J. Rowling - Harry Potter e il calice di fuoco

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Harry Potter e il calice di fuoco: краткое содержание, описание и аннотация

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È un momento cruciale nella vita di Harry: ormai è un mago adolescente, vuole andarsene dalla casa degli odiosi Dursley, vuole sognare la Cercatrice del Corvonero per cui ha una cotta tremenda... Intanto, grandiosi avvenimenti si stanno preparando alla scuola di Hogwarts, dove si svolgerà un torneo tra tutte le più importanti scuole di magia. E nonostante non abbia ancora 16 anni, età per iscriversi alla competizione, Harry viene scelto dal Calice di Fuoco per superare prove terrificanti: si troverà faccia a faccia con la morte, come sempre per colpa del perfido Voldemort; e con l’amore.
Vincitore del premio Hugo per il miglior romanzo in 2001.

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«Oh… sì, me li ha fatti Dobby l’elfo domestico» disse Harry con un gran sorriso.

«È così pauroso !» sussurrò Calì mentre Moody si allontanava un tonfo dopo l’altro. «Non credo che quell’occhio dovrebbe essere permesso

Harry accolse con sollievo la tremolante nota finale della cornamusa. Le Sorelle Stravagarie smisero di suonare, gli applausi riempirono di nuovo la Sala, e Harry mollò immediatamente Calì. «Sediamoci, eh?»

«Oh… ma… questa è proprio bella!» esclamò Calì mentre le Sorelle Stravagarie attaccavano un’altra canzone, molto più veloce.

«No, non mi piace» mentì Harry, e la condusse via dalla pista, oltre Fred e Angelina, che ballavano con tanto entusiasmo che i ragazzi attorno a loro si scostavano per paura di essere travolti, verso il tavolo dove erano seduti Ron e Padma.

«Come va?» chiese Harry a Ron, prendendo posto e aprendo una bottiglia di Burrobirra.

Ron non rispose. Stava fissando cupo Hermione e Krum che ballavano lì vicino. Padma era seduta con braccia e gambe incrociate, un piede che dondolava a tempo con la musica. Ogni tanto scoccava uno sguardo scontento a Ron, che la ignorava completamente. Calì si sedette di fronte a Harry, incrociò a sua volta gambe e braccia, e dopo pochi minuti fu invitata a ballare da un ragazzo di Beauxbatons.

«Non ti dispiace, vero, Harry?» disse Calì.

«Cosa?» disse Harry, che stava guardando Cho e Cedric.

«Oh, non importa» sbottò Calì, e se ne andò con il ragazzo di Beauxbatons. Alla fine della canzone, non fece ritorno.

Hermione si avvicinò e si sedette sulla sedia lasciata vuota da Calì. Era un po’ rossa in faccia.

«Ciao» disse Harry. Ron rimase zitto.

«Fa caldo, vero?» disse Hermione, sventolandosi con la mano. «Viktor è andato a prendere da bere».

Ron le scoccò un’occhiata fulminante.

« Viktor? » esclamò. «Non ti ha ancora chiesto di chiamarlo Vicky

Hermione lo guardò sorpresa.

«Che cos’hai?» chiese.

«Se non lo sai tu» rispose Ron sprezzante, «non ho intenzione di spiegartelo».

Hermione lo fissò, poi guardò Harry, che si strinse nelle spalle. «Ron, che cosa…?»

«È di Durmstrang!» esplose Ron. «Gareggia contro Harry! Contro Hogwarts! Tu… tu stai…» Ron evidentemente stava cercando parole abbastanza forti per definire il crimine di Hermione, « fraternizzando con il nemico, ecco che cosa stai facendo!»

Hermione rimase a bocca aperta.

«Non fare lo stupido!» disse dopo un attimo. «Il nemico ! Ma insomma… chi era quello scalmanato quando li ha visti arrivare? Chi era quello che voleva il suo autografo? Chi tiene un suo modellino su nel dormitorio?»

Ron fece finta di non sentire. «Immagino che ti abbia chiesto di accompagnarlo quando eravate tutti e due in biblioteca».

«Proprio così» disse Hermione, con le guance sempre più rosse. «E allora?»

«Che cosa è successo… hai cercato di convincerlo a unirsi a CREPA, vero?»

«No, non è vero! Se proprio lo vuoi sapere, lui… lui ha detto che veniva in biblioteca tutti i giorni per cercare di parlare con me, ma non trovava il coraggio!» disse precipitosamente Hermione, e arrossì tanto da diventare dello stesso colore del vestito di Calì.

«Si, certo… questo è quello che dice lui» disse Ron maligno.

«E con ciò che cosa vorresti dire?»

«È ovvio, no? Lui è uno studente di Karkaroff, no? Lui sa chi frequenti… sta solo cercando di avvicinarsi a Harry… di ottenere informazioni riservate su di lui… o di avvicinarsi quel tanto che basta per stregarlo…»

Sembrava che Ron l’avesse schiaffeggiata. Quando parlò, la voce di Hermione tremava di rabbia. «Per tua informazione, non mi ha chiesto una singola cosa a proposito di Harry, non una…»

Ron cambiò strategia alla velocità della luce. «Allora spera che tu lo aiuti a scoprire che cosa vuol dire il suo uovo! Immagino che vi siate ben consultati in quei vostri incontri ravvicinati in biblioteca…»

«Non lo aiuterei mai a scoprire che cosa dice l’uovo!» esclamò Hermione, fuori di sé. « Mai! Come hai potuto dire una cosa del genere… io voglio che Harry vinca il Torneo! Harry lo sa, vero, Harry?»

«Hai uno strano modo di dimostrarlo» disse Ron sarcastico.

«Il Torneo ha lo scopo di mettere in contatto maghi stranieri e fare amicizia con loro!» disse Hermione con voce acuta.

«No, non è vero!» urlò Ron. «Lo scopo è vincere!»

Gli altri ragazzi cominciavano a guardarli.

«Ron» disse Harry piano, «non mi dà nessun fastidio che Hermione sia venuta al ballo con Krum…»

Ma Ron ignorò anche Harry.

«Perché non vai a cercare Vicky? Si starà chiedendo dove sei finita» disse.

« Non chiamarlo Vicky! » Hermione balzò in piedi e corse via sulla pista da ballo. Ben presto scomparve tra la folla.

Ron la guardò allontanarsi con un misto di rabbia e soddisfazione.

«Hai intenzione di invitarmi a ballare?» gli chiese Padma.

«No» rispose Ron, continuando a guardare torvo nella direzione di Hermione.

«Bene» sbottò Padma, e si alzò per andare a raggiungere Calì e il ragazzo di Beauxbatons, che riuscì a recuperare un amico tanto in fretta che Harry pensò che avesse usato un Incantesimo di Appello.

«Dov’è Herr-Mioni?» disse una voce.

Krum era appena arrivato al loro tavolo con due Burrobirre.

«Non ne ho idea» rispose Ron ostinato, guardandolo di sottecchi. «L’hai persa, eh?»

Krum era di nuovo arcigno.

«Be’, se fedete lei, dite che ho da bere» disse, e andò via dondolando.

«Hai fatto amicizia con Viktor Krum, eh, Ron?»

Percy si avvicinò scattante, sfregandosi le mani con aria molto pomposa. «Ottimo! È questo lo scopo, sai… Cooperazione Magica Internazionale!»

Con gran fastidio di Harry, prese immediatamente il posto lasciato libero da Padma. Il tavolo dei giudici era vuoto; il professor Silente ballava con la professoressa Sprite; Ludo Bagman con la professoressa McGranitt; Madame Maxime e Hagrid aprivano un ampio varco sulla pista mentre volteggiavano tra gli studenti e Karkaroff era sparito. Quando la canzone successiva fu finita, tutti applaudirono di nuovo, e Harry vide Ludo Bagman fare il baciamano alla professoressa McGranitt e tornare tra la folla: in quel momento gli si avvicinarono Fred e George.

«Che cosa credono di fare, infastidire un membro anziano del Ministero?» sibilò Percy, osservando con sospetto Fred e George. «Non hanno nessun rispetto…»

Ma Ludo Bagman si liberò in fretta di Fred e George; poi vide Harry, agitò la mano e si avvicinò al loro tavolo.

«Spero che i miei fratelli non la stessero disturbando, signor Bagman» disse subito Percy.

«Cosa? Oh, niente affatto, niente affatto!» disse Bagman. «No, mi stavano solo dicendo qualcosa di più di quelle loro bacchette finte. Forse posso dar loro una mano per metterle in commercio. Ho promesso di metterli in contatto con un paio di conoscenze che ho all’ Emporio degli Scherzi di Zonko…»

Percy non parve affatto felice, e Harry era pronto a scommettere che si sarebbe precipitato a raccontare tutto alla signora Weasley non appena tornato a casa. A quanto pareva i progetti di Fred e George erano diventati ancora più ambiziosi ultimamente, se speravano di vendere al pubblico.

Bagman aprì la bocca per chiedere qualcosa a Harry, ma Percy lo interruppe. «Come le sembra che stia andando il Torneo, signor Bagman? Il nostro Ufficio è piuttosto soddisfatto… quell’intoppo con il Calice di Fuoco…» — scoccò un’occhiata a Harry — «è stato leggermente spiacevole, certo, ma da allora pare che le cose siano filate lisce, non crede?»

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