Gli tese un bell’uovo di cioccolato: era decorato con piccoli Boccini glassati e secondo l’etichetta conteneva un sacchetto di Api Frizzole. Harry lo fissò un momento e poi, inorridito, si sentì salire un nodo alla gola.
«Stai bene, Harry?» sussurrò Ginny.
«Sì, sto bene» rispose Harry brusco. Il nodo alla gola era doloroso. Non capiva perché un uovo di Pasqua dovesse fargli quell’effetto.
«Sembri piuttosto giù, ultimamente» insisté Ginny. «Sono sicura che se parlassi con Cho…»
«Non è con Cho che voglio parlare» disse Harry frettoloso.
«E con chi allora?» chiese Ginny, osservandolo attentamente.
«Io…»
Si guardò attorno per assicurarsi che nessuno potesse sentirli. Madama Pince era a parecchi scaffali di distanza, impegnata a timbrare una pila di libri per un’ansiosa Hannah Abbott.
«È con Sirius che vorrei parlare» borbottò. «Ma lo so che non posso». Tanto per fare qualcosa, scartò l’uovo, lo ruppe e se ne infilò un pezzo in bocca.
«Be’» disse lentamente Ginny, prendendone un po’ anche lei, «se proprio vuoi parlare con Sirius, possiamo trovare un modo, immagino».
«Ma andiamo» disse Harry, disperato. «Con la Umbridge che controlla tutti i camini e legge tutta la nostra posta?»
«Quando sei cresciuta con Fred e George» disse Ginny pensosa, «dopo un po’ cominci a credere che se hai abbastanza fegato tutto è possibile».
Harry la guardò. E forse per effetto del cioccolato — Lupin consigliava sempre di mangiarne un pezzetto dopo un incontro con i Dissennatori — o forse solo perché aveva finalmente confidato a qualcuno il desiderio che gli bruciava dentro da una settimana, si sentì un po’ rincuorato.
«CHE COSA CREDETE DI FARE?»
«Oh, acci…» bisbigliò Ginny, balzando in piedi. «Mi ero scordata…»
Madama Pince piombò su di loro, la faccia avvizzita contorta dalla furia.
« Cioccolato in biblioteca! » strillò. «Fuori… fuori… FUORI!»
E con un gesto della bacchetta comandò ai libri, alla borsa e al calamaio di Harry di mettere in fuga lui e Ginny, picchiandoli sulla testa mentre scappavano a tutta velocità.
* * *
Come per sottolineare l’importanza degli esami in arrivo, prima della fine delle vacanze sui tavoli della Torre di Grifondoro apparve una pila di opuscoli, volantini e avvisi relativi alle diverse professioni magiche, e sulla bacheca fu affisso un nuovo annuncio:
ORIENTAMENTO PROFESSIONALE
DURANTE LA PRIMA SETTIMANA DEL TRIMESTRE ESTIVO, TUTTI GLI STUDENTI DEL QUINTO ANNO SOSTERRANNO UN BREVE COLLOQUIO COL DIRETTORE DELLA PROPRIA CASA PER DISCUTERE DELLA LORO FUTURA PROFESSIONE.
DI SEGUITO SONO ELENCATI GLI ORARI DEGLI APPUNTAMENTI INDIVIDUALI.
Scorrendo la lista, Harry vide di essere atteso nell’ufficio della professoressa McGranitt lunedì alle due e mezzo, il che significava perdere la maggior parte di Divinazione. Lui e gli altri studenti del quinto anno passarono quasi tutto l’ultimo finesettimana di Pasqua a studiare i vari materiali informativi.
«Di sicuro Guarigione non fa per me» disse Ron l’ultima sera delle vacanze. Era immerso nella lettura di un opuscolo che aveva sulla copertina l’osso-e-bacchetta incrociati del San Mungo. «Qui dice che devi aver preso come minimo “O” al M.A.G.O. di Pozioni, Erbologia, Trasfigurazione, Incantesimi e Difesa contro le Arti Oscure. Insomma… accidenti… hai detto niente, eh?»
«È un lavoro di grande responsabilità, no?» osservò distrattamente Hermione, esaminando uno sgargiante volantino rosa e arancione intitolato: TI PIACEREBBE LAVORARE ALLE RELAZIONI BABBANE? «Per questo non sembra che ci sia bisogno di grandi qualifiche: chiedono soltanto un G.U.F.O. in Babbanologia. Le cose più importanti sono entusiasmo, pazienza e un buon senso dell’umorismo! »
«Ci vuole altro che senso dell’umorismo per trattare con mio zio» commentò cupo Harry. «Un buon senso per schivare i colpi, piuttosto». Era a metà di un opuscolo sulla banca dei maghi. «Sentite qui: Cercate una professione interessante che comporti viaggi, avventure e tesori da conquistare a vostro rischio e pericolo? In tal caso, prendete in considerazione un impiego alla Banca Magica Gringott. Al momento cerchiamo aspiranti Spezzaincantesimi per elettrizzanti opportunità all’estero… Vogliono Aritmanzia, però; tu potresti farcela, Hermione!»
«Non m’interessa lavorare in banca» replicò in tono vago Hermione, ora immersa in AVETE IL TOCCO GIUSTO PER ADDESTRARE TROLL DA GUARDIA?
«Ehi» sussurrò una voce all’orecchio di Harry, che si voltò di scatto. Fred e George si erano uniti a loro. «Ginny ci ha parlato del tuo problema» disse Fred, allungando le gambe sul tavolo di fronte e facendo scivolare a terra parecchi opuscoli sulle possibilità di lavoro al Ministero della Magia. «Vuoi parlare con Sirius, no?»
«Che cosa?» sbottò Hermione, bloccandosi con una mano sospesa a metà nell’atto di prendere FAI IL BOTTO AL DIPARTIMENTO DELLE CATASTROFI E DEGLI INCIDENTI MAGICI.
«Già…» rispose Harry, tentando di suonare indifferente, «sì, mi piacerebbe…»
«Non dire sciocchezze». Hermione si raddrizzò e lo fissò incredula. «Con la Umbridge che fruga in tutti i camini e perquisisce tutti i gufi?»
«Oh… questo è un problema che si può aggirare facilmente» disse George, stiracchiandosi e sorridendo. «Tutto sta nel provocare un diversivo. Forse avrete notato che durante le vacanze di Pasqua siamo rimasti tranquilli».
«Che senso aveva, ci siamo chiesti, rovinare le vacanze?» proseguì Fred. «Nessuno, ci siamo risposti. Senza contare che avremmo mandato a rotoli i piani di ripasso di tutti, ed era l’ultima cosa che volevamo».
Rivolse un cenno ipocrita a Hermione, che parve spiazzata da tanta premura.
«Però da domani si torna al lavoro» riprese allegramente Fred. «E visto che abbiamo intenzione di sollevare un bel parapiglia, tanto vale che Harry ne approfitti per fare quattro chiacchiere con Sirius».
«Sì, ma… » disse Hermione, con l’aria di dover spiegare qualcosa di molto semplice a una persona molto ottusa, «anche se riusciste a mettere in piedi un’azione diversiva, come farebbe Harry a parlare con lui?»
«Dall’ufficio della Umbridge» rispose Harry a voce bassa.
Ci pensava da due settimane e non aveva trovato altra soluzione. La stessa Umbridge gli aveva detto che il suo era l’unico camino escluso dalla sorveglianza.
«Ma sei matto?» sussurrò Hermione.
Ron aveva abbassato il suo opuscolo sul Commercio di Funghi Coltivati e li ascoltava diffidente.
«Non credo» disse Harry, scrollando le spalle.
«E come pensi d’infilarti nel suo ufficio?»
Harry aveva la risposta pronta. «Il coltello di Sirius».
«Scusa?»
«Due Natali fa, Sirius mi ha regalato un coltello capace di aprire qualunque serratura. Perciò anche se lei ha stregato la porta — e scommetto che l’ha fatto — e Alohomora non funziona…»
«Tu che cosa ne pensi?» chiese Hermione a Ron, e a Harry tornò in mente la signora Weasley che si rivolgeva al marito durante la loro prima cena in Grimmauld Place.
«Non saprei» rispose Ron, allarmato all’idea di dover esprimere un’opinione. «Se Harry vuole farlo, sta a lui decidere, no?»
«Questo è parlare da amico e da Weasley» disse Fred, dandogli una pacca sulla schiena. «Bene, allora. Pensavamo di agire domani subito dopo le lezioni, quando tutti sono nei corridoi, per ottenere il massimo effetto. Saremo da qualche parte nell’ala est, Harry, in modo da attirarla lontano dal suo ufficio. Dovremmo riuscire a garantirti una ventina di minuti, diciamo?» Lanciò un’occhiata a George.
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