinandosi al fuoco e osservando la Firebolt. «La signorina Granger mi ha appena informato che qualcuno ti ha regalato un manico di scopa, Potter».
Harry e Ron guardarono Hermione. Videro la sua fronte diventare rossa oltre il margine del libro, che teneva a rovescio.
«Posso?» disse la professoressa McGranitt, e senza aspettare la risposta prese la Firebolt dalle loro mani. La esaminò con cura dalla punta alla coda. «Mmm. E non c’era nessun biglietto, Potter? Niente? Nessun messaggio di nessun genere?»
«No» disse Harry in tono inespressivo.
«Capisco…» disse la professoressa McGranitt. «Be’, temo che dovrò portarla via, Potter».
«C… che cosa?» esclamò Harry balzando in piedi. «Perché?»
«Dobbiamo controllare che non abbia il malocchio» disse la professoressa McGranitt. «Io non sono un’esperta, ma credo che Madama Bumb e il professor Vitious la smonteranno…»
«La smonteranno?» ripeté Ron, come se la professoressa McGranitt fosse pazza.
«Non ci vorrà più di qualche settimana» disse l’insegnante. «La riavrai quando saremo sicuri che non sia stregata».
«Non ha niente che non va» disse Harry con un tremito nella voce. «Davvero, professoressa…»
«Non puoi saperlo, Potter» ribatté la professoressa McGranitt in tono gentile, «non finché non l’hai provata, e comunque, temo che questo sia fuori questione finché non saremo sicuri che non sia stata manomessa. Ti terrò informato».
La professoressa McGranitt girò sui tacchi e portando con sé la Firebolt riattraversò il buco del ritratto, che si chiuse alle sue spalle. Harry rimase a guardare nel vuoto anche quando fu sparita, con il barattolo di Lucido per manici ancora stretto in mano. Ron si voltò come una furia verso Hermione.
« Perché sei andata a dirlo alla McGranitt? »
Hermione gettò via il libro. Era ancora tutta rossa in faccia, ma si alzò e guardò Ron con aria di sfida.
«Perché pensavo, e la professoressa McGranitt è d’accordo con me, che probabilmente è stato Sirius Black a mandare quella scopa a Harry!»
Harry sapeva che Hermione aveva agito con le migliori intenzioni, ma questo non gli impedì di arrabbiarsi con lei. Per poche, brevi ore era stato il proprietario di uno dei migliori manici di scopa del mondo, e ora, grazie alla sua intromissione, non sapeva se l’avrebbe mai più rivisto. Era certo che al momento non ci fosse niente che non andava nella Firebolt, ma in che condizioni sarebbe stata dopo aver subito ogni genere di test anti-malocchio?
Anche Ron era furioso con Hermione. Per quello che lo riguardava, smontare una Firebolt nuova di zecca non era niente di meno che un crimine. Hermione, sempre convinta di aver agito per il meglio, prese a evitare la sala comune. Harry e Ron immaginarono che si fosse rifugiata in biblioteca, e non cercarono di convincerla a tornare. Dopotutto furono contenti quando gli altri fecero ritorno a scuola subito dopo il primo dell’anno, e la Torre dei Grifondoro fu di nuovo affollata e rumorosa.
Baston andò a cercare Harry la sera prima dell’inizio delle lezioni.
«Hai passato un buon Natale?» chiese, e poi, senza aspettare una risposta, si sedette, abbassò la voce e disse: «Ho riflettuto un po’ durante le vacanze, Harry. Dopo l’ultima partita, sai. Se i Dissennatori vengono anche alla prossima… voglio dire… non possiamo rischiare che tu… be’…»
Baston s’interruppe imbarazzato.
«Ci sto lavorando» disse Harry in fretta. «Il professor Lupin ha detto che mi avrebbe insegnato a tenere lontani i Dissennatori. Dovremmo cominciare questa settimana, ha detto che dopo Natale avrebbe trovato il tempo».
«Ah!» esclamò Baston illuminandosi. «Bene, in questo caso… non volevo certo perdere un Cercatore come te, Harry. Hai già ordinato una scopa nuova?»
«No» rispose Harry.
«Cosa? Sarà meglio che ti sbrighi, sai… non puoi cavalcare quella Stellasfreccia contro i Corvonero!»
«Gli hanno regalato una Firebolt per Natale» disse Ron.
«Una Firebolt ? No! Davvero? Una… una Firebolt vera ?»
«Non agitarti, Oliver» disse Harry cupo. «Non ce l’ho più. Me l’hanno requisita». E raccontò tutto del controllo anti-malocchio.
«Malocchio? E com’è possibile?»
«Sirius Black» disse Harry stancamente. «Pare che mi dia la caccia. Quindi la McGranitt crede che possa averla mandata lui».
Trascurando il fatto che un celebre assassino desse la caccia al suo Cercatore, Baston disse:
«Ma Black non avrebbe potuto comprare una Firebolt! È un evaso! Tutto il paese lo sta cercando! Come avrebbe potuto entrare da Accessori di Prima Qualità per il Quidditch e comprare un manico di scopa?»
«Lo so» disse Harry, «ma la McGranitt ha deciso di farla smontare…»
Baston sbiancò.
«Andrò a parlarle, Harry» promise. «La farò ragionare… una Firebolt… una vera Firebolt nella nostra squadra… lei vuole quanto noi che Grifondoro vinca… Le farò capire… una Firebolt… »
Il giorno dopo ricominciarono le lezioni. L’ultima cosa che si potesse desiderare era passare due ore all’aperto in una gelida mattina di gennaio, ma Hagrid aveva preparato un falò pieno di Salamandre per divertirli, e trascorsero una lezione insolitamente piacevole raccogliendo legna secca e foglie per alimentare il fuoco, mentre le bestiole scorrazzavano su e giù per i ceppi incandescenti che si sgretolavano. La prima lezione di Divinazione del nuovo trimestre fu molto meno divertente; la professoressa Cooman era passata alla Lettura della Mano, e informò subito Harry che aveva le linee della vita più brevi che avesse mai visto.
Читать дальше
Конец ознакомительного отрывка
Купить книгу