«Non lo so!» gridò Kingsley, balzando in piedi.
«Non può essersi Smaterializzato!» gracidò la Umbridge. «È impossibile dentro la scuola…»
«Le scale!» esclamò Dawlish. Si slanciò verso la porta, la spalancò d’impeto e sparì, seguito da Kingsley e dalla Umbridge. Caramell esitò, poi si alzò lentamente in piedi, spolverandosi alla meglio la veste. Seguì un lungo silenzio impacciato.
«Be’, Minerva» disse alla fine in tono maligno, raddrizzandosi una manica strappata, «temo che questa sia la fine del suo amico Silente».
«Lo crede davvero?» replicò sprezzante la professoressa McGranitt.
Caramell parve non sentirla. Stava perlustrando con lo sguardo l’ufficio sottosopra. Alcuni ritratti gli sibilarono contro, e un paio gli rivolsero addirittura gestacci insolenti.
«Farebbe meglio a mettere a letto questi due» disse Caramell, riportando lo sguardo sulla professoressa McGranitt e accennando a Harry e Marietta.
Senza una parola, la professoressa McGranitt scortò Harry e Marietta fuori dalla stanza. Mentre la porta si chiudeva alle loro spalle, Harry sentì la voce di Phineas Nigellus.
«Sa, Ministro, sono in disaccordo con Silente sotto molti punti di vista… però non si può negare che abbia stile».
CAPITOLO 28
IL PEGGIOR RICORDO DI PITON
PER ORDINE DEL MINISTERO DELLA MAGIA
Dolores Jane Umbridge (Inquisitore Supremo) sostituirà Albus Silente in qualità di Preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Quanto sopra ai sensi del Decreto Didattico Numero Ventotto.
Firmato: Cornelius Oswald Caramell, Ministro della Magia
Gli avvisi erano comparsi in tutta la scuola durante la notte, ma non spiegavano come mai ogni singolo abitante del castello fosse al corrente del fatto che Silente aveva sconfitto due Auror, l’Inquisitore Supremo, il Ministro della Magia e il suo Assistente per poi svanire nel nulla. Ovunque Harry andasse, il solo argomento di conversazione era la fuga di Silente, e anche se nel passare di bocca in bocca alcuni particolari erano stati travisati (sentì una ragazza del secondo anno assicurare a un’altra che Caramell era stato ricoverato al San Mungo con una zucca al posto della testa), l’accuratezza delle informazioni era incredibile. Per esempio, tutti sapevano che Harry e Marietta erano stati gli unici ragazzi presenti nell’ufficio del Preside e, dato che Marietta era tenuta sotto chiave in infermeria, Harry si ritrovò assediato dalle richieste di un resoconto di prima mano.
«Silente non ci metterà molto a ricomparire» disse fiducioso Ernie Macmillan, dopo aver ascoltato la storia di Harry mentre tornavano da Erbologia. «Non sono riusciti a eliminarlo quando eravamo al secondo anno e non ci riusciranno neanche stavolta. Il Frate Grasso mi ha detto» e abbassò la voce con tono da cospiratore, costringendo Harry, Ron e Hermione ad avvicinarsi per sentirlo, «che ieri sera, dopo averlo cercato in lungo e in largo nel castello e tutt’attorno, la Umbridge ha tentato di rientrare nel suo ufficio, però non è riuscita a superare il gargoyle. L’ufficio del Preside è sigillato, per lei». Ernie ridacchiò. «A quanto pare, la cosa non le è piaciuta».
«Immagino che non vedesse l’ora di sistemarsi là dentro» commentò acida Hermione, salendo i gradini di pietra che portavano nella Sala d’Ingresso. «E di spadroneggiare da lassù su tutti gli insegnanti, quella stupida vecchia tronfia avida…»
«Ehi, Granger, ci tieni davvero a finire la frase?»
Draco Malfoy era sbucato da dietro una porta, con Tiger e Goyle alle calcagna. La sua pallida faccia aguzza era accesa di malizia.
«Temo che dovrò togliere qualche punto a Grifondoro e a Tassorosso» annunciò in tono strascicato.
«Non puoi togliere punti ai prefetti, Malfoy» lo rimbeccò subito Ron.
«Lo so che i prefetti non possono togliersi punti fra di loro, Re dei Furboni» ghignò Malfoy. Tiger e Goyle ridacchiarono. «Ma i membri della Squadra d’Inquisizione…»
«La cosa ?» sbottò Hermione.
«La Squadra d’Inquisizione, Granger». Malfoy indicò una piccola “I” d’argento sulla veste, subito sotto la spilla da prefetto. «Un gruppo di studenti, scelti personalmente dalla professoressa Umbridge, che sostengono il Ministero della Magia. E chi fa parte della Squadra d’Inquisizione ha il potere di sottrarre punti… perciò, Granger, te ne toglierò cinque per aver parlato in modo scortese della nostra nuova Preside. E cinque a te, Macmillan, per avermi contraddetto. Cinque a te, Potter, perché mi sei antipatico. Weasley, hai la camicia fuori posto, perciò ne toglierò cinque anche a te. E… oh, sì, dimenticavo che sei una Mezzosangue, Granger, perciò via altri dieci».
Ron estrasse la bacchetta, ma Hermione lo bloccò sussurrando: «No!»
«Saggia mossa, Granger» sogghignò Malfoy. «Preside nuovo, vita nuova… comportati bene, Potter… Weasley, sei sempre il nostro re.»
Si allontanò sghignazzando, seguito da Tiger e Goyle.
«Stava bluffando» disse Ernie, sconvolto. «Non può avere il permesso di togliere punti… è assurdo… minerebbe alla base tutto il sistema dei prefetti».
Ma Harry, Ron e Hermione si erano già voltati verso le grandi clessidre incastonate nella parete alle loro spalle, dove erano segnati i punti di ogni Casa. Quella mattina, Grifondoro e Corvonero erano in testa alla pari. Ma ora, davanti ai loro occhi, molte piccole pietre scintillanti volarono in alto, diminuendo la quantità nella parte in basso. In effetti, la sola clessidra che sembrava invariata era quella di Serpeverde, ancora piena di smeraldi.
«Ve ne siete accorti, eh?» disse la voce di Fred.
Lui e George erano discesi dalla scala di marmo e si erano uniti a loro.
«Malfoy ci ha appena tolto un sacco di punti» protestò Harry furibondo, guardando le pietre spostarsi verso l’alto nella clessidra di Grifondoro.
«Sì, durante l’intervallo Montague ci ha provato anche con noi» disse George.
«Come, “provato”?» chiese Ron.
«Non è riuscito a finire la frase» rispose Fred. «Anche perché lo abbiamo infilato a capofitto dentro l’Armadio Svanitore al primo piano».
Hermione lo fissò sbigottita.
«Ma così finirete in un guaio terribile!»
«Non finché Montague non ricompare, e potrebbero volerci settimane. Chissà dove è andato a sbattere» replicò imperterrito Fred. «E poi abbiamo deciso che non c’importa niente di finire nei guai».
«Perché, vi è mai importato?» chiese Hermione.
«Certo» rispose George. «Non ci hanno mai espulso, no?»
«Abbiamo sempre saputo qual era il limite» disse Fred.
«Anche se magari ogni tanto l’abbiamo superato di un filino» precisò George.
«Però non abbiamo mai provocato veri disastri» concluse Fred.
«E invece adesso?» chiese Ron incerto.
«Be’, adesso…» disse George.
«…dato che Silente non c’è più…»
«…riteniamo che un po’ di confusione…»
«…sia proprio quello che si merita la nostra cara Preside» concluse Fred.
«Ma non dovete!» bisbigliò Hermione. «Assolutamente! Ne approfitterebbe per espellervi!»
«Proprio non ci arrivi, eh?» Fred le sorrise. «Non c’interessa restare qui. Ce ne andremmo in questo istante, se prima non volessimo dimostrare il nostro sostegno a Silente. Ragion per cui…» e controllò l’orologio, «sta per cominciare la Fase Uno. Se fossi in voi, per pranzo farei in modo di trovarmi nella Sala Grande, così gli insegnanti non potranno accusarvi di essere coinvolti».
«Essere coinvolti in cosa?» domandò Hermione preoccupata.
«Vedrai» disse George. «Su, sbrigatevi, da bravi».
Fred e George si voltarono e sparirono nella folla sempre più fitta che scendeva le scale per andare a pranzo. Con aria estremamente sconcertata, Ernie borbottò qualcosa su un compito di Trasfigurazione da finire e si allontanò.
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